Sinodo, card. Marx: "Impensabile che gay non possano vivere Vangelo". Vescovi tedeschi favorevoli a comunione per divorziati
Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, schierato sulle posizioni di apertura del cardinale Kasper, chiede che il documento finale non ripeta quello che si è detto sempre: "La dottrina può evolvere". Domenica alla messa di beatificazione di Paolo VI sarà presente anche Ratzinger
CITTA' DEL VATICANO - Si avvia alla conclusione il Sinodo straordinario sulla famiglia convocato da Papa Francesco. Oggi i padri sinodali stanno lavorando alla stesura dei documenti finali, che verranno presentati e votati in Aula domani. Ieri i documenti elaborati dai "Circoli minori", che chiedevano prudenza su gay e divorziati, avevano fatto pensare ad una marcia indietro rispetto alle aperture contenute nella"relatio post disceptationem", la relazione che riassumeva i lavori della prima settimana di lavori sinodali. "Non si tratta di una retromarcia ma di un bilanciamento", ha spiegato oggi il presidente della Conferenza episcopale francese, monsignor Georges Pontier. "Sull'insieme del testo della Relatio Synodi sarei sorpreso che non si arrivasse ad un consenso", ha aggiunto l'arcivescovo di Marsiglia.
Ma che il fronte progressista non ha alcuna intenzione di arretrare lo si è capito dalle parole del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente dei vescovi tedeschi. Dal porporato tedesco sono arrivate parole importanti verso gli omosessuali.
"Non possiamo dire a qualcuno: 'lei è omosessuale, non può vivere il Vangelo. Per me questo è impensabile". "La prassi sessuale - ha osservato Marx - non può essere accettata. Ma non tutto nella loro vita è da condannare: se per 35 anni sono rimasti fedeli l'uno all'altro, se l'uno cura l'altro fino alla fine della vita, come Chiesa cosa debbo dire? Che non ha nessun valore? Non è vero questo". Le parole di Marx acquistano ancora più importanza in quanto il cardinale è uno dei nove cardinali consiglieri di Papa Francesco. Parole di comprensione sono arrivate anche sulla comunione ai divorziati risposati: "L'esclusione non è la lingua della Chiesa, non è possibile dire a queste persone tu sei un cristiano di seconda classe". Il cardinale ha rivelato che una "schiacciante maggioranza" dei vescovi tedeschi è a favore dell'Eucarestia ai divorziati risposati come proposto dal cardinale Kasper in un documento. "L'auspicio - ha sottolineato Marx - è che nel documento finale il Sinodo non ripeta quello che è stato detto sempre, ma dia un impulso forte alla pastorale". Il cardinale ha chiesto alla Ue di non ingerirsi nella politica interna degli Stati in tema di matrimonio, di famiglia, di difesa della vita.
Dal fronte conservatore si è levata la voce del cardinale africano Robert Sarah, presidente del pontificio consiglio "Cor Unum", contrario alle aperture sugli omosessuali emerse nella relazione intermedia del Sinodo. "Quanto è stato pubblicato sulle unioni omosessuali è un tentativo per fare pressione sulla Chiesa e farle cambiare la dottrina. Mai si è voluto giudicare la persona omosessuale, ma i comportamenti e le unioni omosessuali sono una grave deviazione della sessualità" ha detto Sarah.
SINODO, IL GIALLO DELLA TRADUZIONE IN INGLESE DELLA "RELATIO POST DISCEPTATIONEM"
Domenica la beatificazione di Paolo VI, presente anche Ratzinger. Il Sinodo sarà chiuso domenica dalla messa di beatificazione di Papa Paolo VI, il Pontefice che istituì nel 1965 l'istituto del Sinodo dei vescovi. Alla cerimonia sarà presente anche il Papa emerito Joseph Ratzinger. Oltre a Benedetto XVI, nominato arcivescovo nel 1977 proprio da Paolo VI, ci saranno due cardinali creati da Montini, Paulo Evaristo Arns e William Wakefield Baum.
Oggi un elogio di Montini è stato tracciato dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione dei vescovi e conterraneo di Montini. "Altro che Papa amletico: Paolo VI ha preso decisioni molto coraggiose e innovative: ha abolito la Corte Pontificia, ha abbracciato il patriarca ortodosso Atenagora ed è stato il primo Papa che si è tolto la tiara per affermare che l'autorità del Papa non è legata al potere umano.
Alla cerimonia di beatificazione (attesi 3mila pellegrini da Milano, diocesi che Montini guidò tra il 54' e il 63') sarà portata come reliquia di Paolo VI una sua maglietta insanguinata di lana leggera, che indossava quando a Manila, nel viaggio del 1970, fu bersaglio di un attentato da parte di uno squilibrato munito di pugnale.
Il postulatore della causa di beatificazione, padre Antonio Marrazzo, ha ricvelato che "Paolo VI era un antifascista sfegatato. Non era a favore di Franco come non era stato da giovane a favore di Mussolini".
LE INTERVISTE DEI PADRI SINODALI SU REPUBBLICA
Bergoglio a Santa Marta: "Attenti all'ipocrisia dei farisei". Jorge Mario Bergoglio, nella consueta messa presso la residenza di Santa Marta, ha voluto mettere in guardia dall'ipocrisia dei "farisei": "Io faccio finta di essere cristiano, ma non lo sono. Non sono trasparente. Dico una cosa, dico che sono cristiano, ma ne faccio un'altra che non è cristiana". "Avere come caparra dieternità il Cielo stesso non trattiene i cristiani dallo scivolare nelle tentazioni", ha aggiunto Papa Francesco. Ciò accade, ha spiegato, "quando noi vogliamo, non dico cancellare l'identità, ma renderla opaca. E' questo il cristiano tiepido".
