ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 22 luglio 2014

Gli incappucciati “normalisti”


Diffida e ferma rettifica nei confronti di anonimi calunniatori di p. Serafino Lanzetta FI


Serafino Lanzetta
Non posso esimermi dal rettificare le calunnie, che in questi giorni circolano sul web, sul conto di padre Serafino M. Lanzetta FI, un sacerdote e studioso profondo, attento e ben orientato. 
Egli già da diversi anni si è distinto per gli studi seri e appassionati [qui la sua relazione al Convegno sul Vaticano II del 2010; qui un resoconto dell'evento ricco di presenze illustri; qui gli Atti] e per le significative pubblicazioni che ne sono il frutto [qui] [qui]; ma anche per aver portato avanti, finché non l’hanno brutalmente rimosso [qui], una oasi luminosa nella Parrocchia di Ognissanti di Firenze, divenuta in pochi anni un Centro d’eccellenza, sia per la pastorale – rigorosamente biritualista ma esemplare – che come ‘luogo’ e fucina di incontri e attività anche di studiosi del versante tradizionale.
Su un sito di incappucciati “normalisti” che (tutti nomi fittizi, nessuno si prende mai la briga di firmare con nome e cognome ciò che scrive), per una dichiarata ricerca di una sui generis “parcondicio” (come dice lì un tale “Claudio”), hanno iniziato ad attaccarlo sul lato personale e soprattutto in foro interno, leggendo le sue intenzioni, la sua volontà, quello che avrebbe inteso fare. Siccome tali tifosi del Kommissario attaccano chiunque difenda i Francescani dell’Immacolata (a cominciare da noi ed altri del versante della Tradizione), si permettono di infangare le persone con supposta neutralità elvetica, lasciando spazio a delatori qui più volte confutati. E lo fanno in modo subdolo e capzioso.[1]
Non si accorgono, però – o non vogliono farlo – di una differenza: loro non si fermano alle idee e ai fatti, ma si permettono di giudicare le intenzioni, la coscienza. Proprio loro che si definiscono seguaci fedelissimi di Papa Francesco.
Nei confronti di padre Lanzetta è ora particolarmente attivo tal “frate Felice” anche di nostra conoscenza (sicuramente un frate o addirittura, probabilmente, uno dei nuovi superiori) che si diverte a dare informazioni molto private in rete sul suo conto: afferma con sicurezza che egli ha mandato certificati medici periodici per giustificare la sua malattia e la sua assenza dal convento. Chi gli ha dato queste informazioni? O ha letto le sue lettere private al Kommissario oppure è uno degli stessi superiori che legge.
Quei soggetti hanno avuto un travaso di bile nello scoprire che padre Lanzetta ha pubblicato un libro, credendo che lo avesse addirittura fatto durante la sua degenza a casa: in realtà un libro si prepara con molto anticipo. Padre Lanzetta lo aveva consegnato all’Editrice Cantagalli già quasi un anno prima, firmando il contratto nel mese di giugno 2013, con tutti i permessi dei superiori. Peccato che il Kommissario sia entrato in carica solo dopo.
Dalle informazioni di frate Felice attinge poi – e le fa proprie con aggiunte capziose  - uno strano e incappucciato che si firma “Symon de Cirene” autoinsignitosi di una supposta elvetica neutralità, che lo definisce “chierico girovago” a spasso per fare le sue cose, mentre padre Lanzetta aveva motivato passo dopo passo (nella sua corrispondenza con il Kommissario) i motivi della sua assenza e anche la necessità di recarsi a Roma – come del resto avevano fatto con grande libertà e ripetutamente i frati contestatori, sotto il governo del P. Manelli – per esporre i gravissimi problemi di coscienza sotto un commissariamento che in breve tempo ha cambiato volto al  suo Istituto. 
Se questo avviso non sarà sufficiente, non mancherà una denuncia per diffamazione a mezzo internet, della quale ci sono tutti gli estremi.
Maria Guarini
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1. Chi scrive ne è testimone per essere il pressoché quotidiano bersaglio di interventi pesantemente accusatori ed offensivi ad personam, puro veleno sotto una maschera di saggezza, oltretutto con l’estrema scorrettezza che vengono lanciati da scranni poco virilmente anonimi, che mai hanno confutato nel merito una virgola delle valutazioni teologiche contenute nei miei scritti (mi riferisco a quisquilie come l’Incarnazione, l’istituzione del sacerdozio et alia). E sì che non esprimo opinioni personali; ma parlo citando il Magistero anche post-conciliare. Ciò nonostante l’etichetta più benevola che mi attribuiscono è quella di tradi-protestante. I loro frequentatori – compresa la “lieta” mosca cocchiera, una sorta di alter ego dalle stucchevoli cacatine su misura in sottofondo – si bevono, sulla situazione ecclesiale di crisi epocale come poche, le loro omelie strumentali ed artefatte. Mi chiedo che càspita vogliono e perché non vanno a prendere di petto, mettendoci però la faccia, altri che non sia la sottoscritta e chiunque difenda la Tradizione perenne (che comprende anche il Concilio V2 con alcuni noti punti controversi) piuttosto che il conformismo conciliarista. Qualcuno ha loro detto invano che i giudizi temerari sono peccato mortale. Togliere la fama ad una persona già nel pensiero è peccato, ma farlo su un sito pubblico è molto peggio. Ma vedo che non ne hanno fatto tesoro.
Fino ad ora ho continuato ad ignorarli riservando loro l’isolamento morale che meritano. Ma oggi non ho potuto tacere, sull’onda delle segnalazioni riguardanti padre Lanzetta. In effetti sarebbero solo da compiangere, se davvero non ci fossero tutti gli estremi per una denuncia per diffamazione.

(fonte: http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/)

http://www.conciliovaticanosecondo.it/in-rete/diffida-e-ferma-rettifica-nei-confronti-di-anonimi-calunniatori-di-p-serafino-lanzetta-fi/

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