ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 24 agosto 2015

Il loggione

Domenicani "scomunicati" per le teorie anti gay

Al Meeting di Comunione e liberazione cancellati gli incontri sull'identità di genere. L'accusa dei cattolici: censura degli organizzatori
Al Meeting dedicato alla «mancanza», mancava qualcosa. Un tema che un bel pezzo del mondo cattolico si aspettava venisse affrontato in qualche modo.

Uno degli argomenti che sta animando la politica, cioè il tema del gender e della famiglia. E su questo vuoto si è creato un caso che ha tenuto banco negli ultimi tre giorni.

Questi i fatti. Sabato scorso i frati domenicani, che hanno uno stand all'interno del Meeting, hanno organizzato un incontro su un libro intitolato Gender . Chiara la tesi dei frati. Chiarissimo il pensiero dell'autore, padre Giorgio Maria Carbone, così come lo ha espresso in un video finito sul sito di Repubblica . Il frate domenicano, sulla base di uno studio condotto in Danimarca, ha sostenuto che «le coppie eterosessuali hanno probabilità infinitamente minori, rispetto a quelle omosessuali, di correre rischi cardiocircolatori, respiratori e di suicidio».
La tesi, nei giornali di domenica, diventa praticamente quella ufficiale del Meeting attirando sulla kermesse riminese un'attenzione che non è esattamente quella che gli organizzatori speravano di suscitare. Il giorno dopo era previsto un'altra presentazione di un libro, questa volta sulla contraccezione. Ma è saltata. Per il Meeting è solo un problema organizzativo, l'esigenza di non sovrapporre convegni ufficiali e quelli degli espositori. Non ci sarebbe stato un veto, ma solo un malinteso del quale «si occupa il commerciale del Meeting», quindi chi vende gli spazi espositivi e mette le regole.
Qualcosa di più per gli altri. Nel Meeting della riconciliazione con la sinistra di governo, non c'era spazio per un tema che divide lo stesso esecutivo, alle prese con la legge sulle unioni civili che rischia di spaccare il governo.
Padre Carbone non ha commentato. Limitandosi ad annunciare la cancellazione di un secondo incontro sul tema gender. Il quotidiano online La Bussola , media molto seguito dai cattolici tradizionalisti, ha invece parlato esplicitamente di cancellazione.
In un articolo, principalmente contro Repubblica che ha riportato per prima la notizia, La Bussola spiega che la direzione del Meeting «ha preferito prendersela con padre Carbone, invitandolo a sospendere gli incontri sul gender per non prestarsi a ulteriori strumentalizzazioni. Ecco calare così la censura su argomenti che pure il popolo del Meeting dimostra di voler conoscere meglio. Non per niente, dopo l'annuncio della cancellazione dell'incontro le tante persone presenti hanno continuato a restare sul posto per approfondire il tema del gender».
Incontri che non sono stati interrotti del tutto. Ieri ce ne sono stati due: su «Vera e falsa spiritualità» e sul «Combattimento spirituale». Oggi «Ma gli hobbit vanno in Chiesa». Domani «Contro l'uomo: minacce culturali a educazione e famiglia». Temi più innocui, per il Meeting e per il governo.
L'ombra di Repubblica sul Meeting di RiminiUn padre domenicano che al Meeting parla contro i gay? I giornalisti di Repubblica si inventano un caso che rimbalza su tutti i giornali, per chiudere la bocca ai frati domenicani che nel loro stand organizzano incontri di approfondimento sul gender e sulla famiglia. La direzione del Meeting si piega al ricatto e fa sospendere gli incontri. E adesso Repubblica rilancia: bene i dibattiti sospesi, ma i libri sono ancora lì. Saranno accontentati anche in questo?
Quella che segue è una storia triste, che chi – come il sottoscritto – ha seguito e vissuto con affetto e passione il Meeting di Rimini fin dalla prima edizione, non avrebbe mai pensato di dover scrivere; né lo avrebbe voluto. Perché la storia ci dice che si è arrivati alla censura di un ordine religioso (fedele alla Chiesa) per acquiescenza a intimidazioni esterne. Ma andiamo con ordine.

