Vangelo Mt 23, 27-32Siete figli di chi uccise i profeti.
Dal vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Dalla liturgia del giorno tratta da
http://www.maranatha.it/Feriale/santiL/0827page.htm
Galantino: accogliere coppie irregolari
Anche loro sono fedeli cristiani, spesso discriminati di fatto
(ANSA) - ROMA, 27 AGO - La Chiesa deve "far sentire a casa chiunque ne faccia parte". Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, aprendo a Orvieto un convegno sulla liturgia. Anche le persone che "si trovano in una situazione matrimoniale irregolare" sono "cristiani", "fanno parte della Chiesa" ma talvolta sono visti dagli altri "con uno sguardo carico di pregiudizio". "Al peso della non ammissione ai sacramenti si aggiunge, non giustificatamente, una loro discriminazione di fatto".
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/08/27/galantino-accogliere-coppie-irregolari_e9cb1dbb-036b-4668-8675-e7778c9a9cb1.html
Galantino: «Accoglienza e comprensione per i divorziati risposati»
(©LaPresse)
(©LAPRESSE) GALANTINO CON FRANCESCO
Il Segretario generale della Cei ha anche chiesto di non organizzare celebrazioni settoriali
REDAZIONETORINO
Accoglienza e comprensione per i divorziati risposati. Lo ha sottolineato monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano Jonio nonché segretario generale della Cei, parlando oggi a Orvieto in occasione della 65esima Settimana liturgica organizzata dal Cal (Centro Azione liturgica). Nel suo intervento, di cui riferisce l'agenzia dei Vescovi Sir, Galantino ha ammonito sulla necessità che le assemblee eucaristiche siano «un luogo dove tutti si sentano a casa»: migranti, fedeli in situazione matrimoniale irregolare, persone disabili, malati, poveri, anziani, bambini.
Galantino ha evidenziato la necessità di adottare l'atteggiamento suggerito da papa Francesco di una Chiesa «in uscita, che prende l'iniziativa per essere accogliente e accorciare le distanze». In ambito liturgico, Galantino ha raccomandato di non organizzare celebrazioni eucaristiche «settoriali, pensate cioè solo per qualche gruppo o categoria».
Nelle “messe dei bambini”, per esempio, non si tratta di celebrare in modo infantile, né di snaturare i riti liturgici con l'illusione di renderli più comprensibili o interessanti, ma di porre in atto alcune attenzioni, come canti adatti, valorizzazione delle posizioni del corpo, opportune e brevi monizioni.
Anche i gruppi presenti nelle comunità sono invitati «a non volersi isolare nel proprio cammino».
Un'attenzione particolare dell'assemblea eucaristica è «la misericordia nei confronti dei poveri: sono lontani i tempi in cui nelle chiese era evidente la differenza fra ricchi e poveri - ha osservato Galantino - per esempio con i posti riservati per le persone più agiate o anche con sedie e banchi di loro proprietà. Questo grazie a Dio non accade più. Ma basta questo per dire che i poveri nelle nostre assemblee sono accolti? I poveri sono scomodi, lo sappiamo bene».
Il Segretario generale della Cei ha posto una serie di domande sulle quali i cristiani sono chiamati a interrogarsi: «Siamo sicuri che i poveri partecipino volentieri alla messa domenicale perché si sentono accolti? Siamo sicuri che nelle nostre assemblee non si facciano davvero differenze tra ricchi e poveri? In che modo ci interroga la presenza di persone che chiedono l'elemosina alla porta della chiesa? Talvolta costoro sono cristiani, anche cattolici, ed entrano in chiesa per pregare o per partecipare alla messa: quale accoglienza viene loro riservata?».
Il segretario Cei ha ricordato i fedeli in situazione matrimoniale irregolare. «Vivono la loro condizione con grande sofferenza e percepiscono la disciplina della Chiesa come molto severa, non comprensiva se non addirittura punitiva. Con sincerità - ha osservato - dovremmo però riconoscere che anche gli altri fedeli percepiscono la disciplina della Chiesa come un'esclusione di questi loro fratelli e sorelle, e, talora, li osservano con uno sguardo carico di pregiudizio, imponendo loro un ulteriore fio da pagare, una loro discriminazione di fatto». Da qui la necessità di «accoglienza, comprensione, accompagnamento, supporto, e percorsi di vita ecclesiale sebbene non possano ricevere la comunione eucaristica».