Grazie alla prontezza del nostro traduttore, pubblico l’intervista di fra’ Alexis Bugnolo, 5 marzo 2015:From Rome [qui] a David Domet, il blogger di Vox Cantoris che si è opposto a Padre Rosica, responsabile della Sala Stampa vaticana per la lingua inglese, che lo aveva minacciato di azioni legali a causa di suoi commenti contro alcune delle affermazioni di Rosica relative al Sinodo sulla Famiglia secondo la linea-Kasper.
Per completezza d’informazione, questa la notizia e il commento che avevo a suo tempo ripreso da Rorate Caeli [qui]:
[…] In questa pressione unilaterale nei confronti di un semplice piccolo blogger canadese, non una grande organizzazione dei media, ma un laico, senza avvocati e senza responsabilità, una pressione il cui effetto è quello di costringerlo al silenzio, c’è un piccolo assaggio di quello che il povero Benedetto XVI deve aver sopportato, che lo ha spinto a rivolgere la sua richiesta ai fedeli fin dal primo giorno di pregare perché non fuggisse “per paura, davanti ai lupi”. Si può solo immaginare ciò che il Papa emerito è stato costretto a sopportare per sette anni. Gli agenti del silenzio e della morte non prevarranno – non lo hanno mai fatto, nemmeno il Venerdì Santo, quando uno di tali agenti aveva infiltrato il Collegio apostolico. Mr. Domet può essere messo a tacere, come molti altri che lottano per la vita e la luce. Eppure, anche “se questi taceranno, grideranno le pietre.” (Cfr Lc 19,40)
L’importanza della parresìa e della rete.
Il mondo cattolico è lieto di sapere che Padre Rosica ha deciso di non intraprendere le vie legali contro di Lei a causa delle Sue critiche pubbliche sul Suo blog ormai famoso, Vox Cantoris. Essendo uno di coloro che vogliono saperne di più su questo triste episodio, mi sento onorato dalla Sua disponibilità ad essere intervistato dal blog From Rome. Cominciamo dunque dai fatti in questione. Quando e come ha ricevuto la minaccia di azioni legali – quella che adesso Padre Rosica definisce una lettera di diffida?
Beh, non mi è certo sembrata una “lettera di diffida”, dato che, se lo fosse stata, avrebbe potuto perfettamente scriverla da solo senza ricorrere all’aiuto di uno degli studi legali più cari di Toronto (anche se egli afferma che il lavoro è “pro bono”, la parcella della mia avvocata di certo non lo è: le ho già pagato un’anticipo, come è giusto che sia). La lettera era molto chiara in quanto alle sue richieste; la cosa sorprendente era il fatto che venivano minacciate misure legali anche nel caso in cui io avessi soddisfatto le loro richieste, cosa che non volevo fare. Il 17 febbraio, martedì, la vigilia del mercoledì delle Ceneri, ero a pranzo con un collega quando ho ricevuto sul mio smartphone la comunicazione. Inutile dire che mi è passato l’appetito. La lettera è disponibile online sul mio blog: la gente la può leggere e può trarre le sue conclusioni.
Qual è stata la Sua reazione – e quella di Sua moglie – al ricevere una comunicazione di questo genere da parte di un uomo di Dio? E per giunta all’inizio della Quaresima?
Sono rimasto allibito e scioccato; mia moglie si è sentita ferita e turbata, nonché preoccupata – come lo ero io, del resto – per quel che ciò potesse implicare per noi, per la nostra casa e per nostro figlio. È stato un colpo molto duro per lei, tanto più che è stato sferrato da un sacerdote. Conosciamo tanti sacerdoti e collaboriamo con tanti di loro per organizzare e assistere, consigliare e formare alla Forma Straordinaria del Rito romano e per cantare nella messa. Mia moglie ha una bella voce e mi assiste ogni settimana nel rito tradizionale. Io canto anche nella Forma Ordinaria, sicché il mio lavoro al fianco dei sacerdoti è ben noto, e il mio amore e il mio rispetto per i buoni sacerdoti con cui lavoro sono fuori di dubbio. Abbiamo risentito del colpo anche a livello fisico: abbiamo dovuto ricorrere a sessioni di chiropratica per alleviare dolori e tensioni muscolari alla schiena e alle spalle. Per quanto riguardo il fatto che fosse Quaresima… beh, da quando ci siamo sposati, quasi due anni fa, abbiamo avuto una vita abbastanza agevole. La nostra Quaresima è cominciata con una croce molto più pesante di quella che eravamo abituati a portare. Abbiamo ricevuto entrambi il sostegno delle preghiere di tante persone di tutto il mondo e abbiamo offerto molte volte questa prova a Dio nostro Padre in unione con la Croce di Cristo. Siamo contenti di poterci riprendere nei prossimi giorni per poi continuare il nostro cammino con un approccio più quaresimale.
