Vatileaks, Magister e il cardinal Pell
Il nuovo Vatileaks patisce, come ormai tutto, una distorsione mediatica. Il nostro amato Vatican Insider, oggi, a firma Tornielli ricostruisce buona parte della vicenda.
Ignorando totalmente un fatto che non andrebbe ignorato: cioè che Sandro Magister aveva predetto tutto, perchè gli elementi per sospettare dei cosiddetti corvi c’erano già. Almeno per quanto riguarda Francesca Immacolata Chaouqui.
Scriveva Magister nel 2013, tra le altre cose:
Più che in Calabria, c’è da aspettarsi che Francesca Chaouqui creerà grattacapi in Vaticano, viste le indiscrezioni che grazie a lei compaiono su Dagospia, di cui è informatrice assidua per quanto riguarda il “gossip” e i veleni curiali.(http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/07/22/bella-intraprendente-chiacchierona/ ; http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/01/17/chaouqui-e-vallejo-balda-la-strana-coppia/).
Ma Magister è oggi innominabile: nè sul Corriere della Sera, nè su Vatican Insider (Tosatti a parte), si può dire che aveva parlato per primo, e a ragion veduta. Infatti la sua posizione sul Sinodo e su tanto altro lo rende un “intoccabile“, un paria.
Peccato, perchè il giornalismo serio ne risente ancora una volta.
Detto questo, è interessante un fatto, riportato da Tornielli: “La Pr (cioè la Chaouqui, ndr) e il suo talent scout con la tonaca da quel momento si sentono «in guerra», e individuano proprio in Pell il grande nemico”.
Ecco, che Pell sia il grande nemico di tanti, Tornielli compreso (http://stranocristiano.it/content/una-volta-era-un-bravo-giornalista), fa piacere: deve proprio essere quel galantuomo che sembra. E che sia Benedetto XVI che Francesco (nominandolo prefetto per l’economia) hanno ritenuto.
Francesco Agnoli 3 novembre 2015
Vatileaks 2 fra intercettazioni, fuga di notizie e arresti. Vaticano: «Il Papa è molto amareggiato»
PLAY FOTO Francesca Chaouqui, arrestata per Vatileaks
Papa Francesco è rimasto «molto amareggiato» dalla vicenda del nuovo scandalo della fuga di documenti e notizie riservate della Santa Sede.
FOTO 3 di 3
Francesca Chaouqui, arrestata per Vatileaks
Chi ha potuto parlargli in questi giorni in cui sono scattati i due arresti ha sentito un Francesco «sconfortato e dispiaciuto».
Oggi intanto è previsto che vengano ascoltate persone informate sui fatti. Il lavoro degli inquirenti procede così con la raccolta di ulteriori informazioni da parte di soggetti non indagati. Si tratterebbe in particolare di laici.
Anche Francesca Chaouqui è stata nuovamente interrogata, ogg, per alcune ore dagli inquirenti d'Oltretevere. Sono stati gli uomini della Gendarmeria a raccogliere la nuova deposizione dell'indagata, che ieri era stata rimessa in libertà dopo il precedente stato d'arresto.
La stessa Chaouqui, dopo essere stata rimessa in libertà anche in conseguenza della sua collaborazione con gli inquirenti, aveva dichiarato ieri la sua intenzione «continuare a fornire tutti gli elementi necessari» alle indagini sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede.
Oggi intanto è previsto che vengano ascoltate persone informate sui fatti. Il lavoro degli inquirenti procede così con la raccolta di ulteriori informazioni da parte di soggetti non indagati. Si tratterebbe in particolare di laici.
Anche Francesca Chaouqui è stata nuovamente interrogata, ogg, per alcune ore dagli inquirenti d'Oltretevere. Sono stati gli uomini della Gendarmeria a raccogliere la nuova deposizione dell'indagata, che ieri era stata rimessa in libertà dopo il precedente stato d'arresto.
La stessa Chaouqui, dopo essere stata rimessa in libertà anche in conseguenza della sua collaborazione con gli inquirenti, aveva dichiarato ieri la sua intenzione «continuare a fornire tutti gli elementi necessari» alle indagini sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede.
Nuovo interrogatorio per Chaouqui: “Non sono il corvo, non ho mai tradito il Papa”
La pr coinvolta nell’inchiesta insieme a monsignor Vallejo: «Certa che la verità emergerà presto»
Francesca Chaouqui, una delle due persone arrestate nell’inchiesta sui presunti «corvi» in Vaticano, è stata nuovamente interrogata oggi per alcune ore dagli inquirenti d’Oltretevere. Sono stati gli uomini della Gendarmeria a raccogliere la nuova deposizione dell’indagata, che ieri era stata rimessa in libertà dopo il precedente stato d’arresto. La stessa Chaouqui, dopo essere stata rimessa in libertà anche in conseguenza della sua collaborazione con gli inquirenti, aveva dichiarato ieri la sua intenzione «continuare a fornire tutti gli elementi necessari» alle indagini sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede.
