La informo, eminentissimo Francesco, che l'Italia è in bolletta e non ce la fa più a ospitare uomini e donne dell'Africa e dell'Asia
La informo, eminentissimo Francesco, che l'Italia è in bolletta e non ce la fa più a ospitare uomini e donne dell'Africa e dell'Asia
Domanda: chi sono quei bastardi che trattano così povera gente disperata e in cerca di salvezza? Gli italiani? Ma quando mai? Da 15 anni, forse 20, soccorriamo migliaia di sfigati in procinto di annegare, li portiamo qui, li rifocilliamo, li ospitiamo come meglio possiamo in alberghi - spesati di tutto punto - e in altre strutture a costo di irritare al massimo i connazionali, e per tutto ringraziamento alcuni stranieri, insoddisfatti del vitto curato da Carlo Cracco, scaraventano i piatti colmi di cibo fuori dalla finestra. E Francesco, invece di lodarci e benedirci perché siamo ligi al Vangelo («dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati»), ci accusa di crudeltà.
Abbiamo interpretato male le sue parole? Egli le rivolgeva a qualcun altro di nazionalità diversa dalla nostra? Non è escluso. Però occorre dire che il Pontefice si esprimeva in italiano e pronunciava il suo discorso severo da Roma, quindi come si fa a pensare che il monito non fosse diretto a noi? Nel qual caso avremmo l'obbligo di rammentargli che prima di aprire bocca converrebbe anche a lui schiacciare il pedale della prudenza. Già, caro Capo della Chiesa. Noi siamo più stanchi di essere accusati di razzismo che di impegnarci tutto il giorno e ogni dì a ripescare dalle acque orde di extracomunitari provenienti da ogni dove.
Cosa dobbiamo fare di più di quanto abbiamo fatto e facciamo allo scopo di alleviare le sofferenze di coloro che fuggono dalle nazioni in cui vengono maltrattati? Offrire loro di alloggiare nella cameretta dei bambini nel trilocale acquistato con mutuo, le cui rate paghiamo con la bava alla bocca? Mettere a disposizione di essi l'appartamento al mare comprato dalla nonna con i risparmi di una vita? Se questo, Santità, è quanto ci chiede in segno di solidarietà nei confronti dei naufraghi che abbiamo trascinato a riva, sia chiaro. Il suo suggerimento consiste nell'invito a donare la nostra abitazione ai disgraziati del Terzo mondo? Ci consiglia di riparare in un camper in segno di cortesia per riservare un posto agli sfortunati? Ce lo dica fuori dai denti, eviti allusioni che ci inducono a sospettare che forse lei, con infinita bontà, si riferisse nel suo sermone agli italiani anziché agli spagnoli, o a gli australiani, adusi a sparare sui naviganti in pericolo onde impedirgli di invadere i propri Paesi.
Precisi le sue intenzioni, caro Papa. Gli equivoci non giovano a nessuno semmai ingenerano sospetti. La informo, eminentissimo Francesco, che l'Italia è in bolletta e non ce la fa più a ospitare uomini e donne dell'Africa e dell'Asia; non ha siti dove ricoverarli; non ne ha uno decente da assegnare neppure ai nostri compatrioti, costretti a campare in auto, al caldo o al gelo, perché privi di un tetto. Non vorrei essere villano, ma le faccio presente che le curie di varie città (per esempio Milano, e anche Bergamo, che conosco perché vi sono nato) sono proprietarie di numerosi immobili di lusso vantaggiosamente affittati. La prego: li metta a disposizione dei profughi, dopo di che avrà titolo per dire a noi di fare altrettanto, ammesso che siamo abbastanza abbienti per competere con lei in fatto di patrimonio in mattoni.
