Papa Francesco appalta Medjugorje ai carismatici?
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C’è fermento, eccitazione frammista a
preoccupazione nel mondo dei carismatici, di Rinnovamento nello
Spirito. Per la manna che è cascata sulla loro testa a Santa Marta.
Dove, a quanto sussurrano diversi testimoni diretti, ossia gli stessi
carismatici, papa Francesco avrebbe proposto loro l’affarone del secolo:
“appaltare” Medjugorje. E dunque la gestione della spiritualità
medjugoriana, a prescindere dalla veridicità o meno delle apparizioni,
nel cui merito il Santo Padre sembra non voler entrare. Di più: il Papa
vincolerebbe il riconoscimento o meno di Medjugorje all’accettazione dei
carismatici di farsi carico della sua gestione, pastorale e spirituale.
Ossia di farne il centro propulsore di una sorta di pentecostalismo
cattolico.
Eppure soltanto nel novembre dello
scorso anno, il prefetto dell’Ex Sant’Uffizio, card. Gerhard Muller,
diffidava l’episcopato americano dal far tenere conferenze, incontri o
“apparizioni” del veggente di Medjugorje, Ivan Dragicevic, all’interno
delle chiese e delle cattedrali. Una settimana dopo, lo stesso papa
Francesco andava giù duro su questi fenomeni. Non fece il nome del
villaggio dell’Erzegovina dove da trent’anni dicono apparirebbe la
Madonna, ma il riferimento a “veggenti” e “messaggi” è più che
eloquente: «La curiosità ci spinge a voler sentire che il Signore è qua
oppure è là; o ci fa dire: “Ma io conosco un veggente, una veggente,
che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna”. “Ma, guardi,
la Madonna è Madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della
Posta, per inviare messaggi tutti i giorni”. Queste novità allontanano
dal Vangelo». Parole, queste, che hanno seminato il panico tra i
medjugoriani: temevano un parere negativo del nuovo Pontefice.
A far tirare loro un sospiro di sollievo è
giunta questa che ancora non è una notizia ma una voce quasi
sussurrata. Sulla grancassa del giornale dei più spinti fans delle
apparizioni bosniache: il Medjugorje Today. Che, in un crescendo, il 18
gennaio 2014 annuncia che la commissione d’inchiesta su Medjugorje
presieduta dal cardinale Ruini ha terminato i suoi lavori; il 20
gennaio, che il cardinale di Sarajevo, Vinko Puljic, era certo che per
la fine dell’anno Francesco si sarebbe espresso sul caso; il 25 gennaio,
che il Papa aveva a tal proposito ricevuto sia Ruini, sia il prefetto
Muller, spettando all’Ex Sant’Uffizio il giudizio di merito. Intorno al
25 giugno, che il Papa si era espresso privatamente “a favore”. Il 18
luglio, infine, il colpo scuro: una smentita… che è sempre una notizia
data due volte.
In quest’ultimo articolo del Medjugorje Today,
infatti, il Provinciale dell’Ordine francescano nella regione
dell’Erzegovina nella quale rientra Medjugorje, p. Miljenko Steko,
ammette di aver incontrato il 25 giugno il Papa nella «sala mensa» di
Santa Marta: hanno parlato del caso dei veggenti. Tuttavia nega che
Francesco gli abbia detto d’aver preso una decisione sulle apparizioni. È
quello che invece asserisce e gli attribuisce un prete americano che da
10 anni celebra messe a Medjugorje, p. Kevin Devine. Il quale al
termine della liturgia – che è su youtube – ha sostenuto che proprio il
Provinciale francescano, p.Steko, glielo avrebbe confidato:
«Recentemente, il Provinciale dei Francescani qui a Medjugorje è stato a
Roma per un incontro dei Superiori delle comunità religiose. Nel corso
di quel soggiorno a Roma, insieme a tanti altri, ha avuto alcuni momenti
personalmente con papa Francesco». E prosegue: «Papa Francesco era lì,
accogliendoli, e il Provinciale ha dichiarato: “Io sono l’Ispettore
della zona in cui Medjugorje si trova”. E la risposta del Santo Padre è
stata: “Pregate che io abbia preso la decisione giusta”».
