I Pastori di anime morte non possono essere contemporaneamente Pastori di anime vive… – Il bipensiero e la neolingua hanno conquistato anche la Chiesa… – Il parroco di Pontoglio e i suoi giovani ci tengono a specificare che il loro paese non è terra cristiana.
Sono pervenute in redazione:
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Gent.mo dott. Gnocchi,
ho avuto modo di leggere con particolare attenzione la risposta data al signor Peracchio nella sua rubrica “Fuori Moda” di martedì scorso. Quanto da lei affermato ha posto un grave e serio problema di coscienza, non avendo, sia per cultura che per intima convinzione, la serenità necessaria per, mi passi questo “brutto” termine, “sfiduciare” il Papa. Nello stesso tempo mentirei a me stesso se non affermassi di sentire nel più profondo del cuore un forte disagio per gli accadimenti che hanno caratterizzato e caratterizzano il pontificato di papa Francesco. Non è necessario fare un elenco tutto quanto accaduto negli ultimi tre anni in seno alla Santa Chiesa, mi limito all’ultimo indegno spettacolo del “Vatican disco dance”, spettacolo che mi ha profondamente ferito e per il quale tutti coloro i quali ancora credono in Gesù Cristo quale Unico Salvatore del mondo dovrebbero innalzare suppliche e preghiere al Signore Nostro affinché, per intercessione della Beata e Sempre Vergine Maria (la grande assente della Festività dell’Immacolata) e del Principe degli Apostoli “perdoni loro perché non sanno quello che fanno!”. La domanda che le pongo è questa: al punto al quale siamo arrivati cosa deve fare chi crede solamente nelle Verità di Fede custodite da millenni dalla Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo e posta sotto la materna protezione della Vergine Maria e sul fondamento degli Apostoli?
La ringrazio e colgo l’occasione per inviarle i miei più cari auguri di Buon Natale.
Sia lodato Gesù Cristo
Roberto Federici
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Caro Federici,
guardi bene la foto qui sotto a destra.
E ora risponda alla seguente domanda: lei crederebbe a un dogma proclamato da quest’uomo?
Non è per cavarmela con una battuta davanti alla questione enorme che lei pone, ma per dirle che non si può prescindere dai fatti. Il bello del cattolicesimo, caro Federici, è che, contrariamente a quanto si vuol far credere, non è fatto di discussione sul sesso degli angeli, ma di fede e di ragione applicate alla vita concreta. E noi, oggi, non possiamo nascondere di trovarci davanti a un Papa che si oppone palesemente a Cristo e al suo insegnamento, che demolisce con il Caterpillar la Chiesa fondata da Cristo sulla roccia di Pietro, che si prostra davanti al mondo e al suo padrone: insomma, ci troviamo davanti a un Papa che, palesemente e coscientemente, ci sta dicendo che non vuole fare il Papa. Se ha qualche dubbio in proposito guardi sempre la foto sotto a destra.
Comprendo che ricordare questi fatti, caro Federici, possa porre “un grave e serio problema di coscienza”. Ma, se ci pensa bene, non è lei, non sono io, non sono tutti quei cattolici che non ne possono più a “sfiduciare” il Papa. È lui ad autosfiduciarsi come Vicario di Cristo per farsi portavoce di Eugenio Scalfari. È lui ad autosfiduciarsi come capo visibile della Chiesa cattolica per manifestarsi come leader della Nuova Religione della Casa Comune. Ci ha scritto sopra persino un’enciclica orrenda come la Laudato si’ per spiegarlo senza pericolo di essere frainteso. Si tratta solo di prenderne atto.
Comprendo il suo sconcerto e il suo dolore davanti a quanto vede e quanto sente, ma sono costretto a incidere fino in fondo la ferita correggendola là dove parla degli autori di cotanto scempio e chiede a Nostro Signore che li “perdoni loro perché non sanno quello che fanno!”. Caro Federici: lo sanno benissimo quello che fanno. Lo sanno benissimo che stanno dalla parte del nemico perché l’hanno scelta liberamente. E non lo hanno fatto nell’illusione di edificare una Chiesa cattolica più bella, più giusta e più vera. No, caro Federici, l’hanno fatto nella certezza realistica di edificare una chiesa più brutta, più ingiusta e più falsa che infanghi quel poco di cristiano rimasto nei cuori dei fedeli: la neochiesa della Nuova Religione della Casa Comune.
