La commissione anti pedofilia del Vaticano fa la morale pure al Papa
Grane cilene per Francesco: botte al vescovo in cattedrale
Juan Barros accolto da ural e lancio di oggetti nella cattedrale di Osorno
Roma. E’ giunta fino a Roma l’eco della particolare accoglienza che circa seicentocinquanta fedeli della diocesi cilena di Osorno hanno riservato al loro nuovo vescovo, mons. Juan Barros, nominato dal Papa lo scorso gennaio. Urla, lanci di oggetti, sventolio di bandiere dalle raffigurazioni ivi impresse non meglio identificate, strattonamenti ai paramenti del novello pastore, evidentemente scioccato. Tutto motivato, spiega chi ha messo in piedi la protesta: quel vescovo ha coperto diversi abusi sessuali commessi anni fa da padre Fernando Karadima, che nel 2011 fu dichiarato colpevole dalla congregazione per la Dottrina della fede e mandato a ritirarsi in quasi eremitica solitudine e preghiera. Forse, sostiene qualcuno, ha pure assistito mentre Karadima abusava di diversi minori. Contro la scelta di Francesco s’è levata perfino la voce di uno dei più autorevoli componenti della commissione pontificia per la Protezione dei minori, Peter Saunders: “Siamo tutti molto disturbati da quanto sta accadendo in Cile.
ARTICOLI CORRELATI Il Papa: "La teoria del gender è uno sbaglio della mente umana" Il Papa toglie la porpora al cardinale O'Brien. L'ultima volta era accaduto nel 1927 Se è anti gender questo Papa non piaceParlando a titolo personale, sono seriamente preoccupato per questo problema. Un paio di membri del nostro gruppo di lavoro ci stanno suggerendo di andare a Roma per parlare con il Papa, o almeno con il cardinale O’Malley”, che della commissione è il coordinatore, ha detto al National Catholic Reporter. Non è la prima volta che dalla commissione istituita per volontà di Bergoglio al fine di garantire la massima trasparenza della Santa Sede su una materia delicata come quella degli abusi da parte di membri del clero si leva (pubblicamente) la voce per bacchettare qualche mossa del Pontefice. Quando, lo scorso febbraio, il Papa aveva sdoganato la sculacciata – giustificando un padre che aveva ammesso di dover picchiare un po’ i figli, “ma mai in faccia” – lo stesso Saunders era insorto, parlando addirittura di un “apparente appoggio alle botte per i bambini”. Un altro membro dell’organismo, Mary Collins, ha quasi intimato a Francesco di rimuovere il vescovo anche se non è personalmente accusato d’aver partecipato agli abusi di padre Karadima: “Ma potrebbe essere stato a conoscenza dei fatti senza fare nulla. E questo è abbastanza”, ha fatto sapere la signora che già qualche settimana fa aveva posto l’aut aut: o si fa subito qualcosa per la responsabilità dei vescovi nei casi di abuso, o lei (con Saunders) avrebbero fatto i bagagli e abbandonato la commissione.
Ma i problemi di Francesco con il Cile, realtà che conosce molto bene e non solo per vicinanza geografica (nel consiglio dei nove porporati incaricati di studiare la riforma della curia romana ha voluto il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile, l’unico “pensionato” tra i prescelti del Pontefice), non si limitano alla diocesi di Osorno.
Ma i problemi di Francesco con il Cile, realtà che conosce molto bene e non solo per vicinanza geografica (nel consiglio dei nove porporati incaricati di studiare la riforma della curia romana ha voluto il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile, l’unico “pensionato” tra i prescelti del Pontefice), non si limitano alla diocesi di Osorno.
di Matteo Matzuzzi | 31 Marzo 2015
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