Come ormai è noto da alcuni anni il Meeting di Rimini – seguendo le indicazioni dei vertici di Comunione e Liberazione – evita accuratamente di affrontare argomenti che possano creare polemiche o strumentalizzazioni da parte del mondo laico o anche all’interno della Chiesa; evita qualsiasi intervento che possa essere etichettato come battaglia culturale e che possa essere considerata una forma di contrapposizione. L’obiettivo è invece affrontare quella che viene individuata come la radice del problema umano. È così che anche quando si mette a tema l’uomo, l’antropologia, l’io si evitano accuratamente incontri che diano un giudizio su quanto sta dividendo la società italiana: il gender, la definizione della famiglia, la vita, e così via. Questo solo per spiegare il contesto in cui si sviluppano i fatti di questi giorni.
All’interno dei padiglioni della Fiera di Rimini, oltre alle mostre ufficiali del Meeting,alle sale per gli incontri e agli spazi per gli sponsor, ci sono in questa settimana molti stand che altrettante associazioni pagano per farsi conoscere, per incontrare o poter proporre le proprie iniziative ai visitatori dell'incontro riminese. Tra questi stand da diversi anni spicca la libreria delle Edizioni Studio Domenicano (ESD), la casa editrice dell’Ordine dei predicatori fondato da San Domenico. È uno stand che in questi anni è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tante persone che affollano i locali della fiera perché offre ogni giorno diverse possibilità d’incontro: alle 12.45 un momento di preghiera e di testimonianza; alle 16 un incontro di teologia o spiritualità con uno dei padri domenicani; alle 18 un incontro sull’attualità, bioetica e famiglia soprattutto, temi di cui è esperto padre Giorgio Maria Carbone, direttore della casa editrice bolognese nonché collaboratore de La Nuova BQ.

E ogni sera infatti padre Carbone si fa affiancare da amici – giornalisti, medici, scienziati – per affrontare questi temi. O perlomeno li affrontava. Quest’anno infatti, il tema ricorrente alle 18 era il gender, tema a cui padre Carbone ha dedicato anche un agile libro, di cui abbiamo già parlato anche su La Nuova BQ, e che spiega in modo semplice ma rigoroso origine, sviluppo ed obiettivi dell’ideologia gender.

Nelle prime due sere di Meeting, giovedì e venerdì, è stato il sottoscritto a tenere compagnia al padre domenicano, ma la crescente popolarità di questi incontri – almeno un centinaio di persone a sera - deve aver attirato la curiosità di qualcuno. Così all’incontro di sabato, che al fianco di padre Carbone vedeva il dottor Renzo Puccetti (altro collaboratore dellaNuova BQ), si sono presentati in modo fraudolento due giornalisti di Repubblica, Francesco Gilioli e Giulia Costetti, che spacciandosi per un service ad uso del Meeting hanno filmato l’intero incontro, ovviamente alla caccia di una qualche frase che potesse “incriminare” i relatori.