Facile dire ai cittadini: siate accoglienti coi derelitti. Più difficile, anche per i preti, esercitarsi nell'imitazione di Cristo. Sia fatta la volontà del Signore? Certo. Cominciate voi a farla. Noi ci siamo portati abbastanza avanti, fin troppo. Ultima prece, questa volta non diretta a lei, monsignor Bergoglio, ma ai governanti italiani. Desiderate realizzare le esortazioni del Papa? Bravi. Allora diteci come è necessario comportarsi. Avete un programma serio allo scopo di destinare una parte di Italia quale territorio idoneo a essere occupato da chi scappa dal proprio? Forza, non siate timidi. Propongo, per cominciare, che il primo luogo da invadere sia il vostro giardino fiorito, signori buonisti. Radunate in piazza di Spagna, a Roma, e in San Babila, a Milano, i disperati che giungeranno domani nella nostra patria; teneteli nei vostri sfarzosi quartieri. State sicuri che poi sarete imitati dal volgarissimo popolo. Vero, Francesco?
IL PAPA E L'IMMIGRAZIONE
Per il tema dell’immigrazione il Pontefice cosa sta facendo? Forse “predica bene ma razzola male”? Sono certo che S. Francesco avrebbe spalancato tutte le porte delle strutture di proprietà del Vaticano per ospitare i poveri immigrati di Gianni Porzi
Il Papa e l’immigrazione
di
Gianni Porzi
Secondo Papa Francesco, che è ritornato sul tema dell’immigrazione, respingere in mare i migranti è un atto di guerra. E’ indubbiamente un’affermazione molto forte, ma le parole del Papa vanno ascoltate col dovuto rispetto, meditate e possono tuttavia essere anche commentate.
Innanzi tutto mi permetto di nutrire qualche perplessità sul fatto che respingere i migrati sia un atto di guerra, eventualmente è un atto sicuramente non caritatevole verso il prossimo (come anche ridurre in povertà milioni di italiani), diciamo disumano quindi eticamente condannabile, ma parlare di atto bellico mi sembra un’esagerazione. In secondo luogo voglio sperare che una tale affermazione non sia rivolta al nostro Paese perché non risponderebbe assolutamente a verità. L’Italia non respinge nessuno, anzi fa di tutto per soccorrere i migranti prelevandoli addirittura anche a poche miglia dalle coste libiche. I migranti vengono accolti in terra italica dove vengono curati, sfamati, vestiti, ecc.; quindi il nostro Paese per quanto concerne l’accoglienza penso sia inattaccabile sotto tutti punti di vista - anzi, eventualmente, fa anche troppo - tant’è che il flusso migratorio continua senza sosta perché ormai è a tutti noto che in Italia i migranti vengono accolti a braccia aperte. Se fossimo “cattivi” i flussi migratori diminuirebbero, cosa che invece non avviene.
Comunque, non so per quanto tempo ancora il nostro Paese potrà accogliere migranti senza che si scateni un preoccupante conflitto sociale; ci sono disoccupati, anziani percettori di pensione minima, cioè italiani, che purtroppo sono tanti, troppi, che non riescono ad arrivare a fine mese e sono costretti a rivolgersi alla Caritas. Ma questo è un problema che dovrebbe affrontare seriamente, con intelligenza, capacità, competenza quel governo che non c’è. Infatti, abbiamo solo un gruppo di servitori agli ordini di un illusionista che si ripete al punto che ormai anche buona parte degli italioti non gli dà più credito.
Ritornando alle parole del Papa Francesco, che giustamente predica la carità, l’amore per il prossimo, quindi l’aiuto verso i bisognosi, la carità (che va sottolineato che non è solo un fatto materiale), il rispetto per la vita, quindi la pace, ritengo siano tutti principi condivisibili, direi da Paradiso terrestre, e che potrebbero essere sintetizzate nel detto popolare “volemoce bene”. E’ ovvio che il Pontefice predichi i principi del cattolicesimo, ma la predicazione dovrebbe essere, a mio modesto avviso, accompagnata da esempi concreti per mettere in evidenza l’applicazione di quei principi morali. L’esempio è molto importante altrimenti si rischia di scivolare in un altro detto popolare “predica bene, ma razzola male”. La domanda quindi che sorge spontanea è : per quanto riguarda il tema dell’immigrazione il Pontefice cosa sta facendo? La Santa sede ha messo a disposizione dei migranti centri di accoglienza nelle proprie strutture (seminari dismessi, conventi semi vuoti, appartamenti vuoti riservati ai Cardinali, ecc.)? Sarebbero strutture adeguate per l’accoglienza, altrimenti si fanno moniti ma nulla di concretamente utile che servirebbe anche come esempio.
