Postato 16 hours ago da Cesare Baronio
http://opportuneimportune.blogspot.it/2015/10/apres-moi-le-deluge.html
Fonte : La Stampa
Immagine : da Facebook
di Massimo Gramellini
Si può dire, umilmente e sommessamente, che questo Papa sta un po’ esagerando?
Ieri si è saputo che ha scritto all’ex consigliere capitolino di estrema sinistra Andrea Alzetta detto Tarzan, collezionista di denunce per violazione di domicilio e invasione e devastazione di edifici, esortandolo «a occuparsi di chi non ha casa».
I conservatori deprecano la tendenza di Francesco a intrecciare rapporti con persone che cavalcano la tigre della protesta sociale senza fermarsi dinanzi alla legge.
Da laico mi infastidisce di più la sua attenzione esasperata e ormai esasperante verso tutto ciò che accade nella capitale di uno Stato estero confinante col suo.
Fin dalla prima apparizione sulla balconata di San Pietro ha preso molto sul serio il ruolo di vescovo di Roma, forse sottovalutando il particolare che quando apre bocca non è il vescovo che parla ma il Papa.
Dopo avere affossato il sindaco con una battuta, l’altro giorno ha chiesto scusa per gli scandali che hanno colpito la città. Non mi risulta che il capo della Chiesa universale abbia fatto lo stesso per gli scandali che scoppiano quotidianamente in altri punti del globo.
Nel vuoto di potere laico che attanaglia l’Urbe alla vigilia dell’ennesimo Giubileo, sembrano tornati i tempi del Papa Re.
Con la differenza che questo pontefice può denunciare le magagne di Roma senza neanche doversi scomodare a risolverle.
E pensare che, per fare felice Tarzan, basterebbe attingere alle migliaia di case romane sfitte di proprietà del Vaticano.
Immagine : da Facebook
Pubblicato da Andrea Carradori
Il Papa cade nella trappola e benedice gli "okkupanti"
«Tarzan», leader degli sfrattati insediati abusivamente a Castelgandolfo, scrive a Bergoglio. Lo staff replica incoraggiandolo. E la notizia fa il giro del mondo
«Tarzan», leader degli sfrattati insediati abusivamente a Castelgandolfo, scrive a Bergoglio. Lo staff replica incoraggiandolo. E la notizia fa il giro del mondo
Serena Sartini - Mar, 20/10/2015
La lettera era stata inviata il 2 agosto e la risposta è arrivata a stretto giro di posta. E a prima vista sembra proprio una «benedizione» a chi occupa le case, a Roma.
A scrivere a Papa Francesco è stato Andrea Alzetta, uno dei leader di «Action diritti in movimento», ex consigliere comunale e meglio conosciuto per il nomignolo «Tarzan» e il conseguente slogan «occupare le case è un reato, Tarzan lo fa».
La lettera è stata consegnata a suor Damiana Esposto, della Congregazione delle Figlie della Sapienza per farla recapitare a Bergoglio. «Carissimo Papa Francesco, saremmo lieti se riuscisse a dedicarci un po' del suo tempo per ascoltarci e per informarla sulla condizione di molte centinaia di nuclei familiari in “emergenza abitativa” che rappresentiamo», scrive Alzetta. La richiesta del movimento Action è semplice: le strutture utilizzate dai pellegrini durante il Giubileo straordinario siano messe a disposizione in futuro per l'emergenza abitativa.
La risposta è arrivata subito: una benedizione del Pontefice che «ha a cuore» il tema dell'emergenza sociale. «Il Sommo Pontefice - si legge nella missiva - invia una parola di paterna comprensione e di vivo incoraggiamento e, mentre assicura il Suo costante ricordo nella preghiera, di cuore imparte la benedizione Apostolica». Ed ancora: «Nell'assicurare la spirituale partecipazione di Sua Santità alla preoccupante questione evocata, mi premuro di significarLe che Egli, non cessando mai di promuovere i valori della giustizia e della solidarietà, più volte ha richiamato l'attenzione degli organi competenti in favore delle fasce più deboli della società».