http://www.repubblica.it/esteri/2014/10/17/news/paolo_vi_domenica_anche_ratzinger_alla_messa_di_beatificazione-98321385/?ref=HREC1-12
America e Africa, strani "compagni di letto" - strange bedfellows. Questo clima di sospetto in cui nessuno si fida più della neutralità e dell'obbiettività dei giornalisti ha conseguenze pesantissime all'interno di certe chiese, come quella americana, in cui i tentativi di influenzare il flusso delle informazioni e della loro interpretazione negli ultimi giorni ha creato una situazione grave. Docenti di prestigiose università cattoliche (anche di quelle il cui il consiglio di amministrazione è fatto in gran parte di vescovi, come la Catholic University of America a Washington DC) hanno accusato di razzismo un cardinale e consigliere del papa. È successo ieri, quando è stata pubblicata in inglese l'intervista carpita al cardinale Kasper, in cui dice sostanzialmente che la questione omosessuale in Africa è un tabù e che il Sinodo non può affidarsi ai tabù per cercare vie nuove nella pastorale di persone umane: importanti giornalisti e teologi cattolici americani hanno accusato Kasper di razzismo, alimentando un news cycle che non è esaurito col calare del sole ma è diventato il colpo tipico delle campagne elettorali americane, il 'gotcha' di Sarah Palin. Questo fatto è rilevante anche per capire l'artificiosità dell'alleanza che i neo-con americani cercano di creare coi vescovi africani circa la questione omosessuale. Basterebbe andare a leggere quello che dissero questi neo-con americani ideologicamente vicini a Wall Street, quando il cardinale del Ghana Peter Turkson (presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace del Vaticano) pubblicò nell'ottobre 2011 un documento ufficiale che accusava il sistema economico e finanziario internazionale di creare ingiustizie e diseguaglianze nel mondo globale: come disse George Weigel, "Questo documento non è altro che una 'nota' pubblicata da un ufficio secondario della Curia Romana".
Voci dal Sinodo
I lavori dei padri sinodali visti dal giornalista teologo
GIANNI GENNARIROMA
Cose “nuove”: voci dal Sinodo come musica attesa da una vita. Qualcuno mi chiede perché in questi giorni non scrivo su “Avvenire”. Appare un silenzio! Due ragioni e una eccezione. La prima ragione, contingente, è necessitata da circostanze concrete e private. La seconda, la più importante finora, è che nel momento in cui la Chiesa, la Chiesa che è anche mia – senza alcuna esclusività – si trova in un momento in cui finalmente parlano sia il Papa – questo Papa in particolare – e duecento vescovi, allora mi pare che valga la pena di ascoltare, piuttosto che di parlare…
Faccio però una eccezione sommando diverse letture. La prima ragione è nel fatto che i giornali parlano di scontro, mentre si tratta di diversità di visione teologica ed anche ecclesiologica. Una delle parti in contrasto, però, rivendica unicamente alla sua opinione, per quanto illustre e magari impostasi da molto tempo come “la” lettura “cattolica”, la coerenza con la fede. Quando il cardinale Burke scrive sul “Foglio” (14/10, p. I) che siamo di fronte ad un “tradimento” della fede, e aggiunge che questa è addirittura appoggiata da un confratello come Kasper, traditore in primis, e sotto sotto – anche sopra sopra – da molti si fa intendere che in realtà chi ha già tradito, tradisce, o si prepara a tradire ancora più pesantemente è il Papa, allora per costoro la diversità diventa automaticamente “eresia”. Kasper è stato insultato per questo a sufficienza, anche da colleghi con un libro intero che non si accontenta di esporre le idee proprie degli illustri Autori, confratelli di Kasper, ma appunto pretende di essere portavoce della “vera” fede contro i traditori, tutti, comunque vestiti, anche di bianco…Potrei portare tanti esempi, ed è evidente che questa “contromusica” non è iniziata per il Sinodo, ma va avanti da cinquanta anni, e in particolare da più di un anno e mezzo, dal 13 marzo 2013. E invece se qualcuno rivendica solo a sé, e ai suoi, la lampada accesa della Fede definita e della Tradizione (T maiuscola, come ricordava Giovanni Paolo I), in questo modo è lui stesso che “strappa” (airéo, da cui eresia in greco dice proprio strappo) l’unità della fede e della vita comunitaria.
E infatti ecco che dopo Kasper l’accusa, oggi, si sposta su un altro bersaglio. E’ uscita la relatio post disceptationem e nel mirino ora è Bruno Forte. In realtà da molti anni il teologo Forte, poi vescovo e ora scelto dal Papa (già: proprio quello che “non piace”!), da certe fonti di scuola teologica nota dai tempi del Concilio e anche prima, è esplicitamente accusato di eresia. Come unico esempio – che è lì da anni – in rete si trova sempre una lunghissima arringa di mons. Brunero Gherardini, teologo di “scuola romana” da sempre anticonciliare – quella per cui Paolo VI stesso era “eretico” (parola esplicita di mons. Antonio Piolanti davanti ad un aula colma di studenti, nel 1965) – che contro di lui avanza l’accusa di negazione della divinità di Cristo – una bazzecola, vero? Ndr) per il semplice fatto di usare la formula “il Dio di Gesù Cristo”! Non basterebbe, a parte le spiegazioni fornite da Forte con pazienza e più volte nei suoi stessi scritti, capire che si tratta di un genitivo epesegetico, per cui quel “di” sta anche per “che è…”? Non basta, e in rete, sempre stesse fonti, ancora rimbalzano le accuse al Concilio, a Papa Giovanni, a Paolo VI – anche con innominabili calunnie propalate da 50 anni!
E dopo Forte – vedremo! – il bersaglio si alzerà ancora, in vista della continuazione in tutta la Chiesa delle spinte della prima parte di questo Sinodo…Dunque – posto che occorra – solidarietà a Forte e attesa, speranza e preghiera…
Ora l’eccezione. Leggo – sempre stesse pagine che si sono impegnate nella “crociata” anti-Francesco e ora anti-sinodo – che in quei paraggi, a proposito del problema dei divorziati e risposati, a differenza di “questo Papa che non piace”, piace una soluzione che riceve persino la “benedizione” dotta del prof. De Mattei, vero uomo ombra, da sempre, del rifiuto del Vaticano II e delle nostalgie sul Papa distante, sacrale, da venerare come immagine fissa nei secoli, del tutto diverso – e se ne sono accorti anche Papi Santi a modo loro, come Giovanni XXIII e lo stesso Paolo VI – e congeniale ad altri e ben più terreni interessi, non solo ecclesiastici…
La soluzione sarebbe quella di consentire la Comunione a quei divorziati e risposati che si dichiarano pentiti della rottura del precedente matrimonio, che tuttavia non è più realisticamente possibile considerare vivibile, e si impegnano a vivere insieme, volersi bene, dialogare, pregare, occuparsi del prossimo in difficoltà come esige il mandato di Cristo per tutti, ma…Ma per “certe cose” niente! La formula perfettamente “ecclesiastichese” è “come fratello e sorella”! Communio vitae, direbbero i moralisti d’antan, communio domus, communio mensae” sì, ma niente “communio thori”, niente e niente!
