IL VENTO E' CAMBIATO E COMUNIONE E FATTURAZIONE CAMBIA STRATEGIA E AL MEETING LASCIA GIÙ DAL PALCO I CIELLINI INGUAIATI – AL POSTO DI LUPI E FORMIGONI, ARRIVA IL GIGLIO MAGICO DI RENZI – L’ANNO SCORSO IL BULLETTO TOSCANO AVEVA PREFERITO I BOY SCOUT
Dimenticati i solidi rapporti con Bersani, Cl apre le porte di Rimini al presidente del Consiglio, all’uomo delle coop Giuliano Poletti, a Paolo Gentiloni, Pier Carlo Padoan, Gian Luca Galletti, Graziano Delrio e Maurizio Martina…
Antonio Signorini per “il Giornale”
La versione ufficiale è che sarà un Meeting il più possibile depoliticizzato. Ma, siccome anche le assenze hanno un peso, qualche scelta politica Cl sembra averla fatta ed emerge chiaramente dal programma della kermesse riminese. C'è ad esempio la scomparsa quasi totale del Nuovo centrodestra, partito la cui linea sarebbe in realtà molto vicina a quella del movimento fondato da Don Luigi Giussani.
Nell' agenda della sei giorni che inizia giovedì non c' è traccia di Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia e primo uomo politico ciellino lanciato nella politica nazionale nei lontani anni Ottanta.
Ma manca anche l' attuale capogruppo di Area popolare alla Camera, Maurizio Lupi. Ex ministro alle Infrastrutture, vicinissimo al popolo del Meeting. Segno che Comunione e liberazione non ha più padrini politici, è una delle interpretazioni che circolano.
Ma il Meeting non può non fare scelte politiche. Se non altro rivolgendo l' attenzione verso una direzione o un' altra. Quello che è subito emerso a programma completato, è l' attenzione a quello che c' è di nuovo in politica. In primo luogo il governo di Renzi, il rottamatore. Preferito alla vecchia sinistra di governo con la quale il Meeting ha avuto sempre rapporti di buon vicinato. Ma anche il Movimento 5 stelle.
Andiamo con ordine. Il fatto più importante di quest' anno è la presenza del premier. L' anno scorso Matteo Renzi aveva rifiutato di partecipare, preferendo un incontro di Boy Scout a San Rossore in Toscana. La sua presenza ha un valore duplice. Primo, il premier, che è un cattolico militante, ha deciso di fare un mezzo dispetto al mondo dal quale proviene.
Quello della sinistra lapirania. Un mondo che con Cl c' entra pochissimo e che sicuramente non apprezzerà la scelta di Rimini. Secondo, il Meeting sembra avere scaricato, almeno per il momento, la sinistra che sembrava piacergli di più. Quella emiliana alla Pier Luigi Bersani, presenza quasi fissa. E nemico giurato del premier. Vero che ci sarà Giuliano Poletti, che è di quella scuola, ma che poi è diventato un fedelissimo renziano.
Per il resto il governo rappresentato alla grande. Ci sono Paolo Gentiloni, Pier Carlo Padoan, Gian Luca Galletti, Graziano Delrio, Maurizio Martina. Spunta anche un pezzo di vecchia sinistra. Quella orogliosamente perdente di Fausto Bertinotti, che parteciperà in qualità di presidente della Fondazione «Cercare Ancora». Poi la politica «emergente» e anti sistema. Nel programma c' è Mattia Fantinati, deputato M5S. Chissà se tirerà fuori l' appellativo usato da Beppe Grillo per Cl, sbeffeggiata come «Comunione e fatturazione».
Poi, appunto, le assenze. Lupi e Formigoni non fanno parte del parterre . Non ci sono nemmeno altri esponenti di Ncd che si sono distinti su temi cari al popolo del Meeting come la difesa della vita. La ruota della politica gira. E i riflettori di Cl si muovono ancora più velocemente.