Chi è Gesù Cristo e cosa significa la fede cattolica per Lei? Quanto la Sua fede ha reso più crudo per Lei l’impatto di quel che è successo?
Cristo è il mio Signore e salvatore e il Re di tutto il creato; qualsiasi cosa io possa cercare di fare senza di Lui è destinata a fallire – l’ho sperimentato più di una volta: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. Nulla è più importante della fede cattolica che ci è stata data dal Santo Nostro Signore; la fede e il Signore sono le rocce su cui la vita assume senso e a cui la verità è ancorata. Per quanto riguarda la mia sofferenza, cos’altro ci si poteva aspettare? Basta dare un’occhiata al mondo e alla Chiesa. La Chiesa, per vari motivi, è debole, e debole è la fede di conseguenza; quando la fede è debole, i cattolici sono deboli e il mondo è invaso dal male e dal terrore. Mi addolora vedere che ci siano così pochi cattolici – sacerdoti, prelati o laici – preparati a resistere in difesa di Nostro Signore Gesù Cristo e della Sua Chiesa. In Canada, più del 40% della popolazione ha ricevuto il battesimo cattolico, negli Stati Uniti, credo, il 30%; se tutti i battezzati andassero a messa la domenica, si accostassero ai sacramenti e vivessero la loro fede, le nostre nazioni cambierebbero da un giorno all’altro! A maggior ragione in Europa, dove le percentuali sono ancor più elevate. La causa della mia sofferenza è la stessa della Sua: l’incapacità dei cattolici di essere cattolici e di schierarsi dalla parte di Nostro Signore.
Qual è la prima cosa che ha fatto: ha chiesto consiglio o ha contattato lo studio legale in questione?
Ho chiesto consiglio a un gruppo molto ristretto di consulenti molto vicini a me. Non ho contattato direttamente lo studio legale – ho dovuto cercare un’avvocata competente e l’ho trovata: è una cattolica che ha messo in pratica le sue conoscenze nel campo in un modo che non posso rivelare ma che ha fatto funzionare la nostra strategia. Il primo contatto con lo studio legale apparentemente assoldato “pro bono” da Padre Rosica è avvenuto via mail, in risposta alla loro prima lettera. Ogni contatto è avvenuto tramite la mia avvocatessa.
Che consiglio Le è stato dato – o che risposta ha ricevuto dallo studio legale, a seconda del caso?
Come ho scritto sul mio blog, Vox Cantoris, abbiamo dato la nostra risposta rispettando la scadenza imposta dalla prima lettera per prevenire un ingiunzione da parte loro, ma ovviamente non abbiamo acceduto alle loro richieste. Abbiamo chiarito la nostra posizione e abbiamo proposto altre soluzioni all’interno della Chiesa, che sono state respinte.
Hanno poi messo sul tavolo altri elementi, imponendomi delle condizioni impossibili da accettare. Mi è risultato chiaro che dovevamo comunicare con chiarezza cosa non eravamo disposti a fare e cosa eravamo pronti a fare, vale a dire a difenderci e aprire una raccolta di fondi affinché la gente potesse aiutarci.
Hanno poi messo sul tavolo altri elementi, imponendomi delle condizioni impossibili da accettare. Mi è risultato chiaro che dovevamo comunicare con chiarezza cosa non eravamo disposti a fare e cosa eravamo pronti a fare, vale a dire a difenderci e aprire una raccolta di fondi affinché la gente potesse aiutarci.
Non Le chiederò, per rispetto, di divulgare il nome del Suo contatto alla Segreteria di Stato. Ma, presumendo che il consiglio che Le ha dato non veniva da lui, bensì che fosse quanto gli era stato incaricato di dirLe, ci può informare sulla natura di tale consiglio? Gli chiese di spiegarLe perché Le stava dando un consiglio così inaspettato?
