“Papa Francesco come Renzi senza slides”: Roberto Calderoli
Ci sono un miliardo e 200 milioni di persone in Africa, se decidessero tutti di venire che cosa facciamo?
ROMA – Papa Francesco è come Matteo Renzi, “gli mancano solo le slides”, sentenzia Roberto Calderoli della Lega. Il suo paragone ha scatenato una polemica durata giorni.
Calderoli ha dato l’impressione di un innamorato deluso e d’altra parte non può che essere così tra demagoghi, planetario Papa Francesco, strapaesano, Matteo Renzi, padano Calderoli. Roberto Calderoli ha confessato alla agenzia Ansa:
“Ho voluto conoscere Papa Francesco all’inizio del suo mandato, perché ero rimasto affascinato da questo Papa che parlava come le persone normali e non dall’alto del Vaticano. L’ho conosciuto e gli ho parlato brevemente e avevo confermato questo mio innamoramento di questa persona. Però, con il tempo, è un po’ venuta meno questa sorta di amore nei suoi confronti”.
Ecco il motivo e il confronto. Papa Francesco, sostiene Calderoli,
“è come il segretario del Pd, mancano solo le slide…”.
Poi una apertura nel muro dell’intransigenza:
“Posso capire quello che cerca di dire il Papa, però la domanda che pongo rispetto alle soluzioni che sostanzialmente dicono che dobbiamo accogliere chiunque cerca di venire da noi è la seguente: ci sono un miliardo e 200 milioni di persone in Africa, se decidessero tutti di venire che cosa facciamo?”.
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Quando il diavolo si traveste da prete
di Luciano Lago
L’Avvenire, giornale sedicente cattolico e considerato la “voce dei Vescovi, ha scritto ieri, a proposito dell’immigrazione di massa di clandestini e profughi che “chiunque oggi parli di invasione di fatto è un complice attivo di dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole“.
Lo scrive, scendendo a livello di insulto, il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio, che non risparmia questa pesantissima accusa a Matteo Salvini, anche se il leader della Lega ieri aveva commentato “con tutto il dovuto rispetto” le forti parole di Bergoglio sui respingimenti come atti di guerra, alle quali ha risposto che non consentire il loro ingresso e’ invece “un dovere”. Gli stessi concetti aveva espresso poco prima mons. Galantino che aveva definito l’atteggiamento di Grillo e Salvini come quello di “piazzisti da quattro soldi in cerca di voti” per avere richiesto di mettere fine all’invasione di massa dall’Africa. Vedi: Mons. Galantino a Grillo e Salvini: “Piazzisti da 4 soldi per raccattar voti”
Per l’Avvenire (e per i vescovi in servizio al Vaticano), deve essere quindi vietato parlare di “invasione”, si tratta forse di una “passeggiata turistico/umanitaria” quella che vede decine di migliaia di africani sbarcare sulle nostre coste, “sono soltanto qui di passaggio” ha sostenuto una esponente del PD, nel corso di una trasmissione televisiva. Forse vengono in Italia via mare soltanto per caso, perchè favoriti dalle correnti.
Peccato che l’Italia sia l’unico paese che consente sul territorio dello Stato l’ingresso di una massa di migranti clandestini (a parte una minoranza di profughi), senza documenti e senza titolo per essere accolti e mantenuti dallo Stato italiano, con vitto ed alloggio gratis + extra, quello stesso Stato che nega qualsiasi assistenza alle famiglie italiane caduti in miseria ma piuttosto le perseguita con le cartelle di Equitalia. Vedi: Il primo campo profughi per italiani senza casa
Questo il vero motivo, quello che spiega perchè l’invasione si dirige verso l’Italia piuttosto che verso altri paesi.
I giornalisti di questa testata sono maestri nel capovolgimento delle posizioni: sarebbero complici dei tagliagole islamici, che in Libia spingono i migranti ad imbarcarsi sui barconi, tutti coloro che ostacolano e vorrebbero bloccare forzatamente questo traffico, in base al ragionamento dell’Avvenire, mentre chi, come loro, reclama accoglienza aperta per tutti, incitando agli imbarchi verso l’Italia, deve essere considerato aperto ” alla pace e l’armonia fra i popoli”. Nella loro delirante utopia non si accorgono delle conseguenze che derivano dal fenomeno in termini di destabilizzazione sociale del paese, guerra fra poveri, sfruttamento, business per le mafie, criminalità in aumento e prostituzione.
Secondo questi promotori del “pensiero unico” e “buonista” , le conseguenze delle guerre che sconvolgono il Medio Oriente e l’Africa devono essere subite dalla popolazione italiana incolpevole che deve accogliere tutti comunque, mentre i paesi che quelle guerre e la destabilizzazione hanno fomentato, rifiutano decisamente migranti e profughi. I signori dell’Avvenire sono cattolici e si professano anche a favore dell’invasione islamica sunnita e non vedono in essa alcun pericolo ma anzi aspirano ad un mondo sempre più globalizzato ed universalistico.
