Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
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giovedì 15 gennaio 2015
ANCHE DANTE ERA “CHARLIE” ?
ANCHE DANTE ERA “CHARLIE” - IL SOMMO POETA AVEVA PIAZZATO IL SOMMO PROFETA NELL’INFERNO E LO DESCRIVE CON TERMINI VOLGARI TRA I SEMINATORI DI DISCORDIA - NELLA BASILICA DI BOLOGNA, MAOMETTO È DILANIATO DAI DIAVOLI
Alighieri considerava Maometto e il cugino due scismatici, e hanno le budella di fuori: sono spaccati a metà come loro avevano fatto con la Chiesa - I musulmani bolognesi hanno più volte chiesto di oscurare l’affresco quattrocentesco di San Petronio con il Profeta agli inferi...
1. NELLA BASILICA DI SAN PETRONIO DI BOLOGNA UN FAMOSO AFFRESCO QUATTROCENTESCO RAFFIGURA MAOMETTO AGLI INFERI, SCUOIATO DA UN DIAVOLO
Nella basilica di San Petronio di Bologna un famoso affresco quattrocentesco raffigura Maometto agli inferi, scuoiato da un diavolo. Il dipinto, di Giovanni da Modena, ispirato all’Inferno di Dante, già in passato è stato oggetto di censure. Faccio una visita alla basilica. Non c’è polizia, né dentro né fuori, l’ingresso è deserto, Piazza Maggiore semivuota, fa freddo. «L’accesso è libero» dicono le guide e «nessuno controlla niente». Ma proprio niente! Arrivo alla cappella con l’affresco, si pagano 2 euro e ti accendono la luce.
MAOMETTO ALL INFERNO NELLA CHIESA DI SAN PETRONIO A BOLOGNA
Non faccio in tempo a chiedere alla bigliettaia, che non è una guida, dove è il «famoso Maometto » che lei mi tira fuori una cartolina con il riquadro di Maometto evidenziato a penna: «Eccolo! Tanta gente lo chiede». Il profeta è facilmente riconoscibile. Sotto la raffigurazione c’è scritto Machomet. La guida che coordina le visita non ne parla. Me lo evidenziano anche due turisti.
Ascolto l’audioguida, ma niente. Nella teca informativa zero. Chiedo a chi lavora in basilica il perché. «Per non offendere» mi replica un addetto. Poi passa al tema controlli: «Per anni, dopo l’11 settembre c’è stata una camionetta». Alla mia meraviglia replicano che hanno sentito dai telegiornali che ci saranno più controlli. Mi faccio riconoscere come giornalista e il tono cambia: «In passato c’era il metal detector per le borse».
APERITIVO SERALE SUI PONTEGGI DELLA BASILICA DI SAN PETRONIO A BOLOGNA
Esco dalla basilica, stessa scena dell’ingresso, escluso un tizio poco vicino alla scalinata che mi guarda torvo. Penso… è un poliziotto in borghese. Mi rassereno. Ragiono se chiedergli qualcosa. Non faccio in tempo a pensarlo che il tizio viene avvicinato da un secondo personaggio,vestito in modo trasandato, con al seguito un cane. I due si salutano e si abbracciano alla moda rapper.
Si passano qualcosa. Poi si allontanano. Sotto una colonna della piazza il tipo trasandato urina contro il portico, il cane fa altrettanto. Il tizio che mi guardava male li osserva divertiti. A quel punto escludo sia un poliziotto in borghese. Torno la mattina seguente. Stesso andazzo. Chiamo il comando di polizia e chiedo informazioni sulla sicurezza. «La richiamiamo» rispondono.
APERITIVO SERALE SUI PONTEGGI DELLA BASILICA DI SAN PETRONIO A BOLOGNA
Rivisito San Petronio e richiamo la polizia. «La richiamiamo», replicano. Passano 40 minuti e arriva una gazzella. Richiamo la polizia. «Ufficiosamente i servizi sono stati potenziati» ma per ulteriori dettagli «la richiamiamo». È notizia di cronaca che nell’ottobre scorso la basilica è stata al centro di un attentato jihadista sventato dai servizi segreti marocchini. Ma tra pericoli reali ed autocensure tutto prosegue nell’indifferenza.
«Quell’immagine offende la comunità musulmana» aveva detto nel 2007 l’ex capogruppo Ds e poi vicesindaco Pd Claudio Merighi adesso in forze a Coop Costruzioni. Parole simili del Prorettore Roberto Grandi vicino ai Ds- Pd. L’affresco andava coperto. A loro arrivò la risposta laica del vescovo ausiliario di Bologna Monsignor Ernesto Vecchi. «Ai fratelli musulmani e ai fratelli Ds rispondo che quell’affresco non offende nessuno».