Come ho dichiarato sul mio blog, in primo luogo “mi sono rivolto alla Chiesa”, come la Santa Scrittura ci comanda di fare. Sinceramente, è stato più facile ricorrere al mio contatto di Roma che alla mia cancelleria di Toronto. Posso solo presumere che l’informazione che mi è stata data come risposta fosse la sua opinione personale e di nessun’altro: non ho del resto alcuna ragione di pensare altrimenti. Tuttavia, mi è stato richiesto di definire la mia “intenzione”. Non ho acceduto a questa richiesta, che mi è stata riproposta il giorno dopo, insieme all’avviso che forse sarebbe stato meglio “mostrarsi umili” e “chiedere scusa”. Non l’ho fatto, e mi è stato consigliato di non accedere a nessuna delle due richieste. Il fatto è che l’intervento potrebbe essere avvenuto il primo o il secondo giorno.
Per quanto mi riguarda, mi è capitato in un’infinità di occasioni di vedere membri del clero esercitare la loro autorità spirituale per convincere i laici ad assumere posizioni eccessivamente rispettose nei confronti del clero, che avrebbero potuto solo incoraggiare ulteriori comportamenti abusivi da parte dei membri del clero. È questo che ha motivato la Sua reazione al consiglio che Le è stato dato per mezzo del Suo contatto alla Segreteria di Stato? Come si riflette quanto è avvenuto sulla situazione attuale del Vaticano?
Non penso di essere qualificato per esprimere un’opinione sulla Segreteria di Stato e sul suo lavoro sotto il pontificato di Papa Francesco. Tuttavia, mi lasci dire una cosa: ho sentito parlare di molti membri del clero che agiscono esattamente come Lei ha affermato – e li ho anche visti in persona, ne ho fatto esperienza personale. L’arroganza del clericalismo è detestabile, ed è sommamente detestabile cercare di imporla ai laici preparati. È un atto che infrange direttamente i nostri diritti e doveri stabiliti dal paragrafo 3 del Canone 212, nonché i precetti del Vaticano II, che predicano soltanto quando gli fa comodo. Guardi, i nostri genitori e i nostri nonni sono stati vittime di un clericalismo che ha distrutto la liturgia e la fede di milioni di anime. Lo stesso clericalismo si è macchiato di abusi e del peccato di sodomia, distruggendo delle vite. Questo stesso atteggiamento clericalista ci ha sempre imposto di “pagare, pregare e obbedire” mentre loro depredavano. Alcuni di loro dicono che siamo noi – per il semplice fatto di desiderar vivere in conformità con le norme e una liturgia adeguata – i farisei o i pelagiani o quelli che vogliono il clericalismo. Sciocchezze! Sono loro i farisei. Sono loro i clericalisti: lo abbiamo visto. Io l’ho vissuto sulla mia pelle e in modo tale che preferirei persino non doverne parlare.
Cosa devono fare i cattolici – e in particolar modo i blogger cattolici che sono fedeli all’insegnamento di Cristo, quando si trovano di fronte a una lettera come questa?
Pregate. Chiedete a dei campioni della fede di pregare per voi: specialmente alle Suore Carmelitane (che ringrazio infinitamente). Radunate delle piccole squadre di consulenti e un avvocato che sia un cattolico praticante e un esperto di Diritto Canonico. Anche se qualcosa mi dice che un fatto del genere non si verificherà più per un po’ di tempo.
Secondo Lei, che insegnamento può dare in futuro la Sua vicenda per i casi – sempre più frequenti – in cui il clero e i religiosi esortano e spingono la Chiesa ad abbandonare gli insegnamenti di Cristo sulla fede e sulla penitenza, sul matrimonio, sulla castità e sulla disciplina eucaristica tradizionale?
Si tratta di un insegnamento piuttosto evidente: quanto è accaduto ha svegliato la blogosfera cattolica; dobbiamo essere coscienti del potere che ne deriva e farci carico della causa per la fede, per la famiglia e la Santa Eucarestia, che mi sembra essere il nocciolo della questione.
Come possiamo unirci per formare un esercito di cattolici devoti e credenti che usano i loro blog per prevenire i tentativi di stravolgere la dottrina del Sinodo? Quale mezzo possiamo utilizzare per coordinare il nostro lavoro – non per controllarlo, ma per coordinare, diffondere, disseminare ed educare ben al di là delle nostre poche centinaia di lettori?