Arrivati a questo punto, lei chiede “cosa deve fare chi crede solamente nelle Verità di Fede custodite da millenni dalla Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo e posta sotto la materna protezione della Vergine Maria e sul fondamento degli Apostoli?”. Nella sua domanda c’è anche la risposta al suo dubbio: tutto quanto a cui lei intende rimanere fedele contiene ciò che serve alla sua salvezza e anche ciò che serve a giudicare i pastori che usurpano e deturpano l’ufficio a cui dovrebbero essere preposti. Se rimane saldo nel deposito della fede, potrà capire chi sono davvero questi Pastori di anime morte. E, se adottiamo con un minimo di serietà e coerenza il principio di non contraddizione, siamo costretti a dire che i Pastori di anime morte non possono essere contemporaneamente Pastori di anime vive.
Caro Federici, non so se ho amareggiato il Natale che sta arrivando, ma le auguro che sia buono. Fa più male rimanere ostinatamente nel dubbio, tentando in buona fede di salvare l’insalvabile, piuttosto che aprire gli occhi davanti alla realtà.
Alessandro Gnocchi
Buon Natale e Sia lodato Gesù Cristo
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Gent.mo dott. Gnocchi,
non fa ridere (si fa per dire…) che quest’articolo sull’eutanasia targato Ansa sia nelle pagine di “Salute e benessere”?
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2015/12/21/-eutanasiamuore-in-svizzera-autodenuncia-radicali-_f1e4ee31-d74e-4209-8b69-d078cefa8a80.html
Allora, si potrebbe creare la pagina “Malattia e malessere” con l’articolo che so… “Bimbo nasce… Tutto bene!”. Ma dove cavolo stiamo andando?
Saluti e auguri di un buon Santo Natale.
Claudio
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Caro Claudio,
non è che ci stiamo andando, è che siamo già arrivati nel folle universo descritto da George Orwell in 1984. Siamo nel mondo della neolingua e del bipensiero. Quello che lei propone in modo provocatorio, dare come cattiva notizia la nascita di un bambino, è già realtà: le ricordo che la legge 194, quella che permette a una madre di uccidere il figlio che porta in seno, si chiama Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Proprio così, e ci sono ancora dei cattolici tanto babbei che la difendono come “la miglior legge del mondo, basta che venga applicata integralmente”.
È l’impero della neolingua, caro Claudio, che Orwell, attraverso il discorso di un funzionario di partito descrive così: “È qualcosa di bello la distruzione delle parole (…). E non mi riferisco solo ai sinonimi, sto parlando anche dei contrari. Che bisogno c’è di una parola che è solo il contrario di un’altra? Ogni parola già contiene in se stessa il suo contrario. Se hai a disposizione una parola come ‘buono’, che bisogno c’è di avere anche ‘cattivo’? ‘Sbuono’ andrà altrettanto bene”.
Una teoria mostruosa che si regge su quello che lo scrittore inglese chiama bipensiero, una deformazione della ragione che “implica la capacità di accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe. L’intellettuale di Partito sa (…) di essere impegnato in una manipolazione della realtà, e tuttavia la pratica del bipensiero fa sì che egli creda che la realtà stessa non venga violata. (…) Perfino quando si usa la parola bipensiero è necessario ricorrere al bipensiero. Nel farne uso, infatti, si ammette di manipolare la realtà, ma con un novello colpo di bipensiero si cancella questa consapevolezza, e così via, all’infinito, con la menzogna in costante posizione di vantaggio rispetto alla verità”.
Però, caro Claudio, non deve preoccupare tanto il fatto che la neolingua e il bipensiero si annidino dentro i lanci di agenzia dell’Ansa, nei giornali, nelle tv o nel web perché il mondo fa il suo mestiere. La tragedia sta nel fatto che la neolingua e il bipensiero hanno conquistato la Chiesa.