Sono certo che S. Francesco avrebbe spalancato tutte le porte delle strutture di proprietà del Vaticano per ospitare i poveri immigrati.
Prof. Gianni Porzi
Gianni Porzi è nato a Perugina, risiede a Casalecchio di Reno, vicino Bologna. Dal 1984, fino al pensionamento per raggiunti limiti di età, è stato Prof. di Ruolo del settore scientifico disciplinare CHIM06 (Chimica Organica) presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. di Bologna. Ha sempre svolto attività di ricerca scientifica nel campo della “sintesi organica”, producendo numerosi lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali, due brevetti e partecipazioni a Congressi nazionali ed internazionali. Con Colleghi di altri Atenei costituì il Consorzio Interuniversitario di ricerca in “Chimica del sistema suolo-pianta” e del quale è stato per un periodo Direttore. Si è pertanto occupato anche di studi sulla degradazione di prodotti agrochimici e in particolare di pesticidi. Ha fatto parte del “Comitato Chimico 03” deputato alla distribuzione dei fondi per la Ricerca Fondamentale Orientata (RFO) dell’Università di Bologna. E’ stato poi per sei anni membro del Senato Accademico e nel marzo 2009 è stato nominato Rappresentante del Governo nel Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bologna del quale ha fatto parte fino al maggio 2012. Dal 2012 è pubblicista per il Corriere delle Regioni con articoli sia di interesse generale che riguardanti quel mondo universitario in cui ha svolto la sua attività per oltre 40 anni.
Il Papa si schiera con l’invasione.
di Luciano Lago
Il Papa Francesco leva alta la sua voce per lanciare un preciso messaggio a favore dell’invasione africana: Respingere migranti in mare «è un conflitto non risolto, è guerra, si chiama violenza, si chiama uccidere”, ha detto il Papa.
Il messaggio della massima autorità’ della Chiesa cattolica è’ quindi chiaro è palese: l’invasione di masse di migranti nella penisola è un bene e non si deve fermare, bisogna accoglierli tutti a prescindere dalla possibilità’ di farlo, dalle risorse necessarie, a prescindere delle conseguenze sociali, culturali ed economiche sulla popolazione di un paese come l’Italia, già’ sovrappopolato, in profonda crisi e con scarse risorse che non gli consentono di assicurare una sopravvivenza dignitosa neppure a centinaia di migliaia di cittadini italiani, di famiglie italiane ed anche di stranieri gia’ residenti, caduti in miseria per la perdita del lavoro, della casa e dei mezzi per condurre una esistenza dignitosa.
Accogliere mezza Africa in Italia con tutte le popolazioni di qualsiasi provenienza, che siano migranti o profughi, vanno bene tutti, da qualche parte li sistemeremo, loro hanno la precedenza, si sa, su tutti gli altri , lo afferma indirettamente il Papa, non avete il diritto di respingerli.
Loro sono i portatori di “nuove culture” che diverranno prima o poi prevalenti sulla nostra ma non importa, anzi meglio: si realizzerà’ quella società’ multiculturale, quella utopia della “fratellanza universale” (vecchio ideale massonico) che tanto piace ai sostenitori del Pensiero Unico mondialista e globalizzato, in vista dell’avvento del Nuovo Ordine Mondiale, auspicato dai poteri dominanti ed a cui anche il Papa si inchina.