2. DANTE ERA CHARLIE HEBDO: MISE MAOMETTO ALL’INFERNO TRA I SEMINATORI DI DISCORDIA
MAOMETTO ALL INFERNO DI DANTE APERTO A META ILLUSTRAZIONE DI PRIAMO DELLA QUERCIA
Anche Dante Alighieri era Charlie Hebdo. O meglio, a rigor di logica, i poveri vignettisti francesi sterminati dai fratelli killer Kouachi erano in qualche modo suoi eredi. Prima di loro e di qualunque satira anti-islam, fu il sommo poeta a dissacrare la figura di Maometto.
Il Profeta compare infatti nel XXVIII canto dell’Inferno dantesco insieme a suo cugino Alì, suo genero e successore come Califfo. I due si trovano tra i seminatori di discordia della IX Bolgia. Dante li raffigura come orrendamente mutilati in toni grotteschi e comici.
Secondo quella che era la visione medievale, Maometto è rappresentato come uno scismatico e l’Islam come una eresia. Al Profeta è perciò riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che già di per sé basterebbe a far infuriare gli integralisti che due giorni fa lo hanno vendicato a colpi di kalashnikhov nella redazione di Charlie Hebdo.
DANTE ALIGHIERI
L’offesa è ancor più evidente se si considera che il corpo squarciato e “storpiato” di Maometto è paragonato ad una botte rotta, oggetto che solitamente è adibito a contenere il vino, alimento bandito dalla tradizione islamica.
Tutto questo perché, secondo Dante, il contrappasso adeguato per i seminatori di discordia era quello di infliggere ai loro corpi le stesse lacerazioni di cui erano stati artefici in vita.
Nelle descrizioni Dante non si esime dall’impiegare termini volgari e immagini raccapriccianti. Al punto che nella traduzione in arabo della Divina Commedia il filologo Hassan Osman ha scelto di omettere i versi considerati un’offesa.
DANTE ALIGHIERI DIVINA COMMEDIA
Ma se quella di Dante era una visione arcaica e medievale, obiettano oggi i fautori del politicamente corretto, quella di Charlie Hebdo era invece una tragedia annunciata. Se non fosse che quella vignetta che è costata la vita a 10 matite e 2 poliziotti, raffigurava un Profeta disperato per il tasso di stupidità degli integralisti islamici.
E, come ha giustamente osservato Massimo Gramellini sul quotidiano la Stampa, “L’attacco non era a Maometto, ma a un gruppo di fanatici superstiziosi e ignoranti che in suo nome ammazza le donne che vogliono andare a scuola e i maschi che bevono e fumano.”
I
progressisti prima fanno venire gli islamici dicendo che sono buoni e
bravi accusando altri di xenofobìa, poi li provocano in modo volgare e
se vengono da loro colpiti, la colpa è ancora della xenofobìa di chi
poneva dubbi e preoccupazioni sull’immigrazionismo. In ogni modo i
progressisti continuano sia ad offendere il senso del sacro che a
promuovere il multiculturalismo anche religioso. Il loro progetto è
intrinsecamente suicida ma riguarda purtroppo tutto l’Occidente: ISIS e
Femen hanno gli stessi padroni extracomunitari e coloro che hanno
portato in Europa cultura gender, aborto ed eutanasìa sono gli stessi
che hanno favorito l’invasione islamica e la cessione della sovranità
politica e monetaria. I wrestlers del melting pot e del clash of
civilizations vogliono il caos generato da un mix plurirazzista
inestricabile, quando l’unica trinità venerata a consumo forzato rimane
quella ‘laicista-olocaustica-omosessualista’, manettara, dogmatica e
vendicativa, mai colpita dai satiri perché spesso di essa sono tremuli
chierichetti.
Come dopo
il 9/11 oggi si torna a parlare in modo superficiale, della religione
islamica. Sappiamo bene che l’Islam sia nella sostanza che nelle
modalità operative, ha una concezione della donna, della società, della
guerra e del proselitismo diverse da quelle del Cattolicesimo,
connotandosi come uno pseudo ‘protestantesimo giudaico’ quasi totalmente
privo di sacerdozio e di un’ autorità suprema atta a dettare norme
condivise, ancorato a forme legalistiche e formalistiche simili al
giudaismo novotestamentario.
Sappiamo
bene però che se la Chiesa tornasse ad essere quella che è stata fino al
1965, sarebbe oggi trattata dall’Occidente non di certo in maniera più
lusinghiera di come viene trattato spesso l’Islam, perché quegli
argomenti sopra citati, la vedrebbero comunque in ostilità con il
cosiddetto ‘zeitgeist’ (spirito del tempo). Cerchiamo di capire perché
oggi l’Islam è così osteggiato, ribadendo l’ovvietà che qualsiasi atto
terroristico è sempre e comunque deprecabile e da contrastare con ogni
mezzo, anche magari smettendola di addestrare, finanziare ed armare
proprio gli stessi terroristi.