Con giornali come l’Avvenire, un foglio sedicente cattolico ma da molto tempo al servizio delle centrali mondialiste che vogliono la distruzione degli Stati nazionali e del Cattolicesimo Tradizionale, occorre essere chiari:
Noi di controinformazione.info che da tempo stiamo lanciando l’allarme contro l’invasione del paese ci sentiamo coinvolti e ci consideriamo insultati da queste sottospecie di camerieri dei poteri dominanti travestiti da moralisti del “pensiero unico” o da preti della nuova Chiesa progressista.
Sono proprio questi personaggi, quelli in borghese e quelli in tonaca, che vanno (metaforicamente) a braccetto con i dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole in nome della “fratellanza universale” (vecchio ideale massonico) e della accoglienza senza limiti.
Noi di controinformazione.info che da tempo stiamo lanciando l’allarme contro l’invasione del paese ci sentiamo coinvolti e ci consideriamo insultati da queste sottospecie di camerieri dei poteri dominanti travestiti da moralisti del “pensiero unico” o da preti della nuova Chiesa progressista.
Sono proprio questi personaggi, quelli in borghese e quelli in tonaca, che vanno (metaforicamente) a braccetto con i dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole in nome della “fratellanza universale” (vecchio ideale massonico) e della accoglienza senza limiti.
Sono loro gli stessi che si sono cuciti la bocca di fronte al massacro delle comunità cristiane d’Oriente e si sono offerti al dialogo con gli eminenti iman salafiti delle moschee (finanziate dai dittatori delle petromonarchie del Golfo) dove si predica la “guerra santa” contro gli infedeli.
Nella Storia davanti ad una invasione c’è sempre un cavallo di Troia del nemico e ci sono sempre quelli che spalancano le porte agli invasori.Questo ruolo sembra egregiamente svolto attualmente dal Vaticano che si affianca agli altri organismi mondialisti come l’ONU, la UE ed il FMI che impongono all’Italia l’accoglienza di milioni di africani come un “dovere internazionale del paese”.
Al fianco di questi organismi troviamo poi le “truppe cammellate” del mondialismo dissolutore, ben rappresentate dai giornali come l’Avvenire dove scrivono, con licenza di sparare menzogne, i giornalisti ben pagati dal sistema per svolgere la loro propaganda al servizio delle centrali sovranazionali.
Prima di sparare sentenze dall’alto i signori dell’Avvenire dovrebbero recarsi in un campo profughi per italiani che hanno perso tutto e verificare se l’ “accoglienza” di cui parlano sia esclusivamente a senso unico per quelli che sbarcano e tralascia quelli che sono già sul territorio e non godono di alcuna assistenza e tanto meno della considerazione degli opinionisti del politicamente corretto.
Nelle foto in alto: un campo profughi per italiani senza casa
Nella foto sottostante: immigrati clandestini alloggiati in Hotel
Nella foto in basso: sbarco immigrati africani in Sicilia
http://www.controinformazione.info/quando-il-diavolo-si-traveste-da-prete/#more-12415QUESTA E' L'ITALIA
Cronaca da una ex nazione: Tar riammette all’assitenza i clandestini espulsi dal prefetto mentre un 59enne italiano è trovato morto nell’auto in cui viveva da un anno ! Questi sono gli incredibili paradossi della nostra ex nazione
QUESTA E' L'ITALIA:
Cronaca da una ex nazione
Tar riammette all’assitenza i clandestini espulsi dal prefetto
Il Tribunale amministrativo regionale del Veneto ha annullato il provvedimento di revoca delle misure di assistenza emesso dal Prefetto di Treviso nei confronti di quattro migranti ospiti di una struttura di Vittorio Veneto a causa di una protesta attivata dagli stessi il 23 giugno scorso per le condizioni in cui erano sistemati. Gli stranieri, in particolare, avevano promosso l’occupazione della strada statale n.51 “Alemagna”. “Le vergognose barricate dei clandestini “presunti profughi” che hanno scatenato il caos a Vittorio Veneto dimostrano che siamo davanti a una situazione esplosiva e ormai fuori controllo. La fallimentare gestione dell’emergenza immigrazione da parte del Governo Renzi-Alfano, che prima ci hanno fatto invadere da migliaia di immigrati e poi hanno scaricato il problema sui nostri territori, è come una bomba a orologeria che potrebbe esplodere da un momento all’altro”. Così aveva dichiarato l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto, vicesegretaria veneta della Lega Nord, che presenterà alla Commissione Europea un’interrogazione urgente sui fatti di Vittorio Veneto.