NAPOLITANO AL MEETING DI RIMINI
Chiunque dovesse inviare la propria biografia per un evento importante metterebbe senza dubbio in evidenza il proprio incarico più prestigioso. Non è il caso di Azzeddine Gaci, Rettore della moschea di Villeurbanne e presidente del consiglio regionale del culto musulmano Rhône-Alpes, che parteciperàall'evento di apertura del Meeting di Rimini “Le religioni sono parte della soluzione, non il problema” unitamente ad altri ospiti di tutto rispetto quali Haïm Korsia, Gran Rabbino di Francia e il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Nella lunga e dettagliata biografia, che compare sul sito del Meeting e che sarà stata fornita da Gaci, si elencano i numerosi eventi relativi al dialogo interreligioso organizzati dall'imam francese, si ricorda il viaggio da lui organizzato al monastero dei monaci di Tibhirine in Algeria, si ricorda l'incontro con Papa Francesco nel gennaio scorso.
Manca dalla biografia ogni riferimento al suo ruolo in seno all'Union des Organisations Islamiques de France (UOIF) di cui è membro del direttivo in quanto responsabile del dialogo interreligioso. L'UOIF è l'organizzazione islamica che in Francia è ideologicamente collegata con i Fratelli musulmani, tanto da essere inclusa nel novembre 2014 nell'elenco delle organizzazioni terroristiche degli Emirati Arabi Uniti. Pur tralasciando ogni giudizio sulla designazione emiratina, molti dati di fatto confermano il rapporto stretto tra l'UOIF e la Fratellanza. L'UOIF viene fondata nel marzo 1983 da Ahmed Mahmoud (nato in Egitto nel 1947), Mahmoud Zouhair (nato in Iraq nel 1952) e Mohamed Khaldoun Bacha (nato nel 1955 in Siria) all'epoca studenti in Francia. Nell'ottobre dello stesso anno sono due tunisini Ahmed Jaballah e Abdallah Ben Mansour diventano rispettivamente Presidente e segretario generale dell'UOIF. Ebbene il nome di Ahmed Jaballah ci conduce alla biografia di Gaci in cui si legge “Nel 2011 (26 e 27 novembre) ha avuto luogo, a Lione, il primo forum islamo-cristiano organizzato da Azzedine Gaci, rettore della moschea di Villeurbanne, e Vincent Feroldi, delegato della diocesi di Lione per le relazioni con i musulmani” e subito dopo si rammentava nella delegazione musulmana “la presenza di Ahmed Jaballah, decano dell'Istituto Europeo delle Scienze Umane di Parigi”. Ahmed Jaballah è stato presidente dell'UOIF dal 2011 al 2013 ed è membro sia del European Council for Fatwa and Research - con sede a Dublino - sia dell'International Union of Muslim Scholars, istituzioni presiedute entrambe dal teologo di riferimento della Fratellanza Yusuf Qaradawi. D'altronde anche l'Institut Européen des Sciences Humaines (IESH) è stato fondato nel 1990 per la volontà dell'UOIF e della Federation des Organisations Islamiques en Europe (FIOE), ovvero l'organizzazione che riunisce a sé la maggior parte delle organizzazioni islamiche europee ideologicamente collegate ai Fratelli musulmani.
Quanto al legame di Gaci con Abdallah Ben Mansour, attualmente presidente della FIOE, è sempre tramite il legame di entrambi con l'UOIF. Più volte Ben Mansour e Gaci hanno partecipato al Rencontre Annuel des Musulmans de France, l'evento annuale dell'UOIF cui sono stati nel corso degli anni vari personaggi la cui affiliazione ideologia prona verso la Fratellanza da Qaradawi a Tariq Ramadan.