Nel frattempo, nell’attesa di qesto “nuovo mondo” che verrà , secondo i buonisti , gli scafisti ringraziano per il loro giro d’affari che continua ad incrementarsi ed anche le mafie che, grazie all’immigrazione clandestina ed al traffico di carne umana, possono contare su una mano d’opera di riserva disponibile ad ogni prezzo. Questi i veri effetti reali delle porte spalancate all’accoglienza per tutti. La prostituzione e lo sfruttamento minorile, lo schiavismo sono in crescita in questo paese ma la Chiesa non vede le cause, si preoccupa soltanto degli effetti quando questi diventano difficilmente rimediabili.
D’altra parte il messaggio viene lanciato da questo Papa , lo stesso che ha predicato l’ integrazione di tutte le culture e religioni, che si e’ recato, nei suoi viaggi, ad omaggiare una moschea ed a pregare con gli islamici, lui che ha baciato il Corano è che, recatosi anche in Israele, da quelli che chiama “i nostri fratelli maggiori”, ha reso omaggio alla tomba di Theodor Herzl, il fondatore del sionismo, ideologia anticristiana, ma tale dettaglio non importa.
Queste visite avvenivano in contemporanea mentre i nostri”fratelli islamici” dello Stato Islamico, armati dalle stesse potenze occidentali, nelle terre di Siria o dell’Iraq, tagliavano la testa a centinaia di persone, cristiane, sciiti o drusi , considerati da loro colpevoli di essere “eretici”.
Questo Papa non ha parlato, se non in modo generico, delle persecuzioni a cui sono sottoposte le comunità’ cristiane in Medio Oriente e non ha mai sconfessato la cultura islamica (salafita e wahabita) che legittima le violenze. Tanto meno questo Papa ha raccolto gli appelli e le grida di aiuto lanciate dai primati delle chiese cristiane di Siria e dell’Iraq, assediate dalle milizie islamiche armate e sostenute dall’Occidente. Vedi: Vicario apostolico di Aleppo: …… .è proprio la comunità internazionale, sono le potenze in campo (Stati Uniti, Arabia Saudita, Turchia, Francia che forniscono armi, combattenti, addestramento militare e ideologico) che “soffiano sul conflitto e forniscono armi sempre più pesanti e letali ai combattenti”. “
Questo Papa non ha parlato, se non in modo generico, delle persecuzioni a cui sono sottoposte le comunità’ cristiane in Medio Oriente e non ha mai sconfessato la cultura islamica (salafita e wahabita) che legittima le violenze. Tanto meno questo Papa ha raccolto gli appelli e le grida di aiuto lanciate dai primati delle chiese cristiane di Siria e dell’Iraq, assediate dalle milizie islamiche armate e sostenute dall’Occidente. Vedi: Vicario apostolico di Aleppo: …… .è proprio la comunità internazionale, sono le potenze in campo (Stati Uniti, Arabia Saudita, Turchia, Francia che forniscono armi, combattenti, addestramento militare e ideologico) che “soffiano sul conflitto e forniscono armi sempre più pesanti e letali ai combattenti”. “
Il Papa, con questo appello, si è’schierato di fatto con le Centrali mondialiste del “Pensiero Unico”, quelle che vogliono la dissoluzione degli Stati nazionali e che prescrivono l’annullamento delle culture nazionali destinate a scomparire ed amalgamarsi in una unica grande cultura universale e mondialista. Al Papa Francesco forse non interessa neppure difendere l’dentità cattolica che, con l’imigrazione di massa, sarebbe destinata ad essere sommersa dalle culture intolleranti ed aggressive come quella islamica sunnita e wahabita di cui stanno facendole spese le comunità cristiane e di altre confessioni in Medio Oriente.
