IL FUMO DI SATANA
Non abbiamo la pretesa di illustrare il valore incomparabile delle
verità cristiane trasmesse ai battezzati dall’orientamento conciliare. Vogliamo
solo sottolineare lo sconcerto ma anche la recriminazione del
più eccellente tra i santi fautori della devastazione il quale ne sintetizzò
gli effetti con l’unico termine confacente al problema. L’autodemolizione
della Chiesa, infatti, era la parola chiave della sentenza emessa
da Montini. Le conseguenze, amplificate dal degrado liturgico e dottrinale,
sarebbero state completate nel tempo dall’opera nefasta dei banchieri
e dall’oscura gestione di attività finanziarie e commerciali. Eppure
la costruzione di miti e disquisizioni eretiche che aveva suscitato
l’allarmismo (collaudato da prove) di Montini non è oggi confrontabile
con l’ateismo da cui è pervaso il raziocinio di buona parte del clero alto
e basso.
Non è solo il sovvertimento teologico, con il degrado morale,
con lo spegnimento della Verità, con l’apostasia dilagante, a caratterizzare
la devastazione. È la polverizzazione del soprannaturale con gli
impulsi devianti del Magistero a confermare lo sprofondamento del
Governo Apostolico e degli apparati centrali aggreganti.
L’ateismo, dicevamo, è la vera questione che ha portato ad invertire
anche le finalità temporali che vanno oltre le drammatiche conclusioni
a cui era giunta la resipiscente confessione di Montini. Nessuna
misura anche drastica riuscirà a rendere inoffensivi i lupi travestiti da
agnelli ed a liberarli dall’abbraccio mortale con mammona. Basta il
semplice buon senso, del resto, per capire quanto sia complicata la vita
del cristiano a cui nemmeno la teologia, di fronte a certi eventi, sa dare
risposte adeguate. Non abbiamo un solo Papa. C’è il Papa Emerito, c’è
quello ufficiale venuto da lontano, c’è il vice Papa (aggiustatore), c’è il
Papa rosso (dall’abito purpureo e dall’autorità incontrastata). Non aggiungiamo
altre considerazioni che inducano a giustificare cose di estrema
gravità. Diciamo che sfidare Dio può essere pericoloso per la “nuova Chiesa” che con la recente chiusura del Sinodo ha dato solo una
parvenza di stabilità alle contorsioni teologiche della compagine teutonica.
La Conferenza episcopale germanica, comunque, ha mostrato di
non soffrire le vertigini, assisa sulla cima dei pensieri di Bergoglio. È
nella natura di questa “gloriosa” entità liberal-modernista, emersa dall’estatico
razionalismo luterano, trovare consensi proponendo “teologie”
senza fede o contro la fede. A rendere ancora più fitte le nebbie
della mistificazione è sopraggiunta la frode scoperchiando la pentola
del potere gestionale. La scoperta di settori economici e di bilanci affidati
al controllo di personaggi inadeguati ha reso ancor più gravosa
l’oscurità del quadro. Non ci riferiamo all’avvenente leggiadria della
“bomba sexy”, operante negli organismi di controllo, ma alla pletora di
esperti ed amministratori collusi con interessi che sconfinano nella tentazione
di aprire il forziere. È chiaro che pilotando gli enormi finanziamenti
secondo lo strapotere di funzionari e la sovversione dei sistemi
bancari si finisce per complicare l’opera di raddrizzamento contabile,
per minare la credibilità del Governatorato e ridimensionare l’autorità
morale delle Sacre Strutture. La rimozione di elementi validi, tra l’altro,
chiama in causa l’insipienza nelle scelte di gestori incapaci a fronteggiare
iniziative, situazioni ed operazioni finanziarie rivelatesi catastrofiche
in mancanza di uomini e di controlli adeguati. Lo scandalo,
comunque, non è solo frutto della logica del momento, del precipitare
della condotta morale o della spregiudicata attivazione dei poteri senza
volto. Spesso sono i papi a costruire scenari seguendo condizionamenti
che finiscono per assecondare il carrierismo, l’intrusione dei prevaricatori,
l’insediamento nei posti chiave di figure inaffidabili. Va ricordato
tra l’altro che, oltre al danno che può provocare colui che, nelle
vesti di Pastor Bonus, varca la soglia del Santuario, c’è anche quello
derivante dalle infiltrazioni del fumo di satana nel Tempio.
È doveroso tornare nuovamente a Montini perché fu proprio lui a
constatare ed a denunciare l’incisiva penetrazione del demonio negli
affari della Chiesa. Penetrazione che dal medesimo non è stata mai
neutralizzata; anzi ha preso vigore e continua, incontrastata, a travagliare
i Sacri palazzi. Le convulsioni riformiste, il potere sovversivo, le invadenze della segreteria di Stato, della diplomazia, del potere curiale
e dei Dicasteri riconducono al sisma conciliare amplificato, come si
diceva, dal pervertimento negli orientamenti temporali. «Si credeva che
dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della
Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio».