Che dire? Personalmente mi pare una soluzione forse inconsciamente ipocrita e certo anche la più contraddittoria che si possa pensare, alla luce della stessa morale cattolica per molte ragioni: alcune provo a farle presenti qui.
I comandamenti sono cosa seria. C’è p. es. il “non uccidere”, ma per prassi un assassino, purché pentito e dopo eventuale periodo di discerimento, può confessarsi sinceramente addolorato e ottenere l’assoluzione. Ma il male fatto, è in realtà del tutto irreparabile. La vita terrena di una persona è realtà donata da Dio, e questa realtà non esiste più…Ebbene: con congrua penitenza, guidata dalla coscienza personale e dalla saggezza pastorale e dottrinale del confessore si ha assoluzione e quindi possibilità di fare la Comunione eucaristica…E se si tratta di un matrimonio, “assassinato” per varie ragioni e non più revocabile in vita concreta? Niente! Se il sabato è per l’uomo, lo sono anche i sacramenti, oppure no?
A parte il fatto, e qui la teologia morale tradizionale cattolica, coltivata anche e soprattutto da certe scuole molto “romane” e “curiali”, che ho conosciuto benissimo in anni passati, può ricordare il dovere di “fuggire le occasioni prossime del peccato”? Due persone riceverebbero il permesso e il perdono, ma trovandosi continuamente, stessa casa, stesso affetto, stessa cura di eventuali figli portati con sé dal primo matrimonio, in continua (e prossimissima!) occasione di peccato…
Ci pensino bene, i cultori della “verità cattolica” identificata con le loro idee che hanno molti risvolti, anche in economia e in visione del mondo e della dottrina sociale, e forse si renderanno conto che il fatto che questa “soluzione” piace a De Mattei e soci non è altro che una sottile vendetta della diffidenza circa la sessualità, e spesso del fatto che essendo celibi per legge non si esita – parole di Vangelo ricordate di recente anche da Papa Francesco – a “mettere sulle spalle degli altri dei pesi che loro non toccano neppure con un dito”!
Fisichella: di unioni gay si deve parlare "attraverso un confronto parlamentare senza isolare nessuna posizione che meriti ascolto"
- 10/17/2014
- 3:21 pm
- Radio Spada
- Web site view
da Avvenire (qui):
[...] Sollecitato da una domanda sull’argomento delle "unioni gay" il presule italiano [mons. Fisichella, ndr] ha osservato che «in una società quando si devono affrontare tematiche di questo genere si deve farlo attraverso un confronto parlamentare senza isolare nessuna posizione che meriti ascolto nel "common understanding", il problema è che tipo di scelta dovrà essere fatta nella legislazione dei singoli Paesi, cioè le soluzioni, che poi potranno trovare una dimensione positiva o di critica».
Riguardo alla parte della Relatio relativa alla persone omosessuali Fisichella ha poi riferito che nel suo circolo è stato suggerito da una parte che «la questione dell’omosessualità andrebbe affrontata in riferimento alla famiglia, dove in famiglie ci sono figli e figlie omosessuali bisogna manifestare accoglienza e accompagnamento». E dall’altra che «i figli delle coppie omosessuali che vogliono ricevere i sacramenti devono trovare nella Chiesa un contesto di accoglienza, senza discriminazioni, anzi con attenzione ulteriore». Fisichella ha anche spiegato che in merito alle «convivenze» bisogna distinguere tra quelle che si caratterizzano per essere «aperte al matrimonio» e con elementi di «stabilità e fedeltà», e convivenze invece «chiuse» che non hanno questa dimensione di «cammino».
http://radiospada.org/2014/10/fisichella-di-unioni-gay-si-deve-parlare-attraverso-un-confronto-parlamentare-senza-isolare-nessuna-posizione-che-meriti-ascolto/
IL «SINEDRIO» PER LA MORALE AUTONOMA DAL VERBO DIVINO
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Lunedì pomeriggio, il site LifeSiteNews.com. ha intervistato il Cardinale Raymond Burke, rimosso dalla Segnatura Apostolica, la corte suprema del Vaticano, poco prima di quest’assemblea conciliare. Lui sapeva delle intenzioni di agevolare una nuova misericordia bergogliesca indipendente dalla Fede. Aveva, quindi, dichiarato quel che pensa di tale “sinodo democrático” per introdurre novità gradite al sentimentalismo mondano, ma contrarie alla Rivelazione. Ecco la causa del suo allontanamento.
Ora il Cardinale afferma: “Va sottolineato che ciascun vescovo ha una responsabilità precisa in materia. Talvolta invece accade che i singoli vescovi esitino nel fare qualcosa perché aspettano l’iniziativa delle conferenze episcopali nazionali”. E mette in guardia da tale tendenza burocratica alla “verità su commissione” nell’organizzazione della Chiesa.
Le dichiarazioni, ha proseguito il Cardinale, sono solo una parte di questo messaggio. “È ben altra cosa incoraggiare la gente a manifestare attivamente il loro desiderio che la legge morale sia rispettata”. Ha spiegato poi Burke che anche in una società “pluralistica” la legge morale è universale e perciò può e deve essere espressa nella legislazione.
Il Cardinale è noto nel mondo per essere una delle voci più forti all’interno della Curia Vaticana in difesa degli insegnamenti della Chiesa sulla sacralità della vita umana in tutti i suoi stadi. Il Cardinale ha spiegato che, tutto sommato, tra i cardinali “c’è preoccupazione” riguardo all’aborto. “Tuttavia, il modo pratico in cui essi credono che debba essere testimoniata la difesa della vita è tutto un altro discorso… Credo che in alcuni paesi vi sia una grande esitazione tra i prelati nel partecipare a manifestazioni pubbliche. Molti di loro lo vedono come un coinvolgimento in una sorta di attività politica, inadatta al ruolo di un ecclesiastico”. il problema dell’aborto – così come quello della diffusione dei mezzi di contraccezione – deve far parte delle priorità: “Mi sembra che il diritto alla vita costituisca la prima istanza di giustizia sociale”.