Nel frattempo i migranti gia’ arrivati e fraternamente accolti, in vari luoghi della penisola hanno iniziato ad “agitarsi”: ci avete promesso una buona accoglienza e poi ci alloggiate in alberghi scomodi, senza il Wi Fi ,non ci date ancora lo stipendio, il vitto non ci piace, i servizi igienici sono carenti, la sistemazione è’ carente, ecc.. Così’ accade vicino Napoli, ad Eraclea ed in tanti altri posti. Vedi: «Dateci soldi per vivere e condizioni umane», immigrati devastano hotel in Campania,
Rimane una possibilità': indirizzare tutti i reclami alla direziobne della Città del Vaticano, forse loro potranno provvedere ad una sistemazione dei clandestini con maggiori “confort” visto che si devono considerare “risorse” per l’Italia, lo possono essere anche per lo Stato Vaticano che non manca di immobili spaziosi e confortevoli dove alloggiarli. Non c’è da meravigliarsi per queste proteste, considerando che molti migranti clandestini arrivano in Italia proprio per l’illusione di trovare un paese accogliente e con molte possibilità da offrire loro, vista la propaganda fatta dai media, dallo stesso Vaticano, dalle organizzazioni cattoliche “progressiste”, da personaggi come la Boldrini, Renzi, Marino, Alfano e da altri esponenti del pensiero unico mondialista e buonista.
Rimane una possibilità': indirizzare tutti i reclami alla direziobne della Città del Vaticano, forse loro potranno provvedere ad una sistemazione dei clandestini con maggiori “confort” visto che si devono considerare “risorse” per l’Italia, lo possono essere anche per lo Stato Vaticano che non manca di immobili spaziosi e confortevoli dove alloggiarli. Non c’è da meravigliarsi per queste proteste, considerando che molti migranti clandestini arrivano in Italia proprio per l’illusione di trovare un paese accogliente e con molte possibilità da offrire loro, vista la propaganda fatta dai media, dallo stesso Vaticano, dalle organizzazioni cattoliche “progressiste”, da personaggi come la Boldrini, Renzi, Marino, Alfano e da altri esponenti del pensiero unico mondialista e buonista.
Si tratta di personaggi della sinistra mondialista, ex comunisti e cattolici i quali, per interesse di parte e per sudditanza ai poteri dominanti, inseguono l’utopia della “fratellanza universale” perfettamente compatibile con l’obiettivo massonico del “nuovo ordine mondiale”.
A queste consorterie laiche o religiose, cultrici ante litteram dell’omologazione mondialista, a questi personaggi “ politicamente corretti” che hanno in passato criticato ogni forma di autoritarismo, non sembra vero poter aspirare un nuovo ordine universalistico, anche se questo viene esercitato da una forma monopolistica di potere autodefinitosi “democratico”.
Queste organizzazioni, che sono state avversarie storiche di ogni forma di nazionalismo o di idea nazionale, sono favorevoli all’idea utopistica dell’avvento di una società planetaria con l’abolizione di ogni frontiera, annullamento delle differenze fra i popoli, tutti unificati nell’ideologia del “pensiero unico” e nell’adorazione di un unico Dio ( possibilmente quello di Israele ). Sfugge a questi “sprovveduti” il rovescio della medaglia che consiste nell’asservimento dell’umanità, attraverso la globalizzazione, ad una de localizzata distribuzione della produzione e del commercio ad un unico centro di potere costituito dalla grande finanza sovranazionale (secondo il progetto mondialista).
A queste consorterie laiche o religiose, cultrici ante litteram dell’omologazione mondialista, a questi personaggi “ politicamente corretti” che hanno in passato criticato ogni forma di autoritarismo, non sembra vero poter aspirare un nuovo ordine universalistico, anche se questo viene esercitato da una forma monopolistica di potere autodefinitosi “democratico”.
Queste organizzazioni, che sono state avversarie storiche di ogni forma di nazionalismo o di idea nazionale, sono favorevoli all’idea utopistica dell’avvento di una società planetaria con l’abolizione di ogni frontiera, annullamento delle differenze fra i popoli, tutti unificati nell’ideologia del “pensiero unico” e nell’adorazione di un unico Dio ( possibilmente quello di Israele ). Sfugge a questi “sprovveduti” il rovescio della medaglia che consiste nell’asservimento dell’umanità, attraverso la globalizzazione, ad una de localizzata distribuzione della produzione e del commercio ad un unico centro di potere costituito dalla grande finanza sovranazionale (secondo il progetto mondialista).