59enne italiano trovato morto nell’auto in cui viveva da un anno
Lo hanno trovato morto ieri a mezzogiorno nella sua macchina, ferma in un parcheggio poco lontano dal castello di Montelabbate. Un decesso per cause naturali che potrebbe risalire alla sera precedente. Si tratta di un ex cameriere, di 59 anni, che abitava a Montelabbate. Essendo disoccupato, separato, e senza una casa, viveva in auto da circa un anno. Qualcuno della sua famiglia aveva chiesto aiuto al Comune perché l’uomo non voleva sostegni. La posizione dell’uomo era già nota da tempo ai Servizi Sociali di Montelabbate che, visti i risultati, non pare che si siano attivati molto per aiutarlo. Infatti non hanno fatto in tempo. Se si fosse trattato di un falso profugo, lo avrebbero subito sistemato in hotel con TV, piscina, wifi e cibo di qualità. Sul posto, i carabinieri e il 118.
Fonte: http://www.imolaoggi.it/2015/08/11/tar-riammette-allassitenza-i-clandestrini-espulsi-dal-prefetto/ e http://www.imolaoggi.it/2015/08/11/59enne-italiano-trovato-morto-nellauto-in-cui-viveva-da-un-anno/ dell'11 Agosto 2015
La misericordia e la giustizia – di Piero Vassallo
Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre a perdifiato nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo. Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione di pie minestre e di sacri passaporti per l’Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia evangelica.
di Piero Vassallo
.
Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre a perdifiato nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo.
Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione di pie minestre e di sacri passaporti per l’Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia evangelica.
Nel Vangelo di Luca, 17-11 e seguenti, si legge infatti che la misericordia esige la gratitudine e la conversione di coloro che ricevono i suoi benefici.
I miracoli di Gesù Cristo indirizzano i miracolati alla conversazione celeste, non ad effimere e illusorie beatitudini da consumare nel breve giro della vita in terra. Nel breve racconto lucano si legge chiaramente la differenza che corre tra la misericordia materiale e gli spirituali effetti che discendono o non discendono dal ricevimento del dono della miracolosa guarigione.
San Luca rammenta appunto un episodio della vita di Gesù: l’incontro con dieci lebbrosi e la risposta al grido Gesù abbi pietà di noi: “Andate e presentatevi ai sacerdoti“.
La misericordia divina risana i malati: “E mentre essi andarono essi furono purificati”. Dieci guarigioni e dieci uomini riconoscenti? Purtroppo solo uno dei miracolati, un samaritano, si presentò a Gesù per ringraziarlo. E Gesù addolorato dall’ingratitudine dei nove lebbrosi risanati: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato”.
Non è seriamente credibile che i nove ingrati siano giustificati. La misericordia corporale non gira su ruote indipendenti dalla misericordia spirituale: la gerarchia dei valori smentisce la teologia in corsa verso gli orizzonti sociali, dove fioriscono le cucine ecumeniche.
La sollecitudine per i poveri migranti, ad esempio, non può essere dissociata dall’obbligo di evangelizzare. Il pane distribuito dalla pietà orizzontale – piamente anodina – è spiritualmente sterile.
I poveri oltre che bocche da sfamare sono creature destinate a una beatitudine eterna, che difficilmente – difficilissimamente – si può ottenere dalla sequela, mai statuariamente onesta, delle dottrine spacciate da falsi profeti, quale fu, ad esempio, Maometto.
Il pane della misericordia cattolica non può essere consegnato ai pellegrini dell’errore quale viatico e giustificazione del loro ingannevole cammino.
Da questo punto di vista il bacio al corano equivale, purtroppo, a una inconsapevole approvazione del cammino di perdizione suggerito da un mistificatore.
Il dovere verso i migranti inoltre contempla l’obbligo di tutelare la tranquillità nell’ordine, cui hanno diritto le popolazioni ospitanti. Diritto sistematicamente violato dalla folla dei delinquenti d’importazione.
Il civile rispetto che è dovuto agli stranieri non può rovesciarsi nella tolleranza di princìpi (e di atti) contrari alla legge dello stato, al diritto naturale e alla fede cattolica.
L’ecumenismo in fuga dal giusto e indeclinabile obbligo di fronteggiare la delinquenza d’importazione, incoraggia (si spera involontariamente) le trasgressioni degli immigrati e nei nativi produce la collera, che purtroppo alimenta xenofobia e sorda avversione al clero cattolico.
Il veleno insinuato dal lassismo pseudoecumenico e strutturalmente demenziale dei radicali di Pannella e della Bonino, ha prodotto una cultura catatonica, che insinua le sue paralizzanti suggestioni nella mente degli italiani. Purtroppo non destano l’allarme delle narcotizzate autorità politiche e di quella religiose le trasmissioni televisive liberali, nelle quali è concesso il diritto di delirare agli islamici, che promuovono ad alta voce un dualismo giuridico, contemplante – a carico dei paesi cristiani – l’obbligo di tollerare le organizzazioni maomettane e il diritto degli stati islamici di contrastare o addirittura di opprimere le comunità cristiane.