Alessandro Gnocchi
Buon Natale e Sia lodato Gesù Cristo
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Egregio dott. Gnocchi,
ci terrei molto a conoscere la sua opinione sulla vicenda dei cartelli posti all’ingresso del comune di Pontoglio e, soprattutto, del “mediatico” commento del parroco del paese nell’omelia della Messa domenicale. La mia impressione è che tutte le scuse sono buone per bastonare i cristiani che non sono allineati alla politica sociologica bergogliana, che fa dell’invasione immigratoria incontrollata uno dei cardini principali. Il parroco di Pontoglio avrebbe dovuto leggere e ponderare bene quanto esprime, in tema di immigrazione, il sommo Dottore della Chiesa San Tommaso d’Aquino nella sua “Summa Teologica”, e cioè che gli stati sono tenuti all’accoglienza solo alla condizione che gli immigrati si integrino perfettamente alla cultura dello stato ospitante rispettandone scrupolosamente le leggi e le tradizioni. Inoltre mi sono parse immeritate e offensive le parole denigratorie quali “marciume” e “sepolcri imbiancati” che ha avuto nei confronti degli abitanti di un paese profondamente ferito da una violenza inaudita, quale la barbara uccisione di uno dei suoi figli ad opera di stranieri. La ringrazio del suo prezioso commento e la saluto cordialmente.
Luigi Donini
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Caro Donini,
a beneficio dei lettori che non conoscono i fatti, li riassumo brevemente. Il comune di Pontoglio, in provincia di Brescia, sotto i nuovi cartelli all’ingresso del paese ha aggiunto la scritta: “Paese a cultura Occidentale e di profonda tradizione Cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”.
Naturalmente, le invettive più feroci e più gradite alla stampa sono state quelle del locale funzionario della neochiesa della misericordia, il parroco don Angelo Mosca. Durante un’omelia, riportano i giornali, il funzionario della neochiesa ha detto tra l’altro: “È inutile lavarsi le mani con le tradizioni se poi il cuore è pieno di marciume. Il cristianesimo non è né tradizione né una cultura. La religione non deve creare muri. Il nostro Vescovo e il nostro Papa Francesco, con la Bibbia, ci insegnano che si debbono amare tutti gli uomini, da ovunque essi provengano”.
Niente male per un funzionarucolo di periferia, caro Donini. In poche righe ha riassunto tutto il magistero bergogliano: odio e disprezzo nei confronti di si richiama al passato, il paradiso negato a chi va a Messa ma crea i muri, la rinuncia all’intelligenza e al senso di realtà spacciati per misericordia. Direi che è pronto per diventare vescovo.
Lei, con tentativo tanto estremo quanto inutile, gli oppone San Tommaso e la Summa. Ma sa quanto gliene può fregare, di San Tommaso e della Summa, a don Angelo Mosca, al suo vescovo e a Bergoglio? E hanno ragione loro, perché lo stanno dicendo in tutte le lingue possibili e in tutti i modi possibili che loro appartengono a una religione diversa dalla sua. La Nuova Religione della Casa Comune non sa che cosa farsene di tutti i vecchi arnesi che hanno costruito la vecchia Chiesa cattolica. Gli era talmente ingombrante persino il San Francesco di Assisi, lavato e risciacquato nel bucato modernista e ambientalista, che hanno pensato di inventarsene uno nuovo, venuto dall’Argentina.
Ma quanto fa più tristezza, caro Donini è che, nelle cronache, si legge dei “giovani vicini alla parrocchia” che si sono dati da fare per raccogliere le firme allo scopo di togliere la segnaletica della vergogna. Me li vedo, questi saputelli da oratorio che si credono sempre più intelligenti degli altri perché scodinzolano dietro al “don”. Giovincelli così mosci che non hanno neanche un decimo della verve dei comunistelli da sacrestia fulminati dal cardinale Ottaviani. Intellettualini che, al massimo, possono leggere la vita a fumetti di Bergoglio e le poesie di Turoldo e sono così spocchiosi da allontanare i poveri mortali che “non possono capire”. Intimi adepti del “Chiesa di mattoni no, chiesa di persone sì, siamo noi, siamo noi” felici di rimanere isolati nel circolino esoterico delle gazzose, delle patatine di second’ordine e della caramelle mou in bella vista al baretto dell’oratorio.
E che cosa fa ora questa temperie di cervelli che, ogni due o tre anni, produce un cartellone di cui nessuno capisce niente? Pensa bene di intervenire per respingere oltre i loro confini il barbaro cristiano invasore. Ma c’è anche da capirli, perché anche a essere esangui e anemici seguaci del “don”, quando si hanno venti o trent’anni un brivido ogni tanto ci vuole. E allora eccoli lì a raccogliere le firme, di mamma, papà, nonni, zii, parenti e amici e a fare la spunta per discernere tra buoni e cattivi. E per far cosa? Per far togliere dai cartelli d’ingresso del loro paese la scritta secondo cui quella è terra cristiana. Come dargli torto, visto che ci abitano loro?
