Papa Francesco ai lefevbriani: "c'è chi pensa che li scomunicherò, ma si sbaglia", e "non li condannerò, né impedirò ad alcuno di andare da loro".
Una notizia passata in sordina, ma che già circolava da un po' e che io
sapevo da qualche mese. S. E. Mons. Fellay ha deciso di rivelare, l'11
maggio scorso uno scambio di confidenze tra il superiore dell'Argentina
della Fraternità San Pio X, don Christian Bouchacourt e Papa Francesco.
Ovviamente sono state rivelate solo le parti più salienti di queste
confidenze.
I vari siti tradizionalisti, o super tradizionalisti, o meglio
sedevacantisti-anonimi (ma non troppo), ovviamente o non l'hanno proprio
data o hanno dato la notizia secca senza commento, oppure altri si sono
prodigati a istituire un vero e proprio processo alle intenzioni di
Papa Francesco mettendo a paragone ovviamente sempre e inevitabilmente
il commissariamento dei Francescani dell'Immacolata.
Io personalmente non posso che gioire di questo interessamento di Papa
Francesco verso questi nostri amici e confratelli, uomini e donne validi
buoni e pieni di zelo per le cose del Signore, non posso che essere
fiero di questo nostro Papa che mostra una premura, con tutti i limiti
che ben conosciamo e che spesso molto spesso ci fanno soffrire, verso
questa realtà ecclesiale: questo umile vaso di coccio certo pieno di
crepe e asprezze, ma che ha saputo custodire la "romanità" autentica
della nostra fede Cattolica.
Don Christian Bouchacourt, sarà dal 15 agosto prossimo il nuovo Superiore del distretto di Francia,
certamente non passa inosservata questa nomina, come non passa
inosservato che un amico di Papa Bergoglio dirigerà il Distretto
Lefebvriano più attivo e numeroso di tutto il mondo. Una scelta
strategica importante che vuole esprimere certamente il desiderio
profondo di S.E. Mons. Fellay di voler una soluzione a questa ferita
nella Chiesa Cattolica che va avanti da troppo tempo!
Mons. Fellay, in occasione di una visita alla città francese di Fabregues l'11 maggio, si è espresso su alcuni tratti della personalità di Francesco:
E' un uomo pratico, guarda alle persone. Che cosa poi le persone pensino, che cosa credano, gli è alla fine dei conti indifferente. Gli importa che uno sia simpatetico con le sue visioni, che gli appaia corretto.
Ha letto due volte il libro di Mons. Tissier de Mallerais su Mons. Lefebvre, e gli è piaciuto; è chiaramente contro tutto quello che noi rappresentiamo, ma come biografia, gli è piaciuta. Quando, da Cardinale, si trovava in Argentina, il Superiore di Distretto [Christian Bouchacourt] andò da lui per chiedere un favore di tipo amministrativo, slegato da questioni ecclesiali; una questione di documenti di residenza. Il governo argentino, molto sinistrorso, fa un uso strumentale del Concordato per darci contro, e ci dice: "dite di essere cattolici, pertanto dovete avere la firma del Vescovo per risiedere qui". C'era una soluzione semplice: dichiararci una chiesa indipendente per l'ordinamento civile, ma non volevamo farlo, perché siamo cattolici. E il Cardinale ci disse: "no no, siete Cattolici voi, è evidente; vi aiuterò", e ha scritto al governo una lettera in nostro favore. Non bastò, perché il governo argentino trovò un documento opposto, firmato dal nunzio.
Ora che è il Papa, il nostro avvocato si è recato da lui per riferire che la questione è tuttora aperta, e chiedergli di nominare un Vescovo argentino capace di risolverla. Il Papa gli ha risposto "Sì, e quel Vescovo sono io. Vi ho promesso di aiutarvi, e lo farò".
Ha anche detto "quelle persone, c'è chi pensa che li scomunicherò, ma si sbaglia", e "non li condannerò, né impedirò ad alcuno di andare da loro".
Fonte: Rorate-caeli.blogspot.com