Preghiera per la
Chiesa
Dominus iudex noster, Dominus legifer noster: Dominus Rex
noster, ipse salvabit nos.
Signore Gesù Cristo, non sei Tu forse nostro
giudice, nostro legislatore, nostro Re, come la Tua santa Chiesa Ti acclama da
sempre? Non Ti professiamo forse arbitro delle menti e dei cuori? Nonostante la
turba scellerata vociferi scomposta che non vuole lasciarti regnare, noi
continuiamo osannanti a proclamarti, qual sei, Re supremo di tutti gli uomini. Perché, o Principe
portatore di pace, non sottometti al Tuo soavissimo impero le menti ribelli,
raccogliendo in un unico ovile le genti disgregate dal peccato e quanti han
deviato dal tuo amore? Perché non sentenzi e legiferi più, a salvezza dei
mortali dannati in eterno dalla loro stessa disobbedienza, per bocca di colui
che dovrebbe sedere quale roccia di certa dottrina e pascere le Tue pecorelle
nei pascoli salubri dei Tuoi comandamenti? Perché lasci che chi ha il compito
di guidarci sconcerti continuamente chi ancora conserva la fede e al contempo
trascini nel baratro quanti, pur credendo di averla, in realtà non la conoscono
più? Perché, Immagine vivente dell’Altissimo, Luce da Luce, Dio, permetti che
sia coperta e vituperata l’eterna verità che salva riunendo gli uomini nella
pace della Tua signoria?
Eppure proprio per questo hai voluto pendere, le
braccia distese, dal legno insanguinato; proprio per questo, facendolo aprire
dalla lancia, hai mostrato il cuore, ardente d’una fiamma d’amore; proprio per
questo Ti nascondi, sull’altare, sotto l’apparenza del pane e del vino,
riversando sui figli, dal Tuo petto squarciato, la loro eterna salvezza! Quando
sarai di nuovo esaltato con pubblico onore, com’è giusto, dai governanti delle
nazioni, obbedito da giudici e maestri, espresso dalle leggi e dalle arti,
Verbo divino che reggi l’universo? Quando stenderai di nuovo il Tuo mite
scettro sulla nostra patria e su ogni casa, liberandoci dagli orrendi flagelli
abbattutisi su questa società pervertita che ha rigettato la Tua signoria e,
con essa, ogni forma di bene, di onestà e di giustizia? Quando svelerai
l’enorme inganno dei cosiddetti diritti
umani, mutevoli e cangianti ad ogni tiro di vento, diabolico pretesto per
distruggere l’essenza dell’uomo creato a Tua immagine? Quando smaschererai la
sottile menzogna del bene fatto per il bene anziché in nome di Dio, che è il
sommo Bene, in ottemperanza a fragilissimi imperativi categorici che non
trovano il proprio fondamento in Te, ma nella coscienza individuale offuscata
dal peccato originale?
Tu non puoi abbandonarci. Certo, noi scorgiamo
ancora le Tue tracce in ogni sorriso, in ogni gesto gentile, in ogni azione
caritatevole di cui pur sono ancora capaci le Tue creature rinate dall’acqua e
dallo Spirito, per quanto in buona parte private dello stato di grazia dai loro
peccati. Molte di esse sono ancora toccate dal passaggio di uomini e donne a Te
consacrati in verità, il cui sguardo e parola può ancora risuscitare, come
brace coperta dalla cenere, la fiammella della grazia seppellita nei loro
cuori. L’immane plagio collettivo esercitato dai mezzi di comunicazione non li
ha ancora resi completamente ciechi e insensibili alla Tua presenza e alla Tua
tenerezza; forse attendono soltanto un cenno credibile che non rinnovi
ulteriormente la delusione provocata da chi, anziché assecondare i richiami
della loro coscienza, li ha abbandonati in balia del peccato, rifiutandosi di
somministrare loro la cura necessaria… Perché allora li lasci vagare lontano da
Te? Come puoi permettere che siano ulteriormente ingannati con una falsa idea
di misericordia, anziché ricondotti ad ascoltare la Tua voce, dolce e severa ad
un tempo, che li chiama a conversione per la loro felicità presente e futura?
Perché non ci mandi qualcuno che parli davvero in Tuo nome per riaffermare la
vivificante Verità immutabile che sei Tu stesso?