Sappiamo che le migrazioni di massa sono anche una conseguenza della destabilizzazione dei paesi del Medio Oriente e dell’Africa prodotta dalle scellerate operazioni belliche neocoloniali (vedi Libia, Iraq, Siria, Somalia, Sudan, ecc.) fatte dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Alleati come Francia e Regno Unito che si guardano bene dall’assumersi le responsabilità di quelle azioni e da volersi prendere carico della massa di profughi che arrivano da quelle regioni. Su questo tema sarebbe stato interessante sentire un messaggio del Papa, non pervenuto.
Più facile parlare d’altro.
Nella foto in alto: Il Papa Francesco incontra i ragazzi del “movimento eurcaristico”
http://www.controinformazione.info/il-papa-si-schiera-con-linvasione/#more-12376
La misericordia e la giustizia – di Piero Vassallo
Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre a perdifiato nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo. Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione di pie minestre e di sacri passaporti per l’Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia evangelica.
di Piero Vassallo
.
Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre a perdifiato nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo.
Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione di pie minestre e di sacri passaporti per l’Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia evangelica.
Nel Vangelo di Luca, 17-11 e seguenti, si legge infatti che la misericordia esige la gratitudine e la conversione di coloro che ricevono i suoi benefici.
I miracoli di Gesù Cristo indirizzano i miracolati alla conversazione celeste, non ad effimere e illusorie beatitudini da consumare nel breve giro della vita in terra. Nel breve racconto lucano si legge chiaramente la differenza che corre tra la misericordia materiale e gli spirituali effetti che discendono o non discendono dal ricevimento del dono della miracolosa guarigione.
San Luca rammenta appunto un episodio della vita di Gesù: l’incontro con dieci lebbrosi e la risposta al grido Gesù abbi pietà di noi: “Andate e presentatevi ai sacerdoti“.
La misericordia divina risana i malati: “E mentre essi andarono essi furono purificati”. Dieci guarigioni e dieci uomini riconoscenti? Purtroppo solo uno dei miracolati, un samaritano, si presentò a Gesù per ringraziarlo. E Gesù addolorato dall’ingratitudine dei nove lebbrosi risanati: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato”.
Non è seriamente credibile che i nove ingrati siano giustificati. La misericordia corporale non gira su ruote indipendenti dalla misericordia spirituale: la gerarchia dei valori smentisce la teologia in corsa verso gli orizzonti sociali, dove fioriscono le cucine ecumeniche.
La sollecitudine per i poveri migranti, ad esempio, non può essere dissociata dall’obbligo di evangelizzare. Il pane distribuito dalla pietà orizzontale – piamente anodina – è spiritualmente sterile.
I poveri oltre che bocche da sfamare sono creature destinate a una beatitudine eterna, che difficilmente – difficilissimamente – si può ottenere dalla sequela, mai statuariamente onesta, delle dottrine spacciate da falsi profeti, quale fu, ad esempio, Maometto.
Il pane della misericordia cattolica non può essere consegnato ai pellegrini dell’errore quale viatico e giustificazione del loro ingannevole cammino.
Da questo punto di vista il bacio al corano equivale, purtroppo, a una inconsapevole approvazione del cammino di perdizione suggerito da un mistificatore.
Il dovere verso i migranti inoltre contempla l’obbligo di tutelare la tranquillità nell’ordine, cui hanno diritto le popolazioni ospitanti. Diritto sistematicamente violato dalla folla dei delinquenti d’importazione.
Il civile rispetto che è dovuto agli stranieri non può rovesciarsi nella tolleranza di princìpi (e di atti) contrari alla legge dello stato, al diritto naturale e alla fede cattolica.
L’ecumenismo in fuga dal giusto e indeclinabile obbligo di fronteggiare la delinquenza d’importazione, incoraggia (si spera involontariamente) le trasgressioni degli immigrati e nei nativi produce la collera, che purtroppo alimenta xenofobia e sorda avversione al clero cattolico.
