ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 7 maggio 2014

Maschera?

Santo anche Paolo VI: Papa Francesco getta la maschera.


Un'immagine mediatica, curata more solito nel dettaglio, assai "progressista" specie negl'atteggiamenti esteriori, il nome del poverello di Assisi (sinora nessuno aveva osato tanto), no alle scarpette rosse, giri per Roma in R4 contromano, rinuncia al formalismo ratzingeriano, forte vicinanza verbale al lavoro ed ai lavoratori, specie nei primi discorsi ed omelie ("Se cade un mattone è tragedia, se cade un operaio fa niente.."): insomma un portrait dalla connotazione progressista che aveva fatto tornare alla mente figure quali quella di Leone XIII e Giovanni XXIII, ed acceso molte speranze.
Già lo Spiegel, osservatore assai attento e perspicace, aveva fatto notare che invero al di là di questo non si andava, anzi che dietro tutto questo si celasse qualcosa di ben diverso, come si poteva vedere andando al sodo e constatando come "al dunque" la prosecuzione della "linea Ratzinger" restasse ben salda ed immutata. Proprio per questo la celebre rivista tedesca lo aveva subito battezzato il "reazionario moderno". Che la riforma non andasse in senso progressista lo avevano denunciato molti indizi e prove - per le quali si rinvia, tra gl'altri, al settimanale tedesco -, ma la santificazione di Giovanni Paolo II, che trovava molteplici contrarietà nella stessa Curia (significativa quella del Card. Martini che indicava le reiterate scelte di collaboratori discutibili e di vicende non chiarite), ne è la prima vera e grande prova. Wojtyla è stato infatti il più grande dirottatore del Concilio, colui che lo ha asservito al conservatorismo rampante dell'Opus Dei, di Comunione e Liberazione, dei Legionari di Crsisto (il cui fondatore fu sospeso dal sacerdozio perché padre di 6 figli da 6 diverse donne...) e che indirettamente - secondo alcuni tramite Ratzinger - fu responsabile dell'eccessivo peso di Lefevre e dei suoi. Del resto, anche le immagini dicono qualcosa, e la presenza sui palchi dei reali d'Europa e quella di un sindacalista ormai usato a dovere e non più utile quale Lech Walesa sperduto tra la folla dicono pur qualcosa... La santificazione accelerata di Paolo VI, peraltro già voluta da Ratzinger con la decretazione delle virtù eroiche il 20 dicembre 2012, ne è la conferma. Paolo VI, il Papa dell'inversione di rotta del Concilio rispetto alla direzione giovannea, sarà beato dopo la conclusione del sinodo dei vescovi, presumibilmente il 19 ottobre, mentre la santificazione - possibile per l'accertamento di una guarigione prodigiosa avvenuta per sua "intercessione" negli USA nel 2001 - dovrebbe avvenire nel giugno 2015. Insomma la maschera è definitivamente gettata.
francesco latteri scholten.

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