No, al contrario Tu stai lasciando che la barca di
Pietro vada alla deriva, che la Tua vigna diletta sia devastata dalle bestie
selvatiche, che il Tuo gregge, acquistato a prezzo del Tuo sangue, sia sviato
da falsi Pastori che Ti hanno tradito, che la Tua Sposa amatissima si
prostituisca con il mondo incredulo, governato da Satana e dai suoi miserabili
sgherri… Ti pare che il peccato mortale di adulterio, per giunta continuato,
possa esser valutato caso per caso ed
eventualmente legittimato? Puoi forse ammettere che persone in stato di
adulterio permanente svolgano funzioni nelle comunità cristiane, smentendo
così, nei fatti, ogni insegnamento o dottrina in qualsiasi ambito? Lascerai che
innumerevoli peccatori, riabilitati senza emendarsi dal “discernimento”
improvvisato di un chierico qualunque o fittiziamente sciolti dal sacro vincolo
del matrimonio, mangino e bevano ripetutamente la propria condanna? La loro
coscienza oscurata e ingannata basterà forse a scusarli, salvandoli così dal
fuoco eterno? Non li hai forse richiamati innumerevoli volte con infinita
pazienza per trattenerli dalla loro funesta decisione o per riportarli sulla
retta via? E per quanto tempo ancora i Tuoi ministri fedeli, che si battono
ogni giorno per la salvezza delle anime, dovranno sentirsi insultare come
farisei duri di cuore, doganieri attaccati alle formule astratte, controllori
insensibili ai drammi del prossimo e senza pietà per le sue sventure, di cui è generalmente
responsabile?
Sì, sappiamo bene che hai tolto la siepe alla Tua
vigna perché non ha portato i frutti che attendevi, nonostante le Tue
ininterrotte e straordinarie cure. Con i torrenti di grazia che per due
millenni hai riversato su di essa e le moltitudini di santi che vi hai
suscitato, dovrebbe oggi brillare tutta di santità eccelsa, tale da attirare
irresistibilmente a sé tutti gli uomini che ancora non credono in Te: ebrei,
musulmani, induisti, buddhisti, scintoisti, animisti… tutti sarebbero liberati,
chi dalle catene della sua disobbedienza, chi dalle tenebre delle sue credenze,
tutti dal dominio del diavolo, sotto il quale soggiace chi non è rinato da Dio
e dalla Vergine, venendo così incorporato a Te. Dobbiamo confessarlo: non
abbiamo ascoltato i Tuoi profeti, per questo ora taci; non ti abbiamo dato
l’onore che ti spettava, per questo ci hai messi in mano ai nostri nemici; non
abbiamo reso testimonianza alla luce, per questo siamo avvolti dalle tenebre.
La nostra tranquilla indolenza ha lasciato fare ai Tuoi avversari senza opporre
sufficiente resistenza nella società civile; la nostra pia sottomissione ha
ingoiato tutte le eresie e accondisceso a tutti gli abusi perpetrati nella
Chiesa: e adesso abbiamo il coraggio di lamentarci?
Ma, poiché Tu sei e sarai sempre il nostro
Salvatore, abbiamo ancora l’ardire di gridare a Te per ottenere perdono e
implorare il Tuo intervento. Se non vuoi ascoltare noi, che troppo ti abbiamo
offeso e disgustato, porgi l’orecchio – te ne supplichiamo – alla voce della
purissima Madre Tua e nostra, che da sempre ci fa da avvocata e ci raccoglie
sotto il manto castificante della Sua verginità, guarendo le nostre reiterate
infedeltà. Ricorda l’amore ineguagliabile con il quale Ti ha messo al mondo
come Capo del Corpo che noi formiamo. Ricorda i Suoi inenarrabili dolori,
sopportati per noi sul Calvario nell’atto di offrirti al Padre, formando con Te
un’unica ostia, per la nostra rigenerazione. Ricorda le ardentissime preghiere
con cui, quale Figlia di Sion, ha ottenuto per noi l’effusione dello Spirito
promesso, che ha adornato la Tua santa Sposa di doni svariati e mirabili
carismi per la conversione dei pagani. Ricorda le inesauribili grazie da Te
elargite attraverso di Lei a questi figli ingrati, per i quali pur continui a
sanguinare negli innumerevoli martiri del nostro tempo, portando ancora la
croce flagellato le membra e il capo coronato di spine. Ricorda – te ne scongiuriamo
– la perseverante preghiera del tuo servo nascosto e silente, che ha fatto
quanto ha potuto per allontanare la nave dagli scogli, prima di esser messo in
condizione di dover lasciare il timone.
La nostra fiducia è più viva che mai, o nostro
Maestro, Sacerdote e Signore: abbiamo Te prigioniero nel candore del
Tabernacolo; abbiamo la candida Madre della Chiesa; donaci ancora un bianco
Padre che salvi il vascello dirigendolo tra le due colonne alle quali deve
ancorarlo per sempre. Noi non smetteremo di importunarti finché non sarai
intervenuto.
P.S.: in vista dell’8 dicembre, data dell’entrata in
vigore del motu proprio sulle cause di nullità
matrimoniale e inizio del giubileo della
misericordia, propongo di recitare quotidianamente questa preghiera per
trentatré giorni a partire dal 5 novembre prossimo. Gridiamo al cielo con la
certezza di essere esauditi, in un modo o in un altro.
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