ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 25 aprile 2014

La dottrina del Forteto:

inversione gnostica della fede cattolica e trasbordo dell’ideologia comunista 

Il sonno della ragione genera mostri
 Antefatto
forttNegli anni Sessanta numerosi eruditi militanti nell’area del Cattolicesimo illuminato, furono sedotti dalle opere fascinose di Elemire Zolla, uno scrittore che osava ridicolizzare la mitologia operaista in circolazione nel Pci e paragonare alla caverna, in cui i prigionieri vivevano con la spalle rivolte alla luce, il cineforum delle masseimpegnate.
 Confesso di non aver resistito al fascino delle pagine irridenti/scintillanti di Zolla e di aver programmato una recensione favorevole e quasi incensante, da pubblicare nella rivista cattolica Renovatio.
 Se non che durante la lettura del testo zolliano incontrai la sfuggente/baluginante citazione di un brano di Stromata, in cui, sosteneva Zolla, Clemente Alessandrino lodava e proponeva una sublime e luminosa pratica ascetica.

 Incuriosito mi recai in biblioteca per consultare il testo lodato e feci una stupefacente scoperta: Clemente Alessandrino, nel brano incautamente citato da Zolla, condannava, con parole di fuoco, l’orgia pederastica e drogastica inscenata dagli gnostici.
 Sottoposi al direttore Gianni Baget Bozzo il testo di Zolla e il testo di Clemente Alessandrino e ottenni l’autorizzazione a scrivere una stroncatura al vetriolo, che fu regolarmente pubblicata nella sezione intitolata Gnosis.
 La reazione al mio scritto fu stupefacente: alcuni fra i più autorevoli baroni seduti su cattedre cattoliche insorsero (da destra e da sinistra) contro il colpevole dell’offesa al geniale pensatore (Zolla!) che aveva diffuso la luce di una sublime spiritualità nei circoli della cultura religiosa.
 La reazione e lo sdegno dei professori universitari milanesi e fiorentini furono tali che Baget Bozzo fu costretto a vietarmi di scrivere note su Zolla e di citare il maestro nei miei futuri articoli.
 [Quando Zolla gettò la maschera e cominciò a pubblicare roventi saggi porno - thanatofili per i tipi di Adelphi, alcuni deimiei censori si giustificarono dicendo che l'illuminato spiritualista era improvvisamente uscito di senno.]
 Rammento questo episodio per sottolineare la libera, autorevole, gongolante e impunita circolazione di suggestioni gnostiche, catare e pederastiche nei circoli della cultura sedicente cattolica.
 Sono convinto che non tutti i dotti ammiratori di Zolla vedevano la minaccia costituita dall’avanguardia nichilista parlante negli incensati libri del fittizio maestro.
 Sono tuttavia certo che la suggestione gnostica, tempestivamente annunciata da padre Julio Meinvielle e dal card. Giuseppe Siri negli anni Cinquanta e negli anni Sessanta analizzata da Gianni Baget Bozzo,  agiva tranquillamente fra le righe di una Cristianità distratta dalla modernizzazione e addormentata dall’ottimismo galoppante nel Concilio Vaticano II
 La durata della spaventosa, mostruosa farsa gnostica messa in scena nella comunità pederastica del Forteto al Mugello dal sedicente “profeta” Roberto Fiesoli e da alcuni apprendisti stregoni, al fine di compiere atti contro natura sui minori in affidamento, non si spiega senza l’influsso dello gnosticismo e senza la complicità di una claque culturale, clericale, politica e giuridica benedicente, plaudente, festante, finanziante e indulgente.
 L’attività del Forteto inizia nel 1975, anno della fondazione di una cooperativa agricola  la cui segreta finalità era l’abuso sodomitico sui minori affidati alle finte famiglie costituite nella cooperativa: “Il progetto si caratterizza subito per la proposta dell’abolizione della famiglia basata sull’unione stabile tra un uomo e una donna, in nome di un’idea totalizzante di comunità improntata sulla pratica omosessuale [specialmente esercitata a danno dei minori]” [1].
