Istruzioni del Papa per il Sinodo: "Gesù non pensa a chi si scandalizza per ogni apertura"
"Gesù rivoluziona quella mentalità chiusa nella paura e autolimitata dai pregiudizi"
“Guarendo il lebbroso, Gesù non reca alcun danno a chi è sano, anzi lo libera dalla paura; non gli apporta un pericolo ma gli dona un fratello; non disprezza la Legge ma apprezza l’uomo, per il quale Dio ha ispirato la Legge”. Per Gesù, “ciò che conta è raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio. E questo scandalizza qualcuno”.
E’ un passaggio della (per lui inconsuetamente lunga) omelia (qui il testo integrale) che il Papa ha pronunciato stamane durante la concelebrazione con i nuovi cardinali. Parole che delineano la “missione” che Francesco s’è dato per la Chiesa e che appaiono come chiare istruzioni in vista dell’appuntamento sinodale in programma il prossimo ottobre.
Sono tre le parole attorno alle quali si sviluppa il pensiero di Francesco: compassione, emarginazione, integrazione. Lo spunto è dato dalle Letture del giorno, dal passo del Levitico che imponeva il lebbroso a essere esso fuori dall’accampamento al Vangelo di Marco in cui Cristo tocca il malato consentendogli così di rientrare nella comunità. “La compassione porta Gesù ad agire in concreto: a reintegrare l’emarginato. E questi sono i tre concetti-chiave che la Chiesa ci propone oggi nella liturgia della Parola: la compassione di Gesù di fronte all’emarginazione e la sua volontà di integrazione”.
Ciò che fa Gesù, ha detto il Papa, è compiere una rivoluzione: “Gesù rivoluziona e scuote con forza quella mentalità chiusa nella paura e autolimitata dai pregiudizi”. Tuttavia, questa rivoluzione non comporta in alcun modo l’abolizione della legge mosaica: Gesù “la porta a compimento, dichiarando, ad esempio, l’inefficacia controproducente della legge del taglione; dichiarando che Dio non gradisce l’osservanza del Sabato che disprezza l’uomo e lo condanna; o quando, di fronte alla donna peccatrice, non la condanna, anzi la salva dallo zelo cieco di coloro che erano già pronti a lapidarla senza pietà, ritenendo di applicare la Legge di Mosè”. Sono altri gli esempi che il Pontefice ha citato: “Gesù rivoluziona anche le coscienze nel Discorso della montagna, aprendo nuovi orizzonti per l’umanità e rivelando pienamente la logica di Dio. La logica dell’amore che non si basa sulla paura ma sulla libertà, sulla carità, sullo zelo sano e sul desiderio salvifico di Dio: ‘Dio, nostro salvatore, … vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità’. ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’”.
Salvare l’emarginato nonostante quanto stabilito dalla Legge di Mosè: è questo che ha fatto Gesù, il quale “non ha paura di questo tipo di scandalo. Egli non pensa alle persone chiuse che si scandalizzano addirittura per una guarigione, che si scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali, a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purità ritualistica. Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall’accampamento”. Gesù, ha sottolineato il Papa, ha voluto reintegrare il lebbroso “senza autolimitarsi nei pregiudizi; senza adeguarsi alla mentalità dominante della gente; senza preoccuparsi affatto del contagio. Gesù risponde alla supplica del lebbroso senza indugio e senza i soliti rimandi per studiare la situazione e tutte le eventuali conseguenze”.
Emarginare e reintegrare: queste sono le due logiche che percorrono tutta la storia della Chiesa, ha ricordato Francesco. “La strada della Chiesa, dal Concilio di Gerusalemme in poi, è sempre quella di Gesù: della misericordia e dell’integrazione. Questo non vuol dire sottovalutare i pericoli o fare entrare i lupi nel gregge, ma accogliere il figlio prodigo pentito; sanare con determinazione e coraggio le ferite del peccato; rimboccarsi le maniche e non rimanere a guardare passivamente la sofferenza del mondo. La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero; la strada della Chiesa è proprio quella di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle "periferie" essenziali dell’esistenza; quella di adottare integralmente la logica di Dio”.
Questa, ha concluso il Pontefice, “è la logica di Gesù, questa è la strada della Chiesa: non solo accogliere e integrare, con coraggio evangelico, quelli che bussano alla nostra porta, ma uscire, andare a cercare, senza pregiudizi e senza paura, i lontani manifestando loro gratuitamente ciò che noi abbiamo gratuitamente ricevuto. ‘Chi dice di rimanere in Cristo, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato’”.
di Matteo Matzuzzi | 15 Febbraio 2015
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/125647/blog/papa-francesco/istruzioni-del-papa-per-il-sinodo-ges-non-pensa-a-chi-si-scandalizza-per-ogni-apertura.htm
Jesum tradidit Impius
Riflessioni per la Settimana Santa
Jesum tradidit impius è l'undicesimo responsorio per la Settimana Santa. L'apostolo malvagio, Giuda, ha consegnato il Signore ai sommi sacerdoti dei Giudei. Caifa, il sommo sacerdote, insieme con gli scribi ei farisei, tenere premuto consiglio per decidere il destino di Nostro Signore. Pietro, capo degli Apostoli, segue solo a distanza per paura di avvicinarsi e anche di essere imprigionato ... Tradiderunt me è stata composta da pTomás Luis de Victoria. E 'qui cantato dall'Ensemble Corund
Ascolta Jesum tradidit impius
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Testo latino: Jesum tradidit impius summis Principibus sacerdotum, . Et Senioribus populi Petrus autem sequebatur Eum una longe, Ut videret finem. Adduxerunt autem Eum annuncio Caipham principem sacerdotum, Ubi scribae et pharisaei convenerant.Petrus autem sequebatur eum una longe, Ut videret finem. | Traduzione: L'uomo molto malvagio (Giuda) consegnato Gesù ai capi dei sacerdoti, . E gli anziani del popolo Pietro lo seguiva da lontano, . Per vedere la fine lo hanno portato a Caifa, il sommo sacerdote, dove gli scribi e la farisei stavano radunando. Pietro lo seguiva da lontano, per vedere la fine. |
Cominciamo con una aperturina di qua , un'altra di là e vedrà cosa gli chiederanno.....
RispondiEliminanon scandalizza affatto che Gesù guarisca anzi è a causa della nostra mancanza di fede che non otteniamo !!!!scandalizza il voler far credere che il Signore non deve guarire e dare la grazia di risanare nelle situazioni disordinate tipo gay etc perché ci ama come siamo!!!!!!
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