Parole abbastanza generiche ma che, dirette al leader di un movimento che occupa proprio un'area vicina alla residenza estiva del Papa, a Castel Gandolfo, due edifici chiamati «La tenuta Vaselli» di proprietà del Comune di Roma, possono apparire come un clamoroso appoggio alla linea «dura» di Action. E infatti al Giornale Alzetta la spiega così: «È un incoraggiamento e una provocazione: che la politica si sporchi le mani, perché questo Paese sta andando sempre peggio». Alzetta nella lettera cita anche lo scandalo romano per eccellenza: «La vicenda “Mafia Capitale”, di cui siamo stati “oggetto in causa” ha di fatto bloccato la pur flebile relazione con la politica, sempre più incapace e sottomessa all'egoismo delle regole del mercato e del profitto. Chiediamo di essere ascoltati per testimoniare lo stato attuale di coloro che vengono considerati emergenza, scarto e rifiuto sociale».
Il Vaticano minimizza. «Non si tratta di una lettera a firma del Papa - spiegano dai Sacri Palazzi - ma di una risposta dell'assessore per gli Affari generali della Segreteria di Stato, monsignor Peter Wells. Lo staff del Papa cerca di rispondere a tutte le lettere che riceve, è una cosa quasi automatica». Ma il caso c'è, perché la notizia ha fatto il giro del mondo, arrivando anche sulle pagine del quotidiano britannico The Guardian che titola: «Il Papa invia una lettera di sostegno a Tarzan e agli occupatori delle case a Roma».
Non è la prima volta che lo staff del Papa cade nella trappola di una lettera di risposta che viene poi strumentalizzata. L'ultima volta accadde con Francesca Pardi, proprietaria della casa editrice «Lo Stampello» e autrice di libri sulla teoria gender. La risposta del Papa, da gesto di buona educazione, fu trasformata in una «benedizione» alla teoria. E il Vaticano dovette smentire. Una conferma che la strategia di comunicazione con risposte a tutti, senza selezione, è a rischio e va rivista.
Il Papa scrive al leader romano del movimento lotta per la casa
Il caso della lettera è approdato sulle pagine del quotidiano inglese The Guardian
Papa Francesco ha scritto ad Andrea Alzetta, conosciuto come «Tarzan», uno dei leader dei movimenti per la casa di Roma, incoraggiandoli nelle loro iniziative per il diritto all’abitazione dei meno abbienti. Bergoglio ha scritto in risposta ad una lettera che gli era stata inviata dallo stesso Alzetta di Action.
«Papa Francesco - si legge in un messaggio a firma dell’assessore della Segreteria di Stato mons. Brian Wells e recapitato ad una suora che ha fatto da collegamento - invia una parola di paterna comprensione e di vivo incoraggiamento». «Nell’assicurare la spirituale partecipazione di Sua Santità alla preoccupante questione evocata - si legge ancora - mi premuro di significarle che Egli non cessando mai di promuovere i valori della giustizia e della solidarietà, più volte ha richiamato l’attenzione degli organi competenti i favore delle fasce più deboli della società». Il caso della lettera (datata 6 agosto 2015 mentre quella di «Action. Diritti in movimento», era stata inviata a luglio) è approdato sulle pagine del quotidiano inglese The Guardian.
«Incredibile. Non ho mai pensato nella mia vita che avrei scritto al Papa, e che lui avrebbe risposto! Tuttavia, al giorno d’oggi a chi avremmo potuto rivolgerci?» commenta Alzetta. «Questo Papa è uno dei pochi che si mette senza esitazione dalla parte degli ultimi», aggiunge Alzetta che nel recente passato è stato tra gli scranni dell’Aula Giulio Cesare come consigliere comunale.
L’«inaspettata corrispondenza» è iniziata, si legge nell’ articolo del The Guardian, dopo l’occupazione, avvenuta a maggio scorso, di due edifici chiamati “La tenuta Vaselli”, di proprietà del Comune di Roma e situati proprio ad un chilometro dalla residenza papale di Castel Gandolfo. Alzetta aveva scritto al Papa «per informarlo sulle condizioni di centinaia di famiglie in emergenza abitativa» e ha fatto «appello alla sua sensibilità» riguardo le battaglie dei senzatetto, dei migranti e i disoccupati della Capitale.
«Ora speriamo - aggiunge Alzetta - di riuscire a concretizzare un incontro con lui. Vogliamo chiedergli di mettere a disposizione di chi non ha casa alla fine del Giubileo le strutture che si stanno mettendo in piedi per l’accoglienza in vista dell’Anno santo straordinario».
Bergoglio, il Papa dell'emergenza abitativa
Il Pontefice incoraggia il gruppo Action. Ed è diventato «l'angelo» degli abusivi.
