ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 21 giugno 2015

Tutti gli Anticristi che camminano tra noi
Non l’Avversario né il Grande Satana, ma “tutto ciò che nega la nostra luce”
Ecco l’interpretazione del Male secondo lo studioso di mistica Marco Vannini

La storia del cristianesimo ha molteplici fili rossi. Fra questi ce n’è uno enigmatico e a tratti inquietante, la figura dell’Antidio o, per meglio dire, dell’Anticristo. Chi è? Per la Scrittura, Vangelo di Giovanni alla mano, gli Anticristi sono coloro che rifiutano la divinità di Cristo. Così per Marco Vannini, figura di spicco negli studi sulla tradizione mistica occidentale, che in L’Anticristo. Storia e mito , edito da Mondadori, racconta come in realtà gli Anticristi siano due: «Uno vero, della fede, e uno falso, della superstizione... Conosce l’Anticristo chi conosce Cristo, e sa così ri-conoscere anche quegli Anticristi che, come dice Agostino, non si sono rivelati».
Pur presentandosi come cristiani, costoro negano la realtà spirituale dell’uomo e di Dio: «Questi sono gli Anticristi oggi tra noi», scrive l’autore. Insomma, per Vannini l’Anticristo non è l’Avversario nella battaglia finale del Bene contro il Male, «non ha niente a che vedere con le fantasie apocalittiche dei tempi ultimi». È questa a suo avviso una concezione dell’Anticristo «tanto falsa storicamente, filologicamente, quanto perversa moralmente». Perché Anticristo è chi nega il Lògos, lo spirito, «e perciò nega che Cristo sia luce e verità, nega la sua divinità ».
Sono diverse le letture della figura dell’Anticristo fatte durante i secoli. E Vannini le elenca tutte, entrando con dovizia di particolari e competenza dentro un mito che agisce ancora oggi nel profondo dell’immaginario collettivo, come dimostra la sua ampia presenza nella letteratura, nel cinema, nei fumetti, nel web: è sufficiente navigare fra i siti Internet per scoprire che l’idea di un Antagonista, già nato o prossimo a venire, è tuttora molto diffusa. E lo sarà in futuro. Il mito continuerà a vivere, piaccia o meno. Le letture dell’Anticristo saranno ancora con ogni probabilità molteplici, come è stato del resto nel passato. Non a caso, la sua figura compare anche nell’Islam, dove corrisponde a quel «Grande Satana» tanto spesso evocato ieri dai seguaci di Khomeini e dai fondamentalisti di Osama e oggi dagli islamisti del califfato, che lo identificano con la cultura occidentale nel suo complesso e, in particolare, con Israele e gli Stati Uniti. Ma sono letture in verità parziali o anche false. Perché, appunto, Anticristo è chi nega la divinità di Cristo. La si nega perché «non si conosce se stessi in quanto spirito, in quanto «luce e verità». Perciò, chiosa Vannini, gli Anticristi «sono degni di compassione, se non fosse per la presunzione che li accompagna: quella di fare da maestro, da pastore, dunque da ingannatore, seduttore, plànos, come dice appunto la Seconda lettera di Giovanni ».
L’ANTICRISTO di Marco Vannini MONDADORI PAGG. 216 EURO 20
di Paolo Rodari
Repubblica 21.6.15
http://spogli.blogspot.it/