#piùdituttoalmondo
Non sono un corvo, non ho tradito il Papa. Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno.... http://fb.me/29QWd1jNO
Vaticano, Papa Francesco fa sapere di essere arrabbiato. Ma nei Sacri Palazzi qualcuno dice: “Ha sbagliato le nomine”
Fonti vaticane raccontano di un Bergoglio preoccupato delle conseguenze che può provocare l'imminente divulgazione delle informazioni riservate. Teme un vero e proprio tsunami di sfiducia interna. Una "strana coppia", Vallejo Balda e Chaouqui, "che - ragionano in molti dentro le Mura leonine - forse andava allontanata già da diverso tempo"
“Se non vuoi che qualcosa si sappia, non pensarla nemmeno“. È il commento che si lascia sfuggire un alto prelato Vaticano il giorno dopo la notizia degli arresti di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, accusati di aver divulgato documenti e registrazioni riservate del Papa. Documenti che, secondo gli investigatori vaticani, sarebbero quelli contenuti nei libri Via crucis (Chiarelettere) di Gianluigi Nuzzi e Avarizia (Feltrinelli) di Emiliano Fittipaldi di imminente uscita in libreria, dalle cui anticipazioni si torna a respirare un pesante clima di veleni dentro i sacri palazzi. Un clima che molti credevano essere superato dopo il processo, nel 2012, all’ex maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, che aveva passato alla stampa documenti riservati di Ratzinger, diversi di essi contenuti nel precedente libro di Nuzzi Sua Santità.
Fonti vaticane raccontano di un Bergoglio abbastanza arrabbiatoper la fuga di documenti, ma anche molto amareggiato e preoccupato delle conseguenze che può provocare la loro imminente divulgazione. Il Papa teme un vero e proprio tsunami di sfiducia interna che può creare un forte clima di tensione e rendere difficile portare avanti le riforme economiche e curiali. Francesco teme anche che queste divulgazioni possano creare una forte contrapposizione tra il pontificato di Benedetto XVI e il suo operato. Un clima cupo di sospetti e veleni tra i principali collaboratori di Bergoglio che, come ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, hanno commesso “un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa”. Tra gli impiegati in Vaticano, però, alla vigilia della pubblicazione dei libri di Nuzzi e Fittipaldi, c’è grande agitazione perché temono che documenti che li riguardano siano divulgati in questi volumi e possano danneggiare il loro operato e la loro carriera.
Nei sacri palazzi si inizia a parlare di nomine papali sbagliatequando nel 2013, pochi mesi dopo l’inizio del suo pontificato, Francesco scelse monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui rispettivamente come segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede. Organismo successivamente sciolto dopo il compimento del suo mandato e la nascita della Segreteria per l’economia. Una “strana coppia” come la definiscono in Vaticano “che – ragionano in molti dentro le Mura leonine – forse andava allontanata già da diverso tempo”. In molti dentro i sacri palazzi, infatti, si domandano perché monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui non siano stati messi fuori le mura già quando nell’aprile del 2014, durante la cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, i due organizzarono un buffet con vista su piazza San Pietro per 150 selezionatissimi invitati vip sulla terrazza della Prefettura degli Affari economici, di cui il prelato spagnolo era segretario. Il tutto, con inviti con stemma della Santa Sede, fatto all’insaputa dell’allora superiore di Vallejo Balda, il cardinale Giuseppe Versaldi. Le foto del monsignore spagnolo vicino all’Opus Dei che dava la comunione con bicchieri di vetro agli ospiti, tra i quali Bruno Vespa, Roberto D’Agostino, l’allora presidente dello Ior Ernst von Freyberg, fecero infuriare non poco Bergoglio.
Dal punto di vista giudiziario il Papa è destinato ad andare fino in fondo e ad appurare la verità sui corvi e sugli eventuali loro complici. “Nessuna misericordia“, ripetono a Casa Santa Marta. “Il Papa – sussurrano i suoi più stretti collaboratori – ne ha avuta fin troppa”. Intanto, Francesca Chaouqui, che ha dichiarato di essere incinta, negli interrogatori con i magistrati vaticani si sarebbe difesa attaccando Vallejo Balda e dichiarando che è lui la mente delle operazioni. Sul suo profilo Facebook scrive: “Non sono un corvo, non ho tradito il Papa. Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno. Emergerà presto ne ho la certezza e la totale fiducia negli inquirenti. Non c’è niente che abbia amato e difeso più della Chiesa e del Papa. Neanche la mia dignità. Avrei potuto stare a casa e non presentarmi in Vaticano ma come sempre ho anteposto il Papa a qualsiasi cosa. Adesso le cose andranno a posto. Niente compatimenti per favore, io sono a testa alta, niente di cui vergognarmi”.
Twitter: @FrancescoGrana
Vaticano, intervista a Gianluigi Nuzzi: “Racconto le ruberie sulle elemosine dei nemici del Papa”
L'autore di Via Crucis ricostruisce la situazione ereditata da Papa Francesco e accusa la Santa Sede: gli arresti di Vallejo Balda e Francesca Chaouqui fanno parte del tentativo della Chiesa di ostacolare la pubblicazione del libro
Non è la prima volta che un libro di Gianluigi Nuzzi, giornalista e scrittore, fa infuriare il Vaticano, ma stavolta l’uscita di Via Crucis(Chiarelettere) è addirittura preceduta dagli arresti.