Le inquietanti prediche gridate dai tele-teologi maomettani sotto l’ala protettiva di una sinistra allo sbando dovrebbero almeno destare l’attenzione del santo clero, che peraltro è minacciato (insieme con i fedeli) dall’espansione da una presenza arrogante e minacciosa, consentita dalla pietà politicante dura d’orecchi e di cervice.
di Piero Vassallo
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Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre a perdifiato nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo.
Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione di pie minestre e di sacri passaporti per l’Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia evangelica.
Nel Vangelo di Luca, 17-11 e seguenti, si legge infatti che la misericordia esige la gratitudine e la conversione di coloro che ricevono i suoi benefici.
I miracoli di Gesù Cristo indirizzano i miracolati alla conversazione celeste, non ad effimere e illusorie beatitudini da consumare nel breve giro della vita in terra. Nel breve racconto lucano si legge chiaramente la differenza che corre tra la misericordia materiale e gli spirituali effetti che discendono o non discendono dal ricevimento del dono della miracolosa guarigione.
San Luca rammenta appunto un episodio della vita di Gesù: l’incontro con dieci lebbrosi e la risposta al grido Gesù abbi pietà di noi: “Andate e presentatevi ai sacerdoti“.
La misericordia divina risana i malati: “E mentre essi andarono essi furono purificati”. Dieci guarigioni e dieci uomini riconoscenti? Purtroppo solo uno dei miracolati, un samaritano, si presentò a Gesù per ringraziarlo. E Gesù addolorato dall’ingratitudine dei nove lebbrosi risanati: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato”.
Non è seriamente credibile che i nove ingrati siano giustificati. La misericordia corporale non gira su ruote indipendenti dalla misericordia spirituale: la gerarchia dei valori smentisce la teologia in corsa verso gli orizzonti sociali, dove fioriscono le cucine ecumeniche.
La sollecitudine per i poveri migranti, ad esempio, non può essere dissociata dall’obbligo di evangelizzare. Il pane distribuito dalla pietà orizzontale – piamente anodina – è spiritualmente sterile.
I poveri oltre che bocche da sfamare sono creature destinate a una beatitudine eterna, che difficilmente – difficilissimamente – si può ottenere dalla sequela, mai statuariamente onesta, delle dottrine spacciate da falsi profeti, quale fu, ad esempio, Maometto.
Il pane della misericordia cattolica non può essere consegnato ai pellegrini dell’errore quale viatico e giustificazione del loro ingannevole cammino.
Da questo punto di vista il bacio al corano equivale, purtroppo, a una inconsapevole approvazione del cammino di perdizione suggerito da un mistificatore.
Il dovere verso i migranti inoltre contempla l’obbligo di tutelare la tranquillità nell’ordine, cui hanno diritto le popolazioni ospitanti. Diritto sistematicamente violato dalla folla dei delinquenti d’importazione.
Il civile rispetto che è dovuto agli stranieri non può rovesciarsi nella tolleranza di princìpi (e di atti) contrari alla legge dello stato, al diritto naturale e alla fede cattolica.
L’ecumenismo in fuga dal giusto e indeclinabile obbligo di fronteggiare la delinquenza d’importazione, incoraggia (si spera involontariamente) le trasgressioni degli immigrati e nei nativi produce la collera, che purtroppo alimenta xenofobia e sorda avversione al clero cattolico.
Il veleno insinuato dal lassismo pseudoecumenico e strutturalmente demenziale dei radicali di Pannella e della Bonino, ha prodotto una cultura catatonica, che insinua le sue paralizzanti suggestioni nella mente degli italiani. Purtroppo non destano l’allarme delle narcotizzate autorità politiche e di quella religiose le trasmissioni televisive liberali, nelle quali è concesso il diritto di delirare agli islamici, che promuovono ad alta voce un dualismo giuridico, contemplante – a carico dei paesi cristiani – l’obbligo di tollerare le organizzazioni maomettane e il diritto degli stati islamici di contrastare o addirittura di opprimere le comunità cristiane.
Le inquietanti prediche gridate dai tele-teologi maomettani sotto l’ala protettiva di una sinistra allo sbando dovrebbero almeno destare l’attenzione del santo clero, che peraltro è minacciato (insieme con i fedeli) dall’espansione da una presenza arrogante e minacciosa, consentita dalla pietà politicante dura d’orecchi e di cervice.