Il ramadan e la "maison commune". La teologia di Monsignor Benoît Rivière

Riportiamo qui di seguito la lettera che Monsignor Benoît Rivière, vescovo di Autun, Chalon e Mâcon, nonché Abate di Cluny, ha scritto ai musulmani residenti nella sua Diocesi. L'"incoraggiamento alla preghiera" rivolto agli eretici da parte di un vescovo e l'indicazione del ramadancome di un "tempo privilegiato consacrato a Dio" rappresentano ormai il cliché di una pastorale, e di una teologia, apertamente anti-trinitaria praticata ostentatamente in molte Diocesi. La novità nella lettera di Monsignor Revière è la sollecitudine con cui si coniuga l'ideologia ecumenica con la "salvaguardia della casa comune" sostenuta da Francesco nell'enciclica "Laudato si". Nella visione del vescovo francese si profila una neutralizzazione che attende di realizzarsi nella prossima stazione del disvelamento storico ("l’umanité entière" nella "maison commune"), e una distinzione attuale tra l'umanità intera e "nous croyants", cristiani e musulmani, portatori di una rivelazione e di un credo comune ("création par Dieu"). Attualmente cristiani e musulmani, i "credenti", hanno una maggior consapevolezza della casa comune, una consapevolezza che sarà, e in parte già è, dell'intera umanità. In realtà, mentre la storia del mondo fluisce verso la parusia dell'anticristo, la storia della Chiesa è "già e non ancora" nella Parusia di Cristo. Ogni ecumenismo e ogni neutralizzazione dell'immagine di Cristo e della fede nella Trinità costituisce in fondo il tentativo di sostituire la "maison commune" all'"ecclesia". Con le conseguenze che un vescovo cattolico dovrebbe conoscere e riconoscere.

« Chers amis,

En ce début de Ramadan qui commence pour vos communautés de Saône-et-Loire, c’est avec beaucoup d’amitié et de respect que je vous écris aujourd’hui ce message d’encouragement et de prière.

Je souhaite que chaque musulman et chaque musulmane puissent vivre ce temps privilégié consacré à Dieu dans la sérénité personnelle et la joie de se retrouver ensemble.

Avec vous, frères musulmans, nous dialoguons régulièrement, sur les questions pressantes qui se posent à notre société. La violence, le racisme, nous les condamnons sans cesse, ensemble. La protection des faibles, le soutien aux plus démunis, l’accueil de l’étranger, nous les portons, ensemble.

Au lendemain de la parution de la Lettre encyclique du Pape François sur l’écologie, la solidarité universelle pour la protection de la terre constitue un appel urgent qui concerne l’humanité entière. Pour nous, croyants, nous voyons dans la nature ce surcroît de sens lié à sa création par Dieu. Cette préoccupation de « sauvegarde de la maison commune », nous la partageons donc aussi, ensemble.

Vous allez vivre un mois pour Dieu et pour votre communauté : que ces jours constituent, pour chacun de vous, ressourcement spirituel et approfondissement de foi.

Que la paix soit avec vous.

Je vous renouvelle mes salutations les plus fraternelles.
http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2015/06/il-ramadan-e-la-casa-maison-commune-la.html

Podemos. Ciò che il nuovo corso poté fare per distruggere le nazioni cristiane

Nel 2005 il Presidente del Governo spagnolo Zapatero fece approvare con legge dalle Cortesil "matrimonio omosessuale" e modificare l'art. 44 del Codigo civil che prevedeva espressamente l'"uomo e la donna" come contraenti del matrimonio, seguirono l'allargamento del "diritto di adozione" alle copie dello stesso sesso e la liberalizzazione della fecondazione assistita. La caduta della Spagna fu il primo frutto maturo raccolto dalle forze anticristiane e fatto girare come trofeo in tutto il mondo. Da quel momento uno dopo l'atro apostatarono dalla fede e dall'ordine naturale molti stati rappresentanti nazioni cattoliche, la Repubblica portoghese (2010), la Repubblica Federale Argentina (2010), la Repubblica francese (2012), la Repubblica Federale del Brasile (2013), la Repubblica Orientale dell'Uruguay (2013), la Repubblica di Malta (2014), la Repubblica Slovena (2015), il Granducato di Lussemburgo (2015), la Repubblica d'Irlanda che ha scelto i "matrimoni omosessuali" tramite referendum (2015). Anche se forse non in tutti questi casi l'apostasia degli stati è stata anche apostasia delle nazioni, è certo che in nessun luogo si sono registrate resistenze efficaci al sovvertimento (come non ci furono ai tempi delle legislazioni divorziste e abortiste). In realtà la causa più evidente del crollo del cattolicesimo in paesi nei quali l'alleanza fra popolo e clero cattolico era servita fino a pochi anni prima a tener testa alle tentazioni del laicismo e alle sue violenze, non può non cogliersi nella defezione della gerarchia cattolica che, quando non si è dimostrata del tutto immunodeficiente alla malattia (vedi qui), ha trovato una propria dimensione pastorale nel suo espandersi (vedi qui ). In fondo a tutto c'è una nuova costituzione della fede e della Chiesa che da più quarant'anni è entrata in concorrenza con la Tradizione e che pretende obbedienza da parte di Papi, Cardinali, Vescovi, clero e fedeli, generando schizofrenia nel magistero, confusione nei popoli e generale apostasia. Riportiamo qui, tratto dalla storia spagnola, un episodio iniziale ed emblematico di questo nefasto operare della gerarchia ecclesiale in mezzo alle nazioni cattoliche. .