Il veleno insinuato dal lassismo pseudoecumenico e strutturalmente demenziale dei radicali di Pannella e della Bonino, ha prodotto una cultura catatonica, che insinua le sue paralizzanti suggestioni nella mente degli italiani. Purtroppo non destano l’allarme delle narcotizzate autorità politiche e di quella religiose le trasmissioni televisive liberali, nelle quali è concesso il diritto di delirare agli islamici, che promuovono ad alta voce un dualismo giuridico, contemplante – a carico dei paesi cristiani – l’obbligo di tollerare le organizzazioni maomettane e il diritto degli stati islamici di contrastare o addirittura di opprimere le comunità cristiane.
Le inquietanti prediche gridate dai tele-teologi maomettani sotto l’ala protettiva di una sinistra allo sbando dovrebbero almeno destare l’attenzione del santo clero, che peraltro è minacciato (insieme con i fedeli) dall’espansione da una presenza arrogante e minacciosa, consentita dalla pietà politicante dura d’orecchi e di cervice.
http://www.riscossacristiana.it/la-misericordia-e-la-giustizia-di-piero-vassallo/
di Piero Vassallo
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Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre a perdifiato nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo.
Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione di pie minestre e di sacri passaporti per l’Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia evangelica.
Nel Vangelo di Luca, 17-11 e seguenti, si legge infatti che la misericordia esige la gratitudine e la conversione di coloro che ricevono i suoi benefici.
I miracoli di Gesù Cristo indirizzano i miracolati alla conversazione celeste, non ad effimere e illusorie beatitudini da consumare nel breve giro della vita in terra. Nel breve racconto lucano si legge chiaramente la differenza che corre tra la misericordia materiale e gli spirituali effetti che discendono o non discendono dal ricevimento del dono della miracolosa guarigione.
San Luca rammenta appunto un episodio della vita di Gesù: l’incontro con dieci lebbrosi e la risposta al grido Gesù abbi pietà di noi: “Andate e presentatevi ai sacerdoti“.
La misericordia divina risana i malati: “E mentre essi andarono essi furono purificati”. Dieci guarigioni e dieci uomini riconoscenti? Purtroppo solo uno dei miracolati, un samaritano, si presentò a Gesù per ringraziarlo. E Gesù addolorato dall’ingratitudine dei nove lebbrosi risanati: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato”.
Non è seriamente credibile che i nove ingrati siano giustificati. La misericordia corporale non gira su ruote indipendenti dalla misericordia spirituale: la gerarchia dei valori smentisce la teologia in corsa verso gli orizzonti sociali, dove fioriscono le cucine ecumeniche.
La sollecitudine per i poveri migranti, ad esempio, non può essere dissociata dall’obbligo di evangelizzare. Il pane distribuito dalla pietà orizzontale – piamente anodina – è spiritualmente sterile.
I poveri oltre che bocche da sfamare sono creature destinate a una beatitudine eterna, che difficilmente – difficilissimamente – si può ottenere dalla sequela, mai statuariamente onesta, delle dottrine spacciate da falsi profeti, quale fu, ad esempio, Maometto.
Il pane della misericordia cattolica non può essere consegnato ai pellegrini dell’errore quale viatico e giustificazione del loro ingannevole cammino.
Da questo punto di vista il bacio al corano equivale, purtroppo, a una inconsapevole approvazione del cammino di perdizione suggerito da un mistificatore.
Il dovere verso i migranti inoltre contempla l’obbligo di tutelare la tranquillità nell’ordine, cui hanno diritto le popolazioni ospitanti. Diritto sistematicamente violato dalla folla dei delinquenti d’importazione.
Il civile rispetto che è dovuto agli stranieri non può rovesciarsi nella tolleranza di princìpi (e di atti) contrari alla legge dello stato, al diritto naturale e alla fede cattolica.
L’ecumenismo in fuga dal giusto e indeclinabile obbligo di fronteggiare la delinquenza d’importazione, incoraggia (si spera involontariamente) le trasgressioni degli immigrati e nei nativi produce la collera, che purtroppo alimenta xenofobia e sorda avversione al clero cattolico.