Così di lì a poco sul sito di Repubblica è apparso un breve servizio con un video del discorso di padre Carbone, titolato: «Meeting Rimini, "Le coppie omosessuali più esposte a malattie cardiovascolari e suicidio"», con un testo che spiega che si tratta di «una singolare teoria di padre Giorgio Carbone» (affermazione ripetuta su Repubblica di ieri). Doppia menzogna: primo, perché si fa credere che si tratti di una posizione del Meeting di Rimini o di uno dei relatori invitati al Meeting, mentre si tratta semplicemente di un evento all’interno di uno stand ospitato che con il programma ufficiale non c’entra nulla; secondo, perché quella enunciata non è una teoria – men che meno singolare – di padre Carbone, bensì il risultato di uno studio approfondito sulla popolazione danese svolto da due ricercatori – M. Frisch e J. Simonsen – e pubblicato nel 2013 nell’International Journal of Epidemiology. Si chiama “Matrimonio, coabitazione e mortalità in Danimarca: studio nazionale su 6,5 milioni di persone seguite per tre decenni (1982-2011)”. Lo studio è citato a pagina 65 del libro “Gender – L’anello mancante?”, appunto scritto da padre Carbone, il quale si sforza con questo di spiegare che bisogna partire dalla realtà, dai dati veri, e non dall’ideologia.
Ad ogni modo è bastato il titolo ad effetto di Repubblica – tanti giornalisti purtroppo non si preoccupano neanche di leggere quel che c’è scritto negli articoli che vengono citati – per far rimbalzare ovunque la notizia di un prete al meeting che dice cose terribili sui gay. Non contenti, i due giornalisti – che in un paese serio sarebbero sanzionati per violazione della deontologia professionale – hanno approfittato della presenza in fiera per giocare un brutto scherzo anche ai volontari del Meeting. Si sono portati due dei libriccini per bambini di scuola materna di cui il neo-sindaco di Venezia Brugnaro ha vietato la diffusione nelle scuole comunali, e – senza spiegare nulla – ne hanno fatto leggere qualche pagina a volontari del Meeting pescati qua e là nella fiera. I quali, non sapendo neanche il motivo di quella richiesta, nelle poche battute lette non hanno trovato nulla di strano. Ed ecco perciò un secondo video, pubblicato sul sito diRepubblica insieme a quello di padre Carbone, che spiega come «I ciellini leggono i libri “gender” ritirati dalle scuole: “Ma non c’è nulla di scandaloso”».
L’effetto voluto è chiaro, e anche la figura barbina assicurata a ospiti e volontari del Meeting.
Avendo presente anche il fresco esempio del Papa, ci si sarebbe potuto aspettare che la direzione del Meeting prendesse almeno i due giornalisti mattacchioni di Repubblica e ritirasse loro l’accredito, viste le evidenti violazioni del codice deontologico. Si possono esprimere tutte le opinioni che si vogliono ma quando si scrivono falsità e si ingannano gli interlocutori, invocare la libertà di stampa è un insulto alla nostra professione. Del resto se il fondatore di quel giornale ammette candidamente di inventarsi i contenuti delle conversazioni con il Papa che pubblica, non ci si può aspettare molto di meglio da chi lavora per lui. E infatti, non paghi, Gilioli e Costetti ieri pomeriggio si sono presentati all’incontro delle 16 e malgrado padre Carbone abbia diffidato pubblicamente dal registrare l’incontro, minacciando azioni legali, i due hanno proseguito imperterriti, infischiandosene di ogni regola e contando evidentemente sull’impunità.
Dunque, un duro richiamo a rispettare fatti e persone ci si aspettava dalla direzione del Meeting. Che invece ha preferito prendersela con padre Carbone, invitandolo gentilmente a sospendere gli incontri sul gender per non prestarsi a ulteriori strumentalizzazioni. Ecco calare così la censura su argomenti che pure il popolo del Meeting dimostra di voler conoscere meglio. Non per niente ieri sera alle 18, dopo l’annuncio della cancellazione dell’incontro che prevedeva anche l’intervento delle giornaliste Benedetta Frigerio (Tempi) e Raffaella Frullone (Radio InBlu), le tante persone presenti hanno continuato a restare sul posto proprio per approfondire il tema del gender.
Già questo atteggiamento del Meeting basterebbe per lasciare sconcertati, anche se padre Carbone ha giustamente detto dal microfono che quanto accaduto è in qualche modo già previsto nel suo libro. Leggiamo infatti a pagina 139: «Come ogni teoria che non ha alcuna aderenza alla realtà, anche le teorie del gender si stanno imponendo come ideologia e dittatura. Se non sei in linea con la prospettiva di genere e il pensiero gender, il minimo che tu possa ricevere è sentirti dire che sei un reazionario e arretrato fondamentalista, un troglodito rozzo e bigotto. In questo modo i dittatori del gender rendono impossibile qualsiasi possibilità di dialogo e confronto. Limitano la libertà di pensiero e di espressione, ad esempio introducendo nuovi reati di pensiero, come l’omofobia e la transfobia (…) e discriminano chi non si adegua a questa nuova visione dell’uomo». La novità è che questo accada anche al Meeting di Rimini, la prova che gli spazi di libertà si stanno inesorabilmente restringendo.
Dicevo che già questo basterebbe per lasciare sconcertati. Ma purtroppo c’è anche di più. Ieri sera infatti è stata ancora una volta Repubblica – con evidente soddisfazione - a dare ufficialmente la notizia della sospensione degli incontri allo stand delle Edizioni Studio Domenicano, con queste parole: «Giù la saracinesca, fine dei dibattiti. Non è piaciuta alla direzione del meeting di Rimini l'intraprendenza di padre Giorgio Carbone. Gli incontri nello stand dei domenicani, tutti dedicati alla cosiddetta "teoria gender", sono, per il momento, sospesi. E non è detto che la discussione riprenda. Giustificazione ufficiale: "Evitare la sovrapposizione di dibattiti ed eventi nel già ricco programma della manifestazione". In realtà il meeting scarica il religioso protagonista degli ultimi due giorni della rassegna. Prima per aver dichiarato, davanti alle telecamere, che "le coppie omosessuali sono più esposte al rischio di malattie cardiovascolari e al suicidio", poi per aver cacciato quelle stesse telecamere, sotto minaccia di azioni legali».
Un’altra ricostruzione falsa di quanto accaduto in questi due giorni, ma la versione diRepubblica secondo cui il Meeting tratta come un fastidio insopportabile un frate domenicano, rischia di passare come la versione ufficiale dei fatti visto che – almeno fino a tarda sera - non c’erano comunicati ufficiali sul sito del Meeting da parte della direzione. E peraltro Repubblicanon sembra accontentarsi. In coda al servizio, dopo aver registrato con soddisfazione lo stop agli incontri, Giulia Costetti fa infatti notare che «sospesi i dibattiti e silenziati i microfoni, restano i libri, dai titoli inequivocabili. "Gender distruzione", "I veleni della contraccezione", Pillole che uccidono"». Insomma Repubblica vuole che siano fatti sparire anche i libri. Sarà accontentata anche in questo per evitare contrapposizioni?