È solo la confusione data dal
miscuglio di lingue dei protagonisti? P. Steko parla serbo-croato, p.
Devine inglese, Bergoglio spagnolo ma presumibilmente con p. Steko ha
parlato italiano. Stando a questa diatriba clericale multilingue, non si
sa come il Papa si sia precisamente espresso, né cosa i suoi due
confratelli, Steko e Devine, hanno capito. Fatto sta che Steko, al primo
sentor di scandalo, ha negato.
«Quelle chiacchiere a Medjugorje» non piacciono al Papa
Cosa è successo veramente? Facendo
un’indagine, le notizie raccolte ci danno una versione piuttosto
diversa. E, se possibile, peggiore. A riferire sono i diretti testimoni
del colloquio col Papa, tutta gente titolata del giro medjugoriano e di
Rinnovamento nello Spirito, i carismatici: soggetti da gruppi di
preghiera, rosari quotidiani, cultori dell’adorazione eucaristica, frati
alcuni. Insomma, persone affidabili, dal punto di vista cattolico.
Uno di questi racconta: «Siamo
andati così alla messa a Santa Marta, dopo ci siamo potuti trattenere
con papa Francesco, col quale siamo andati nella sala ristorante, a
conversare in modo del tutto naturale, come vecchi amici. Il nostro
accompagnatore, fra Roberto, cappuccino-esorcista e del RnS, ha chiesto
di getto al Papa sul caso Medjugorje».
Il Papa avrebbe ascoltato con molto interesse,
poi ha risposto: «A me quella gestione che c’è a Medjugorje non piace
per nulla: troppe le chiacchiere e a me non interessano». Fin qui la
parte destruens. Ma è giunto presto a quella costruens, che è anche la
più azzardata: «Ma se mi assicurate che vi prenderete a cuore la
gestione, di andare lì, fare la messa, le confessioni, e le tante opere
di bene, io l’approvo».
Ma chi intende con quel “voi”? Lo
spiega subito: «Se fate tutto voi, il RnS dico, ché delle apparizioni
non è importante, ma le persone che vanno devono essere gestite e
guidate per bene, allora se fate voi questo, io do tutto a voi, al RnS e
chiudiamo il caso». Sembra quasi la cessione di un bene immobile di
proprietà.
A loro l’una e l’altra chiave del regno?
Ma cosa voleva dire il Papa con
quel «io do tutto a voi… e chiudiamo il caso»? E perché i testimoni
parlano di promessa “approvazione”? Il Papa vuole approvare Medjugorje o
approvare che RnS faccia da aiuto spirituale accettando questa sorta di
appalto sulla parrocchia medjugoriana?
Il senso delle parole del Santo Padre è questo:
se gestite voi, carismatici, RnS, la cosa, la incanalate entro la
vostra spiritualità, a prescindere dalla verità sulle apparizioni a
Medjugorje, autorizzo come legittimo il culto e automaticamente come
vero tutto il resto. Insomma, quel che preme al Papa non è il fenomeno
soprannaturale in sé, ma i suoi riverberi pastorali, e anche, volendo,
di portare acqua al mulino della sua idea di Chiesa per il futuro:
spostare tutta la Cattolicità verso una sorta di pentecostalismo
cattolicizzato, e i carismatici sono lo strumento più adatto, Medjugorje
un centro propulsore formidabile.
Per Bergoglio, come sempre nella sua vita, non
è questione di apparizioni o meno, è tutta questione di gente della
quale si fida o meno, di chi e cosa gli è congeniale, di amicizie. E al
momento, e da anni, i suoi amici rientrano nel giro dei carismatici, e
dei pentecostali di Buenos Aires, e a questi vorrebbe assomigliasse di
più la Chiesa che ha in mente, a loro vorrebbe consegnare l’una e
l’altra chiave del Regno.