Veneto, Zaia alla Cei: "Offese al Veneto cattolico, ora aprite i seminari ai profughi"
Non si spengono le polemiche tra la Cei e la Lega sui profughi. Alle accuse dei vescovi risponde il governatore del Veneto
Non si spengono le polemiche tra la Cei e la Lega sui profughi. Alle accuse dei vescovi risponde il governatore del Veneto
Non si spengono le polemiche tra la Cei e la Lega Nord sul tema dei profughi. Alle accuse dei vescovi che hanno definito "piazzisti" gli esponenti leghisti, risponde il governatore del Veneto Luca Zaia: " Rispetto la Chiesa ma penso che usare termini come piazzisti sia prima di tutto un insulto ai cittadini che ci hanno eletto.
Che oltretutto qui in Veneto sono quasi tutti fedeli".
"Ai vescovi - commenta Zaia - che predicano accoglienza, compassione e solidarietà chiedo: 'Siete sicuri di aver fatto tutto quello che dovevate fare per i profughi? A Treviso il prefetto aveva chiesto di accogliere i profughi in seminario, ma gli hanno riposto di no, anche se era semivuoto. Li capisco perché due su tre di queste persone non sono profughi e non scappano da guerre". E ancora: "Io sono cattolico, ma esserlo non significa essere bigotti. Rispetto la Chiesa, ma penso che usare termini come piazzisti e altre offese del genere sia prima di tutto un insulto ai cittadini che ci hanno eletto. Che oltretutto qui in Veneto sono quasi tutti fedeli. Ai vescovi che predicano accoglienza, compassione e solidarietà aggiungo: chi è senza peccato scagli la prima pietra". Infine l'appello del governatore: "Chiedo ai vescovi: siete sicuri di aver fatto tutto quello che dovevate fare per i profughi, visto che chiedete agli altri di fare? A Treviso - aggiunge Zaia - il prefetto aveva chiesto di accogliere i profughi inseminario, ma gli hanno riposto di no, anche se era semivuoto. li capisco perché due su tre di queste persone non sono profughi e non scappano da guerre. E la Chiesa attacca noi". Poi si rivolge al Papa: "Il Pontefice deve predicare il Vangelo e, per definizione, ha sempre ragione, rappresenta Dio in terra. Però è vero che un Papa che ha saputo stupirci, che tutti noi amiamo, dovrebbe secondo me provare a chiamare i preti, senza mediazioni, tentare di parlare con loro, e scoprirà che dicono le stesse cose nostre. I piazzisti da quattro soldi - ha concluso Zaia, tornando sulle parole di Galantino - sono quelli che sono stati eletti dal 50% del veneti, che corrispondono, sostanzialmente, a tutti i fedeli. Per cui offendere noi è offendere i veneti".
Migranti e politici, Galantino: «Slogan deleteri e insulsi»
Intervista con il Segretario generale della Cei: «Coloro che criticano il Papa sono piazzisti in cerca di voti»
GIACOMO GALEAZZI - ANDREA TORNIELLIROMA
«A differenza di Mare nostrum, l’operazione europea di salvataggio in mare è ancora incapace di rispondere al dovere prioritario di salvare le vite umane». Sull’immigrazione mette in guardia dagli «slogan deleteri» il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino che, dopo gli attacchi della Lega al Papa, ha stigmatizzato ieri a Radio Vaticana un «atteggiamento alimentato da piazzisti da quattro soldi che pur di raccattare voti dicono cose straordinariamente insulse».
Lei è appena tornato dai campi dei profughi siriani in Giordania. Come si affronta l’emergenza-sbarchi?
«Prima di tutto neutralizzando gli slogan deleteri di quanti semplificano paurosamente un dramma davvero complesso, come complesso è tutto ciò che riguarda le persone. Considerando i volti e le storie di sofferenza e di fuga che ho incontrato in questi giorni tra i rifugiati in Giordania, credo sia importante un impegno di accompagnamento e di accoglienza, che coinvolga tutti i 28 Paesi dell’Unione e ben oltre la quota di 20.000 persone stabilita dall’Agenda europea delle migrazioni. Una seconda azione europea è sul piano diplomatico, perché la pace, anche attraverso la condivisione di risorse, sia ricercata in tutti i modi in Siria come in Palestina».
Tra le vittime ci sono molti cristiani. Chi deve fermare il massacro?
«Prima di tutto la coscienza di ogni persona: fino a quando mancherà una consapevolezza diffusa e condivisa della portata di questo dramma, le Organizzazioni internazionali non si muoveranno o si muoveranno in modo da non disturbare nessuno, soprattutto i propri interessi. L’indifferenza nei confronti dei cristiani perseguitati è frutto di una fronda anticristiana, assurda e faziosa. Occorre un impegno comune non solo una informazione diffusa e corretta, serve anche un’azione condivisa sul piano internazionale, da una parte per salvaguardare il diritto d’asilo per chi fugge a causa di una persecuzione religiosa, dall’altra per ristabilire giustizia laddove le persone sono costrette a lasciare terra, case e beni».
Quest’anno le morti in mare sono aumentate. E’ stato un errore abbandonare l’operazione «Mare Nostrum»?