di Riccardo Cascioli
24-08-2015

IL MEETING DI “COMUNIONE E FATTURAZIONE” STOPPA LA CONFERENZA DI PADRE GIORGIO MARIA CARBONE, IL DOMENICANO IMPEGNATO NELLA SUA BATTAGLIA CONTRO LE “BUGIE DEL GENDER” E LA CONTRACCEZIONE

Il frate domenicano non vuole «concedere interviste» e non vuole nemmeno spiegare perché ha sospeso il convegno. Ma indica una traccia. «Chiedetelo alla Guarnieri», dice. Emilia Guarnieri è la presidente del Meeting di Rimini - Forse la direzione ha capito che nuove puntate potevano essere pericolose per il messaggio di confronto che il convegno di Rimini vuole lanciare…

Jenner Meletti per “la Repubblica”
Padre Giorgio Maria CarbonePADRE GIORGIO MARIA CARBONE

«Per causa di forza maggiore…». L' ordine di sospendere il dibattito su "Le bugie del gender. Attacco a natura umana, matrimonio e famiglia" arriva dalla direzione del Meeting pochi minuti prima delle 18 e blocca una nuova esternazione di padre Giorgio Maria Carbone, domenicano, docente di bioetica alla facoltà di teologia di Bologna. «Le coppie gay - aveva spiegato sabato nel video su Repubblica.it - sono più a rischio di infarti e di suicidi». Sono un centinaio, le donne e gli uomini che attendono la conferenza.