Purtroppo, come fu per molti milanesi formati quasi sempre alla “scuola del Manzoni”, Paolo VI non conosceva né comprendeva la Spagna; anzi, in un certo senso la detestava, ritenendo in particolar modo la Spagna di Franco – già ripudiata dal suo maestro Maritain fin dalla Guerra Civile – colpevole di concentrare in sé il peggio di queste terre. Già da cardinale aveva dimostrato un atteggiamento molto negativo contro la Spagna; da Papa, nel suo intento di “politicizzare” in modo flagrante, ingiusto ed unilaterale la Chiesa spagnola, causò un danno difficilmente valutabile. […]
Paolo VI, che era stato per tutta la sua vita un’attivista politico della Democrazia Cristiana, vi si ostinò anche da Pontefice e favorì quasi apertamente l’ala sinistra del gran partito cattolico, che sempre più affondava nello smarrimento e nella corruzione; e non riuscì ad evitare la crisi irreversibile di quel partito.
Nella “gestione spagnola” poi, interferì indebitamente mediante un criterio che a molti spagnoli sembrò più politico che pastorale. Nella sua ossessione antifranchista favorì, purtroppo per colpa del suo consigliere (l’Arcivescovo Giovani Benelli), quei Vescovi, sacerdoti e cattolici contrari al regime di Franco e non si fermò fino a riuscire, per mezzo di un nunzio nefasto come Mons. Luigi Dadaglio, a capovolgere la maggioranza della Conferenza episcopale in senso antifranchista.
Come abbiamo visto poco prima, il nunzio Dadaglio fu designato nel 1967 ed il leader eletto dalla Santa Sede per la “nuova tappa” della Chiesa spagnola fu Mons. Tarancón, acerrimo antifranchista fin dal Concilio, ma dotato di una vocazione politica opportunista più che di buon senso pastorale – basti guardare ad esempio in quali nefaste condizioni lasciò il Seminario di Toledo quando passò per quella diocesi.
Per concludere questo breve excursus, si può sostenere che il cambiamento iniziò quando Franco era ancora in vita, quando già all’epoca, per tramite di Tarancón, cominciò il distacco della Chiesa spagnola: fu appunto la Chiesa, fino a quel momento pilastro del regime, a favorire il passaggio alla futura democrazia.
Per riuscirvi, Tarancón e Dadaglio non indugiarono nel “politicizzare” la Chiesa di Spagna, che così entrò in un lungo periodo di decadenza sacerdotale e di molteplice confusione, con gravissima perdita di prestigio presso il popolo, un’emorragia dalla quale non si è ancora rimessa e forse mai più si rimetterà.

(brani tratti da RICARDO DE LA CIERVA, Historia esencial de la Iglesia Católica en el siglo XX, Fénix, 1997, nella traduzioni riportata in appendice a MANUEL GARRIDO BONAÑO O.S.B., Francisco Franco. Cristiano esemplare, Effedieffe 2014)
http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2015/06/podemos-cio-che-il-nuovo-corso-pote.html

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