«Le tragedie che si ripetono, addirittura incrementate, dimostrano come incautamente si sia abbandonata un’operazione italiana di salvataggio in mare, quale era Mare nostrum, sostituendola con un’operazione europea che è ancora incapace di rispondere al dovere prioritario di salvare le vite umane. Certamente occorre rafforzare l’operazione europea, oltre che favorire il coinvolgimento dei diversi governi provvisori in Libia per poter evitare partenze non in sicurezza. Al tempo stesso l’Europa dovrebbe favorire ogni forma alternativa di partenza di richiedenti asilo e profughi, soprattutto attraverso canali umanitari stabiliti in sede diplomatica».
In Parlamento sono in discussione le unioni civili. Cosa ne pensa?
«Come si fa a non vedere il pericolo di fughe in avanti, ammesso che siano davvero fughe “in avanti”? Il “bene comune” è il grande assente, soprattutto quel bene comune che riguarda la famiglia. Manca, ormai da troppo tempo, una seria ed efficace politica familiare, che non riguarda solo la dimensione economica. Se il Governo non dà un’accelerazione in questo senso rischiamo di far la fine di quegli anziani che spendono tutto quanto possiedono per l’impianto di una nuova dentiera, ma poi mancano loro i soldi per comprare da mangiare».
Con il Sinodo di ottobre la Chiesa aprirà ai divorziati risposati?
«C’è il rischio di ricondurre l’intera discussione alla comunione ai divorziati risposati. Questo rischio è acuito dal fatto che pochi stanno facendo lo sforzo di capire perché è stato convocato un “doppio” Sinodo. Sullo sfondo resta la dottrina assolutamente condivisa sul matrimonio - sacramento. Il Sinodo è stato convocato per rispondere a una domanda insieme concreta e drammatica: alle persone che hanno fatto esperienza negativa nel matrimonio, a quelle che - per motivi diversi - hanno visto andare in frantumi un sogno e un progetto nei quali loro stessi avevano creduto e sui quali avevano investito... A queste persone, la Chiesa ha da dire solo parole di condanna? Ha solo da proporre soluzioni impraticabili? Oppure può continuare a proporsi come madre che si china sulle loro ferite? E, se è chiamata a chinarsi su queste ferite, che nomi deve avere la medicina con la quale curare queste ferite? In altri termini, a queste persone, cosa dire? Con quali gesti accompagnarle? Quali opportunità possono essere offerte loro? A queste domande è chiamato a rispondere il Sinodo».
La riforma di Francesco incontra resistenze?
«Il Papa sta richiamando spesso e con passione alla collegialità e a uno stile di sinodalità. E li sta praticando, segno che non vede praticati abbastanza né l’una né l’altro. Quanto alle resistenze è difficile misurarne lo spessore e la consistenza. Il problema vero, però, rimane l’immane fatica che ognuno di noi fa a lasciare posizioni di acquisita tranquillità, spesso lontane mille miglia dal Vangelo al quale Papa Francesco richiama continuamente. Le resistenze penso che trovino qui la loro radice. Uno stile di sinodalità, fatto di ascolto reciproco e di disponibilità almeno a capire criticamente le ragioni dell’altro, non può che contribuire al raggiungimento del bene comune: ne ha bisogno la Chiesa, ma non di meno il Paese intero».
VENETO 15.000 IN UN ANNO E MEZZO E 9.000 GIA′ SCOMPARSI
E' la volontà di imbastardimento delle razza con finalità di controllo sull'individuo reso debole per la mancanza di appartenenza ad una società coesa e solidale che lo protegga. E' un ferale melting pot mirante a distruggere l'individuo dividendo la società che lo ospita, isolandolo e privandolo di capacità di protesta e reazione?
www.gazzettino.it
Don Canuto: «Profughi? Sono il 10%
degli arrivi, gli altri sono clandestini»
Il fondatore di Trevisani nel mondo: «Come si fa ad accogliere tutti? Dove li mettiamo? In qusto modo avanza anche l'Islam»
di Mauro Favaro
«I profughi vanno accolti senza esitazioni. Ma sono solo il 10% di tutti quelli che arrivano. Gli altri sono immigrati di fatto clandestini su cui abbiamo delle riserve. Bisognerebbe cercare di aiutarli nei loro Paesi». Don Canuto Toso, fondatore dell'associazione Trevisani nel mondo, non ha dubbi: per gestire il nodo dell'immigrazione si deve innanzitutto dividere chi scappa dalle guerre da chi invece fugge per motivi economici.«Come si fa ad accogliere tutti? Bisogna accogliere, ma con responsabilità e pianificando il futuro -fa il punto- sappiamo quanto può soffrire chi scappa da violenze e da gruppi come l'Isis, ma sappiamo anche che altri vedono la televisione che racconta l'Italia come una terra ricca e poi si illudono». È in primis una questione di numeri. «Se gli sbarchi continuano dove li mettiamo? -incalza- in questo modo viene avanti anche l'Islam».