 Cominciarono a circolare notizie sulle strane pratiche in uso nella comunità. Il 30 novembre del 1978 Roberto Fiesoli fu arrestato su richiesta del giudice Carlo Casini, che aveva aperto un procedimento per abusi sessuali. Se non che “il grande amico di don Lorenzo Milani, Giampaolo Meucci Presidente del Tribunale, [e fervente cattocomunista: nel 1974, dopo aver visitato la Cina insieme con Raniero La Valle, aveva scritto una vibrante apologia del maoismo] non crede all’indagine dell’avversario politico Casini e ritiene il Forteto una comunità accogliente e idonea, che va aiutata nelle difficoltà”.
 Berselli sostiene che senza tale certificazione la oscena vicenda del Forteto si sarebbe conclusa nel 1978. Invece la criminosa azione del profeta proseguì indisturbata fino al 2013, anno dell’arresto di Fiesoli e dei suoi complici.
 Per la durata di quasi quaranta anni furono consumati, alla luce del sole dell’avvenire, odiosi delitti contro minori.
 L’attività criminale dell’invertito e dei suoi complici  non fu disturbata neppure da una sentenza emanata dal tribunale fiorentino nel 1985, sentenza che condannava Fiesoli a due anni di carcere (ovviamente non scontati) in quanto “responsabile di atti di libidine violenta e di corruzione di minore“.
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 La dottrina della comunità pederastica Il Forteto
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 Il cuore dell’eresia gnostica e del suo ectoplasma cataro è il disprezzo della Creazione e il capovolgimento del culto dovuto al Creatore in una liturgia finalizzata a contrastare la procreazione mediante gli atti contro natura.
   “Le sette gnostiche, rammenta sagacemente Stefano Berselli, adottarono la sessualità aberrante come tecnica ascetica: attraverso l’unione erotica si elimina la sofferenza  e la finitezza. I soggetti si riassorbono in un omogeneo universale e disintegrandosi perdono la loro individualità” [2].
 Nel volume “Il Forteto Destino e catastrofe del cattocomunismo“, si rammenta che alla suggestione gnostica obbedirono i responsabili (cattocomunisti) della famigerata cooperativa pederastica: il sedicente profeta Roberto Fiesoli e l’autodidatta Luigi Goffredi.
 Al proposito un testimone attendibile ha dichiarato: “Il Forteto tendenzialmente è di sinistra, si votava a sinistra, il Partito Democratico, probabilmente … si doveva votare a sinistra, mi ricordo che ci fu tutta una situazione, ci spiegò per chi votare e come votare” [3].
 D’altra parte l’appartenenza al club conformista dei visitatori plaudenti (Achille Ardigò, Piero Fassino, Francesca Chiavacci, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi ecc.) e degli apologeti scriventi e sentenzianti (Giampaolo Meucci, Giuseppe Ferroni, Giuseppe Fornari, Nicola Casanova, Franco Cardini) non lascia dubbi.
 Circa la metamorfosi gnostica del cattocomunismo attuata nel Forteto scrive Berselli: “Nelle parole di Fiesoli si va ben oltre la curvatura gnostica del cattocomunismo fiorentino, c’è da chiedersi se quell’approdo così strutturato sia il risultato delle molteplici letture selvagge di Goffredi … o il frutto di qualche incontro particolare o le due cose insieme. … E’ certo che nella dottrina fortetiana trova compimento e forse consapevolezza quello gnosticismo senza saperlo che permeò di sé il cattocomunismo, tra i fiorentini quasi impercettibile negli esordi lapiriani per crescere con l’infatuazione per Teilhard de Chardin, e arrivare poi ai deliri donmilaniani e meucciani”.