Perché il Vaticano teme così tanto il libro?Racconto per la prima volta la “Via Crucis” di Francesco iniziata appena divenuto Papa per portare avanti le riforme, cambiare la Curia, allontanare i mercanti dal tempio. Il libro svela la situazione drammatica che Jorge Mario Bergoglio eredita da Joseph Ratzinger, fatta di affari opachi, privilegi, angherie. Si temono i libri che raccontano i fatti ricostruendoli con documenti incontrovertibili, che vogliono far conoscere quelle realtà che nulla hanno a che vedere con il vangelo, che testimoniano i continui ostacoli che frappongono questo pontefice dal raggiungere gli obiettivi che annuncia. Bergoglio non fa marketing, è se stesso, ma si confronta con una Curia dove il cambiamento nei dicasteri, nei posti di comando avviene lentamente per non creare fratture.
Queste relazioni segrete sui bilanci e sulla finanza vaticana cosa dimostrano?Che i cardinali hanno lasciato le berline in garage, ma continuano a vivere in appartamenti di 500 metri quadrati mentre l’unico che vuole cambiare davvero, Bergoglio appunto, vive in soli 50 metri quadrati. È un esempio banale che spiega bene le contraddizioni ancora fortissime del Vaticano.
Il libro contiene anche registrazioni del Papa, cosa dice?Sono riunioni alle quali partecipano cardinali e monsignori. Il Papa è stato appena eletto, ma già mostra di conoscere bene le drammatiche criticità della curia. Dice che la spesa, i conti sono fuori controllo e fa una disamina impietosa della situazione, di chi se ne approfitta e di chi agisce da incompetente. Il solo fatto che un pontefice debba occuparsi – e controllare, come ho scoperto – persino i lavori edili e gli acquisti indica quale sia la reale situazione d’Oltretevere.
Cosa pensa degli arresti di Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, accusati di aver trafugato documenti riservati?Cosa si può pensare di chi risponde a un libro con le manette? Poi certo, sfogliando il libro – capitolo per capitolo – trovo tante risposte a questi arresti, a chi ha paura che gli scandali emergano, che si sappia quanti soldi dati per la beneficenza vengano invece sottratti alle opere di bene previste dall’Obolo di San Pietro o la storia dei 400 conti correnti bloccati nottetempo allo Ior per tutte le pratiche che riguardavano le santificazioni e le beatificazioni.
Crede che il Vaticano possa in qualche modo ostacolare la pubblicazione del suo libro?Lo sta già facendo, cercando di trascinare noi giornalisti nella telenovela di corvi, cornacchie, fagiani, gossip e chissà cos’altro, tentando di distrarre dal contenuto di un libro che si basa sui fatti, gli unici che importano a me che faccio il cronista.
di Carlo Tecce
Da il Fatto Quotidiano di martedì 3 novembre 2015
Vatileaks, i moventi di Chaouqui e Vallejo Balda: tracce e sospetti
Non si placano gli echi seguiti agli arresti eccellenti avvenuti in Vaticano nell’ambito dello scandalo ribattezzato “Nuovo Vatileaks”.
Agli arresti sono finiti la Pr Francesca Chaouqui e monsignor Lucio Vallejo Balda segretario della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, entrambi componenti della commissione vaticana per il controllo della spesa e la riforma degli apparati burocratici voluta da Francesco stesso.
I due sono accusati di aver trafugato documenti riservati dai sacri palazzi finiti direttamente sulle scrivanie dei giornalisti Nuzzi e Fittipaldi autori di due libri inchiesta di prossima uscita che hanno per tema “le trame vaticane”.
La donna ha accettato di collaborare con gli inquirenti fornendo elementi utili all’inchiesta e per questo motivo sarebbe già stata rimessa in libertà; il monsignore invece resta ancora agli arresti ma le prove contro di lui sarebbero schiaccianti.
Ma quale movente avrebbe spinto i due a divulgare le carte segrete del Vaticano? A quale scopo?
Il movente principale secondo gli osservatori più esperti di cose vaticane, sarebbe da ricercare nella lotta di potere all’interno dei sacri palazzi, in quella Curia romana che, non da oggi, è considerata il centro di tutti i veleni che negli ultimi anni,hanno “inquinato” la Chiesa.
Su Vallejo Baldo sono in molti a sospettare che, dietro il suo presunto “tradimento” della fiducia del Papa, vi possa essere la delusione per il mancato ottenimento dell’incarico di segretario generale della Segreteria per l’Economia del Vaticano, struttura creata da Bergoglio e deputata a sovrintendere l’intera politica economica del Vaticano.
La nomina di Vallejo era data per scontata, mancava soltanto l'investitura ufficiale, invece poi la scelta di Francesco è ricaduta su Alfred Xuereb. La giustificazione del siluramento del monsignore fu motivata con il fatto che l’incarico di segretario generale del nuovo dicastero si presentava di fatto incompatibile con quello di segretario della Prefettura per gli Affari Economici rischiando di mettere Vallejo nella condizione di controllore e di controllato.
Forse però il monsignore la defenestrazione non l’avrebbe presa troppo bene motivo che potrebbe averlo spinto a vendicarsi dei suoi possibili siluratori.
E la Chaouqui? Lei stessa ha dichiarato di essere arrivata nella Commissione di studio per le attività economiche ed amministrative del Vaticano grazie alla sponsorizzazione di Vallejo Balda e forse anche lei sperava che, con l’ascesa del suo sponsor principale al vertice della Segreteria per l’Economia del Vaticano potessero arrivare nuovi incarichi di prestigio e di rilievo.
