Omosessuali e mondo cattolico: il passo in avanti di Nosiglia
Non so se è una bella notizia, ma quanto ha detto l'arcivescovo di Torino all'indirizzo dell'insegnante di religione di Moncalieri, è importante. Nosiglia ha detto che "esiste una morale cattolica e esiste la teoria della riparazione, ma l'Oms non considera più l'omosessualità una malattia da tempo". "Da tempo" sono in realtà vent'anni. Ed è una brutta notizia metterci vent'anni, ma è una bella notizia esserci arrivati.
Se parli con un ragazzo di sedici anni, se sei la sua insegnante, se sei l'adulto di riferimento, se sei l'insegnante di religione, quello che dici non è solo personale, è istituzionale, è professionale. Se un alunno ti fa una domanda, rispondi con la tua competenza da professore, e se è una domanda medica con quello che dice la medicina. È importante che Nosiglia abbia detto "ascoltiamo l'Oms" perché in ambiente cattolico - come ha dimostrato la lezione choc della prof di religione all'istituto Pininfarina - c'è ancora chi non accetta le conclusioni scientifiche della comunità medica mondiale perché convinto che la lobby omosessuale "dirige tutto" e che quindi le convinzioni dell'Oms non sono attendibili.
L'intervento dell'arcivescovo di Torino è importante perché viene a dire che un atteggiamento come quello che ho appena descritto è in contraddizione con l'essere cattolico. Perché essere cattolico non è stare sopra le cose del mondo, fuori dalle cose del mondo, ma è stare dentro le cose del mondo col cuore e la testa liberi per amare, rispettare e accogliere. Senza questo presupposto non è "disinformazione": è non essere cristiani. Se non convieni con l'Oms - da medico, psichiatra, psicologo - te la giochi con l'Oms, non con il giro degli amici cattolici. Il mondo, per sapere cos'è l'omosessualità, si rivolge all'Oms. Se non sei d'accordo, parli con l'Oms col linguaggio dell'Oms e non ti chiudi nel ghetto cattolico a dire che gli altri sono questo e quest'altro ma non lo possono dire perché ci sono le lobby. Il cattolico, proprio perché è tale, crede che Gesù è verità, e quindi non può aver paura della medesima. Perciò, con professionalità, interroga, vaglia, studia, elabora, motiva. Il cattolico - proprio perché cattolico - alle affermazioni dell'Oms, ci deve stare, perché se no, non sta nel mondo. E invece è "cattolico-universale". Parla col mondo, quelli del mondo sono suoi simili, e non c'è cosa del mondo che non sia anche la sua.
Poi, tra le cose dette da Nosiglia, ce ne sono anche di importanti. Sono quelle che vanno sotto l'etichetta "rispetto e accoglienza". Eccole: "Non credo che a scuola, per di più in una scuola pubblica, si debba affrontare la discussione in questo modo. Si è in un ambiente educativo, dove si forma la persona, bisogna ispirarsi a principi quali il rispetto e l'accoglienza". E ancora: "Ognuno è libero di pensarla personalmente come crede, altra cosa però è discuterne in classe". Anche queste parole sono molto belle e molto forti ma, mi permetto di dire, che accogliere e rispettare sono la grammatica sottesa a ogni risposta. E a questo, in linea di principio, il mondo cattolico c'era arrivato da tempo. Ma dire "ascoltiamo l'Oms" è, per il mondo cattolico, un bel passo in avanti. Alla fine, forse, ci siamo arrivati. È brutto esserci arrivati così tardi. Ma è bello esserci arrivati.
«Gay malati? Non l'ho mai detto né pensato» Parla la prof di religione finita nella bufera
«Ho solo risposto a una domanda. Non sono omofoba e non ho fatto nessuna lezione sulla cura degli omosessuali». Adele Caramico, la professoressa di religione di Moncalieri finita nella bufera per le frasi sulle terapie per guarire dall'omosessualità (clicca qui), non ci sta a passare per quello che non è. La lezione di venerdì scorso doveva trattare altri temi e non la sfera della sessualità.
Che è successo professoressa?Avevo appena chiesto agli alunni di fare alcune riflessioni scritte su come le problematiche bioetiche possano influenzare la nostra società quando un ragazzo mi ha posto una domanda sull’omosessualità. Non era inerente alla lezione la domanda, ma ho ritenuto opportuno rispondere vista l’insistenza con cui mi veniva chiesto un giudizio in materia.
Cos'ha risposto quindi?Ho ripetuto più volte che ho amici gay e che con loro ho un tranquillo e profondo rapporto di amicizia che dura da anni. Ho sottolineato che la persona umana, indipendentemente da come essa sia, va rispettata sempre e si è innescata con quell’alunno una discussione sull’argomento.
Ha detto che i gay si possono curare?Quando mi hanno fatto una domanda specifica ho spiegato che le persone omosessuali che vivono con sofferenza la loro condizione e desiderano cambiare – solo queste, e non altre categorie di persone omosessuali soddisfatte del loro orientamento – talora si rivolgono a terapisti che, con un accompagnamento insieme psicologico e spirituale, possono venire incontro al loro desiderio. Ma solo queste, e non altre categorie di persone omosessuali soddisfatte del loro orientamento.