Il frate domenicano non vuole «concedere interviste» e non vuole nemmeno spiegare perché ha sospeso il convegno. Ma indica una traccia. «Chiedetelo alla Guarnieri», dice. Emilia Guarnieri è la presidente del Meeting di Rimini. «No - spiega l' ufficio stampa - non è andata così. La sospensione è stata chiesta dall' ufficio commerciale perché negli stand privati non è possibile svolgere iniziative in concomitanza con i dibattiti del Meeting stesso.
MEETING RIMINIMEETING RIMINI
E poi si presentava un libro che non era stato concordato con la direzione commerciale».

Resta il fatto che sia nello stand dei domenicani sia in tanti altri padiglioni "privati" i dibattiti e gli incontri si sono sempre svolti e si svolgono in concomitanza con gli appuntamenti centrali del Meeting. Forse la direzione ha capito che nuove puntate potevano essere pericolose per il messaggio di confronto che il convegno di Rimini vuole lanciare.

Del resto, anche nella conferenza che si è svolta alle 16 - la prima di quelle previste oggi - le escandescenze non sono mancate. «Le riprese televisive e le registrazioni - ha detto padre Giorgio Maria Carbone - non sono autorizzate. Sarete querelati, se continuate. Qui ci sono avvocati, qui c'è un giudice di Cassazione…». Anche qui, il tema non era leggero.

Padre Giorgio Maria CarbonePADRE GIORGIO MARIA CARBONE
"I veleni della dissoluzione. Gli effetti della mentalità contraccettiva su matrimoni e società". Uno dei relatori era lo stesso frate, ma si è limitato, con toni da Santa Inquisizione - la sede si può ancora visitare nel convento di San Domenico a Bologna - a lanciare anatemi contro le telecamere. L' altro relatore - lo stesso dottor Renzo Puccetti, internista, che ieri aveva spiegato che quello tra omosessuali non è un matrimonio ma un "amplessonio" - ha raccontate le rovine portate nel mondo dalla pillola anticoncezionale. Tanti elogi a Paolo VI, accuse a quella parte della Chiesa che aveva accettato la pillola… La direzione del Meeting ha deciso che poteva bastare.

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Comunione e Liberazione è di per sé un’educazione

di Camillo Langone | 22 Agosto 2015
Una farmacista di Rimini, non informata delle mie simpatie e antipatie ecclesiastiche, mi dice che da ieri i clienti sono cambiati. Migliorati. Sono più educati. “Che cosa è successo?”. “E’ iniziato il Meeting”. Scrive Clive Staples Lewis che “il cristianesimo è di per sé un’educazione”. Quindi Comunione e Liberazione è di per sé un’educazione. Non bisogna perder tempo con Carrón e Vittadini, con Formigoni e Lupi, con la Cdo e col Meeting, antiestetici dettagli: Comunione e Liberazione è di per sé un’educazione. E’ poco? Per la mia amica farmacista è molto. Per me non è abbastanza: è soltanto ciò che ci separa dalla catastrofe.


GALANTINO SPACCA A DESTRA, BAGNASCO A SINISTRA - IL PRESIDENTE DELLA CEI FA IMBUFALIRE IL PD SCAGLIANDOSI CONTRO LE UNIONI CIVILI E POI ALLISCIA IL CENTRODESTRA INVOCANDO L’INTERVENTO DELL’ONU SULLA QUESTIONE MIGRANTI

Secondo il cardinal Bagnasco, “applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente” - Parole che fanno infuriare il pd Scalfarotto: “Bagnasco è fuori dal tempo. Vuole lasciarci in compagnia di quei Paesi che non rispettano i diritti umani”…

NUNZIO GALANTINO E BAGNASCO don nunzioNUNZIO GALANTINO E BAGNASCO DON NUNZIO
Alessandro Trocino per “Corriere della Sera”

Dopo il malumore contro le accuse alla politica del segretario della Cei Nunzio Galantino, le parole del cardinale Angelo Bagnasco, intervistato dal Corriere , vengono ben accolte al Meeting di Rimini ma dividono la maggioranza. Il presidente della Cei chiede l' intervento dell' Onu sulla questione immigrazione e soprattutto ribadisce il «no» alle unioni civili. Il ddl che ha adottato il testo base Cirinnà è fermo in commissione al Senato e non sarà in Aula prima dell' autunno.

