Comunicato inviato dalla Superiora generale
delle Suore Francescane dell’Immacolata
a tutte le religiose dell’Istituto
in data 17 giugno 2015
Ave Maria!
Carissime sorelle,
da ieri sono state messe in circolazione dal giornale Il Mattino, in un articolo a firma di Loredana Zarrella, e rapidamente divulgate gravissime e raccapriccianti accuse contro i nostri Padri Fondatori e contro noi suore che feriscono violentemente la loro e la nostra dignità umana e religiosa, accuse che già erano circolate su alcuni siti internet.
Alle soglie della nomina del nuovo Commissario Apostolico dei Frati Francescani dell’Immacolata e alla luce della campagna denigratoria che da tempo ci sta colpendo e che già è stata denunciata nelle opportune sedi canoniche, non si può non pensare ad una manovra di strumentalizzazione diffamatoria, volta a gettare ulteriore discredito sui nostri Istituti di frati e suore.
Tutte, all’unanimità con me, riconoscete l’abnorme falsità di queste accuse e la volgare manipolazione di fatti e dettagli, i cui principali responsabili sono già stati individuati.
Vi ho incontrate spesso, anche recentemente e in gran numero, e nei frequenti contatti avuti con centinaia di voi mi avete mostrato il vostro entusiasmo e la vostra gioia di Francescane consacrate all’Immacolata, e insieme mi avete offerto tutta la vostra solidarietà e il vostro incoraggiamento per tenere duro nell’aspra battaglia ingaggiata contro di noi.
Confidiamo che la scienza di Dio e la scienza giuridica facciano trionfare la verità e rimettiamo la gestione legale di questa disgustosa vicenda a persone esperte e competenti.
Da parte nostra, continuiamo fiduciose, in comunione con la Santa Chiesa, il cammino intrapreso nella vocazione che il Signore ci ha donato, sempre liete nella pratica della povertà francescana e della semplicità evangelica, con lo sguardo fisso sul Crocifisso, unite alla Madre Immacolata e Addolorata, nella certezza che chi confida nel Signore non sarà da Lui abbandonato perché Egli difende la causa del giusto e dell’innocente che a Lui si affidano.
Ci sia di incoraggiamento l’esempio di san Massimiliano M. Kolbe, il quale, arrestato dai tedeschi il 19 settembre 1939 insieme a più di 30 frati, di passaggio a Czestochova, udì un gruppo di donne sollevare questo lamento: «Non poteva, la Madre Immacolata, salvare almeno voi?» Profondamente ferito da queste parole, san Massimiliano, con il tono deciso della voce, così disse ai frati: «Vedete, quanto grande è l’incomprensione della vera devozione alla Madonna. In cambio di quel poco di venerazione e di amore che le si danno, si vuole che Essa ci difenda da ogni sofferenza e contrarietà. Ma Lei stessa ha sofferto. Lei, come Madre Dolorosissima, ha seguito Gesù sulla via della croce, e i suoi devoti vorrebbero vivere senza fastidi nella vita. Invece, proprio Lei, in quanto Madre amorosa, permette ai suoi figli di partecipare attivamente all’opera della salvezza, affinché essi, insieme a Lei, camminino sulla via della croce nella vita presente e l’aiutino a salvare le anime dalla schiavitù del peccato».
da ieri sono state messe in circolazione dal giornale Il Mattino, in un articolo a firma di Loredana Zarrella, e rapidamente divulgate gravissime e raccapriccianti accuse contro i nostri Padri Fondatori e contro noi suore che feriscono violentemente la loro e la nostra dignità umana e religiosa, accuse che già erano circolate su alcuni siti internet.
Alle soglie della nomina del nuovo Commissario Apostolico dei Frati Francescani dell’Immacolata e alla luce della campagna denigratoria che da tempo ci sta colpendo e che già è stata denunciata nelle opportune sedi canoniche, non si può non pensare ad una manovra di strumentalizzazione diffamatoria, volta a gettare ulteriore discredito sui nostri Istituti di frati e suore.
Tutte, all’unanimità con me, riconoscete l’abnorme falsità di queste accuse e la volgare manipolazione di fatti e dettagli, i cui principali responsabili sono già stati individuati.
Vi ho incontrate spesso, anche recentemente e in gran numero, e nei frequenti contatti avuti con centinaia di voi mi avete mostrato il vostro entusiasmo e la vostra gioia di Francescane consacrate all’Immacolata, e insieme mi avete offerto tutta la vostra solidarietà e il vostro incoraggiamento per tenere duro nell’aspra battaglia ingaggiata contro di noi.
Confidiamo che la scienza di Dio e la scienza giuridica facciano trionfare la verità e rimettiamo la gestione legale di questa disgustosa vicenda a persone esperte e competenti.
Da parte nostra, continuiamo fiduciose, in comunione con la Santa Chiesa, il cammino intrapreso nella vocazione che il Signore ci ha donato, sempre liete nella pratica della povertà francescana e della semplicità evangelica, con lo sguardo fisso sul Crocifisso, unite alla Madre Immacolata e Addolorata, nella certezza che chi confida nel Signore non sarà da Lui abbandonato perché Egli difende la causa del giusto e dell’innocente che a Lui si affidano.
Ci sia di incoraggiamento l’esempio di san Massimiliano M. Kolbe, il quale, arrestato dai tedeschi il 19 settembre 1939 insieme a più di 30 frati, di passaggio a Czestochova, udì un gruppo di donne sollevare questo lamento: «Non poteva, la Madre Immacolata, salvare almeno voi?» Profondamente ferito da queste parole, san Massimiliano, con il tono deciso della voce, così disse ai frati: «Vedete, quanto grande è l’incomprensione della vera devozione alla Madonna. In cambio di quel poco di venerazione e di amore che le si danno, si vuole che Essa ci difenda da ogni sofferenza e contrarietà. Ma Lei stessa ha sofferto. Lei, come Madre Dolorosissima, ha seguito Gesù sulla via della croce, e i suoi devoti vorrebbero vivere senza fastidi nella vita. Invece, proprio Lei, in quanto Madre amorosa, permette ai suoi figli di partecipare attivamente all’opera della salvezza, affinché essi, insieme a Lei, camminino sulla via della croce nella vita presente e l’aiutino a salvare le anime dalla schiavitù del peccato».
Che Dio la benedica, Reverendissima Madre Maria Michela! Ad multos annos!
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