L’Islam
oggi dà fastidio perché intralcia il traffico, perché è cafone,
ovviamente terrone, sporco, rumoroso coi suoi minareti urlanti cinque
volte al giorno, mentre magari in auto si vorrebbe contemplare in pace
la gigantografia erotica di Belen Rodriguez, ascoltando Radio 24.
L’Islam puzza di aromi dolciastri e fumosi, di spezie bruciate e carni
allo spiedo, mentre hai appena messo spume profumate dal parrucchiere e
non vuoi vedere gente nel tuo quartiere, che mai potrebbe entrare così
vestita in una discoteca di Briatore. L’Islam è arretrato e medievale,
con quei cortellacci arruginiti e con quelle scimitarre incrostate,
troppo distanti dallo charme lucido e tecnologico della ghigliottina e
pertanto basta dare spazio ai video dell’ISIS, ma tutti a festeggiare il
falso storico del 14 Luglio 1789 (http://radiospada.org/2014/07/14-luglio-gli-eroi-della-bastiglia/).
L’Islam dà
fastidio al benpensantismo borghese e progressista, al fighettismo
griffato e ridanciano, fatto di nomignoli e di letture noiose, di
idolatria della propria cagnetta e dirittighei, di cocaina ed estenuanti
ossessioni estetiche, di vanità esibizioniste in pubblico che
nascondono frigidità o impotenze sessuali in privato. L’Islam rompe le
scatole perché fa proselitismo e concepisce la terra come luogo di
conquista in cui la religione va a plasmare la vita sociale. L’Occidente
ipocrita chiama alla lotta identitaria, dimenticando che anche la
Chiesa Cattolica ha una missione, in questo caso divina, di voler dare
gloria a Dio col conquistare le anime di tutti e per la loro salvezza.
Certamente la Chiesa concepisce la distinzione tra potere temporale e
spirituale, niente affatto la separazione, ma anche il Cattolicesimo
prevede che la società temporale sia subordinata alla Chiesa, che se
occorre dare a Cesare ciò che è suo e a Dio ciò che è Suo, lo stesso
Cesare avrà sempre sopra di sé Dio e il Suo Vicario in terra.
L’Islam è
urticante con quei suoi veli, chador, niqab, burqa, quando ormai
nell’Occidente pure le suore post-cattoliche vanno al mare in bikini o
cantano in tivvù canzonette da adolescenti in tempesta ormonale,
dimenticando che la Madonna porta il velo da più di duemila anni. San
Paolo, non Bin Laden, aveva prescritto alle donne di coprirsi il capo,
di non parlare in assemblea e di essere soggette al marito e le donne
cattoliche, prima della follìa conciliare, lo avevano sempre fatto, di
indossare il velo in chiesa e di vestirsi decorosamente, anche perché il
prete poteva invitarle C.J.C. alla mano, ad uscire dalla chiesa.
L’Islam è
odiato dal ‘santanchèpensiero’, che racchiude l’intero circo politicante
che va da Salvini a Vendola, non perché è una falsa religione che non
riconosce la divinità di NSGC, ma perché non ha vissuto e ancora rifiuta
la purificazione illuminista, la riformattazione laicista, il
troiettismo femminista e l’idolatrìa del vignettista flaccido ma
onnipotente, quello che tira la matita e nasconde la mano nel più
classico degli “armiamoci e partite”.
L’Islam è
avversato perché parla di blasfemìa e non riconosce alcuna libertà di
offendere Maometto, come se per la Chiesa Cattolica fosse invece lecito
avere il diritto di bestemmiare Dio e i Santi; come se negli Stati
Cattolici non fosse stato sempre un reato la bestemmia, formalmente
ancora punita dal nostro codice penale, (ovviamente fascista direbbero
gli antifà) e come se nello stato Pontificio del Papa Re fosse stato
lecito poter offendere volgarmente gli infedeli.
L’Islam è
odiato perché parla di guerra e di guerra addirittura santa, mentre
l’Occidente Arcobaleno preferisce massacrare con armi chimiche e bombe
sporche milioni di esseri umani, semplicemente con le missioni di
peace-enforcing ed embarghi umanitari.
Che
retrogradi questi islamici, ancora non capiscono che certi termini sono
politicamente scorretti e che il Corano e le sure battagliere
scandalizzano i pacifisti e democratici occidentali, quelli che con
rivoluzioni, guerre, aborti ed eutanasìa però hanno probabilmente ucciso
negli ultimi due secoli più gente di quanta ne era mai stata uccisa nei
precedenti trenta.