Era questo l’amaro sfogo di Montini (1972) apertosi allo spirito dei
tempi moderni, a cui seguirà circa dieci anni dopo quello di Wojtyla
(1981): «Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità
Rivelata, si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e
morale, si è manomessa la liturgia». Da oltre mezzo secolo (lo ribadiamo
nuovamente) al liberalismo liturgico, dottrinale e disciplinare sono
seguiti decadimento morale, scandali, intrusioni ambigue, cedimenti,
operazioni finanziarie esplosive, interessi privati di grande risonanza.
È impensabile attendersi dalla scienza creatrice delle guide la bonifica
dei danni, consolidati da un cristianesimo orizzontale che ha spento
anche il lume della ragione nei vertici e negli Ordini religiosi. Malgrado
ciò Cristo seguita a garantire la Santità della Sua Chiesa che passa
incolume attraverso gli scandali e la destabilizzazione del potere temporale.
Non bastano le misure drastiche per fronteggiare situazioni così
catastrofiche, anche se superare le resistenze dei potentati tra le mura
amiche tenendoli sotto controllo, rientra nelle responsabilità papali che
al momento appaiono insormontabili. L’impietosa scelta del conclave,
del resto, conferma ancora una volta che chi governa e semina ambiguità
spegnendo la carità verso Cristo si distanzia dall’anelito sapienziale
che porta a diradare quel fumo che annebbia gli apparati e le funzioni
ecclesiali.
Siamo alla vigilia del Giubileo tanto atteso. Era del tutto evidente
che la logica dell’interpretazione arbitraria della Dottrina con il dissolvimento
degli interessi di Dio conducesse l’ansia apostolica all’accomodamento
del soprannaturale ed al ripudio della Carità Redentrice
annunciata da Cristo. E Cristo, nuovamente crocifisso dagli inganni su
quell’infinita misericordia che non contempla l’intramontabile differenziazione
tra Dio e l’uomo, trova consensi secondo l’evidenza delle
realtà mondane. Su questa china gli instancabili camminatori, condotti
4 Presenza Divina
per mano da Bergoglio, si trovano a collaborare con i centri promozionali
della misericordia. L’inversione della convergenza esegetica, invece,
porta la pietà dei fedeli al Sole di Giustizia e quindi al Vangelo ed
il Vangelo spiega chiaramente il modo in cui Cristo si è immolato per
soddisfare la Giustizia Divina. La visione dogmatica del problema e le
realtà propedeutiche della Cattedra (Pontificia) ripropongono la storia
ed i modelli di Papi inflessibili ma anche remissivi nel sopportare, per
amore della Croce e per la personale santificazione, soprusi e prevaricazioni
arrecati anche dai nemici interni. Ma questo è un altro discorso,
riguarda i Papi fedeli a Cristo che si sono immolati (anche incruentemente)
per salvare le anime, per dare splendore alla Sposa di Cristo,
per allontanare i fulmini della Giustizia Divina. In santità e giustizia
serviamo il Signore, questa è logica di Cristo; logica incompatibile con
quella di Bergoglio il quale non pare aver sentore delle realtà visibili e
invisibili caratterizzate dall’onnipresente bagliore della Giustizia Divina.
Sarebbero proprio questi bagliori a dover preoccupare le coscienze
degli adepti della teologia edonistica proprio mentre si aprono i battenti
del Giubileo. L’eccentricità, il protagonismo di un Papa che non ha
idea di cosa sia Dio Giudice, Giusto ed Onnipotente deve spingere a
pregare il Signore perché mandi Pastori secondo il Suo Cuore. Solo
dalla restaurazione della Dottrina e della Liturgia potrà scaturire il predominio
della vita di Grazia, della fedeltà a Cristo, della comunione di
beni soprannaturali che santificano Papi e membra malate del Corpo
Ecclesiale.
di Nicola Di Carlo
O Vergine Immacolata, Madre di Gesù e Madre nostra, proteggete vi preghiamo
la Santa Chiesa di Dio. Voi, nei suoi periodi più tristi ne siete stata la
salvezza, riportando vittoria di tutti i suoi nemici; Voi, che da sola, debellate
tutte le eresie, proteggetela adesso più che mai in quest’ora di odio e di smarrimento
per tanti cristiani. Siate il suo scudo e la sua difesa. Tenete uniti e
stretti a Lei i suoi figli. Richiamate al suo seno i traviati e presto, oh, sì presto,
per il potente vostro aiuto e la materna vostra intercessione, torni a splendere
per tutta la Chiesa il sole di pace sì che vi si possa nuovamente acclamare
Regina delle Vittorie. Amen. Santo Natale
dalla Redazione di “Presenza Divina
http://www.presenzadivina.it/269.pdf
Parole condivisibilissime, che danno a Orgoglio in arte sanfrancesco, la giusta paga.
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