 Opportunamente Berselli cita un testo di Baget Bozzo che definisce Dossetti “l’erede di una concezione della Chiesa dei poveri che ha lunga traccia nella storia italiana, dalle forme eretiche del catarismo alla povertà militante dei francescani, che condusse fino alle forme estreme dei fraticelli”.
 Risultato di una alterazione della dottrina tradizionale e di un culto superstizioso della povertà [4], la mitologia pauperista, che agitava e tuttora agita i cattolici, correva incontro alla metamorfosi gnostica dell’ideologia comunista, attuata dai francofortesi negli anni Trenta.
 Nel fenomeno “cattocomunista” si può pertanto vedere l’incontro delle due reviviscenze dello gnosticismo e dell’eresia catara: quella piamente allo striscio nel pauperismo cattolico e quella che ha incendiato la rivolta empiamente esplicita dei bestemmiatori francofortesi del Dio d’Israele e ispirato la rivolta degli accoliti sessantottini.
 Ora l’influsso della rabbiosa avversione gnostica e catara contro la Creazione e la procreazione si manifesta chiaramente nella feroce avversione alla famiglia naturale, professata e attuata nel Forteto, “dove l’omosessualità diventava balsamo al divieto di rapporti tra sessi differenti ma anche via maestra per un’evoluzione individuale di successo e, di conseguenza, strumento per ottenere il consenso sociale all’interno del Forteto” [5].
 Contro la famiglia naturale fu avviata una macchina della menzogna: “se c’è una cosa chiara fin da subito, è l’odio totale per la la famiglia nutrito dal leader del Forteto. Si faceva in modo che i ragazzi affidati non avessero più alcun contatto con la famiglia d’origine, si faceva loro credere di essere stati abbandonati nel più completo disinteresse, si incentiva in loro ogni tipo di rancore e di rivalsa affinché ogni ponte col passato fosse tagliato”.  
 Il Forteto da questo punto di vista assume la figura di un sistema obbediente ai princìpi del sadismo: “per i minori all’interno del Forteto il disagio più profondo, il dolore più grande in questa assurda classifica dell’orrore derivava da un sistema che negava loro di sviluppare, coltivare e vivere liberamente i propri sentimenti verso la famiglia d’origine” [6].
 Finché sarà lecito dire vizio al vizio e crimine al crimine, l’infernale vicenda del Forteto potrà essere citata quale esempio dell’incubatrice in cui si prepara la decadenza dei popoli: la denatalità e lo sfascio della famiglia secondo natura.
 La cultura egemone ha alzato la barriera del silenzio intorno alla vicenda del Forteto perché detesta e sconsiglia energicamente il qualunque tentativo di associare la decadenza delle nazioni alla denatalità e allo sfascio delle famiglie.
 La dottrina del Forteto, vertice speculativo del pensiero ultramoderno, testimonia eloquentemente la stretta associazione di denatalità, pederastia e devastazione sociale, e di guerra alla famiglia e produzione di disagio economico invincibile.
 Sarà pertanto vana la ricerca di una via d’uscita dalla catastrofica crisi, che flagella le nazioni dell’Occidente, finché la classe dirigente si ostinerà a non vedere le vere cause del male o addirittura a proteggere, con leggi demenziali, i protagonisti del disordine.
.di Piero Vassallo




[1]             Cfr. “Il Forteto, destino e catastrofe del cattocomunismo”, a cura di Stefano Berselli,  edizioni dei Settecolori, Lamezia Terme 2014, pag. 14.
[2]              Op. cit., pag. 28.
[3]             Op. cit., pag. 141.
[4]             Nel Vangelo secondo Matteo, 19, 26, Gesù condanna l’universale bramosia della ricchezza. E ai discepoli sbigottiti e impauriti dalle sue parole chiarisce che la salvezza discende da Cielo: “Presso gli uomini ciò non è possibile, ma tutto è possibile presso Dio”.
[5]             Cfr. “Il Forteto, destino e catastrofe del cattocomunismo”, op. cit., pag. 87

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