ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 dicembre 2014

La fede fosforescente attira anche Bruneo

Guarda la versione ingrandita di Medjugorje, veggente Vicka Ivankovic incalzata da Vespa:

Medjugorje, veggente Vicka Ivankovic incalzata da Vespa: “Com’è la Madonna?”

ROMA – “Ci dica com’è la Madonna“. Bruno Vespa, conduttore di Porta a porta, ha incalzato Vicka Ivankovic, veggente di Medjugorjee ospite del programma la sera del 16 dicembre su Rai 1. Quasi un interrogatorio quello di Vespa alla veggente, difesa dal giornalista Paolo Brosio.

Tutto inizia dalla storia della statua della madonnina che si illuminava trovata nella casa di Vicka: secondo le accuse qualcuno avrebbe verniciato la statuina con una vernice fosforescente.
Intanto nel mese di gennaio arriverà il rapporto sull’inchiesta condotta dal cardinale Camillo Ruinisulle apparizioni di Medjugorje, apparizioni che il Vaticano non ritiene ancora miracoli conclamati e a cui guarda con diffidenza.
Parlando della statuina che si illumina, la veggente ha detto a Pomeriggio Cinque che è
“uno strumento della Madonna per portare il suo messaggio sulla terra, le ‘illuminazioni’ sporadiche sono solo un piccolo segno della sua presenza tra noi”.
Brosio, giornalista convertito dopo un pellegrinaggio proprio a Medjugorje, ha difeso la veggente spiegando che la statuina sarebbe stato uno scherzo da parte di qualche mascalzone.
E intanto Vespa, ospitando la veggente, l’ha incalzata per avere una spiegazione, raccogliendo il disappunto di Brosio per quella domanda insistente:
“Ci dica cm’è la Madonna”.


Locandina del film Terra di Maria
Analisi di un’immagine cattolica di oggi


di 
MTC





«Riempi il santo tempio da una parte e dall’altra di storie dell’Antico e del Nuovo Testa¬mento di mano di un ottimo pittore, di maniera che coloro che non conoscono le lettere e non possono leggere le sacre scritture, contemplando le pitture, acquistino memoria della virtù di coloro che hanno servito nobilmente il vero Dio» (1).

Le parole di San Nilo ci rivelano quanto stesse a cuore agli evangelizzatori far conoscere la Sacra Scrittura a tutti, anche a coloro che non ne avevano i mezzi, attraverso una vera e propria “teologia visiva”. Oggi è ancora così?

Imitare ciò che si contempla è lo scopo dell’arte cristiana. Essa, infatti, assolve  il non facile compito di esprimere il senso trascendente del divino, di definire ciò che è infinito e rendere visibile l’invisibile. Tutta l’arte cristiana si legge attraverso i simboli ed ogni oggetto rappresentato ha un suo significato preciso. Questo il motivo per cui la Chiesa ha sempre vigilato e protetto l’arte sacra.
Ecco cosa stabilisce in merito il Concilio di Nicea:
«Noi deliberiamo, con ogni cura e diligenza, che - come la preziosa e vivificante Croce - le venerande e sante immagini - in pittura, o in mosaico o in qualsiasi altra materia -vengano esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sulle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle strade, si tratti dell’immagine del Signore Dio Salvatore nostro Gesù Cristo, o della Santa Madre di Dio, o degli angeli degni di onore, o di tutti i santi e pii uomini. Infatti quanto più esse vengono viste nelle immagini, tanto più coloro che le guardano sono portati al ricordo e al desiderio di quello che esse rappresentano e a tributare loro rispetto e venerazione. Non si tratta certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di adorazione, che è riservato solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende all’immagine della preziosa e vivificante croce, ai santi vangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l’offerta di incenso e di lumi, come era uso presso gli antichi. L’onore reso all’immagine, infatti, passa a colui che essa rappresenta e chi venera l’immagi¬ne, venera la sostanza di chi in essa è riprodotto» (2).

Non v’è dubbio che l’immagine più venerata nei secoli sia quella della Vergine Maria. La Madre di Dio ha ispirato artisti di ogni epoca. Il patrimonio artistico a Lei dedicato esprime  il genio, non solo in ambito figurativo, ma anche teologico, facendo trasparire  la sensibilità umana e religiosa dell’artista. Pensiamo a come vibrano le corde del nostro cuore di fronte alla Pietà di Michelangelo!
 È grazie a tutte queste immagini che si è sviluppata nei popoli la devozione alla Vergine Maria.

