Secondo quanto ha dichiarato padre Federico Lombardi,direttore della Sala Stampa vaticana, la riforma non sarà comunque pronta prima del 2016. L'unico punto fermo attualmente sembra essere quello che porterà a due futuri dicasteri, uno si occuperà di laici, famiglia e vita, mentre l'altro carità, giustizia e pace. Tutto il resto è in discussione.
Le vere resistenze sembrano esserci soprattutto intorno agli affari economici. Di fronte alla proposta del cardinale Pell di sottomettere il controllo della gestione di tutti i beni mobili e immobili al segretariato per l'economia, si sono alzati venti contrari piuttosto forti. I resistenti -documenta Sandro Magister nel suo blog - sarebbero nelle stanze della Segreteria di Stato, in quelle del governatorato del Vaticano e anche dalle parti di Propaganda Fide, ma soprattutto il problema verrebbe dal Pontificio consiglio per i testi legislativi diretto dal Card. Coccopalmerio. Sul portale web Vatican Insider ci tengono a far sapere che il Pontificio consiglio per i testi legislativi ha agito su mandato del papa, come a dire che il card. Pell dovrebbe moderare un po' le sue uscite e le sue pretese.
Ma il recente concistoro è stata occasione per un dibattito che si è allargato verso altri temi di rinnovamento della Chiesa. Il pensiero di molti è volato subito al Sinodo sulla famiglia. Lo stesso Danneels, parlando della riforma della Curia e delle resistenze che incontra, ha fatto notare che «la Chiesa affronta le tappe in modo graduale. Sarà lo stesso per il Sinodo della famiglia, che si terrà in ottobre. Questo sinodo – ha detto l'ex primate del Belgio – è un momento estremamente importante, ma io non mi aspetto che ponga fine al dibattito. Le concezioni intorno alle relazioni tra partners sono in continua evoluzione nel mondo. Anche la posizione della Chiesa evolve».
L'omelia del Papa di domenica scorsa, pronunciata davanti ai neo cardinali, per qualcuno è stata un'altra occasione di riflettere sui temi del Sinodo. Su Avvenire la bella immagine usata dal Papa sulla Chiesa che non «pone barriere», diventa spunto per indicare una possibile via di uscita nel dibattito sinodale, in particolare sulla questione dei divorziati risposati. Le parole di Francesco sulla necessità «di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle periferie dell’esistenza», sono viste sul quotidiano della CEI come «destinate a segnare il percorso verso il Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre». Anche, par di capire – scrive la giornalista Stefania Falasca - riguardo alla particolare e delicata questione dei divorziati risposati, in quei passaggi in cui Francesco si sofferma a parlare degli atteggiamenti di fronte ai «lontani, ai sofferenti e agli emarginati per qualsiasi motivo».
A proposito di questo tema un vescovo francese, monsignor Marc Aillet, in questi giorni ha realizzato un'iniziativa interessante che va però in senso contrario rispetto alla soluzione che sembra prospettare il commento di Avvenire e la convinzione del card. Danneels. Il 7 febbraio il vescovo di Bayonne ha incontrato coppie di divorziati coinvolti in una nuova unione, con l'obiettivo di accompagnarli nella vita ecclesiale. Uno dei partecipanti ha preso di petto il vescovo e gli ha chiesto conto sul tema dell'accesso all'eucaristia.
«L'Eucaristia non è un diritto – ha risposto mons. Aillet - né un medicamento magico.L'Eucaristia è un dono gratuito di cui nessuno è degno. (…) L'unico modo per avvicinarsi degnamente all'eucaristia è di lasciarsi interiormente trasformare dalla Parola di Dio, per discernere le zone d'ombra in noi e fare ricorso alla misericordia divina».
Dopo queste parole una coppia presente all'incontro ha testimoniato che la loro sete per l'Eucarestia è stata più forte di tutto, hanno deciso di rinnovare il loro amore vivendo nella castità. Cioè la via che la dottrina della Chiesa indica ai divorziati risposati per poter accedere al Corpo e Sangue di Cristo. Salvo “evoluzioni”; che però sembrano abbastanza improbabili leggendo quanto indicato dal card. Muller a proposito della riforma della curia: «Nella “dittatura del relativismo” e nella “globalizzazione dell’indifferenza”, (...), i confini tra verità e menzogna, tra bene e male, si confondono. La sfida per la gerarchia e per tutti i membri della Chiesa consiste nel resistere a queste infezioni mondane e nella cura delle malattie spirituali del nostro tempo».
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-chiesa-modello-darwin-11862.htm
Patriarca di Gerusalemme: le nostre famiglie hanno altri problemi
«Il popolo di Terra Santa e Giordania, condivide solo in parte alcuni dei problemi e delle questioni familiari presenti nelle società occidentali. Le nostre famiglie hanno altri problemi, politici ed economici, come l’immigrazione, i muri che separano le famiglie, la mentalità orientale…etc.». Queste le parole di mons. Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme, che ha presieduto la S. Messa a Nazareth durante il Simposio organizzato in preparazione al Sinodo 2015.
Ha presieduto la due giorni di lavoro, 6 e 7 febbraio, il Card. Lorenzo Baldisseri Segretario Generale del Sinodo e sono intervenuti, fra gli altri, mons. Maroun Elias Laham, vescovo ausiliare per la Giordania, e il Custode di Terra Santa P. Pierbattista Pizzaballa.
Mons. Fouad Twal ha sottolineato inoltre che occorre prestare attenzione al periodo di fidanzamento in quanto fondamentale per la coppia che si sta formando, così come occorre dare supporto alle giovani coppie nei primi anni di vita matrimoniale. Nello stesso tempo il Patriarca ha evidenziato la scarsa consapevolezza di alcune famiglie cristiane in merito alle regole della Chiesa, le sue posizioni, i suoi dogmi e le sue attività sociali.
Nell’omelia della S.Messa solenne in lingua araba mons. Fouad Twal ha citato il discorso del Beato Paolo VI nella sua visita a Nazareth del 5 dicembre 1964. “Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. – disse Paolo VI – Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale.”
Il Card. Baldisseri nel suo intervento ha detto che occorre “maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”. Per fare questo – ha detto – bisogna anche domandarsi: “la descrizione della realtà della famiglia presente nella relatio synodi corrisponde a quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi? Quali aspetti mancanti si possono integrare?”
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