Riguardo a questo sinodo, sapendo che esso è “manipolato dagli organizzatori del Segretariato Generale”, Burke chiede che «il papa Francesco intervenga»! E dice: “I fedeli e i pastori guardano al Vicario di Cristo per la conferma nella fede e per le pratiche cattoliche relative al matrimonio, che è la prima cellula della vita della Chiesa.” E sul testo diffuso: “Il documento manca di solido fondamento nella Scrittura e nel Magistero. In un tema su cui la Chiesa ha un insegnamento molto ricco e chiaro, dà l’impressione di inventare un insegnamento totalmente nuovo sul matrimonio e la famiglia, che un Padre sinodale ha chiamato “rivoluzionario”. Esso invoca in modo ripetuto e confuso principi che non sono definiti, per esempio, la legge della gradualità”(!)
Il Cardinale afferma: “penso che soprattutto tra i più giovani vi sia grande interesse sulla questione. La gente ha compreso che la cultura sta andando in bancarotta e sta facendo del proprio meglio per far fronte alla situazione”… Certo, i laici devono fare la loro parte, una parte davvero importante in tutte le aree della vita pubblica nel dare testimonianza del Vangelo; ma essi dipendono dai preti e dai vescovi per avere insegnamento ed esempio su come affrontare la situazione. Hanno bisogno di una leadership, questo è il punto”.
La testimonianza di questo porporato, conosciuto inoltre per aver ordinato dei sacerdoti nel Rito Cattolico tradizionale, è a un tempo chiarificatrice e patetica. Chiede che «il papa» e confermi nella fede, sapendo che testo diffuso che“manca di fondamento nella Scrittura e nel Magistero» è proprio quello voluto dal suo «papa»; chiarisce, per esempio, quale sia la responsabilità di ogni vescovo cattolico, che le conferenze episcopali nazionali umiliano col loro sistema di comitati (soviet) e di commissioni, ma come vescovo è complice dei frutti della chiesa democratizzata dal Vaticano 2º.
Il risultato sono le “verità su commissione” ben ricordate, ma lasciando da parte la sua perfida matrice conciliare. Parimenti il Cardinale sente di dover ricordare l’ovvio, e cioè che la Legge morale non è “pluralistica” ma universale e così andrebbe inserita in ogni legge umana. Eppure, con il diritto alla «libertà religiosa» della «Dignitatis humanae» del V2, pure la morale diviene relativa alle kulture klash! Mentre l’anima della Società cristiana, la Chiesa, da molto è emarginata dal corpo sociale, in speciale per opera delle rivoluzioni americana e francese, oggi riverite dai «papi conciliari». E se “c’è preoccupazione” di molti preti riguardo all’aborto, “il modo pratico in cui essi credono che debba essere testimoniata la difesa della vita è tutto un altro discorso”…
Lo stesso si dica ora riguardo alle nuove «dottrine» e «principi» avanzati da questo sinodo per la nuova famiglia, che contraddicendo e censurando la Rivelazione, perfino il nuovo capo per le questioni di fede conciliare non sa come arginare. Sì, ma se piacciono a Bergoglio, che proprio in vista di esse ha convocato tale sinodo, che fare?
Marco Tosatti riferisce che “Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Müller, si è espresso contro la censura imposta agli interventi dei partecipanti al Sinodo. Secondo quanto riporta l’AP, il porporato tedesco ha detto a una delle televisioni cattoliche presenti in alcuni momenti dei lavori che “Tutti i cristiani hanno il diritto di essere informati sugli interventi dei loro vescovi. Attualmente invece l’informazione sul Sinodo è fornita dal Direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, coadiuvato da un sacerdote anglofono e da uno ispanofono. Nel briefing si offre un panorama generico della giornata, indicando i temi, ma non gli interventi in maniera citabile, né chi è autore degli interventi… Così, per esempio, un vescovo ha criticato duramente la proposta del card. Kasper di dare l’eucaristia ai divorziati risposati, affermando che si tratta di “Un rimedio peggiore della malattia”. Mentre un altro ha osservato che ci sono stati Papi anche prima del 2014, e che non si può dire che non fossero misericordiosi. Un altro ha osservato che oltre a dire sempre misericordia dobbiamo evangelizzare di più; ci si riferisce spesso alla formazione, ma la si disattende per paura di non essere capiti. Al che il card. Kasper ha ripetuto che sì, lui ha preso l’iniziativa, ma che prima aveva chiesto al «papa»… come si voleva dimostrare!
Voice of the Family: rapporto di un “tradimento”
“Kasper dovrebbe chiedere scusa per i commenti sprezzanti circa vescovi africani”. Infatti, uno di questi ha paragonato la proposta sinodale a un’approvazione della poligamia.
Catholic Pro-Family, una coalizione internazionale di 15 gruppi pro-famiglia respinge poi la relazione preliminare del Sinodo, definendolo “tradimento”, in una dichiarazione di lunedì mattina. Il suo portavoce britannico per la Famiglia, John Smeaton, ha detto che “coloro che stanno controllando il Sinodo hanno tradito i genitori cattolici. “La relazione preliminare del Sinodo è uno dei peggiori documenti ufficiali prodotti nella storia della Chiesa”. “Speriamo”, ha detto Smeaton, “il rapporto è preliminare a fini di discussione, piuttosto che una proposta definitiva.” Quanto inganno!