Bagnasco AngeloBAGNASCO ANGELO
Secondo il cardinal Bagnasco, «applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente». Parole che fanno infuriare il pd Ivan Scalfarotto: «Bagnasco è fuori dal tempo e non vede la realtà. Vuole lasciarci in compagnia di quei Paesi che non rispettano i diritti umani».

NUNZIO GALANTINONUNZIO GALANTINO
Di tutt' altro tenore gli interventi del centrodestra, Ncd compreso (per far passare il ddl il Pd spera nel soccorso di Sel e dei 5 Stelle, critici con Bagnasco. Proprio Alberto Airola (M5S) annuncia che il Movimento darà «un contributo legislativo» per varare le unioni civili). Un plauso al presidente della Cei, invece, arriva da Maurizio Lupi, Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi, Roberto Formigoni e Raffaello Vignali.

Soddisfatto anche il leghista Roberto Maroni. In visita al Meeting, si annuncia con un tweet: «Questa è la Chiesa che mi piace». Riferimento alle dichiarazioni di Galantino, che avevano scatenato diversi leghisti, tanto da chiedere al governatore di cancellare la visita e sospendere i contributi: «Ma sono solo un paio di leghisti a pensarla così - replica Maroni -. Io sono qui volentieri. E poi vado a molte feste dell' Unità ma mica sono d' accordo». Sugli immigrati dice: «Ha ragione Bagnasco, deve intervenire l' Onu: i caschi blu impediscano le partenze dei clandestini».
ivan scalfarottoIVAN SCALFAROTTO

Luigi Amicone
LUIGI AMICONE

Al Meeting, in realtà, quest' anno di unioni, matrimoni gay e teorie gender si parla poco o nulla. Per Luigi Amicone, direttore di Tempi , non è casuale: «È una scelta che non condivido. È vero, siamo sconfitti e la secolarizzazione va avanti, ma non per questo dobbiamo rinunciare a combattere a viso aperto». Si è detto che il Meeting è passato dall' egemonia alla testimonianza: «Mi sembra che a Cl l' egemonia non faccia così schifo, visti gli inviti a Renzi e ai ministri del partito egemone».