Il Papa venuto dall'altro mondo. Il Papa dei poveri e degli ultimi. E pure il Papa degli occupanti.
Quel «non usate i conventi per fare soldi, apriteli a chi ha bisogno» pronunciato nel 2013 da Francesco è infatti diventato uno slogan dell'emergenza abitativa. Campeggia come dazebao sui centri sociali di Napoli. Ed è ripetuto come un mantra dagli sfrattati che cercano sistemazione in conventi e strutture della Chiesa.
Francesco come punto di riferimento e simbolo. Ma non solo. Perché il pontefice ha risposto agli appelli.
A rivelarlo è stata l'agenzia Dire.
LA RISPOSTA DEL PAPA. Il pontefice ha infatti risposto alla lettera della Comunità di Action, uno dei movimenti per il diritto all'Abitare a Roma. Dopo aver occupato la tenuta Vaselli, vicina alla residenza estiva di Castel Gandolfo, il gruppo chiedeva a Francesco di dedicargli un po' di tempo per informarlo «della condizione di molte centinaia di nuclei familiari in ‘emergenza abitativa’ che rappresentiamo».
PAROLE DI «VIVO INCORAGGIAMENTO». In giro di pochi giorni ecco la risposta, firmata da monsignor Peter Wells e indirizzata a una suora che ha fatto da tramite. «Il sommo pontefice, avendo a cuore quanto gli è stato fatto conoscere, invia una parola di paterna comprensione e di vivo incoraggiamento e, mentre assicura il suo costante ricordo nella preghiera, di cuore imparte la benedizione apostolica, in auspicio di ogni desiderato bene». E, ancora: «Nell’assicurare la spirituale partecipazione di Sua Santità alla preoccupante questione evocata, mi premuro di significarle che egli, non cessando mai di promuovere i valori della giustizia e della solidarietà, più volte ha richiamato l’attenzione degli organi competenti in favore delle fasce più deboli della società».
L'incontro, a quanto pare, si farà.
Non è la prima volta che gli occupanti abusivi si rivolgono a Bergoglio.
«UNA CASA NEL NOME DI FRANCESCO». «Una casa in nome di Papa Francesco» era lo slogan scritto sugli striscioni con cui 55 persone (tra cui 14 bambini) nel novembre 2014 avevano occupato una ex scuola abbandonata al Vomero, quartiere di Napoli.
La struttura era chiusa da un anno e mezzo, dopo che un altro gruppo di occupanti era stato cacciato dall'ordine religioso proprietario dell'immobile. Il motivo? «Progetti di ristrutturazione».
A tanta urgenza non era seguito alcun cantiere.
«Come era purtroppo prevedibile», aveva denunciato la Campagna per il diritto all'abitare Magnammece ‘o pesone, «dopo tanto tempo assolutamente niente si è messo in moto e semplicemente si preferisce tenere uno stabile chiuso piuttosto che utilizzarlo per qualcosa di utile socialmente. Magari in attesa di costruirci una residenza per il turismo religioso. Un gran paradosso considerando che per quanto riguarda gli ordini religiosi quasi tutti questi stabili, compresa la ex scuola di via Belvedere, sono donazioni vincolate all'uso sociale e no profit».
Gli occupanti, insomma, hanno seguito solo le indicazioni del Papa: «Non usate i conventi per fare soldi, apriteli a chi ha bisogno».
PALERMO, LA PRESA DEGLI STABILI DELLA CURIA. Nell'aprile 2014 lo stesso è accaduto a Palermo dove 200 cittadini hanno occupato almeno cinque immobili inutilizzati della Curia.
E a ogni porta aperta, hanno scritto a Francesco: «Vogliamo che sappia che abbiamo occupato e che siamo certi che è con noi. Perché questo Papa è un angelo che ci protegge».
Nell'autunno 2013 fu la volta di Benevento.
«Sua Santità», scrissero gli occupanti abusivi, «abbiamo deciso di lottare per farci notare, per non scomparire senza farci vedere prima così come siamo: nudi nella nostra disperazione. Abbiamo occupato uno stabile sfitto da 20 anni di proprietà di un'anziana signora di 85 anni, attualmente in ospizio, senza eredi. La imploriamo di intercedere per lanciare un segnale che induca chi amministra a cambiare rotta: abbiamo bisogno di un tetto per i nostri figli».
http://www.lettera43.it/cronaca/bergoglio-il-papa-dell-emergenza-abitativa_43675219662.htm
Quel «non usate i conventi per fare soldi, apriteli a chi ha bisogno» pronunciato nel 2013 da Francesco è infatti diventato uno slogan dell'emergenza abitativa. Campeggia come dazebao sui centri sociali di Napoli. Ed è ripetuto come un mantra dagli sfrattati che cercano sistemazione in conventi e strutture della Chiesa.
