- PROCESSIONI VIETATE, STATUE DI SANTI E MADONNE AGLI ARRESTI DOMICILIARI. UN POLEMICO MANIFESTO CONTRO LA MISURA ANTIMAFIA PER PUNIRE UN PRESUNTO INCHINO SBAGLIATO, NEL POSTO SBAGLIATO
Non importa se i cittadini fedeli sono nella loro stragrande maggioranza non mafiosi, anzi assolutamente avversi alla mafia, tutti, tutti loro devono comunque pagare. Non importa se queste feste del Santo Patrono, con processione, sono l’unica occasione per piccole comunità di “fare festa”…
1. FEDE, RELIGIOSITÀ, TRADIZIONE E LEGALITÀ A PALMI - IL FESTICIDIO (QUANDO LA CURA UCCIDE L’AMMALATO)
Processioni vietate, statue di Santi e Madonne agli arresti domiciliari. Coprifuoco per priori e portatori, devoti e componenti di congreghe. Coprifuoco di fatto anche per gli artigiani della pirotecnia; bandita la polvere da sparo se non è usata in modica quantità. Niente più saluto alla Città al suono di mortaretti!! Niente più tempeste al magnesio!!
"L’editto” vescovile ci ha imposto l’Austerity della sfilata sacra, come “ideale”, sbrigativa misura antimafia, circoscritta alla sola Diocesi Oppido-Palmi, per punire un presunto inchino sbagliato, nel posto sbagliato.
Hai voglia di trovare giustificazioni. Niente da fare!! Quello era un inchino bello e buono, senza se e senza ma, e ora che la scomunica l’ha impartita anche il Santo Padre, non ce n’è più per nessuno!!
La rappresaglia devozionale sarà implacabile. Il provvedimento anti processione apre i battenti e chissà se e quando li chiuderà.
Non importa se i cittadini fedeli sono nella loro stragrande maggioranza non mafiosi, anzi assolutamente avversi alla mafia, tutti, tutti loro devono comunque pagare.
Non importa se le feste religiose, processioni comprese, erano e sono anche una nitida espressione di religiosità, di folklore, di tradizione, di valori irrinunciabili da generazioni e generazioni, mai archiviate, mai alienate, mai bloccate nella storia di questo territorio, neppure da eventi epocali e luttuosi come carestie, epidemie, terremoti, guerre mondiali, bombardamenti compresi.
Non importa se queste feste del Santo Patrono, con processione, sono l’unica occasione per piccole comunità di “fare festa”, di sorridere alla vita triste e al tempo che implacabile se ne va, se sono anche portatrici di una laica spicciola economia, che crea un piccolo movimento turistico, che ravviva la già fin troppo triste estate di un sud calpestato dalla crisi economica, da una disoccupazione galoppante, dallo spettro di un futuro incerto e preoccupante. Non importa se senza la processione vengono meno anche le altre voci del coro, l’illuminazione e la banda, i tamburinari e il cantante, le bancarelle, il giostraio e il venditore di càlia, mustazzoli e susumelle.
Non importa se senza la processione si rende sterile una liturgia, si svuota di sostanza la sacralità di una inalienabile eredità degli Avi, si rende monco un evento portatore di sentimenti, spesso anche molto privati, per una collettività che, per il suo passato fatto di travagli, per la sua storia complicata, ha da sempre sete di mistico fervore, da condividere, in comunione.
Evidentemente non importa niente al presule e ai suoi sodali tutto ciò, l’inchino c’è stato e tutti devono pagare!! Niente processione dunque, meno “sconzo” si fa e meglio è!!
Noi pensiamo che ogni forma di inchino all’anti stato vada colpito e stigmatizzato, sempre e nel modo più implacabile. Ma vada fatto trovando la giusta strategia, non sparando nel mucchio.
Vada fatto, discriminando il buono dal cattivo, l’inerme dal pericoloso, la vittima dal carnefice. Vada fatto usando e applicando con severità protocolli, regolamenti, misure preventive e non repressive. Vada fatto vigilando, rimanendo presenti e partecipando. Vada fatto non lasciando spazio ai prepotenti, agli arroganti, ma collaborando, insieme, popolo, mondo laico e religioso, istituzioni civili e militari, tutte le parti sane della società, costruendo sempre, senza mai demolire nulla del buono e del bello che c’è nel tessuto vivo e pulito della collettività, nemmeno la speranza.