http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/galantino-spacca-destra-bagnasco-sinistra-presidente-cei-fa-107325.htm
Meeting Cl, chi ha bisticciato sul pensiero di don Giussani
23 - 08 - 2015Giovanni Bucchi
L'editorialista della Stampa, Gianni Riotta, ha stroncato chi pensa a cosa avrebbe detto e fatto oggi il fondatore di Cl. Il filosofo Massimo Borghesi, tra gli intellettuali più vicini a Carron, rilancia: "Un autore è cristiano solo se suggerisce oggi l'attualità di Cristo, se lo si può incontrare nel proprio tempo". Ecco fatti, parole e curiosità
Guai a tentare di attualizzare il pensiero di don Luigi Giussani, a cercare di calarlo nei problemi di oggi. Gli scritti del fondatore di Comunione e liberazione vanno considerati per quello che sono, rispetto al momento storico in cui sono stati realizzati. Possono, sì, essere utili per riflessioni di ogni tipo, ma non per avere indicazioni chiare e concrete davanti alle sfide dei nostri tempi; sarebbe un errore azzardarsi in un approccio del tipo “don Giussani oggi avrebbe detto o fatto così”. Con buona pace di Papa Francesco, che all’udienza del 7 marzo scorso in piazza San Pietro aveva redarguito i ciellini a non “pietrificare” il carisma e a non ridurre l’eredità del loro fondatore a “un museo di ricordi”, Gianni Riotta ha proposto alla platea del Meeting un nuovo e singolare approccio alla figura del sacerdote brianzolo.
L’ANALISI DI RIOTTA…
L’editorialista della Stampa, già direttore del Tg1 e del Sole 24 Ore, invitato sabato a Rimini all’incontro dedicato al fondatore di Cl scomparso 10 anni fa, è andato subito al punto: “C’è la tentazione di pretendere di applicare le cose dette e fatte da don Giussani ai tempi di oggi, di fare parlare i grandi del passato sui nostri guai. Il gioco che facciamo è sempre questo: cosa direbbe don Giussani di fronte alle questioni di oggi? Ma in questo modo quello che otteniamo non è quel che don Giussani farebbe ora, ma quello che noi pensiamo che si dovrebbe fare ora, colorato da qualche citazione”. Tuttavia, ragiona l’ex direttore del Tg1, “questa impostazione sfugge alla sfida della radicalità che don Giussani avrebbe posto”. Riotta tira in ballo pure don Julian Carròn, attuale guida di Cl, il quale “lo spiega con precisione sempre, guardate a quel che don Giussani diceva, non a quel che avrebbe detto oggi”, e questo perché “su quel che avrebbe detto e fatto, la mia opinione vale zero”. Per chi non avesse chiaro il concetto, Riotta è ancora più netto: “E’ sbagliato pretendere di applicare le cose dette e fatte da don Giussani ai tempi di oggi. Nel trattenere il suo insegnamento, non dobbiamo avere la presunzione di sapere come si sarebbe posto di fronte alle sfide che ci si presentano. Non pensiamo a cosa direbbe oggi don Giussani di fronte all’Isis, al governo Renzi, allo scontro intorno alle dichiarazioni della Cei, ma guardiamo cosa diceva nel suo periodo storico. Quel che pensiamo noi di come si sarebbe comportato”.
… E LA REPLICA DEL FILOSOFO BORGHESI
L’applauso a un guru del giornalismo italiano non si nega. In platea però si è notata più di un’alzata di sopracciglio per l’intervento di Riotta. D’altronde, il cuore dell’esperienza di Cl non sta proprio nel confronto quotidiano con i testi di don Giussani? Una delle chiavi del metodo ciellino non è proprio il paragone costante con le parole del fondatore del Movimento, l’attualizzazione del suo pensiero che supera il periodo storico nel quale è stato esternato?
A fare chiarezza ci pensa quindi 
Massimo Borghesi. Filosofo e docente all’Università di Perugia, tra gli intellettuali più vicini al pensiero di don Carròn (ha di recente pubblicato il libro “Luigi Giussani” per le edizioni Pagina) nel suo intervento corregge il tiro. “Si può incontrare un autore nel proprio tempo solo se ci è contemporaneo” esordisce, spiegando come “grandi figure, anche cristiane, non riescano a travalicare il passato”. “E’ possibile incontrare don Giussani oggi – incalza – solo perché lui ha incontrato il suo tempo secondo una sensibilità non reattiva ma moderna, più attuale che mai. Questa prospettiva spiega l’attualità di don Giussani: una posizione è attuale quando sa riconoscere le istanze positive del proprio tempo, quando si sottrae all’alternativa tra i tradizionalisti, che sono reattivi, e i modernisti, che si omologano al proprio tempo”.
E a proposito di Riotta, convinto che il fondatore di Cl avesse visto negli anni ‘70 “la crisi e la fine della modernità”, Borghesi sostiene piuttosto che “la sua è una sensibilità religiosa squisitamente moderna”. Di più: “Oggi siamo chiamati a mostrare la modernità di don Giussani, cioè la sua attualità: si nutre del tomismo aperto, della grande scuola di Venegono, della lettura assidua del
cardinale Newman, della sua posizione così esistenziale e leopardiana che lo rende atto a intercettare le generazioni del dopoguerra”.
La chiosa finale di Borghesi non lascia scampo ad equivoci: “Come possiamo noi ora, dopo 2000 anni, incontrare Gesù Cristo? Questa è la domanda fondamentale – dice -. La risposta a questa domanda motiva l’originalità dell’impostazione di don Giussani. E’ possibile oggi incontrarlo perché lui ha suggerito come potere incontrare Cristo oggi, nel quotidiano. Un autore cristiano è attuale solo se è in grado di suggerire l’attualità di Cristo”.




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