Molti nelle ultime ore ritengono che i due facciano parte di un ingranaggio più complesso, che coinvolgerebbe autorevoli personalità interne ed esterne alla Chiesa, intenzionate a delegittimare l’azione del Papa. E sebbene la teoria dei complotti alla Dan Brown non ci appassioni più di tanto, è evidente come ormai da tempo dentro e fuori il Vaticano agiscano forze oscure e destabilizzanti che sembrerebbero rievocare il celebre "fumo di Satana entrato nella Chiesa" di cui parlò in tempi non sospetti Paolo VI
Un’unica regia, la stessa che durante le giornate calde del Sinodo avrebbe fatto circolare la falsa notizia della malattia del Papa al cervello e fatto uscire la lettera dei tredici cardinali che contestavano Bergoglio e le modalità di organizzazione e composizione del Sinodo. Lettera che era stata scritta davvero ma non nei termini e nei contenuti resi noti dalla stampa.
Veleni dunque, complotti e rivalità all’ombra del Cupolone o forse più semplicemente desiderio di ricavare profitti dalla divulgazione delle carte riservate e dallo scontato successo delle nuove operazioni editoriali?
Gli inquirenti stanno cercando di diradare l’intrigata matassa, ma intanto c’è da registrare la difesa di Francesca Immacolata Chaouqui che con un twett ha negato di aver sottratto e diffuso carte segrete del Vaticano e ha dichiarato di “amare la Chiesa e il Papa più della sua stessa dignità”. Sarà davvero così?
Il garantismo vale per tutti quindi basta attendere gli esiti dell’inchiesta per avere le risposte che tutti si attendono.
Il maggiordomo di Benedetto XVI protagonista del primo Vatileaks dichiarò di aver trafugato e fatto uscire le carte dalle stanze pontificie per "amore del Papa e della Chiesa" per proteggere Ratzinger dai nemici che agivano a sua insaputa delegittimandone l'operato.
Anche stavolta alla fine si dirà che il tutto è fritto di un "gesto d'amore?"
03 novembre 2015, Americo Mascarucci
Vatileaks, quando Nuzzi ci disse: "Il problema è che non possono lamentarsi se escono dei documenti..."
03 novembre 2015, Andrea De Angelis
Una nuova Vatileaks? In Vaticano sono stati arrestati monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e la Pr italiana Francesca Immacolata Chaouqui. La notizia, che da ieri ha fatto il giro del mondo, continua a far discutere e pone interrogativi. La donna ha manifestato l’intenzione di collaborare ed è stata rimessa in libertà, mentre il monsignore è tuttora recluso in Vaticano.
Secondo gli inquirenti vaticani sarebbero responsabili della nuova fuga di notizie riservate dai palazzi vaticani che sono alla base di due nuovi libri non ancora pubblicati: «Avarizia» del cronista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi, e «Via Crucis» del giornalista Mediaset Gianluigi Nuzzi.
Proprio quest'ultimo è stato intervistato appena due settimane fa da IntelligoNews, a proposito della presunta lettera dei cardinali contro Papa Francesco e del caso Charamsa, scoppiato proprio alla vigilia del Sinodo della Famiglia (allora non era ancora esploso quello del tumore al cervello, arrivato una settimana dopo la suddetta intervista).
Secondo Nuzzi quella lettera "è un segno della forza di Papa Francesco. Se un numero molto modesto di cardinali scrive una lettera sollevando perplessità sui lavori del sinodo, da una parte questo sta a testimoniare che c’è una dialettica molto viva nella Chiesa e dall'altro che l’ala conservatrice è in difficoltà rispetto a questo Papa che ha fatto della povertà il baricentro del pontificato. Comunque siamo in una situazione fortemente critica all’interno della Curia e quindi è normale accadano queste cose".
Lo scrittore però volle ben distinguere tra la sua inchiesta e quel testo: "Ma invocare Vatileaks e vedere un’associazione con quello che ho fatto io - che ho pubblicato le carte di Ratzinger - è improprio perché se uno va a rieleggere le carte di Benedetto XVI, vede che tutte le persone citate in quei documenti sono stati man mano messi alla porta e fuori della Curia . Qui invece è un’operazione diversa, si attribuisce a dei cardinali un lettera che è praticamente apocrifa".
Una sorta di presagio, visto che non solo sono arrivate le lamentele, ma anche gli arresti.
Alla vigilia del Giubileo della Misericordia come si comporterà il Vaticano con i due nuovi presunti corvi? E quali saranno le azioni legali verso chi, come Nuzzi, si appresta ad uscire in libreria con delle pagine scottanti? Ci farà piacere chiederlo magari proprio allo stesso Nuzzi nei prossimi giorni.
Intanto a questa domanda ha risposta ieri, sulle nostre pagine, il vaticanista de Il Fatto Quotidiano, Grana: "Sarà mano ferma. Qui non c’è misericordia, il Papa ne ha avuta anche fin troppa con loro due. Perché loro sono stati nominati dal Pontefice per risistemare la finanza vaticana nel segno della trasparenza pochi mesi dopo l’elezione di Bergoglio, siamo nel 2013. Non hanno tenuto fede alla fiducia che il Papa ha riposto in loro, perché entrambi hanno registrato con il telefono le conversazioni private del Papa. E le trascrizioni di queste conversazioni sono contenute nel libro di Nuzzi. Quindi al posto di aiutare il Papa per risanare la finanza vaticana hanno pensato di sabotare il pontificato, non avendo avuto le nomine che volevano".