Il Corano è
violento sì in molte parti storiche, come è violento l’Antico
Testamento in cui Dio stesso ha storicamente incoraggiato il Suo Popolo a
combattere e a sterminare i nemici, per preservarlo dalle
contaminazioni pagane e per punire i popoli che avevano tradito gli
antichi Patriarchi. La teologante cretineria oggi insegna che ‘il dio
dell’Antico Testamento’ era cattivo come se non fosse lo stesso del
Vangelo e come se la Chiesa fosse una sorta di Emergency coi pizzi e i
merletti mentre ha sempre riconosciuto il diritto alla legittima difesa e
alla guerra giusta.Contrappassi giacobini: liberati dal dolce giogo del Vangelo ma costretti a rispettare la Scimitarra.
L’Islam fa paura non perché mena, ma
perché non mena per il fuorigioco della Juve o per un parcheggio, né per
la Tav o per un pizzo insoluto, ma perché mena per difendere una
visione del mondo, una visione del mondo che l’Occidente prima ha
accolto con l’immigrazione di massa rimuovendo nel contempo presepii e
crocifissi dai luoghi pubblici per un simulato scrupolo di ospitalità, e
che oggi pretende di offendere nel modo più vergognoso. Del resto, dopo
aver creato tutte le condizioni per un disastro sociale in Europa, non
serve altro che trovare l’innesco per scatenare una guerra civile
identitaria che ha già la soluzione preconfezionata: innalzare ancora di
più l’idolo trinitario ‘laicista-olocaustico-omosessualista’. E così,
tra sure e scannatoi, tra illuministi e laicisti, viene liquidato ancora
il cattolicesimo, prima svuotato e poi corrotto, nella rinnovata
apologia della libertà religiosa come presunto antidoto alla barbarie.
Ricordino sempre lorsignori, che al di là di tutti i piani umani, in
Francia non c’è stato solo Roberspierre ma anche l’esempio di Jeanne
D’Arc e che l’unico padrone della storia è Dio.
Bell'articolo, letto con gusto. Vorrei solo far notare che se è vero che ‘il dio dell’Antico Testamento’ era cattivo, o meglio è "raccontato" con connotati tipicamente "umani" tra cui ira e crudeltà e giustizia sommaria, ed è lo stesso Dio del Vangelo, è anche vero che i Cristiani non sono Ebrei e che l'antico testamento è incluso nella Bibbia per tradizione ma Cristo è Il rivoluzionario, colui che ha rotto con la tradizione Giudaica, ha rotto con la Legge Mosaica, ed è stato per questa sua rivoluzione che è stato perseguitato e infine ucciso dagli Ebrei che lo accusavano appunto di essere un bestemmiatore (in particolar modo quando si riferiva a Dio chiamandolo "il Padre mio"). Allora essere Cristiani significa CREDERE A CRISTO, così come ci viene raccontato nei Vangeli, per cui, qualsiasi cosa sia scritta nell'antico testamento, non fa parte della FEDE Cristiana ma è solamente parte della "tradizione" Giudaico-Cristiana. Quanto sopra detto è la mia personalissima interpretazione della fede Cristiana, e sono perfettamente consapevole che in pratica non esiste Chiesa Cristiana che faccia una netta distinzione tra antico e nuovo testamento ma anzi tutta la Bibbia, ogni sua parola ivi scritta, viene sempre presentata come fonte di Verità, un monoblocco, ponendo quindi vecchio e nuovo testamento esattamente sullo stesso piano teologico.
Bell'articolo, letto con gusto.
RispondiEliminaVorrei solo far notare che se è vero che ‘il dio dell’Antico Testamento’ era cattivo, o meglio è "raccontato" con connotati tipicamente "umani" tra cui ira e crudeltà e giustizia sommaria, ed è lo stesso Dio del Vangelo, è anche vero che i Cristiani non sono Ebrei e che l'antico testamento è incluso nella Bibbia per tradizione ma Cristo è Il rivoluzionario, colui che ha rotto con la tradizione Giudaica, ha rotto con la Legge Mosaica, ed è stato per questa sua rivoluzione che è stato perseguitato e infine ucciso dagli Ebrei che lo accusavano appunto di essere un bestemmiatore (in particolar modo quando si riferiva a Dio chiamandolo "il Padre mio").
Allora essere Cristiani significa CREDERE A CRISTO, così come ci viene raccontato nei Vangeli, per cui, qualsiasi cosa sia scritta nell'antico testamento, non fa parte della FEDE Cristiana ma è solamente parte della "tradizione" Giudaico-Cristiana.
Quanto sopra detto è la mia personalissima interpretazione della fede Cristiana, e sono perfettamente consapevole che in pratica non esiste Chiesa Cristiana che faccia una netta distinzione tra antico e nuovo testamento ma anzi tutta la Bibbia, ogni sua parola ivi scritta, viene sempre presentata come fonte di Verità, un monoblocco, ponendo quindi vecchio e nuovo testamento esattamente sullo stesso piano teologico.