«ché delle apparizioni non è importante»
Ma ancora più scalpore suscita, se
è un papa a dirlo, quel «ché delle apparizioni non è importante». Al
Papa non importa nulla se a Medjugorje la Madonna appare davvero o è una
bufala? Chi conosce bene Bergoglio da sempre, non si meraviglia. L’ha
sempre pensata così: sulle manifestazioni del soprannaturale è critico,
se non addirittura scettico, parte comunque da un pregiudizio negativo
(che onestamente non ci sentiamo di biasimare). Solo il pragmatismo
riesce a fargliele ingoiare. Ma è lui stesso a farlo notare: quando ci
fu il miracolo eucaristico nella sua diocesi, ordinò che non si desse
pubblicità alla cosa, apparentemente per «mantenere l’effetto sorpresa»
del fedele che per caso incappasse in quella chiesa laddove l’ostia
fatta carne era esposta. È fatto così.
Lo ammette candidamente nel libro
intervista, col rabbino suo amico Abraham Skorka: «Provo un’immediata
diffidenza davanti ai casi di guarigione, persino quando si tratta di
rivelazioni o visioni; sono tutte cose che mi mettono sulla difensiva.» E
a proposito di veggenti e segreti: «Dio non è una specie di Correo
Andreani [noto corriere espresso argentino] che manda messaggi in
continuazione… bisogna lasciar spazio a chi viene scelto da Dio come
profeta, con le caratteristiche del vero profeta. Ma di solito non sono
quelli che arrivano dicendo di avere una letterina dal cielo. Spesso, a
Buenos Aires, devo screditarne molti perché i casi di falsi profeti…».
Quanto a quelli eccessivamente sensibili alle presunte irruzioni del
soprannaturale: «A volte le persone sentono delle cose e, per una
corretta interpretazione o per uno squilibrio psichico, alcuni le
confondono con una profezia». Insomma, non esattamente uno ben
predisposto verso i fenomeni extra-ordinari.
Ma torniamo alla “trattativa” di Santa Marta. I
testimoni dell’incontro da noi interpellati sono entusiasti,
chiaramente. Tuttavia sarebbe una presa di posizione anomala quella di
Francesco, lo sbilanciamento in una sede impropria e con i diretti
interessati, risulterebbe poco prudente, se si tiene conto che vi
sarebbero da prendere in considerazione i risultati della commissione
quinquennale presieduta dal cardinale Ruini, che ha studiato a fondo il
problema Medjugorje; un parere di merito spetta al Prefetto dell’Ex
Sant’Uffizio, il cardinale Muller.
Quanto ai risultati della Commissione Ruini, per
il poco che ancora se ne sa, ci si sarebbe limitati a riconoscere i
frutti di Medjugorje, glissando volutamente sulle apparizioni, che
oltretutto sarebbero ancora in corso, ragion per cui un parere
definitivo da parte della Chiesa sarebbe prematuro. Ad ogni modo, se una
presunta svolta “carismatica” dovesse esserci a Medjugorje, sarebbe
quanto meno una forzatura calata dall’alto.
Le persone in questione ribattono con
un «beh ma se lo dice il Papa», è giusto così. Aggiungendo subito dopo
che il Santo Padre «assicurava» che con le commissioni su Medjugorje non
c’era alcun problema. Come a dire: si fa quello che il Papa vuole e
chiede. Agli altri non resta che accodarsi.
di Antonio Margheriti Mastino su www.papalepapale.com
la verità vi renderà liberi!invece anche se le apparizioni non sono vere e il papa infatti non ci crede si deve continuare a foraggiare veggenti rns ....ma rendete culto a Dio nelle vostre chiese!!!
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