Dell’imminente enciclica ecologica di papa Francesco si conosce solo il titolo: “Laudato sii“. Ma il cannoneggiamento preventivo è già partito da un pezzo.
A finire sotto tiro non è l’enciclica in quanto tale, che è ancora tutta da vedere, ma piuttosto chi vi si muove intorno. In primis un guru mondiale dello “sviluppo sostenibile” ripetutamente accolto con tutti gli onori in Vaticano e da taluni indicato come uno degli ispiratori del testo pontificio.
Il suo nome è Jeffrey Sachs. Dirige l’Earth Institute della Columbia University di New York e negli anni Ottanta e Novanta si segnalò per la “shock therapy” da lui applicata ad alcuni paesi dell’America latina e dell’est dell’Europa per un rapido passaggio alla libera economia di mercato, incurante dei contraccolpi sociali.
Ma soprattutto si distingue per il drastico sostegno che ha sempre dato alla riduzione delle nascite soprattutto nei paesi poveri, tramite la contraccezione e l’aborto promossi su larga scala in particolare dall’ONU, del cui attuale segretario generale Ban Ki-moon Sachs è “special advisor”.
Ed è questo il punto che solleva le maggiori critiche da parte di tanti cattolici, anche esperti di economia.
Uno di questi, l’ex presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi, ha recentemente scritto una lettera aperta a papa Francesco nella quale non fa il nome di Sachs ma contesta frontalmente le sue teorie:
Gotti Tedeschi, infatti, sostiene che l’attuale crisi dell’economia mondiale ha avuto la sua origine proprio “dalla applicazione delle teorie neomalthusiane che hanno ispirato e forzato il crollo delle nascite”.
Nonostante ciò, Sachs è spesso ospite in Vaticano, da quando Jorge Mario Bergoglio è papa. Nell’estate del 2013 e poi ancora nell’aprile di quest’anno, questa volta assieme a Ban Ki-moon, ha dettato le sue linee guida in eventi internazionali promossi dalla Pontificia accademia delle scienze, su questioni tipo “le dimensioni morali del cambiamento climatico e dell’umanità sostenibile”.
Ad organizzare questi eventi in Vaticano e a stendere il tappeto rosso per Sachs è l’attivissimo cancelliere della Pontificia accademie delle scienze, il vescovo argentino Marcelo Sánchez Sorondo (nella foto), molto vicino a papa Francesco.
Non sorprende quindi che anche Sorondo sia finito nel mirino dei critici. Il più implacabile, Stefano Gennarini, l’ha messo alle corde in un interrogatorio di terzo grado pubblicato sia in inglese che in italiano il 18 maggio sul suo blog “Turtle Bay and Beyond. International Law, Policy, and Institutions”:
Stefano Gennarini non è uno qualsiasi. Nato in Italia e inizialmente incamminato verso il sacerdozio con il Cammino neocatecumenale fondato da Francisco “Kiko” Argüello, si è diplomato in teologia a Londra e si è specializzato in diritto negli Stati Uniti, alla Notre Dame University. Ha sposato un’americana e vive a Maywood, nel New Jersey. Dirige un istituto di studi per la famiglia e i diritti umani e coordina il C-Fam’s Edmund Burke Fellowship Program. Ha speso alcuni anni della sua vita come missionario in Nigeria e nelle Indie Occidentali.
La lettura dell’intervista è istruttiva, con Sorondo che incalzato da Gennarini perde la calma e chiama a sua difesa il papa.
da una Istruzione dell'Alta Vendita (oh com'e' attuale!):
RispondiEliminaNoi miriamo alla corruzione della dottrina e dell'etica cristiana.
Corruzione del popolo per mezzo del clero, e del clero per mezzo nostro.
Fate che il clero cammini sotto la nostra bandiera, credendo di camminare sotto la bandiera di Dio.
La corruzione deve condurci al seppellimento della Chiesa.