Alessandro Gnocchi
Buon Natale e Sia lodato Gesù Cristo
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Gent.mo dott. Gnocchi,
ho avuto modo di leggere con particolare attenzione la risposta data al signor Peracchio nella sua rubrica “Fuori Moda” di martedì scorso. Quanto da lei affermato ha posto un grave e serio problema di coscienza, non avendo, sia per cultura che per intima convinzione, la serenità necessaria per, mi passi questo “brutto” termine, “sfiduciare” il Papa. Nello stesso tempo mentirei a me stesso se non affermassi di sentire nel più profondo del cuore un forte disagio per gli accadimenti che hanno caratterizzato e caratterizzano il pontificato di papa Francesco. Non è necessario fare un elenco tutto quanto accaduto negli ultimi tre anni in seno alla Santa Chiesa, mi limito all’ultimo indegno spettacolo del “Vatican disco dance”, spettacolo che mi ha profondamente ferito e per il quale tutti coloro i quali ancora credono in Gesù Cristo quale Unico Salvatore del mondo dovrebbero innalzare suppliche e preghiere al Signore Nostro affinché, per intercessione della Beata e Sempre Vergine Maria (la grande assente della Festività dell’Immacolata) e del Principe degli Apostoli “perdoni loro perché non sanno quello che fanno!”. La domanda che le pongo è questa: al punto al quale siamo arrivati cosa deve fare chi crede solamente nelle Verità di Fede custodite da millenni dalla Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo e posta sotto la materna protezione della Vergine Maria e sul fondamento degli Apostoli?
La ringrazio e colgo l’occasione per inviarle i miei più cari auguri di Buon Natale.
Sia lodato Gesù Cristo
Roberto Federici
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Caro Federici,
guardi bene la foto qui sotto a destra.
E ora risponda alla seguente domanda: lei crederebbe a un dogma proclamato da quest’uomo?
Non è per cavarmela con una battuta davanti alla questione enorme che lei pone, ma per dirle che non si può prescindere dai fatti. Il bello del cattolicesimo, caro Federici, è che, contrariamente a quanto si vuol far credere, non è fatto di discussione sul sesso degli angeli, ma di fede e di ragione applicate alla vita concreta. E noi, oggi, non possiamo nascondere di trovarci davanti a un Papa che si oppone palesemente a Cristo e al suo insegnamento, che demolisce con il Caterpillar la Chiesa fondata da Cristo sulla roccia di Pietro, che si prostra davanti al mondo e al suo padrone: insomma, ci troviamo davanti a un Papa che, palesemente e coscientemente, ci sta dicendo che non vuole fare il Papa. Se ha qualche dubbio in proposito guardi sempre la foto sotto a destra.
Comprendo che ricordare questi fatti, caro Federici, possa porre “un grave e serio problema di coscienza”. Ma, se ci pensa bene, non è lei, non sono io, non sono tutti quei cattolici che non ne possono più a “sfiduciare” il Papa. È lui ad autosfiduciarsi come Vicario di Cristo per farsi portavoce di Eugenio Scalfari. È lui ad autosfiduciarsi come capo visibile della Chiesa cattolica per manifestarsi come leader della Nuova Religione della Casa Comune. Ci ha scritto sopra persino un’enciclica orrenda come la Laudato si’ per spiegarlo senza pericolo di essere frainteso. Si tratta solo di prenderne atto.
Comprendo il suo sconcerto e il suo dolore davanti a quanto vede e quanto sente, ma sono costretto a incidere fino in fondo la ferita correggendola là dove parla degli autori di cotanto scempio e chiede a Nostro Signore che li “perdoni loro perché non sanno quello che fanno!”. Caro Federici: lo sanno benissimo quello che fanno. Lo sanno benissimo che stanno dalla parte del nemico perché l’hanno scelta liberamente. E non lo hanno fatto nell’illusione di edificare una Chiesa cattolica più bella, più giusta e più vera. No, caro Federici, l’hanno fatto nella certezza realistica di edificare una chiesa più brutta, più ingiusta e più falsa che infanghi quel poco di cristiano rimasto nei cuori dei fedeli: la neochiesa della Nuova Religione della Casa Comune.