Beh, in realtà adesso sono migliaia! La situazione che si è verificata a partire dal mercoledì delle Ceneri ha anche mostrato alla Chiesa il potere dei blog e che non taceremo più di fronte all’eterodossia. Ricordo ancóra quanto si rammaricava mia madre, negli ultimi tempi, per quanto è stato fatto nella seconda metà degli anni ’60. La sua generazione non aveva modo di fermarlo, non aveva strumenti per combatterlo. Noi sì li abbiamo e non ci sono più scuse per non usarli, per il bene della Chiesa, con “chiarezza e carità”, come il mio arcivescovo suole dire.
Crede che le proposte del Cardinal Kasper siano – come i Cardinali Muller e Sarah le definiscono – eretiche, nella misura in cui esse propongono il divorzio tra la fede cattolica e la disciplina tradizionale sui sacramenti?
Senz’ombra di dubbio. E mi lasci aggiungere una cosa: ho sposato la mia amata Frankie quasi due anni fa; siamo stati fidanzati per due anni prima di sposarci. Io mi ero sposato in Chiesa precedentemente, ma mi era stato concesso l’annullamento parecchi anni fa. Non permettiamo più a questi prelati di distorcere i fatti. Il processo d’annullamento – per lo meno io parlo di quanto succede qui a Toronto – è rigoroso e scrupoloso come dev’essere, ma non “doloroso”. Ha richiesto tempo, perché ho perso tempo nel consegnare i documenti richiesti. Da quanto ricordo, come pagamento mi è stato suggerito di fare una donazione di 900 dollari canadesi, della quale mi è stata data una ricevuta fiscale – sia detto per liberarci una volta per tutte dal carosello di voci che pretende che non sia possibile ottenerla. Non si può separare la fede cattolica dalla disciplina tradizionale dei sacramenti e continuare a dichiararsi cattolici.
Secondo Lei, cosa dovrebbero fare i cardinali e i vescovi cattolici oggi per evitare il disastro al Sinodo della Famiglia in ottobre?
Il nostro cardinale, l’Arcivescovo Thomas Collins, ha affrontato la materia pubblicamente e sostiene la dottrina. Ha chiesto che i fedeli si facciano sentire, e io l’ho fatto. I fedeli cattolici hanno bisogno di vedere un maggior numero di prelati come il Cardinal Burke, il Vescovo Athanasius Schneider, il Cardinal Sarah, l’Arcivescovo Cordileone, i vescovi polacchi e molti vescovi africani. Perché non fanno sentire tutti la loro voce? Di che cosa hanno paura? In Belgio, negli Stati Uniti e qui in Canada ho visto sin troppi vescovi cavillare sulla possibilità di benedire e accettare stili di vita alternativi. Sì, li ho sentiti esprimersi in questi termini. Non c’è bisogno che faccia il loro nome. Ho sentito parlare sin troppe volte di una “misericordia” che in realtà è una falsa misericordia: non c’è niente di misericordioso nel lasciare qualcuno in uno stato che pregiudica la sua salvezza eterna.
Se il Papa e quanti professano fedeltà a Gesù Cristo dovessero imporre o esprimere deviazioni dalla fede o dalla disciplina tradizionale dei sacramenti nel Sinodo dell’ottobre prossimo, Lei starà dalla parte del Papa o da quella di Gesù Cristo?
Sto dalla parte di Gesù Cristo che è il mio Signore e Salvatore. Non conferiamo – come i nostri amici protestanti credono che facciamo – un’autorità eccessiva a qualsiasi Papa: un’infallibilità senza alcuna connessione con il Vangelo, che il Papa non possiede. Il Concilio Vaticano I lo ha espresso molto chiaramente.
Secondo Lei, in questa battaglia, quanto è alta la posta in palio?
Abbiamo raggiunto la posta massima: scismi, eresie e la perdita di anime. Come il nostro amato Benedetto XVI ha affermato: “il futuro stesso del mondo è in gioco”; Dio non può essere preso in giro.
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[Traduzione dall’originale inglese a cura di Chiesa e post-concilio]
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[Traduzione dall’originale inglese a cura di Chiesa e post-concilio]
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