In un anno e mezzo 14.700 profughi
ma di novemila non c'è più traccia
di Alda Vanzan
VENEZIA - Dal gennaio 2014 a ieri in Veneto sono transitati 14.708 migranti. Ma è inutile andarli a cercare in giro per i 579 comuni della regione: attualmente, profughi o clandestini che siano, ne sono ospitati 5.688. Che fine hanno fatto gli altri novemila? Non si sa. Potrebbero essere emigrati, in cerca di fortuna in altri paesi d’Europa. Oppure potrebbero essere ancora qui. Uomini arrivati su barconi dalle coste del’Africa. Vivi e vegeti, ma ora scomparsi. Fantasmi.I dati li ha forniti ieri il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, in un incontro in consiglio regionale del Veneto con l’Ufficio di presidenza dell’assemblea legislativa e con i capigruppo. Cuttaia ha fornito i numeri e spiegato perché le quote di migranti da ospitare sono aumentate. La regola decisa a Roma è che più arrivano barconi carichi di gente e più i comuni devono farsene carico. Ogni volta che arrivano 10mila nuovi migranti, le quote regionali vengono riviste.È così che i 579 Comuni del Veneto sono chiamati ad aprire le porte. Solo che la stragrande maggioranza dei sindaci non ne vuole sapere. E finisce che i prefetti, cui il Governo ha assegnato la gestione del problema, non trovando collaborazione o cooperazione, accettano le proposte dei privati. Un anno fa, quando vennero decise le quote di migranti che ciascuna regione italiana era chiamata ad accogliere, al Veneto vennero assegnati 3.966 profughi. Lo scorso 28 luglio la quota assegnata al Veneto era salita a 6.446. È passata una settimana e la cifra è stata nuovamente aggiornata: adesso il Veneto dovrebbe accogliere 7.168 migranti. Cioè 1.480 in più rispetto ai 5.688 attualmente ospitati in 124 Comuni.
Da considerare che i cosiddetti "dublinati", migranti che sono stati rispediti in Italia dopo non essere stati accolti in altri Stati, sono 150. C’è chi ha fatto anche due conti: con 5.688 migranti e un contributo statale di 35 euro ciascuno per vitto e alloggio (soldi che vengono dati alle cooperative o alle associazioni che gestiscono l’ospitalità, mentre 2,5 euro sono disponibilità di pocket money per il singolo migrante), ogni giorno lo Stato Italiano "paga" per i migranti alloggiati in Veneto quasi 200mila euro. Al mese fanno quasi 6 milioni. Cuttaia ha assicurato che la Prefettura dispone controlli costanti e che ogni giorno c’è un report sui migranti ospitati: lo Stato, cioè, non dà soldi per i 9mila "fantasmi".
Cuttaia:«Figuriamoci, finirei in galera».
E mentre ieri in prefettura a Venezia sono state aperte le buste del nuovo bando per trovare alloggi per i migranti (si cercavano 1000 posti, ne sono stati proposti da privati 824), Cuttaia ha lanciato l’idea di una "cabina di regia" per gestire l’accoglienza. Verrebbe fatta per il territorio veneziano e sarebbe la prima a livello nazionale, ma in Regione solo il Pd di Alessandra Moretti ha apprezzato e sostenuto la proposta. Tant’è che l’ordine del giorno presentato dalla Dem Francesca Zottis non solo è stato respinto dall’aula (27 no, 10 sì e 6 astenuti), ma è stato anche oggetto di un acceso confronto con il governatore Luca Zaia. Che ha dato lettura della proposta della cabina di regia arrivata a fine luglio dal prefetto: «Nella lettera si parla di "una struttura informale di monitoraggio in grado di diventare cabina di regia".
Cioè, per dirla alla veneta, se trovemo e dopo vedemo? Non esiste, il problema l’ha creato il Governo e lo deve risolvere il Governo. Il Pd vuole accogliere i profughi? Li faccia accogliere dai suoi sindaci». L’accusa alla Regione di Zottis e Moretti di lavarsi le mani è rimasta a verbale.
Martedì 4 Agosto 2015, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 08:01
Zaia: «Due su 3 sono falsi profughi»
La Caritas: noi aiutiamo i veri poveri
Il governatore difende l'opera della Regione Veneto
e rincara la polemica con il Vaticano e il Papa
Ancora botta e risposta fra il governatore Zaia e la Chiesa.
«Il Papa, il Vaticano, la Chiesa, ospitino i migranti a casa loro? Per la verità, già lo facciamo. Quella che per la Lega vuol essere una provocazione politica, per noi è una realtà consolidata di tutti i giorni». Così Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas italiana replica alle ultime dichiarazioni fortemente critiche espresse nei confronti di Papa Francesco e del segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino, a proposito di migranti, dal leader leghista Matteo Salvini e dal governatore veneto Luca Zaia.