Così, come si è invece scelto di fare siamo certi che insieme a un popolo innocente umilieremo davvero anche la mafia e i mafiosi??!!! O potrebbe accadere l’esatto contrario???
2. IL TESTO DEL MANIFESTO - PROCESSIONE SENZA INCHINI
Amici, cittadini, devoti, fedeli,
Qualcuno si chiede quale, sarebbe potuta essere una giusta soluzione alternativa, non distruttiva, non demolitiva, né proibizionistica del problema PROCESSIONE SENZA INCHINI?
A nostro modesto avviso, la soluzione l'aveva già individuata, senza grosse difficoltà, il nostro Arcidiacono Don Silvio Mesiti, soluzione che si sarebbe potuta adottare in tutta la diocesi. Già da alcuni anni, egli aveva trovato il giusto metodo per risolvere la vexata quaestio delle fermate durante la processione, redigendo un documento descrittivo dell'intero percorso e delle fermate programmate, e lo aveva preventivamente sottoposto al vaglio delle autorità: (Polizia, Carabinieri, Polizia urbana), per ottenere una valutazione e un eventuale nulla osta.
Una volta ottenuto il documento vistato, con tutte le eventuali limitazioni da apportare, il ruolo dei portatori, sotto gli occhi sempre vigili delle stesse autorità che per consuetudine sono comunque presenti ad ogni processione, sarebbe stato quello di eseguire alla lettera tutte le indicazioni prescritte, con l'assunzione di responsabilità da parte delle stesse persone che, fra i portatori, sarebbero state individuate come responsabili dell'intero trasporto.
Vi sembra questa una operazione così difficile, complicata ed inapplicabile da dover essere scartata? Non vi sembra che ci sia molto più buon senso, cum grano salis, in una soluzione di questo tipo, rispetto a quella che il nostro Vescovo, Mons. Milito ha ritenuto opportuno adottare?
Ci conforta l’avere appreso dalla stampa (il Quotidiano della Calabria.it - del venerdì 8 agosto 2014) che anche il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri abbia così espresso il suo pensiero, n.d.r. (tornato sul nodo delle processioni ribadendo che non devono affatto essere annullate o abolite bensì «basterebbe regolamentare i portatori, il sacerdote - ha affermato - si assuma la responsabilità di un albo di persone perbene che possano portare il santo e programmino il percorso con i relativi momenti di sosta», perché bloccare o cancellare le processioni vuol dire «darla vinta alla mafia» : «Abolendo le processioni la mafia vince» E lancia l'idea di «un albo dei portatori di statue».)
Confidiamo pertanto in un tempestivo Videbimus et cogitabimus da parte del nostro Vescovo, auspichiamo un suo ripensamento dell’ultim’ora, che dia luce alle aspettative di una moltitudine di fedeli innocenti, che giammai vorrebbero vedere interrotta la loro storia di devozione e preghiera.
Confidiamo in una presa di responsabilità da parte delle autorità ecclesiastiche, che abbiano la forza di essere artefici di soluzioni più consone alla loro natura di cristiana fermezza con gli empi e i malvagi e di indulgenza e tolleranza con i miti, i deboli e gli smarriti.
Confidiamo in un moto di misericordia, per tutte quelle persone anziane, disabili, gravemente ammalate, impossibilitate a spostarsi dalla propria abitazione, che si aspettano di poter vedere, (forse per l’ultima volta nella loro vita) la statua del Santo Protettore della Città, transitare sotto la propria abitazione.
Quale segno indimenticabile di carità, di indulgenza, di generosità, di benignità, di pìetas potrebbe essere più significativo, più fulgido, più alto, di una restituzione a queste anime pie della loro integra processione, resa affrancata, purificata, nella sua chiara e consueta espressione liturgica di fede, di preghiera e di amore?
CONFIDIAMO!!
Fratelli con S.Rocco…
Ambasciatori di una moltitudine
Palmi …..
Fede
Religiosità
Amore
Tradizione
Ecumenismo
Legalità
Laicità
Identità
Consiglierei anche il prelievo del dna, le impronte dei piedi e anche delle mani, e hai visto mai anche quelle dei denti o delle dentiere. e poi detto tra noi , le processioni non servono più, al loro posto si fanno le partite o di calcio o di crikett . Meglio no ! ?
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