“Sesso con i migranti in cambio dell’asilo” arrestato il prete a capo della Caritas
Trapani, a Sergio Librizzi contestati otto episodi
intercettato: “Sono uno che conta, tu che mi dai?”
di Laura Spanò
TRAPANI. «La mia vita è finita», ha detto quando si è trovato davanti gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Forestale che dovevano notificargli un ordine di custodia chiesto dalla procura. Don Sergio Librizzi, direttore - ormai sospeso - della Caritas trapanese, si stava preparando per celebrare la messa. Adesso è accusato di violenza sessuale e concussione.
La città è sotto choc. Don Sergio è un’autorità nel campo dell’accoglienza e degli aiuti agli immigrati. Ormai da decenni. Ora gli contestano di aver preteso tangenti, sotto forma di rapporti sessuali, nella sua qualità di componente della commissione territoriale di Trapani per il riconoscimento della protezione internazionale. Un incarico che aveva avuto in rappresentanza del Comune di Trapani.
«Era un componente supplente », tiene a precisare la prefettura, ma l’indagine della Procura di Trapani ha messo in evidenza che don Sergio «era un componente molto influente». Sono otto le persone che hanno ammesso di essersi rivolte al sacerdote per ottenere il nulla osta di rifugiato dalla commissione. E tutti e otto hanno ammesso di aver ceduto al ricatto sessuale.
I primi episodi risalgono al 2009, l’ultimo a maggio scorso. «Io sono una persona importante - diceva lui, e non sospettava di essere intercettato - faccio parte della commissione, posso farti avere tutto facile o posso rendere tutto più difficile… tu che mi dai?». Parole ripetute anche in altre occasioni. Qualcuno non ha ceduto. Un iracheno ha raccontato di essere fuggito via. «All’improvviso mi toccò nelle parti intime e mi baciò sul collo ». Un altro episodio sarebbe accaduto addirittura nei locali del Cie di Milo, il centro dove vengono trattenuti gli immigrati, durante una delle audizioni a cui vengono sottoposti i richiedenti lo status di rifugiato. Un interprete non poté fare a meno di notare un gesto curioso commesso dal sacerdote, una carezza e poi un dito poggiato sulla bocca di un tunisino. Infine, anche una sorta di palpeggiamento.
Sesso e tangenti. Ma c’è anche il capitolo denaro. Durante la perquisizione, in canonica e nell’abitazione del sacerdote, è stato trovato denaro contante che don Librizzi teneva ben nascosto, sembra in uno dei contenitori usati per la raccolta delle offerte. Tante offerte. Oltre al denaro sono saltati fuori incartamenti relativi alla gestione di alcune cooperative di lavoro. Erano custodite nei locali di Villa Sant’Andrea, a Valderice, una struttura messa a disposizione dalla diocesi per l’accoglienza agli immigrati. Poi è iniziata la perquisizione della canonica della Chiesa di San Pietro, don Sergio era lì da circa un anno. Dagli uffici sono stati portati via computer e stampanti.
L’atto d’accusa dei pubblici ministeri Paolo Di Sciuva, Andrea Tarondo e Sara Morri dice che vittime sono giovani maggiorenni stranieri, ma anche un italiano. I rapporti venivano consumati nell’auto del sacerdote. «Facendo pesare il proprio ruolo in commissione – dice il procuratore capo Marcello Viola – avrebbe compiuto una serie di abusi sessuali costringendo i destinatari a prestazioni sessuali lasciando intendere di poter agevolare od ostacolare il riconoscimento dell’asilo. Un comportamento che assume particolare gravità per la posizione di dominio che esercitava su soggetti deboli per estrazione e provenienza».
Dalla Curia fanno sapere che don Librizzi è stato «sollevato da tutti gli incarichi pastorali» in attesa che la magistratura faccia il suo corso.
Repubblica 25.6.14
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traditore della chiesa e dell'uomo, dei poveri delle periferie esistenziali
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