La pagina Facebook della Moschea al-Othmane di Villeurbanne, gestita da Gaci, conferma lo stretto legame con l'UOIF. Nel corso della stagione culturale 2014-2015, la moschea ha ospitato il 28 marzo 2015 Moncef Zenati, anch'egli membro del direttivo dell'UOIF responsabile per l'insegnamento e la presentazione dell'islam, e il 14 maggio Hassan Iquioussen che Ferid Abdelkerim - un fuoriuscito dell'UOIF - ha descritto come “uno dei nipoti di Hasan al-Banna” e che è uno dei predicatori di punta dell'UOIF. Zenati e Iquioussen sono tra i predicatori più seguiti nell'ambito della Fratellanza francofona. I loro video sono pubblicati dal sitodell'associazione Havre de Savoir che ha più volte lodato Yusuf Qaradawi e i comunicati dei Fratelli musulmani. La stesso sito ha pubblicato un video di Abdallah Ben Mansour sul significato del dialogo interreligioso nell'islam.
Il presidente della FIOE spiega che non esiste in ambito islamico un vero corrispondente del termine “dialogo interreligioso” e che due sono le parole che possono essere usate. La prima, che è quella che deve essere presa in considerazione dal musulmano, si ritrova nel versetto coranico seguente: “Non dialogate se non nella maniera migliore con la gente del Libro, eccetto quelli di loro che sono ingiusti” (XXIX, 46). Ben Mansour illustra che il dialogo (jidāl) è una “prescrizione religiosa, teologica perché Dio ci ha chiesto di aprire il dialogo con la Gente del Libro” e “poiché siamo obbligati a vivere con gli ebrei e i cristiani” a maggior ragione. Tuttavia i musulmani non sono obbligati a convertirli, bensì sono obbligati a “presentare l'islam, a vivere l'islam per ottenere come conseguenza la conversione”. Il dialogo però è solo “per una élite, il dialogo per esporre la verità non è per tutti” poiché se non si hanno “gli strumenti necessari “, se non si ha “la scienza necessaria” bisogna astenersi dal parlare di teologia, il dialogo è per specialisti. Il dialogo deve essere sulla convivenza, ma non bisogna parlare con le “sommità della Chiesa cattolica per quanto concerne la teologia” poiché il dialogo sarebbe compromesso da subito poiché “pensano che Maometto non sia mai stato un profeta”. Bisogna parlare di “ambiente, di inquinamento, combattere la droga, la delinquenza, il tabagismo, combattere per la famiglia.” Ben Mansour fa quindi riferimento alla sua partecipazione alla Manif pour Tous, alla quale tra l'altro ha partecipato anche Gaci. Narra in seguito dell'invito da lui rivolto a sacerdoti e al rabbino di Amiens per celebrare il Ramadan affinché “condividano con me la spiritualità, non parlo loro del Ramadan, della spiritualità o della religione, ma li spingo verso questa spiritualità e ad apprezzare questo gesto tanto che quando il prefetto solleva qualche dubbio su di me, loro intervengono dicendo che sono una brava persona” quindi “faccio un servizio a me stesso attraverso un gesto di dialogo.” Ben Mansour accenna anche all'incontro di Maometto con i cristiani di Najran che ha fatto pregare nella propria casa/moschea, sottacendo il dibattito teologico e la richiesta di conversione rivolta ai cristiani (si veda la traduzione completa dell'incontro così come narrata nella biografia ufficiale di Maometto). La conclusione è che “i francesi si convertono non per le conferenze di Zenati o Tariq Ramadan, ma per la forza stessa dell'islam”.