Qui basta ricordare che la dottrina della morale cattolica insegnata dalla Chiesa da sempre, chiama i fedeli alla prevenzione riguardo a quanto definisce buono o cattivo, lecito o illecito. Perciò di fronte alla tentazione umana in questione di sesso e in vista della famiglia cristiana, chiama all’esercizio della virtù, alla modestia, al pudore e al vero amore nel suo elemento spirituale. Perciò vuole la protezione della verginità e la difesa della donna, centro della famiglia, da bambina fino al matrimonio. Scritturale è poi la descrizione della «Donna forte», come cardine della società umana. Tutto il contrario del femminismo moderno; del diritto di abbracciare la vocazione militare e il mitra, per meglio ingannare una sua triste «realizzazione ugualitaria» come vuole la moda e i nemici dell’essere umano creato da Dio. Quale famiglia cristiana senza tornare ai principi cardini dettati dal Signore ma oggi raggirati dai Suoi stessi consacrati? Qui servirebbe rileggere il Profeta Malachia, che mette in sequenza le offese a Dio, a cominciare dal Culto del Sacrificio perpetuo, per poi arrivare al matrimonio:
«Le labbra del sacerdote custodiscano la scienza e l’insegnamento che si ricerca dalla sua bocca. Sì, egli è il messaggero del Signore degli eserciti. Voi invece deviate dal mio cammino e fate inciampare molti con l’insegnamento; avete infranto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Io pure vi rendo spregevoli e ignobili davanti a tutto il popolo, perché non custodite le mie vie e non v’interessate dell’insegnamento. (Mal 2, 7-9) Anche quest’altra cosa fate: ricoprite di lacrime, di pianti e di lamenti l’altare del Signore, perché non si volge più alla vostra offerta né più la gradisce dalle vostre mani! E vi domandate: «Perché?». Perché il Signore è testimone tra te e la donna della tua giovinezza che tu perfidamente tradisci, benché ella sia tua consorte e la donna del tuo patto! E non ha egli fatto un essere solo, di carne in cui è spirito? E che cosa cerca quest’essere unico? Una posterità donata da Dio. Vegliate dunque sul vostro spirito e non tradire la donna della tua giovinezza. Io infatti odio il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele, e chi copre d’ingiustizia la sua veste, dice il Signore degli eserciti. Vegliate dunque sul vostro spirito e non tradite! Voi stancate il Signore con i vostri discorsi. Voi chiedete: «Perché lo stanchiamo?». Perché dite: «Chiunque fa il male è buono agli occhi del Signore; in essi si compiace!», oppure: «Dov’è Dio giudice?». (ib. 2, 10-17)
«Vi verrò incontro per il giudizio, e sarò un testimone pronto contro gli indovini, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro chi trattiene la mercede all’operaio, contro chi opprime vedova, orfano, forestiero, perché essi non mi temono, dice il Signore degli eserciti. Sì, io sono il Signore e non muto, e voi siete figli di Giacobbe e non cambiate. Dai giorni dei vostri padri vi allontanate dai miei precetti e non li osservate! (ib. 3, 5-7).
«Sono duri i vostri discorsi contro di me, dice il Signore degli eserciti. E voi domandate: «Che abbiamo detto contro di te?». Voi dite: «E’ vano servire Dio: che profitto c’è nell’osservare i suoi precetti, marciare in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo piuttosto proclamare beati gli arroganti: prosperano coloro che fanno il male, tentano Dio, eppure la scampano!». (ib. 13-15). Sì, ecco il giorno arriva, incandescente come una fornace. Tutti gli arroganti e tutti i malvagi saranno stoppia. Li incendierà il giorno che arriva, dice il Signore degli eserciti, cosicché non resti loro radice e germoglio. (ib. 19-20)
Si sa che il confessato «principio» dei novatori è la «gradualità»: due passi in avanti, uno in dietro! È così a Roma da più di mezzo secolo, mentre molti si dicono speranzosi che la trama possa cambiare mentre tale classe clericale resta al comando! Si vede che questi signori non imparano niente della storia del Vaticano 2º, di cui questo sinodo sotto Bergoglio, anche se non va interamente in porto, rappresenta il più sconcio e flagrante tentativo anti-dottrinale per giungere a una morale autonoma dalla Rivelazione. Tutto come piace al dannato mondo gnostico, ecumenista e illuminista odierno.
In questo senso, non posso che ripetere quanto detto qui dall’amico Professor Antonio Diano sulla morbosa tendenza a illudersi di vincere qualche scaramuccia nella guerra religiosa che vuole abbattere, in nome del «papa», la stessa Rivelazione divina.
«Si guardino i tatticisti, i deboli, i “conservatori” in genere dal ritenere che questo sinodo sia un diavolo a 4 teste contro il quale BISOGNA mobilitarsi perché ora “si sta esagerando”, faremmo proprio il gioco di Kasper e di Bergoglio che creano attorno a loro un coretto da oratorio di cardinali “oppositori [davvero?] al nuovo corso” per illudere i fedeli che qualcuno nelle curie possa (o voglia) essere in grado di fare da contraltare a quelle presunte “esagerazioni”; quindi basterebbe allinearsi con la “resistenza” a Bergoglio e già saremmo a buon punto. Questa visione – nel migliore dei casi – ingenua è diffusa in realtà onde un cavallo di Troia irenista e conservatore s’illuda di poter penetrare nei gangli del potere e modificarne le derive troppo progressiste. «NO!!! O si comprende bene che la lotta contro il sinodo (in sé doverosa, certamente) e per la famiglia è una delle tappe NORMALI ancorché irrinunciabili e qualificanti dell’opera di restaurazione cattolica e di ritorno alla Regalità di Cristo in cui consiste la buona battaglia, o coltiveremo l’illusione suicida che un “eccesso” di Bergoglio e di Kasper sia un’ “esagerazione” degli stessi conciliari che si possa rintuzzare meritevolmente, magari poi tirando un sospiro di sollievo se si porta a casa una più moderata soluzione “giuridica”, magari già pronta nei cassetti delle segreterie di Bergoglio e Kasper. Il serpente non si distrae mai, la nostra non è una battaglia che un giorno si combatte negli uffici e un altro in trincea, ma una guerra formidabile e sempre a tutto campo. Il demonio non è cattivo a ore, è furbo e coerente, così come i suoi sgherri.»
Abbiamo letto qui dichiarazioni di quanti si sono pronunciati contro il rapporto preliminare di tale sinodo, ma che non fanno la minima menzione delle origini, della causa della deviazione epocale costituita dalla rivoluzione conciliare, che ora continua e si amplia. Probabilmente il rapporto finale, in vista di un’opposizione consistente, sarà cauto e vergato con una trovata bergogliana del’ambigua senza contegno. E tutto rimarrà come prima, peggio di prima, fino al completo disfacimento conciliare.
Che Dio abbia pietà di questa generazione!
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=11481
Due gruppi su dieci contro la comunione ai divorziati risposati
Corriere della Sera
di Arai Daniele
Lunedì pomeriggio, il site LifeSiteNews.com. ha intervistato il Cardinale Raymond Burke, rimosso dalla Segnatura Apostolica, la corte suprema del Vaticano, poco prima di quest’assemblea conciliare. Lui sapeva delle intenzioni di agevolare una nuova misericordia bergogliesca indipendente dalla Fede. Aveva, quindi, dichiarato quel che pensa di tale “sinodo democrático” per introdurre novità gradite al sentimentalismo mondano, ma contrarie alla Rivelazione. Ecco la causa del suo allontanamento.