Francesco registrato di nascosto: "Sconvolto dagli investimenti sulle armi"
Tra le carte di Vatileaks 2 spunta l'intercettazione a Bergoglio: "I costi sono fuori controllo". Poi ricorda degli investimenti sulle armi mentre era a Buenos Aires
Tra le carte di Vatileaks 2 spunta l'intercettazione a Bergoglio: "I costi sono fuori controllo". Poi ricorda degli investimenti sulle armi mentre era a Buenos Aires
Quando i corvi cantano, molti particolari che si vorrebbero tenere nasconti vengono alla luce. Succede in ogni tipo di fuga di notizie, ma quando ad essere coinvolta sono la Chiesa e il papa, inevitabilmente, fanno più rumore. Soprattutto se tra le carte fatte uscire dalle colonne di San Pietro e pubblicate nel libro di prossima uscita di Gianluigi Nuzzi ("Via Crucis") ci sono delle registrazioni di conversazioni private del pontefice.
Il quadro che emerge dal libro che verrà pubblicato in 23 paesi è fosco. Mentre Bergogliochiede trasparenza, molti in Vaticano hanno remato contro. Tanto che nelle registrazioni clandestine di Francesco (anticipate oggi dal Corriere), si sente un papa molto alterato. I file risalgono al 3 luglio del 2013 e Bergoglio era appena stato messo al corente della "quasi totale assenza di trasparenza nei bilanci sia della Santa Sede sia del Governatorato" in una lettera indirizzatagli dai revisori contabili della Prefettura. Nel documento si diceva come fosse "impossibile fornire una stima eloquente della reale posizione finanziaria".
A quel punto il pontefice sbotta. "Bisogna chiarire meglio le finanze della Santa Sede e renderle più trasparenti", si sente nella registrazione. Poi attacca affermando che "si è allargato troppo il numero dei dipendenti" e si lamenta per come i contabili della Santa Sedegestiscono i pagamenti delle aziende che ruotano attorno al Vaticano. "Uno dei responsabili mi diceva - continua Bergoglio -: 'Ma vengono con la fattura e allora dobbiamo pagare...'. No, non si paga. Se una cosa è stata fatta senza un preventivo, senza autorizzazione, non si paga. (...) C-h-i-a-r-e-z-z-a. Questo si fa nella ditta più umile e dobbiamo farlo anche noi". Secondo il papa "prima di ogni acquisto o di lavori strutturali si devono chiedere almeno tre preventivi che siano diversi per poter scegliere il più conveniente. Farò un esempio, quello della biblioteca. Il preventivo diceva 100 e poi sono stati pagati 200. Cosa è successo? Un po’ di più? Va bene, ma era nel preventivo o no? Ma dobbiamo pagarlo... Invece non si paga!".
Una sentenza netta contro le spese folli che permettono di "dire che buona parte dei costi sono fuori controllo". Poi lancia l'allarme sui contratti che vengono sottoscritti: "Hanno tante trappole, no? I nostri fornitori devono essere sempre aziende che garantiscono onestà e che propongono il giusto prezzo di mercato, sia per i prodotti sia per i servizi. E alcuni non garantiscono questo".
Poi ricorda con dolore cosa gli confidò l'economo generale della diocesi di Buenos Aires quando Bergoglio era ancora un prelato provinciale in merito ad alcuni investimenti fatti "in una banca seria e onesta. Poi, col cambiamento dell’economo, quello nuovo è andato alla banca per fare un controllo. Aveva chiesto come erano stati scelti gli investimenti: venne a sapere che più del 60% erano andati per la fabbricazione di armi!".
E sarebbe nato proprio da questa vicenda il desiderio del pontefice di fare pulizia in Curia, affidando il monitoraggio proprio a quella Cosea da cui poi sono usciti i carteggi. Il problema, però, è che mettere a posto i conti del Vaticano è praticamente impossibile. Tanto che in una lettera di Joseph Zahra indirizzata a Bergoglio si legge: «È con rammarico che vi comunico che la commissione non è in grado di completare la posizione finanziaria consolidata della Santa Sede a causa della mancanza di dati fondamentali".
Basti pensare che allo Ior risultano ancora attivi i conti correnti di papa Luciani (110.864 euro) e Paolo VI (296.151 dollari). Peccato sia morto da 37 anni.
Claudio Cartaldo - Mar, 03/11/2015
"L'attico di Bertone ristrutturato con i soldi destinati ai bambini"
Emiliano Fittipaldi, autore di "Avarizia", pubblica su Repubblica un'anticipazione del suo libro
Sono state moltissime le polemiche relative all'attico di Tarcisio Bertone in Vaticano.
Emiliano Fittipaldi, autore di "Avarizia", pubblica su Repubblica un'anticipazione del suo libro
Sono state moltissime le polemiche relative all'attico di Tarcisio Bertone in Vaticano.
Un appartamento di 350 metri quadri (secondo quando affermato dallo stesso cardinale)vicino a Santa Marta, la casa di Papa Francesco.