Francesco come punto di riferimento e simbolo. Ma non solo. Perché il pontefice ha risposto agli appelli.
A rivelarlo è stata l'agenzia Dire.
LA RISPOSTA DEL PAPA. Il pontefice ha infatti risposto alla lettera della Comunità di Action, uno dei movimenti per il diritto all'Abitare a Roma. Dopo aver occupato la tenuta Vaselli, vicina alla residenza estiva di Castel Gandolfo, il gruppo chiedeva a Francesco di dedicargli un po' di tempo per informarlo «della condizione di molte centinaia di nuclei familiari in ‘emergenza abitativa’ che rappresentiamo».
PAROLE DI «VIVO INCORAGGIAMENTO». In giro di pochi giorni ecco la risposta, firmata da monsignor Peter Wells e indirizzata a una suora che ha fatto da tramite. «Il sommo pontefice, avendo a cuore quanto gli è stato fatto conoscere, invia una parola di paterna comprensione e di vivo incoraggiamento e, mentre assicura il suo costante ricordo nella preghiera, di cuore imparte la benedizione apostolica, in auspicio di ogni desiderato bene». E, ancora: «Nell’assicurare la spirituale partecipazione di Sua Santità alla preoccupante questione evocata, mi premuro di significarle che egli, non cessando mai di promuovere i valori della giustizia e della solidarietà, più volte ha richiamato l’attenzione degli organi competenti in favore delle fasce più deboli della società».
L'incontro, a quanto pare, si farà.
Non è la prima volta che gli occupanti abusivi si rivolgono a Bergoglio.
«UNA CASA NEL NOME DI FRANCESCO». «Una casa in nome di Papa Francesco» era lo slogan scritto sugli striscioni con cui 55 persone (tra cui 14 bambini) nel novembre 2014 avevano occupato una ex scuola abbandonata al Vomero, quartiere di Napoli.
La struttura era chiusa da un anno e mezzo, dopo che un altro gruppo di occupanti era stato cacciato dall'ordine religioso proprietario dell'immobile. Il motivo? «Progetti di ristrutturazione».
A tanta urgenza non era seguito alcun cantiere.
«Come era purtroppo prevedibile», aveva denunciato la Campagna per il diritto all'abitare Magnammece ‘o pesone, «dopo tanto tempo assolutamente niente si è messo in moto e semplicemente si preferisce tenere uno stabile chiuso piuttosto che utilizzarlo per qualcosa di utile socialmente. Magari in attesa di costruirci una residenza per il turismo religioso. Un gran paradosso considerando che per quanto riguarda gli ordini religiosi quasi tutti questi stabili, compresa la ex scuola di via Belvedere, sono donazioni vincolate all'uso sociale e no profit».
Gli occupanti, insomma, hanno seguito solo le indicazioni del Papa: «Non usate i conventi per fare soldi, apriteli a chi ha bisogno».
PALERMO, LA PRESA DEGLI STABILI DELLA CURIA. Nell'aprile 2014 lo stesso è accaduto a Palermo dove 200 cittadini hanno occupato almeno cinque immobili inutilizzati della Curia.
E a ogni porta aperta, hanno scritto a Francesco: «Vogliamo che sappia che abbiamo occupato e che siamo certi che è con noi. Perché questo Papa è un angelo che ci protegge».
Nell'autunno 2013 fu la volta di Benevento.
«Sua Santità», scrissero gli occupanti abusivi, «abbiamo deciso di lottare per farci notare, per non scomparire senza farci vedere prima così come siamo: nudi nella nostra disperazione. Abbiamo occupato uno stabile sfitto da 20 anni di proprietà di un'anziana signora di 85 anni, attualmente in ospizio, senza eredi. La imploriamo di intercedere per lanciare un segnale che induca chi amministra a cambiare rotta: abbiamo bisogno di un tetto per i nostri figli».
http://www.lettera43.it/cronaca/bergoglio-il-papa-dell-emergenza-abitativa_43675219662.htm
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