Cremazione: il teologo, la Chiesa giudica immorale pubblicizzarla
AGI
AGI
(Salvatore Izzo) Continua a far discutere la campagna choc dell'agenzia funebre Taffo, diventata virale sul web, che lancia in Italia l'ultima frontiera della cremazione: il 'diamante della memoria'. Recita lo slogan che campeggia sui cartelloni pubblicitari: "Stavolta tuo marito non potra' dirti di no". Ovvio, visto che il coniuge e' defunto e restera' per sempre al dito della vedova, 'trasformato' da cenere in diamante. "E' una grave offesa alla dignita' della persona pubblicizzare la cremazione promettendo un diamante in premio.
La Chiesa oggi non condanna chi sceglie questa via ma non puo' accettare che si facciano pressioni". Lo afferma il teologo morale padre Antonio Rungi, interpellato dall'Agi sull'iniziativa.
"Il corpo - ricorda il teologo passionista - e' destinato comunque alla risurrezione e dunque esige il massimo rispetto, non puo' essere mercanteggiato in alcun modo, neanche dopo la morte". Dietro l'aumento del numero delle cremazioni "c'e' anche il grande sforzo pubblicitario delle agenzie funebri che gestiscono queste pratiche, rappresentate in gran parte dalla Socrem. Certo ci sono persone che hanno una loro concezione, un loro pensiero su questo, ma le campagne pubblicitarie hanno influito molto e l'esito e' sotto gli occhi di tutti", ha denunciato recentemente monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione Episcopale per la liturgia. La dottrina cattolica, conferma padre Rungi, resta dunque quella gia' conosciuta: "La Chiesa accetta la cremazione, se non e' decisa in odio alla fede, cioe' per negare la risurrezione dei corpi proclamata nel Credo, ma non la incoraggia".
(AGI)
La Chiesa oggi non condanna chi sceglie questa via ma non puo' accettare che si facciano pressioni". Lo afferma il teologo morale padre Antonio Rungi, interpellato dall'Agi sull'iniziativa.
"Il corpo - ricorda il teologo passionista - e' destinato comunque alla risurrezione e dunque esige il massimo rispetto, non puo' essere mercanteggiato in alcun modo, neanche dopo la morte". Dietro l'aumento del numero delle cremazioni "c'e' anche il grande sforzo pubblicitario delle agenzie funebri che gestiscono queste pratiche, rappresentate in gran parte dalla Socrem. Certo ci sono persone che hanno una loro concezione, un loro pensiero su questo, ma le campagne pubblicitarie hanno influito molto e l'esito e' sotto gli occhi di tutti", ha denunciato recentemente monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione Episcopale per la liturgia. La dottrina cattolica, conferma padre Rungi, resta dunque quella gia' conosciuta: "La Chiesa accetta la cremazione, se non e' decisa in odio alla fede, cioe' per negare la risurrezione dei corpi proclamata nel Credo, ma non la incoraggia".
(AGI)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.