Arrivati a questo punto, lei chiede “cosa deve fare chi crede solamente nelle Verità di Fede custodite da millenni dalla Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo e posta sotto la materna protezione della Vergine Maria e sul fondamento degli Apostoli?”. Nella sua domanda c’è anche la risposta al suo dubbio: tutto quanto a cui lei intende rimanere fedele contiene ciò che serve alla sua salvezza e anche ciò che serve a giudicare i pastori che usurpano e deturpano l’ufficio a cui dovrebbero essere preposti. Se rimane saldo nel deposito della fede, potrà capire chi sono davvero questi Pastori di anime morte. E, se adottiamo con un minimo di serietà e coerenza il principio di non contraddizione, siamo costretti a dire che i Pastori di anime morte non possono essere contemporaneamente Pastori di anime vive.
Caro Federici, non so se ho amareggiato il Natale che sta arrivando, ma le auguro che sia buono. Fa più male rimanere ostinatamente nel dubbio, tentando in buona fede di salvare l’insalvabile, piuttosto che aprire gli occhi davanti alla realtà.
Alessandro Gnocchi
Buon Natale e Sia lodato Gesù Cristo
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Gent.mo dott. Gnocchi,
non fa ridere (si fa per dire…) che quest’articolo sull’eutanasia targato Ansa sia nelle pagine di “Salute e benessere”?
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2015/12/21/-eutanasiamuore-in-svizzera-autodenuncia-radicali-_f1e4ee31-d74e-4209-8b69-d078cefa8a80.html
Allora, si potrebbe creare la pagina “Malattia e malessere” con l’articolo che so… “Bimbo nasce… Tutto bene!”. Ma dove cavolo stiamo andando?
Saluti e auguri di un buon Santo Natale.
Claudio
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Caro Claudio,
non è che ci stiamo andando, è che siamo già arrivati nel folle universo descritto da George Orwell in 1984. Siamo nel mondo della neolingua e del bipensiero. Quello che lei propone in modo provocatorio, dare come cattiva notizia la nascita di un bambino, è già realtà: le ricordo che la legge 194, quella che permette a una madre di uccidere il figlio che porta in seno, si chiama Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Proprio così, e ci sono ancora dei cattolici tanto babbei che la difendono come “la miglior legge del mondo, basta che venga applicata integralmente”.
È l’impero della neolingua, caro Claudio, che Orwell, attraverso il discorso di un funzionario di partito descrive così: “È qualcosa di bello la distruzione delle parole (…). E non mi riferisco solo ai sinonimi, sto parlando anche dei contrari. Che bisogno c’è di una parola che è solo il contrario di un’altra? Ogni parola già contiene in se stessa il suo contrario. Se hai a disposizione una parola come ‘buono’, che bisogno c’è di avere anche ‘cattivo’? ‘Sbuono’ andrà altrettanto bene”.
Una teoria mostruosa che si regge su quello che lo scrittore inglese chiama bipensiero, una deformazione della ragione che “implica la capacità di accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe. L’intellettuale di Partito sa (…) di essere impegnato in una manipolazione della realtà, e tuttavia la pratica del bipensiero fa sì che egli creda che la realtà stessa non venga violata. (…) Perfino quando si usa la parola bipensiero è necessario ricorrere al bipensiero. Nel farne uso, infatti, si ammette di manipolare la realtà, ma con un novello colpo di bipensiero si cancella questa consapevolezza, e così via, all’infinito, con la menzogna in costante posizione di vantaggio rispetto alla verità”.
Però, caro Claudio, non deve preoccupare tanto il fatto che la neolingua e il bipensiero si annidino dentro i lanci di agenzia dell’Ansa, nei giornali, nelle tv o nel web perché il mondo fa il suo mestiere. La tragedia sta nel fatto che la neolingua e il bipensiero hanno conquistato la Chiesa.
Alessandro Gnocchi
Buon Natale e Sia lodato Gesù Cristo
.