Sono teorie molto controverse. Era opportuno parlarne in classe?Conosco la letteratura in materia e so bene che si tratta di teorie controverse e non da tutti accettate né nella comunità scientifica né nel mondo cattolico. Mi sono anche premurata di sottolineare, più volte, che in ogni caso l’omosessualità non è una malattia o una patologia.
Perché parlare di teorie riparative?Mi sono limitata a segnalare la loro esistenza. E per completezza ho raccontato loro che in merito al problema molto dibattuto dell’origine dell’omosessualità ci sono due teorie, una che la vede come un dato naturale, l’altra che la riconduce a problemi e traumi subiti di solito durante l’infanzia. C'è chi dice che le due teorie spieghino l’esistenza di due diverse categorie di omosessuali, di cui la prima vive l’omosessualità così com’è è in modo naturale, mentre la seconda la vive con disagio.
Cosa ha detto a quest’ultimo riguardo?Ho ritenuto corretto raccontare la vicenda realmente accaduta di un giovane medico che aveva superato, attraverso un adeguato percorso psicologico, il disagio che provava per le persone del sesso opposto.
Quanti la ascoltavano?Sinceramente non mi è sembrato che gli studenti seguissero con molta attenzione. Non era un dibattito con tutta la classe, ma più un dialogo fra me e un solo allievo.
Quale?Quello che aveva innescato la discussione con la domanda e quello stesso alunno mi ha rivelato di essere omosessuale e mi ha chiesto cosa vedessi di sbagliato in lui.
È sicura non fosse un altro?Si, e gli ho risposto che per me lui è come tutti quanti gli altri. Non sapevo nulla della sua omosessualità. Ho anche fatto una battuta, quando lui è sembrato sorpreso del fatto che io non lo sapessi, dicendogli scherzosamente: “Mica chi è omosessuale lo porta scritto con un timbro sulla fronte!”.
Si è sentita provocata?Quando mi ha chiesto se rispetterei pure Hitler si, ma gli ho chiesto se si fosse mai sentito trattato in in maniera diversa da me e lui ha risposto di no.
Quali sono le sue posizioni su questi temi?Io aderisco pienamente al Magistero della Chiesa Cattolica, che ci invita ad accogliere le persone omosessuali con «rispetto, compassione e delicatezza».
Quindi è d'accordo con le posizioni del Papa e con quanto espresso nell'ultimo Sinodo?
Certo, Papa Francesco ci chiede di non giudicare le persone in quanto tali, ma la dottrina distingue in modo molto accurato fra le persone, che non vanno giudicate, e i comportamenti, che per evitare forme di relativismo etico possono e devono essere oggetto di un giudizio morale.
Qualcosa l'ha irritata di questa discussione?Un altro studente ha detto “il Papa ha benedetto le nozze gay” e gli ho risposto di non mettere in bocca al Papa cose che lui non ha mai detto.
Lei odia gli omosessuali?No. L'ho detto a loro e lo dico ora: gli omosessuali non vanno giudicati, ma vanno accolti così come sono. Ho anche detto che anche nella Chiesa ci sono persone omosessuali e che vengono trattate come tutte le altre, senza alcuna discriminazione.
Rifarebbe questa discussione con gli studenti?Non vedo perché non dovrei. Anche se sono sempre più convinta, e i fatti me ne danno ragione, che affrontare questa delicata tematica è come attraversare un campo minato. Non c’è un clima sereno. E’ sempre in agguato il rischio di essere fraintesi e la mala fede di chi strumentalizza e manipola le parole per fini ideologici. Quando si parla di clima da “caccia alle streghe” non si dice una cosa molto lontana dalla realtà.
04-11-2014
Ma ci vuole molto a capire chi c'è dietro l' OMS? E poi...mi aspetto da un Vescovo che faccia il Pastore ed abbia a cuore la cura d'anime. Per cui, se le persone debbano esserre trattate con rispetto (questo è il minimo) bisogna dire la Verità, innanzitutto quella che risalta dalle Lettere di S. Paolo, che sono Parola di Dio, essendo contenute nella BIbbia. Dunque, è meglio obbedire a Dio che agli uomini! Caro il mio Nosiglia, anche per te: LIbera nos Domine!
RispondiEliminaInfatti , ma poi basterebbe ricordare che l'OMS si è adeguata all'andazzo dopo una votazione..altro che criteri scientifici. Un vescovo dovrebbe conoscere la storia invece che rampognare i fedeli che difendono fede e ragione:
RispondiEliminahttps://nellenote.wordpress.com/2014/07/01/dsm-iv-e-derubricazione-dellomosesualita/
Intanto per questa sua uscita è stato premiato dal Papa che oggi ha annunciato una prossima visita a Torino. La preoccupazione per tutte le chiese...
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