Per ritornare a Gaci, le sue posizioni ufficiali sono più morbide, sono più aperte e le sue dichiarazioni più generiche e populiste rispetto a quelle di Ben Mansour. Ma basterebbe guardare il blog dell'imam Abdallah, che insegna “fede islamica per i primi anni di scienze islamiche” e tiene il corso “sulla famiglia musulmana per il secondo anno e accompagna il terzo anno per i temi di ricerca” presso l'istituto E.T.I.C. della Moschea Othmane , per comprendere che il contesto in cui si muove l'ospite del Meeting è quello della Fratellanza. L'imam Abdallah nel suo saggio Le basi del rapporto con i non musulmani pone in bibliografia Yusuf Qaradawi, Faysal Mawlawi e Ali Muhi al-Din al-Qaradaghi ovvero tutti pensatori legati alla Fratellanza. A pagina 4 del testo si legge “In quanto musulmano, senza alcun sentimento di superiorità né orgoglio, sono convinto che l'islam sia la via di salvezza e la religione della verità che Dio ha scelto per l'umanità”. A pagina 12 si precisa che “Allah insegna ai credenti una lezione: nessun credente deve, a prescindere dalle circostanze e dalle motivazioni delle sue azioni, stringere legami d'amicizia o d'affetto con i miscredenti che sono apertamente ostili all'islam. Ogni musulmano dovrebbe astenersi da ogni azione che possa rendere un favore ai miscredenti apertamente ostili all'islam. Ciononostante non v'è alcun male a intrattenere buoni rapporti con coloro tra i miscredenti che non partecipano ad azioni ostili all'islam e non perseguitano i musulmani.”
A pagina 13 l'imam Abdallah affronta la tematica del matrimonio interreligioso con altrettanta chiarezza: “Il matrimonio di un musulmano con una donna credente delle Genti del Libro non è raccomandato. Ciononostante l'islam autorizza questo tipo di matrimonio e questo è una prova che un rapporto d'amore e affetto è possibile. Non è immaginabile che l'islam autorizzi un musulmano a prendere in moglie una donna delle genti del libro e al contempo non autorizza alcun affetto né amore verso questa donna che diventa la compagna della sua vita, la madre dei suoi figli e la persona a lui più vicina”. A pagina 18 ribadisce che “il matrimonio tra una musulmana e non musulmano anche se è credente e appartiene alle genti del Libro è strettamente vietato”, che “i figli nati da un matrimonio misto devono essere educati secondo la fede musulmana che riconosce e rispetta tutte le rivelazioni, tutti i profeti e inviati”.
Il fatto che l'imam Abdallah insegni proprio nella moschea gestita da Gaci e che faccia riferimento a fonti legate alla Fratellanza e il fatto che Gaci si sia dimenticato di dichiarare l'appartenenza al direttivo dell'UOIF, organizzazione da cui non ha mai preso le distanze e a cui continua a contribuire, induce a pensare che il Meeting sia caduto nella stessa trappola in cui è caduto Papa Francesco e altri religiosi prima di lui. Offrire un palcoscenico importante, anche a livello politico, come quello di Rimini, alla strumentalizzazione che ne farà l'ideologia della Fratellanza in Europa, è un'enorme responsabilità che avrà ripercussioni anche in Italia nella gestione dei rapporti con l'islam che non ha rappresentanti ufficiali, tantomeno nei Fratelli musulmani e in chi crede nel loro monopolio dell'islam e dei musulmani.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-al-meeting-sara-un-islamista-a-dare-lezioni-di-dialogo-13566.htm
Oggi si assiste ad una trasformazione genetica del Movimento che più di tutti, nel recente passato, aveva proposto la fede come impegno concreto nel quotidiano. Il Movimento che ha avuto in Giovanni Paolo II, il papa della famiglia, e in Benedetto XVI, il papa avversario del relativismo e amante della ragione, i suoi due grandi protettori.
Un tempo Cl seguiva loro, aveva un rapporto privilegiato con mons. Biffi, Mons. Caffarra,
mons. Scola… tutti più o meno fedeli alla linea della fede come apertura alla realtà, anche quella politica e sociale; tutti impegnati in un vero dialogo con il mondo, cioè un dialogo che non ha paura di incontrare il mondo, e di scontrarsi con esso.
Oggi Cl segue la linea di Galantino, cita le sue frasi per giustificare la sua assenza il 20 giugno.