Bertone aveva detto che l'attico era stato completamente ristrutturato a sue spese. Fin qui nulla di strano. Il giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi, però, non è convinto di questa ipotesi, tanto che in un'anticipazione del suo libro libro (Avarizia), pubblicata oggi daRepubblica, si legge: "Partiamo dal Bambin Gesù. O meglio da una fondazione controllata, nata nel 2008 per raccogliere denaro per i piccoli pazienti. Gli investigatori della società di revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) nella bozza del rapporto consegnata al Vaticano il 21 marzo 2014 dedicano alla onlus italiana con sede in Vaticano alcuni passaggi della loro due diligence. Nel focus si evidenzia l'affitto di un elicottero, nel febbraio 2012, per la bellezza di 23 mila e 800 euro. Pagati sull'unghia dalla fondazione Bambin Gesù "a una società di charter per trasportare monsignor Bertone dal Vaticano alla Basilicata per alcune attività di marketing svolte per conto dell'ospedale". Ma c'è un'altra spesa della fondazione non pubblicata sul rapporto PwC che rischia di imbarazzare il Papa e il Vaticano".
E qual è questa carta? Scrive Fittipaldi: "Quella che riguarda il pagamento dei lavori della nuova casa di Bertone a palazzo San Carlo. La fondazione, definita da PwC come "un veicolo per la raccolta di fondi volti a sostenere l'assistenza, la ricerca e le attività umanitarie del Bambin Gesù" ha saldato le fatture dei lavori per un totale di circa 200mila euro, pagati all'azienda Castelli Real Estate dell'imprenditore Gianantonio Bandera. 'Gentile dottor Fittipaldi, alle sue domande' precisa Bertone, 'rispondo che il sottoscritto ha versato al medesimo governatorato la somma richiesta come mio contributo ai lavori di ristrutturazione. Non ho nulla a che vedere con altre vicende' ".
Eppure, scrive sempre Fittipaldi, "Profiti, fino al 2015 presidente sia del Bambin Gesù che del consiglio direttivo dell'omonima fondazione conferma invece la spesa autorizzata a favore dell'appartamento di Bertone, già finito nella bufera per la sua ampia metratura. La parcella, spiega Profiti, sarebbe stata giustificata dal fatto che la casa del cardinale sarebbe stata poi messa a disposizione della fondazione stessa per finalità 'istituzionali': 'È vero: con i soldi stanziati da noi è stata ristrutturata una parte della casa di Bertone. Cercando di ottenere in cambio la disponibilità di potere mettere a disposizione l'appartamento'".
TV2000
“E’ un attacco alla Chiesa ma non saprei da dove viene. Sicuramente a qualcuno sta facendo paura il processo di rinnovamento che Papa Francesco sta portando avanti”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista congiunta del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, commentando il nuovo caso Vatileaks e la fuga di documenti riservati dal Vaticano.
“Credo che a qualcuno – ha aggiunto mons. Galantino - faccia paura una Chiesa che comincia ad essere inattaccabile su alcuni punti, che comincia ad essere credibile agli occhi anche dei non credenti e questo sta facendo perdere la ragione a qualcuno. Alcuni attacchi sono assolutamente ingiustificati”.
“E’ un attacco alla Chiesa ma non saprei da dove viene. Sicuramente a qualcuno sta facendo paura il processo di rinnovamento che Papa Francesco sta portando avanti”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista congiunta del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, commentando il nuovo caso Vatileaks e la fuga di documenti riservati dal Vaticano.
“Credo che a qualcuno – ha aggiunto mons. Galantino - faccia paura una Chiesa che comincia ad essere inattaccabile su alcuni punti, che comincia ad essere credibile agli occhi anche dei non credenti e questo sta facendo perdere la ragione a qualcuno. Alcuni attacchi sono assolutamente ingiustificati”.
“Questi quattro signori – ha sottolineato il segretario generale della Cei - se è vero che hanno detto di aver agito per il bene del Papa, hanno detto delle cretinate e sanno di mentire perché non si vuole bene ad una persona pugnalandola alle spalle o rubandole conversazioni private e facendo male alla Chiesa. Si vuole coprire con una foglia di fico un furto e una mancanza di fiducia. E’ un gesto esecrabile”.
“Mi auguro che chi nella nostra Chiesa – ha proseguito mons. Galantino - sta facendo più fatica ad accogliere i ritmi e le logiche di Papa Francesco, che in realtà sono i ritmi e le logiche del Vangelo, spero che venga aiutato da questi scossoni. Mi auguro che non avvengano più. Mi auguro inoltre che chi fa più fatica ad accogliere questo processo di rinnovamento venga messo davanti alla realtà di certi comportamenti e dica ‘così non va bene, non faccio bene alla Chiesa’. Paradossalmente questo potrebbe diventare un fatto positivo che smobilita determinate modalità”.
Mons. Galantino: “Papa non è amareggiato ma non si può essere indifferenti”. Segretario generale Cei: “Non è una debacle per la Chiesa”
Roma, 3 novembre 2015 – “Ho incontrato il Santo Padre domenica scorsa, abbiamo parlato di altro e non di questo ma il Papa non mi è sembrato particolarmente amareggiato, mi metto nei suoi panni: qualsiasi figlio della Chiesa davanti a questi attacchi concentrici non può rimanere indifferente”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista congiunta del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, commentando il nuovo caso Vatileaks e la fuga di documenti riservati dal Vaticano.