Ora il Cardinale afferma: “Va sottolineato che ciascun vescovo ha una responsabilità precisa in materia. Talvolta invece accade che i singoli vescovi esitino nel fare qualcosa perché aspettano l’iniziativa delle conferenze episcopali nazionali”. E mette in guardia da tale tendenza burocratica alla “verità su commissione” nell’organizzazione della Chiesa.
Le dichiarazioni, ha proseguito il Cardinale, sono solo una parte di questo messaggio. “È ben altra cosa incoraggiare la gente a manifestare attivamente il loro desiderio che la legge morale sia rispettata”. Ha spiegato poi Burke che anche in una società “pluralistica” la legge morale è universale e perciò può e deve essere espressa nella legislazione.
Il Cardinale è noto nel mondo per essere una delle voci più forti all’interno della Curia Vaticana in difesa degli insegnamenti della Chiesa sulla sacralità della vita umana in tutti i suoi stadi. Il Cardinale ha spiegato che, tutto sommato, tra i cardinali “c’è preoccupazione” riguardo all’aborto. “Tuttavia, il modo pratico in cui essi credono che debba essere testimoniata la difesa della vita è tutto un altro discorso… Credo che in alcuni paesi vi sia una grande esitazione tra i prelati nel partecipare a manifestazioni pubbliche. Molti di loro lo vedono come un coinvolgimento in una sorta di attività politica, inadatta al ruolo di un ecclesiastico”. il problema dell’aborto – così come quello della diffusione dei mezzi di contraccezione – deve far parte delle priorità: “Mi sembra che il diritto alla vita costituisca la prima istanza di giustizia sociale”.
Riguardo a questo sinodo, sapendo che esso è “manipolato dagli organizzatori del Segretariato Generale”, Burke chiede che «il papa Francesco intervenga»! E dice: “I fedeli e i pastori guardano al Vicario di Cristo per la conferma nella fede e per le pratiche cattoliche relative al matrimonio, che è la prima cellula della vita della Chiesa.” E sul testo diffuso: “Il documento manca di solido fondamento nella Scrittura e nel Magistero. In un tema su cui la Chiesa ha un insegnamento molto ricco e chiaro, dà l’impressione di inventare un insegnamento totalmente nuovo sul matrimonio e la famiglia, che un Padre sinodale ha chiamato “rivoluzionario”. Esso invoca in modo ripetuto e confuso principi che non sono definiti, per esempio, la legge della gradualità”(!)
Il Cardinale afferma: “penso che soprattutto tra i più giovani vi sia grande interesse sulla questione. La gente ha compreso che la cultura sta andando in bancarotta e sta facendo del proprio meglio per far fronte alla situazione”… Certo, i laici devono fare la loro parte, una parte davvero importante in tutte le aree della vita pubblica nel dare testimonianza del Vangelo; ma essi dipendono dai preti e dai vescovi per avere insegnamento ed esempio su come affrontare la situazione. Hanno bisogno di una leadership, questo è il punto”.
La testimonianza di questo porporato, conosciuto inoltre per aver ordinato dei sacerdoti nel Rito Cattolico tradizionale, è a un tempo chiarificatrice e patetica. Chiede che «il papa» e confermi nella fede, sapendo che testo diffuso che“manca di fondamento nella Scrittura e nel Magistero» è proprio quello voluto dal suo «papa»; chiarisce, per esempio, quale sia la responsabilità di ogni vescovo cattolico, che le conferenze episcopali nazionali umiliano col loro sistema di comitati (soviet) e di commissioni, ma come vescovo è complice dei frutti della chiesa democratizzata dal Vaticano 2º.
Il risultato sono le “verità su commissione” ben ricordate, ma lasciando da parte la sua perfida matrice conciliare. Parimenti il Cardinale sente di dover ricordare l’ovvio, e cioè che la Legge morale non è “pluralistica” ma universale e così andrebbe inserita in ogni legge umana. Eppure, con il diritto alla «libertà religiosa» della «Dignitatis humanae» del V2, pure la morale diviene relativa alle kulture klash! Mentre l’anima della Società cristiana, la Chiesa, da molto è emarginata dal corpo sociale, in speciale per opera delle rivoluzioni americana e francese, oggi riverite dai «papi conciliari». E se “c’è preoccupazione” di molti preti riguardo all’aborto, “il modo pratico in cui essi credono che debba essere testimoniata la difesa della vita è tutto un altro discorso”…
Lo stesso si dica ora riguardo alle nuove «dottrine» e «principi» avanzati da questo sinodo per la nuova famiglia, che contraddicendo e censurando la Rivelazione, perfino il nuovo capo per le questioni di fede conciliare non sa come arginare. Sì, ma se piacciono a Bergoglio, che proprio in vista di esse ha convocato tale sinodo, che fare?
Marco Tosatti riferisce che “Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Müller, si è espresso contro la censura imposta agli interventi dei partecipanti al Sinodo. Secondo quanto riporta l’AP, il porporato tedesco ha detto a una delle televisioni cattoliche presenti in alcuni momenti dei lavori che “Tutti i cristiani hanno il diritto di essere informati sugli interventi dei loro vescovi. Attualmente invece l’informazione sul Sinodo è fornita dal Direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, coadiuvato da un sacerdote anglofono e da uno ispanofono. Nel briefing si offre un panorama generico della giornata, indicando i temi, ma non gli interventi in maniera citabile, né chi è autore degli interventi… Così, per esempio, un vescovo ha criticato duramente la proposta del card. Kasper di dare l’eucaristia ai divorziati risposati, affermando che si tratta di “Un rimedio peggiore della malattia”. Mentre un altro ha osservato che ci sono stati Papi anche prima del 2014, e che non si può dire che non fossero misericordiosi. Un altro ha osservato che oltre a dire sempre misericordia dobbiamo evangelizzare di più; ci si riferisce spesso alla formazione, ma la si disattende per paura di non essere capiti. Al che il card. Kasper ha ripetuto che sì, lui ha preso l’iniziativa, ma che prima aveva chiesto al «papa»… come si voleva dimostrare!
Voice of the Family: rapporto di un “tradimento”
“Kasper dovrebbe chiedere scusa per i commenti sprezzanti circa vescovi africani”. Infatti, uno di questi ha paragonato la proposta sinodale a un’approvazione della poligamia.