Se, rispettando i dovuti canoni, è l’uomo con la sua arte a rappresentare il sacro, tale mistero sarà mediato dalla elaborazione creativa, intellettuale e spirituale.

La fotografia, viceversa,  riproducendo la realtà in modo freddo e oggettivo, salvo rarissime eccezioni, mostra tutti i suoi limiti di medium altamente tecnologico.

Si pensi all’effetto che fa la fotografia di santi o beati recenti che capita di vedere sull’altare ad essi dedicato: c’è tutto il peso della carnalità, quasi burocratica, da carta d’identità, o da ricordino funebre.

La stessa foto, elaborata sapientemente da un abile pennello può diventare un veicolo per avvicinarsi al personaggio e al suo mondo interiore e spirituale.

La fotografia non è lo strumento adatto né per riprodurre né per suggerire il sacro e la santità. Figurarsi la Madonna…

Nel caso concreto sono stati anche abbandonati i canoni dell’iconografia mariana:

1)    Maria è sempre velata. Il velo è il suo fondamentale attributo di umiltà. Senza velo è una deformazione modernista, subdola banalizzazione.
2)    Il blu del manto di Maria non è mai il blu notturno. Il velluto acrilico, poi (perché non si tratta certo di velluto di seta…),  non si addice né alla semplicità né alla regalità della Madonna.
3)    Se Maria regge il globo,  è seduta in trono, come Regina. Qui abbraccia un pallone di plastica.
4)    L’espressione di umiltà materna, castità e interiore riserbo che caratterizza tutta l’iconografia mariana, qui non si trova: l’espressione è dura, la mano è rigida. I capelli in evidenza e il trucco leggero completano un quadro fuorviante, più in stile new-age che cattolico.

Un po’ più di consapevolezza non guasterebbe, quando si manda sul web la pubblicità di un film cattolico che illustra la fede, la devozione e i miracoli intorno ai santuari mariani. Alcuniutenti resteranno scandalizzati, molti fuorviati, tutti dis-educati nel discernere l’arte sacra dalkitsch.

Da molto tempo assistiamo alla desacralizzazione dell’arte. È la cultura che manca: la poca conoscenza della storia ma, soprattutto, della storia della Chiesa.
Viceversa, i nemici della Sposa di Cristo conoscevano e conoscono bene la funzione dell’arte cristiana:
Noi dichiariamo una guerra inarrestabile all’arte. L’arte è indissolubilmente legata con la teologia, con la metafisica e col misticismo. A morte l’arte! ” (3). 

Ma, poiché chi vuole ignorare la storia è condannato a ricominciarla (4),  dovremmo
ricordare il monito di S. Pio X:

Nulla deve occorrere nel tempio che turbi od anche solo diminuisca la pietà e la devozione dei fedeli, nulla che sia ragionevole motivo di disgusto o di scandalo, nulla soprattutto che... sia indegno della casa di orazione e della maestà di Dio” (5).

Il fedele, ancora una volta, non può che difendere la fede e l’immagine della Santa Vergine mettendone in risalto il sublime ruolo:

[…] diede a Cristo il corpo, la carne e il sangue che, pane vivo, diverranno cibo e bevanda nostra: “Eucarestia”.
Fu la prima Pisside, il primo Calice. Ma, ancor più, il primo Altare e la prima Croce, ove Cristo, offrendosi, accomunò al suo l’olocausto di Maria: Madre dolorosa e pietosa. Madre della Chiesa, dell’umanità intera .
 […] (6)


NOTE
1 - NILO DI ANCIRA, IV-V secolo, LettereLX
2 Concilium Nicaeum Il, VIII secolo, PG 136, 24-34
3 - Aleksej Gan, teorico dell’ avanguardia costruttivista sovietica, ne “Il costruttivismo”.
4 - Benedetto Croce
5 - Motu proprio Tra le sollecitudini, 2 nov. 1903; Acta Pii X, vol. I, p. 75.
6 - Luigi G. Rossi, L’Eucarestia – Mistero di fede – Cuore della Chiesa
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1062_MTC_Tota_pulchra_es_Maria.html

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