“Si può stare vicino al Papa – ha sottolineato mons. Galantino - prendendo sul serio il suo invito ‘Pregate per me’. Preghiamo veramente affinché illumini il Santo Padre, chi sta a più contatto con lui e tutti i credenti a leggere in maniera diversa quello che sta avvenendo”. “Non è una debacle per la Chiesa – ha concluso mons. Galantino - ma un momento bello in cui stanno emergendo le negatività e le fragilità. Quando il peccato viene fuori, fa male, ma è un momento positivo”.
8xmille, Mons. Galantino: “Bilanci Cei sono pubblici. Osservazioni faziose”
“La Cei ha già risposto alla Corte dei Conti dimostrando che i bilanci della Conferenza episcopale italiana non sono segreti o criptati, li conoscono tutti e sono pubblici”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista congiunta del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, sottolineando che “chi non è male intenzionato capisce la faziosità di certe osservazioni”.
“Tutti – ha sottolineato mons. Galantino - stanno vedendo cosa sta facendo la Chiesa con l’ 8xmille: oggi ci sono 700 cantieri aperti per il restauro dei beni culturali, per l’edilizia di culto, 1600 realtà della Caritas che stanno aperte per dare risposte che molte volte lo Stato non riesce a dare, 6 milioni di pasti all’anno distribuiti in tutta Italia ma anche gli aiuti per queste ultime calamità”.
“Mi auguro che chi nella nostra Chiesa – ha proseguito mons. Galantino - sta facendo più fatica ad accogliere i ritmi e le logiche di Papa Francesco, che in realtà sono i ritmi e le logiche del Vangelo, spero che venga aiutato da questi scossoni. Mi auguro che non avvengano più. Mi auguro inoltre che chi fa più fatica ad accogliere questo processo di rinnovamento venga messo davanti alla realtà di certi comportamenti e dica ‘così non va bene, non faccio bene alla Chiesa’. Paradossalmente questo potrebbe diventare un fatto positivo che smobilita determinate modalità”.
Mons. Galantino: “Papa non è amareggiato ma non si può essere indifferenti”. Segretario generale Cei: “Non è una debacle per la Chiesa”
Roma, 3 novembre 2015 – “Ho incontrato il Santo Padre domenica scorsa, abbiamo parlato di altro e non di questo ma il Papa non mi è sembrato particolarmente amareggiato, mi metto nei suoi panni: qualsiasi figlio della Chiesa davanti a questi attacchi concentrici non può rimanere indifferente”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista congiunta del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, commentando il nuovo caso Vatileaks e la fuga di documenti riservati dal Vaticano.
“Si può stare vicino al Papa – ha sottolineato mons. Galantino - prendendo sul serio il suo invito ‘Pregate per me’. Preghiamo veramente affinché illumini il Santo Padre, chi sta a più contatto con lui e tutti i credenti a leggere in maniera diversa quello che sta avvenendo”. “Non è una debacle per la Chiesa – ha concluso mons. Galantino - ma un momento bello in cui stanno emergendo le negatività e le fragilità. Quando il peccato viene fuori, fa male, ma è un momento positivo”.
8xmille, Mons. Galantino: “Bilanci Cei sono pubblici. Osservazioni faziose”
“La Cei ha già risposto alla Corte dei Conti dimostrando che i bilanci della Conferenza episcopale italiana non sono segreti o criptati, li conoscono tutti e sono pubblici”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista congiunta del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e inBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, sottolineando che “chi non è male intenzionato capisce la faziosità di certe osservazioni”.
“Tutti – ha sottolineato mons. Galantino - stanno vedendo cosa sta facendo la Chiesa con l’ 8xmille: oggi ci sono 700 cantieri aperti per il restauro dei beni culturali, per l’edilizia di culto, 1600 realtà della Caritas che stanno aperte per dare risposte che molte volte lo Stato non riesce a dare, 6 milioni di pasti all’anno distribuiti in tutta Italia ma anche gli aiuti per queste ultime calamità”.
La pierre tra bilanci e pettegolezzi «Qui c’è un clima da lunghi coltelli»
Chi è Francesa Chaouqui, trentenne calabrese, sposata, era l’unica italiana a far parte della Commissione referente sull’organizzazione della struttura economica-amministrativa della Santa Sede
Gian Guido Vecchi
CITTÀ DEL VATICANO - «Io? Ma io sto benissimo. Com-ple-ta-men-te estranea ai fatti. È il monsignore che ha cercato di tirarmi in ballo, capirà, c’è un clima molto brutto...». Risposta al secondo squillo, crepitio sulla linea, ma Francesca Immacolata Chaouqui ha la voce sicura, da pierre navigata, «mi raccomando è tutto off the record », dice che non può parlare e parla velocissimo, «devo sentire la Santa Sede, consultarmi col mio avvocato, Giulia Bongiorno, la situazione è delicata» . In effetti, l’hanno arrestata...«Un momento: io mi sono presentata spontaneamente». Spontaneamente? «Mi ha chiamato sabato la Gendarmeria vaticana: dottoressa, c’è bisogno che lei venga. E io dopo venti minuti stavo là. Gentilissimi, i gendarmi, un comportamento esemplare da grandi professionisti, questo va detto. Ho dato tutta la mia collaborazione e mi hanno scarcerata. Tra l’altro: non sono mai stata in cella». E fino a lunedì dove ha dormito scusi? «In comunità dai salesiani».
