Perché voto no alle nozze nell’indifferenza di genere
Lascio stare la Costituzione palindroma. Laico, mi appello al significato realistico di natura e cultura
foto LaPresse
Il referendum consultivo sulle nozze omosessuali? Perché no? Basta una leggina di un articolo: “E’ lecito il referendum consultivo su questioni di rilevante interesse etico-sociale. Le procedure di convocazione ed esecuzione sono le stesse del referendum abrogativo. La domanda su cui si vota è definita dai comitati richiedenti e portatori del numero di firme necessarie, salvo diverse disposizioni della Corte di Cassazione”.
Sulla fecondazione artificiale o medicalmente assistita, questione strettamente connessa, il Parlamento italiano discusse per anni, poi al termine di un percorso equivoco ed estenuante credette di aver trovato un punto di equilibrio tra diritti riproduttivi della coppia, e della donna in particolare, e diritti dell’essere umano concepito in embrione, dotato di irripetibili caratteristiche individuali fin dalla prima formazione. E votò, lo sventurato.
ARTICOLI CORRELATI Nessun dibattito sulle nozze gay in Irlanda Smettere di vietare il matrimonio gay non è solo sensato, è una battaglia di destraIl referendum abrogativo della legge fu richiesto. Un’alleanza di laici e cristiani-cattolici lasciò al venticinque per cento dei voti la tesi abrogazionista, che puntava su una certa idea secolarizzante della vita civile e su una visione scristianizzante della laicità statale, conosciuta per tale nel solo mondo cristiano, e come sempre sull’amore sentimentale (diverso dalla carità), sulla misericordia come diritto alla soddisfazione del desiderio personale, sulla vittimizzazione delle coppie infertili o portatrici di malattie genetiche e sul mito del figlio sano alimentato dalla scienza nelle sue derive dichiaratamente o occultamente eugenetiche.
L’attivismo giurisdizionale in pochi anni ha smantellato quasi per intero quella legge non disapprovata dal popolo, la legge 40, già aggirata alla grande in un mondo che si era aperto al transumanesimo e allo scientismo ideologico, con le sue tecniche apportatrici di bene e di male congiunti. L’embrione restò solo e scartabile come soli e nullificati restano i non nati aspirati o distrutti nel seno delle madri e nella coscienza dei padri. E noi restammo tutti soli e insuperbiti con la nostra certezza faustiana che ogni cosa tecnicamente, alchemicamente, magicamente possibile è anche moralmente autorizzata o sostenibile in un contesto di sordità morale e amorosa. Ma resta e resiste almeno l’opzione culturale pubblica alternativa al conformismo etico, che si conquistò il diritto allo spazio pubblico in una memorabile e non dimenticata battaglia democratica.
Non vedo del resto come il percorso di una legge sulle unioni civili non debba essere sottoposto, nel mondo e nell’Europa così come sono oggi, a una decostruzione accanita, che richiederebbe poco tempo per manifestarsi sia nella giustizia italiana sia nella giustizia europea sia nella coscienza di un limite sentito come oppressivo dalle opinioni pubbliche. Sentenze di varia origine, a Roma o a Strasburgo, decreterebbero su conforme ricorso l’incostituzionalità o l’incompatibilità con le carte dei diritti della distinzione, o discriminazione?, soggiacente alla pretesa di autorizzare per legge come “unione civile” quel che nella realtà è un “matrimonio fondato sull’indifferenza di genere”. Modello tedesco? Ma è preistoria, vista con gli occhi del dopo Obama, del dopo Francesco sinodale, del dopo Irlanda.
Lasciamo perdere la Costituzione bonne à tout penser et à tout faire, lasciamo perdere gli equilibrismi parlamentari del modello tedesco, lasciamo perdere gli oneri per lo stato e altri ammennicoli risibili. Facciamo un’ultima desiderosa battaglia, chiamiamo tutti a dire in libertà quel che sentono da cittadini e da esseri umani, riepiloghiamo ciò che vogliamo essere, ciò che non siamo (no, we can’t and we have not the right to) e ciò che non vogliamo. Referendum sia.
di Giuliano Ferrara | 27 Maggio 2015
http://www.ilfoglio.it/cultura/2015/05/27/perch-voto-no-alle-nozze-nellindifferenza-di-genere___1-v-129210-rubriche_c274.htm
La donna giusta
di Camillo Langone | 28 Maggio 2015 Sì, si leggano “I promessi sposi”, magari per riscoprire il valore del fidanzamento come suggerisce il Santo Padre. Però si legga anche “Effetto domino” di Romolo Bugaro (Einaudi). Per scoprire il disvalore del divorzio (Bugaro è avvocato, sa di cosa parla) e per vedere sintetizzati, in una frase non meno mirabile di quelle manzoniane, i criteri di una scelta realista e non romantica, sentimentale e non emozionale, della donna giusta: “Arriva un momento in cui non cerchi più ragazze veloci e bellissime, piene di speranze difficili da maneggiare, e preferisci donne incerte e silenziose che ne hanno viste di tutti i colori”.
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