Catholic Pro-Family, una coalizione internazionale di 15 gruppi pro-famiglia respinge poi la relazione preliminare del Sinodo, definendolo “tradimento”, in una dichiarazione di lunedì mattina. Il suo portavoce britannico per la Famiglia, John Smeaton, ha detto che “coloro che stanno controllando il Sinodo hanno tradito i genitori cattolici. “La relazione preliminare del Sinodo è uno dei peggiori documenti ufficiali prodotti nella storia della Chiesa”. “Speriamo”, ha detto Smeaton, “il rapporto è preliminare a fini di discussione, piuttosto che una proposta definitiva.” Quanto inganno!
Qui basta ricordare che la dottrina della morale cattolica insegnata dalla Chiesa da sempre, chiama i fedeli alla prevenzione riguardo a quanto definisce buono o cattivo, lecito o illecito. Perciò di fronte alla tentazione umana in questione di sesso e in vista della famiglia cristiana, chiama all’esercizio della virtù, alla modestia, al pudore e al vero amore nel suo elemento spirituale. Perciò vuole la protezione della verginità e la difesa della donna, centro della famiglia, da bambina fino al matrimonio. Scritturale è poi la descrizione della «Donna forte», come cardine della società umana. Tutto il contrario del femminismo moderno; del diritto di abbracciare la vocazione militare e il mitra, per meglio ingannare una sua triste «realizzazione ugualitaria» come vuole la moda e i nemici dell’essere umano creato da Dio. Quale famiglia cristiana senza tornare ai principi cardini dettati dal Signore ma oggi raggirati dai Suoi stessi consacrati? Qui servirebbe rileggere il Profeta Malachia, che mette in sequenza le offese a Dio, a cominciare dal Culto del Sacrificio perpetuo, per poi arrivare al matrimonio:
«Le labbra del sacerdote custodiscano la scienza e l’insegnamento che si ricerca dalla sua bocca. Sì, egli è il messaggero del Signore degli eserciti. Voi invece deviate dal mio cammino e fate inciampare molti con l’insegnamento; avete infranto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Io pure vi rendo spregevoli e ignobili davanti a tutto il popolo, perché non custodite le mie vie e non v’interessate dell’insegnamento. (Mal 2, 7-9) Anche quest’altra cosa fate: ricoprite di lacrime, di pianti e di lamenti l’altare del Signore, perché non si volge più alla vostra offerta né più la gradisce dalle vostre mani! E vi domandate: «Perché?». Perché il Signore è testimone tra te e la donna della tua giovinezza che tu perfidamente tradisci, benché ella sia tua consorte e la donna del tuo patto! E non ha egli fatto un essere solo, di carne in cui è spirito? E che cosa cerca quest’essere unico? Una posterità donata da Dio. Vegliate dunque sul vostro spirito e non tradire la donna della tua giovinezza. Io infatti odio il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele, e chi copre d’ingiustizia la sua veste, dice il Signore degli eserciti. Vegliate dunque sul vostro spirito e non tradite! Voi stancate il Signore con i vostri discorsi. Voi chiedete: «Perché lo stanchiamo?». Perché dite: «Chiunque fa il male è buono agli occhi del Signore; in essi si compiace!», oppure: «Dov’è Dio giudice?». (ib. 2, 10-17)
«Vi verrò incontro per il giudizio, e sarò un testimone pronto contro gli indovini, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro chi trattiene la mercede all’operaio, contro chi opprime vedova, orfano, forestiero, perché essi non mi temono, dice il Signore degli eserciti. Sì, io sono il Signore e non muto, e voi siete figli di Giacobbe e non cambiate. Dai giorni dei vostri padri vi allontanate dai miei precetti e non li osservate! (ib. 3, 5-7).
«Sono duri i vostri discorsi contro di me, dice il Signore degli eserciti. E voi domandate: «Che abbiamo detto contro di te?». Voi dite: «E’ vano servire Dio: che profitto c’è nell’osservare i suoi precetti, marciare in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo piuttosto proclamare beati gli arroganti: prosperano coloro che fanno il male, tentano Dio, eppure la scampano!». (ib. 13-15). Sì, ecco il giorno arriva, incandescente come una fornace. Tutti gli arroganti e tutti i malvagi saranno stoppia. Li incendierà il giorno che arriva, dice il Signore degli eserciti, cosicché non resti loro radice e germoglio. (ib. 19-20)
Si sa che il confessato «principio» dei novatori è la «gradualità»: due passi in avanti, uno in dietro! È così a Roma da più di mezzo secolo, mentre molti si dicono speranzosi che la trama possa cambiare mentre tale classe clericale resta al comando! Si vede che questi signori non imparano niente della storia del Vaticano 2º, di cui questo sinodo sotto Bergoglio, anche se non va interamente in porto, rappresenta il più sconcio e flagrante tentativo anti-dottrinale per giungere a una morale autonoma dalla Rivelazione. Tutto come piace al dannato mondo gnostico, ecumenista e illuminista odierno.
In questo senso, non posso che ripetere quanto detto qui dall’amico Professor Antonio Diano sulla morbosa tendenza a illudersi di vincere qualche scaramuccia nella guerra religiosa che vuole abbattere, in nome del «papa», la stessa Rivelazione divina.
«Si guardino i tatticisti, i deboli, i “conservatori” in genere dal ritenere che questo sinodo sia un diavolo a 4 teste contro il quale BISOGNA mobilitarsi perché ora “si sta esagerando”, faremmo proprio il gioco di Kasper e di Bergoglio che creano attorno a loro un coretto da oratorio di cardinali “oppositori [davvero?] al nuovo corso” per illudere i fedeli che qualcuno nelle curie possa (o voglia) essere in grado di fare da contraltare a quelle presunte “esagerazioni”; quindi basterebbe allinearsi con la “resistenza” a Bergoglio e già saremmo a buon punto. Questa visione – nel migliore dei casi – ingenua è diffusa in realtà onde un cavallo di Troia irenista e conservatore s’illuda di poter penetrare nei gangli del potere e modificarne le derive troppo progressiste. «NO!!! O si comprende bene che la lotta contro il sinodo (in sé doverosa, certamente) e per la famiglia è una delle tappe NORMALI ancorché irrinunciabili e qualificanti dell’opera di restaurazione cattolica e di ritorno alla Regalità di Cristo in cui consiste la buona battaglia, o coltiveremo l’illusione suicida che un “eccesso” di Bergoglio e di Kasper sia un’ “esagerazione” degli stessi conciliari che si possa rintuzzare meritevolmente, magari poi tirando un sospiro di sollievo se si porta a casa una più moderata soluzione “giuridica”, magari già pronta nei cassetti delle segreterie di Bergoglio e Kasper. Il serpente non si distrae mai, la nostra non è una battaglia che un giorno si combatte negli uffici e un altro in trincea, ma una guerra formidabile e sempre a tutto campo. Il demonio non è cattivo a ore, è furbo e coerente, così come i suoi sgherri.»