«La risposta più banale ma anche più vera a 'il Papa li porti a casa sua' è che già lo sta facendo, attraverso le strutture delle realtà ecclesiali del Vaticano come degli ordini religiosi, della Caritas, del Centro Astalli, della fondazione Migrantes, delle diocesi italiane, di ogni parrocchia e direi persino di tantissime famiglie e di singoli fedeli - afferma Forti - sempre con grande spirito di collaborazione e in stretto contatto con le istituzioni sia nazionali che regionali e locali».
Rivendica l'esponente della Caritas: «Siamo un pezzo molto importante del piano di accoglienza ai migranti. Solo alla Caritas, non meno di 20mila persone transitano ogni anno, quasi il 10% dell'intera opera di accoglienza che si fa in Italia. C'è poi chi si ferma solo per una notte, chi chiede un pasto o qualche vestito, chi un biglietto per il treno: la Chiesa risponde sempre e lo fa con piacere e dedizione».
Da parte sua Zaia non replica solo alla Chiesa ma attacca a tutto campo: «Finiamola con questa pantomina del dire che la Regione non collabora, e che per questo c'è problema. Al prefetto non è vietato convocare i sindaci e definire con loro qualsiasi forma di ospitalità, a prescindere dalla volontà della Regione, perché la legge è chiara. La Regione non è chiamata in causa. Ogni forma di ospitalità oggi - ha concluso - ci dà una contabilità che è tragica: due su tre non sono profughi».
«Il Papa, il Vaticano, la Chiesa, ospitino i migranti a casa loro? Per la verità, già lo facciamo. Quella che per la Lega vuol essere una provocazione politica, per noi è una realtà consolidata di tutti i giorni». Così Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas italiana replica alle ultime dichiarazioni fortemente critiche espresse nei confronti di Papa Francesco e del segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino, a proposito di migranti, dal leader leghista Matteo Salvini e dal governatore veneto Luca Zaia.
«La risposta più banale ma anche più vera a 'il Papa li porti a casa sua' è che già lo sta facendo, attraverso le strutture delle realtà ecclesiali del Vaticano come degli ordini religiosi, della Caritas, del Centro Astalli, della fondazione Migrantes, delle diocesi italiane, di ogni parrocchia e direi persino di tantissime famiglie e di singoli fedeli - afferma Forti - sempre con grande spirito di collaborazione e in stretto contatto con le istituzioni sia nazionali che regionali e locali».
Rivendica l'esponente della Caritas: «Siamo un pezzo molto importante del piano di accoglienza ai migranti. Solo alla Caritas, non meno di 20mila persone transitano ogni anno, quasi il 10% dell'intera opera di accoglienza che si fa in Italia. C'è poi chi si ferma solo per una notte, chi chiede un pasto o qualche vestito, chi un biglietto per il treno: la Chiesa risponde sempre e lo fa con piacere e dedizione».
Da parte sua Zaia non replica solo alla Chiesa ma attacca a tutto campo: «Finiamola con questa pantomina del dire che la Regione non collabora, e che per questo c'è problema. Al prefetto non è vietato convocare i sindaci e definire con loro qualsiasi forma di ospitalità, a prescindere dalla volontà della Regione, perché la legge è chiara. La Regione non è chiamata in causa. Ogni forma di ospitalità oggi - ha concluso - ci dà una contabilità che è tragica: due su tre non sono profughi».
Martedì 11 Agosto 2015, 15:37 -
Bloccarono la strada, i profughi
ribelli vincono al Tar: vanno accolti
di Luca Anzanello
VITTORIO VENETO - Quattro profughi ospiti a Vittorio Veneto battono la Prefettura al Tar.I giudici hanno annullato i provvedimenti di revoca delle misure di accoglienza disposti dalla prefettura di Treviso nei confronti di quattro migranti del Ceis di Serravalle. Misure decise dopo la protesta dell'11 febbraio che portò una quarantina di profughi a occupare la strada con cassonetti dell’immondizia, costringendo le forze dell'ordine a deviare il traffico. Per i giudici la protesta non degenerò in episodi di "violenza grave", di conseguenza l’accoglienza non può essere sospesa.
«I profughi mi hanno chiesto
la pastasciutta e poi l'hanno rifiutata»
Per esempio, «una sera i profughi mi hanno ordinato la pasta con la salsa, perché loro non mangiano carne di maiale, ma poi l’hanno rifiutata. Quella volta mi sono arrabbiato. La pasta me l’avevano chiesta loro stessi e poi, non so perché, non l’hanno voluta mangiare. Hanno preso, però, il secondo. Mi sono arrabbiato perché, dico, certa gente in Italia non ha da mangiare e noi dobbiamo buttare via la pasta? ...
http://www.stampalibera.com/?a=30122
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