Ma questo crea incertezze, lacerazioni, tra gli stessi ciellini…
E’ una tristezza, ma la soluzione non è fingere che il problema non ci sia. Semmai tornare alla storia.
Della Chiesa, cui la attuale dirigenza di Cl si richiama, dimostrando una totale incomprensione di cosa furono e cosa fecero i primi cristiani, e di Cl stessa.
Lo faremo a puntate, pubbblicando dei documenti.
Il primo, quello in alto, è tratto dal libro di un testimone di I piano, Mons. Camisasca, intitolato: In cammino dentro il mondo. La storia di Cl.
Vi si parla di “battaglia culturale, giuridca e politica“; vi si narra proprio l’impegno per la famiglia, con un sindacato di cui faceva parte Giuseppe Zola, anche oggi in I linea per un dialogo vero con il mondo: un dialogo franco, aperto, non “ad un tavolo” inesistente, come vorrebbe mons. Galantino, ma al tavolo della vita, della scuola, della piazza… Il dialogo che voleva il papa venuto dall’est, ladove proprio la famiglia era stato il bersaglio principale; laddove i cattolici avevano preso l’inziativa politica, con Solidarnosc, senza paura che ciò determinasse “scontri” (quelli che Galantino non vuole, a parole, ma crea ogni giorno con le sue dichiarazioni imprudenti e saccenti), sicuri che avrebbe portato libertà e bene per tutti.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2015/08/quando-cl-con-giussani-non-era-galantiniana/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=quando-cl-con-giussani-non-era-galantiniana
Quando Cl (con Giussani) non era galantiniana
Oggi si assiste ad una trasformazione genetica del Movimento che più di tutti, nel recente passato, aveva proposto la fede come impegno concreto nel quotidiano. Il Movimento che ha avuto in Giovanni Paolo II, il papa della famiglia, e in Benedetto XVI, il papa avversario del relativismo e amante della ragione, i suoi due grandi protettori.
Un tempo Cl seguiva loro, aveva un rapporto privilegiato con mons. Biffi, Mons. Caffarra,
mons. Scola… tutti più o meno fedeli alla linea della fede come apertura alla realtà, anche quella politica e sociale; tutti impegnati in un vero dialogo con il mondo, cioè un dialogo che non ha paura di incontrare il mondo, e di scontrarsi con esso.
Oggi Cl segue la linea di Galantino, cita le sue frasi per giustificare la sua assenza il 20 giugno.
Ma questo crea incertezze, lacerazioni, tra gli stessi ciellini…
E’ una tristezza, ma la soluzione non è fingere che il problema non ci sia. Semmai tornare alla storia.
Della Chiesa, cui la attuale dirigenza di Cl si richiama, dimostrando una totale incomprensione di cosa furono e cosa fecero i primi cristiani, e di Cl stessa.
Lo faremo a puntate, pubbblicando dei documenti.
Il primo, quello in alto, è tratto dal libro di un testimone di I piano, Mons. Camisasca, intitolato: In cammino dentro il mondo. La storia di Cl.
Vi si parla di “battaglia culturale, giuridca e politica“; vi si narra proprio l’impegno per la famiglia, con un sindacato di cui faceva parte Giuseppe Zola, anche oggi in I linea per un dialogo vero con il mondo: un dialogo franco, aperto, non “ad un tavolo” inesistente, come vorrebbe mons. Galantino, ma al tavolo della vita, della scuola, della piazza… Il dialogo che voleva il papa venuto dall’est, ladove proprio la famiglia era stato il bersaglio principale; laddove i cattolici avevano preso l’inziativa politica, con Solidarnosc, senza paura che ciò determinasse “scontri” (quelli che Galantino non vuole, a parole, ma crea ogni giorno con le sue dichiarazioni imprudenti e saccenti), sicuri che avrebbe portato libertà e bene per tutti.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2015/08/quando-cl-con-giussani-non-era-galantiniana/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=quando-cl-con-giussani-non-era-galantiniana
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