Il veleno insinuato dal lassismo pseudoecumenico e strutturalmente demenziale dei radicali di Pannella e della Bonino, ha prodotto una cultura catatonica, che insinua le sue paralizzanti suggestioni nella mente degli italiani. Purtroppo non destano l’allarme delle narcotizzate autorità politiche e di quella religiose le trasmissioni televisive liberali, nelle quali è concesso il diritto di delirare agli islamici, che promuovono ad alta voce un dualismo giuridico, contemplante – a carico dei paesi cristiani – l’obbligo di tollerare le organizzazioni maomettane e il diritto degli stati islamici di contrastare o addirittura di opprimere le comunità cristiane.
Le inquietanti prediche gridate dai tele-teologi maomettani sotto l’ala protettiva di una sinistra allo sbando dovrebbero almeno destare l’attenzione del santo clero, che peraltro è minacciato (insieme con i fedeli) dall’espansione da una presenza arrogante e minacciosa, consentita dalla pietà politicante dura d’orecchi e di cervice.
http://www.riscossacristiana.it/la-misericordia-e-la-giustizia-di-piero-vassallo/
Calderoli, Lega: il Papa come Renzi. Ma non so chi dei due si offende
POLEMICA VATICANO-LEGA/ Roberto Calderoli ad Affaritaliani.it: "Mi sembra un po' un Papa alla Renzi. Tutti i giorni una serie di comunicati, di slogan...ci mancano solo le slide e poi è come il segretario del Pd"
Il senatore leghista Roberto Calderoli interviene sulla polemica tra Matteo Salvini e il Vaticano in merito all'accoglienza dei migranti. "Io ho voluto conoscerlo all'inizio del suo mandato, perché ero rimasto affascinato da questo Papa che parlava come le persone normali e non dall'alto del Vaticano", premette l'ex ministro delle Riforme in un'intervista ad Affaritaliani.it. "L'ho conosciuto e gli ho parlato brevemente e avevo confermato questo mio innamoramento di questa persona. Però, con il tempo, è un po' venuto meno questa sorta di amore nei suoi confronti". Per quale motivo? "Mi sembra un po' un Papa alla Renzi, ma non so chi dei due si offende. Tutti i giorni una serie di comunicati, di slogan...ci mancano solo le slide e poi è come il segretario del Pd".
Calderoli non esclude un incontro, magari insieme a Salvini, con Papa Francesco. "Se ci fosse un invito non ci sarebbe nessun problema, sicuramente da parte mia e credo anche da parte di Salvini. Io posso capire quello che cerca di dire il Papa, però la domanda che pongo rispetto alle soluzioni che sostanzialmente dicono che dobbiamo accogliere chiunque cerca di venire da noi è la seguente: ci sono un miliardo e 200 milioni di persone in Africa, se decidessero tutti di venire di qua, cosa facciamo? Il mondo deve rispondere a delle regole. E la regola è che tu non puoi entrare illegalmente in un paese, spacciandoti per richiedente asilo quando i tre quarti di queste persone sappiamo che non scappano da guerre".
Lo stesso Salvini si è ironicamente chiesto se i migranti li stanno portando anche in Vaticano... "In Vaticano c'è addirittura, non ricordo l'anno esatto in cui è stata emanata, una legge dello Stato Pontificio che prevede che nessuno possa entrare senza una debita autorizzazione. Chiunque lo faccia può essere anche arrestato. E questa legge non è più stata modificata da allora".
Calderoli conclude: "Papa Francesco fa bene a pensare alle anime, ma anche a quelle di casa nostra...e non solo a quelle che vengono da fuori". E ancora: "Per me è stata una delusione quando ho visto che ha ricevuto la falce e il martello con su il crocefisso e non glielo ha piazzato sulla testa o non l'ha rifiutata. Oppure quando ha preso il sacchetto di foglie di coca e se l'è appeso al collo. Mi diapisce per il Papa, ma il messaggio che passa ai giovani deve essere di tutt'altra natura".
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