Nessuna esitazione, nulla da rimproverarsi. «È il monsignore che se l’è presa con me, io non c’entro nulla», scandisce. «Del resto è solo la punta dell’iceberg: c’è anche la storia del computer violato di Milone... C’è un clima da lunghi coltelli, vede, anche per via delle due nomine mancate: prima il monsignore sperava di diventare segretario della Segreteria per l’Economia, poi di essere nominato Revisore generale della Santa Sede». Così lo chiama, «il monsignore». Eppure, nell’ascesa di questa giovane donna di San Sosti (Cosenza) - sposata con un ingegnere informatico, è figlia di un’italiana e un egiziano che la abbandonò alla nascita - la protezione di monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda è stata determinante. Fu lui, Segretario della Prefettura per gli affari economici, a chiamarla a far parte della Cosea, la «Commissione referente per lo studio dei problemi economici e amministrativi della Santa Sede» che Francesco nominò nei primi mesi del suo pontificato,il 18 luglio 2013. L’aveva raccontato lei stessa all’ Espresso , nel settembre del 2013, «lo conoscevo, è il miglior economo che la Chiesa abbia mai avuto in tutto il mondo».
Già allora la nomina appariva bizzarra. Chaouqui aveva fatto la sua comparsa nel sottobosco vaticano fin dal 2012, anno di Vatileaks . Anche i sampietrini sapevano ciò che si diceva, in quella zona grigia che a Roma pullula di gente pronta a millantare agganci in Curia: che quella giovane pierre faceva da «fonte» di alcuni giornali e siti di pettegolezzi, delineando scenari da spy story tra «servizi segreti vaticani» e squadre di «corvi», un polverone che accompagnò l’inchiesta fino all’arresto di Paolo Gabriele, maggiordomo di Ratzinger .
E poi c’era la storia dei messaggi lanciati dal profilo Twitter di Francesca Chaouqui in quei mesi: «#paologabriele non è il corvo», «le lettere continueranno ad uscire e sacrificare Paolo non sarà servito a niente», «Il #papa addolorato per l’arresto del cameriere», fino alla stima per il giornalista Nuzzi, autore del libro con i documenti del corvo: «Hai fottutamente ragione».
Chaouqui negò tutto, anche ora dice che con quei messaggi non c’entra nulla: «È stato tutto acclarato con Twitter e la polizia, erano degli screenshot , degli hacker entrarono nel mio profilo». Scomparvero dopo la nomina, lei ammise solo di aver scritto il tweet in cui diceva di Ratzinger: «Confermo: il Papa è affetto da leucemia da oltre un anno», una delle tante menzogne che giravano: «Ho riportato quello che si diceva in Vaticano». Una sua mail con l’atto di nomina vaticana arrivò allo studio Orrick e a Ernst&Young, dove lavorava: disse che era uno «sciacallaggio» e «sconosciuti» le erano entrai nella posta. Fatto sta che nella «Cosea» continuò a lavorare per mesi con documenti riservati e in Vaticano non accadde nulla.
Le cose cominciarono ad andare male l’anno scorso, dopo lo scandalo del buffet da 18 mila euro durante la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, un ricevimento «vip» sulla terrazza della Prefettura degli Affari Economici mentre un milione di fedeli stava pigiato in piazza: si disse di inviti fatti da Vallejo e Chaouqui e lei parlò di calunnie e «nemici che vogliono screditarmi agli occhi del Papa». E ora, ancora tutto falso? «Ho in mano il documento che parla della mia collaborazione e dispone la scarcerazione. Ho dato la mia massima disponibilità, ho portato documenti, farò una dichiarazione con il mio avvocato. Non so se ci sarà un processo, ma sono certa sia emerso che io non c’entro nulla. Sono serena, spero che andrà tutto bene».
Ecco come Chaouqui rivendicava la sua vicinanza a Nuzzi e ai documenti riservati vaticani
In un'intervista concessa a L'Espresso nel settembre 2013 la donna raccontava a Denise Pardo come era riuscita a diventare l'unica donna degli otto membri della Commissione referente sui dicasteri economici della Santa Sede, istituita da Papa Francesco per riordinare gli uffici economici e amministrativi del Vaticano. Con alcune interessanti ammissioni
Francesca Immacolata Chaouqui
In un'intervista concessa a L'Espresso nel settembre 2013 Francesca Immacolata Chaiuqui, arrestata per trafugamento di materiale riservato vaticano, raccontava a Denise Pardo come era riuscita a diventare l'unica donna degli otto membri della Commissione referente sui dicasteri economici della Santa Sede, istituita da Papa Francesco per riordinare gli uffici economici e amministrativi del Vaticano.
ARTICOLI CORRELATI Ancora "corvi" in Vaticano. Due arresti per il trafugamento di documenti riservatiLa donna dopo aver raccontato il suo "cursus honorum" che l'ha portata alla Cosea prima fa riferimento al suo rapporto di amicizia con il giornalista Gianluigi Nuzzi, che già nel 2012 aveva pubblicato nel suo libro Sua santità materiale segreto trafugato in Vaticano, e poi rivendica con un certo entusiasmo la sua vicinanza a documentazione top secret.
Ecco alcuni passaggi più significativi dell'intervista:
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