Abbiamo letto qui dichiarazioni di quanti si sono pronunciati contro il rapporto preliminare di tale sinodo, ma che non fanno la minima menzione delle origini, della causa della deviazione epocale costituita dalla rivoluzione conciliare, che ora continua e si amplia. Probabilmente il rapporto finale, in vista di un’opposizione consistente, sarà cauto e vergato con una trovata bergogliana del’ambigua senza contegno. E tutto rimarrà come prima, peggio di prima, fino al completo disfacimento conciliare.
Che Dio abbia pietà di questa generazione!
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=11481
Due gruppi su dieci contro la comunione ai divorziati risposati
Corriere della Sera
(Gian Guido Vecchi) «Il cristiano è necessariamente misericordioso; questo è il centro del Vangelo». Francesco ricorda l’essenziale via Twitter mentre i 191 padri producono centinaia di emendamenti al testo provvisorio e una commissione lavora per fare sintesi e scrivere la relazione finale del Sinodo che sarà votata domani. Divisi in dieci gruppi linguistici (tre italiani, tre inglesi, due francesi e due spagnoli), i padri hanno scritto altrettante relazioni . Sulla comunione ai divorziati risposati, la linea di chiusura assoluta è dichiarata da un circolo su dieci, moderato dal cardinale Burke: per il resto c’è un sì «a condizioni precise» approvato a maggioranza dal terzo circolo italiano, un no sul principio generale e gli altri sette parlano di «studio delle eventuali condizioni», «approfondimento» o «commissioni ad hoc» per valutare «circostanze particolari».
Insomma il tema è aperto — secondo i casi: mai si è parlato di una ammissione generale — e sarà approfondito in vista del Sinodo del 2015. Più controversi i passaggi sugli omosessuali: si vuole evitare riferimenti alle coppie gay perché non sembri «un’approvazione», precisare «l’impossibilità» che siano equiparate a quelle tra uomo e donna, ma mantenere i concetti di «tutela della dignità» e «accompagnamento» delle persone: «Nel testo finale si parlerà di accoglienza», riassume il cardinale Christoph Schönborn. Il circolo moderato dal cardinale Filoni parla di «Chiesa come casa aperta».
Resta soprattutto il senso di fondo del Sinodo: «La Chiesa deve essere casa accogliente per tutti, nessuno si senta rifiutato». Per i padri vanno però chiariti i fondamentali: va bene le situazioni «difficili», ma si deve parlare «con più chiarezza» della «dottrina del matrimonio» e del «Vangelo della famiglia». Duro in particolare il circolo italiano moderato dal cardinale Bagnasco, con l’arcivescovo Fisichella relatore: no al «facile populismo che tutto ovatta», la Chiesa non deve temere di «esprimere un giudizio», con tanto di citazione da Ezechiele su Dio che chiede di «avvertire» i «malvagi». Mentre Schönborn considera: «Tante volte il Papa ci ha detto di non giudicare ma accompagnare». E un gruppo inglese chiede «il coraggio di bussare alle porte proibite».
Il lavoro di sintesi sarà delicato. Quando il cardinale Baldisseri ha detto che i testi dei circoli sarebbero rimasti riservati, l’assemblea ha chiesto e votato che fossero resi pubblici. Negli Usa è un caso il cambio di traduzione vaticana sull’«accoglienza» ai gay perché welcoming è diventato un prudente providing for, «occuparsi di».
fonte
Insomma il tema è aperto — secondo i casi: mai si è parlato di una ammissione generale — e sarà approfondito in vista del Sinodo del 2015. Più controversi i passaggi sugli omosessuali: si vuole evitare riferimenti alle coppie gay perché non sembri «un’approvazione», precisare «l’impossibilità» che siano equiparate a quelle tra uomo e donna, ma mantenere i concetti di «tutela della dignità» e «accompagnamento» delle persone: «Nel testo finale si parlerà di accoglienza», riassume il cardinale Christoph Schönborn. Il circolo moderato dal cardinale Filoni parla di «Chiesa come casa aperta».
Resta soprattutto il senso di fondo del Sinodo: «La Chiesa deve essere casa accogliente per tutti, nessuno si senta rifiutato». Per i padri vanno però chiariti i fondamentali: va bene le situazioni «difficili», ma si deve parlare «con più chiarezza» della «dottrina del matrimonio» e del «Vangelo della famiglia». Duro in particolare il circolo italiano moderato dal cardinale Bagnasco, con l’arcivescovo Fisichella relatore: no al «facile populismo che tutto ovatta», la Chiesa non deve temere di «esprimere un giudizio», con tanto di citazione da Ezechiele su Dio che chiede di «avvertire» i «malvagi». Mentre Schönborn considera: «Tante volte il Papa ci ha detto di non giudicare ma accompagnare». E un gruppo inglese chiede «il coraggio di bussare alle porte proibite».
Il lavoro di sintesi sarà delicato. Quando il cardinale Baldisseri ha detto che i testi dei circoli sarebbero rimasti riservati, l’assemblea ha chiesto e votato che fossero resi pubblici. Negli Usa è un caso il cambio di traduzione vaticana sull’«accoglienza» ai gay perché welcoming è diventato un prudente providing for, «occuparsi di».
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Nessun papa, nessun vescovo e nessun sinodo possono dibattere dottrine gia' rivelate da Dio.
RispondiEliminaQuesto sinodo e' una colossale empieta' e non poteva nemmeno essere convocato.
be effettivamente non è sicuramente la dottrina di Dio.....sarebbero andati in un altra confessione...o ne avrebbero fatta una nuova .....al SIGNORE dovranno rendere conto di non aver custodito la fede ma di ogni ferita provocata da queste "aperture" al dio peccato che ormai scorrazza in vaticano liberamente .......già si ode pianto e stridore di denti.....
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