Egregio dott. Gnocchi,
ci terrei molto a conoscere la sua opinione sulla vicenda dei cartelli posti all’ingresso del comune di Pontoglio e, soprattutto, del “mediatico” commento del parroco del paese nell’omelia della Messa domenicale. La mia impressione è che tutte le scuse sono buone per bastonare i cristiani che non sono allineati alla politica sociologica bergogliana, che fa dell’invasione immigratoria incontrollata uno dei cardini principali. Il parroco di Pontoglio avrebbe dovuto leggere e ponderare bene quanto esprime, in tema di immigrazione, il sommo Dottore della Chiesa San Tommaso d’Aquino nella sua “Summa Teologica”, e cioè che gli stati sono tenuti all’accoglienza solo alla condizione che gli immigrati si integrino perfettamente alla cultura dello stato ospitante rispettandone scrupolosamente le leggi e le tradizioni. Inoltre mi sono parse immeritate e offensive le parole denigratorie quali “marciume” e “sepolcri imbiancati” che ha avuto nei confronti degli abitanti di un paese profondamente ferito da una violenza inaudita, quale la barbara uccisione di uno dei suoi figli ad opera di stranieri. La ringrazio del suo prezioso commento e la saluto cordialmente.
Luigi Donini
.
Caro Donini,
a beneficio dei lettori che non conoscono i fatti, li riassumo brevemente. Il comune di Pontoglio, in provincia di Brescia, sotto i nuovi cartelli all’ingresso del paese ha aggiunto la scritta: “Paese a cultura Occidentale e di profonda tradizione Cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”.
Naturalmente, le invettive più feroci e più gradite alla stampa sono state quelle del locale funzionario della neochiesa della misericordia, il parroco don Angelo Mosca. Durante un’omelia, riportano i giornali, il funzionario della neochiesa ha detto tra l’altro: “È inutile lavarsi le mani con le tradizioni se poi il cuore è pieno di marciume. Il cristianesimo non è né tradizione né una cultura. La religione non deve creare muri. Il nostro Vescovo e il nostro Papa Francesco, con la Bibbia, ci insegnano che si debbono amare tutti gli uomini, da ovunque essi provengano”.
Niente male per un funzionarucolo di periferia, caro Donini. In poche righe ha riassunto tutto il magistero bergogliano: odio e disprezzo nei confronti di si richiama al passato, il paradiso negato a chi va a Messa ma crea i muri, la rinuncia all’intelligenza e al senso di realtà spacciati per misericordia. Direi che è pronto per diventare vescovo.
Lei, con tentativo tanto estremo quanto inutile, gli oppone San Tommaso e la Summa. Ma sa quanto gliene può fregare, di San Tommaso e della Summa, a don Angelo Mosca, al suo vescovo e a Bergoglio? E hanno ragione loro, perché lo stanno dicendo in tutte le lingue possibili e in tutti i modi possibili che loro appartengono a una religione diversa dalla sua. La Nuova Religione della Casa Comune non sa che cosa farsene di tutti i vecchi arnesi che hanno costruito la vecchia Chiesa cattolica. Gli era talmente ingombrante persino il San Francesco di Assisi, lavato e risciacquato nel bucato modernista e ambientalista, che hanno pensato di inventarsene uno nuovo, venuto dall’Argentina.
Ma quanto fa più tristezza, caro Donini è che, nelle cronache, si legge dei “giovani vicini alla parrocchia” che si sono dati da fare per raccogliere le firme allo scopo di togliere la segnaletica della vergogna. Me li vedo, questi saputelli da oratorio che si credono sempre più intelligenti degli altri perché scodinzolano dietro al “don”. Giovincelli così mosci che non hanno neanche un decimo della verve dei comunistelli da sacrestia fulminati dal cardinale Ottaviani. Intellettualini che, al massimo, possono leggere la vita a fumetti di Bergoglio e le poesie di Turoldo e sono così spocchiosi da allontanare i poveri mortali che “non possono capire”. Intimi adepti del “Chiesa di mattoni no, chiesa di persone sì, siamo noi, siamo noi” felici di rimanere isolati nel circolino esoterico delle gazzose, delle patatine di second’ordine e della caramelle mou in bella vista al baretto dell’oratorio.
E che cosa fa ora questa temperie di cervelli che, ogni due o tre anni, produce un cartellone di cui nessuno capisce niente? Pensa bene di intervenire per respingere oltre i loro confini il barbaro cristiano invasore. Ma c’è anche da capirli, perché anche a essere esangui e anemici seguaci del “don”, quando si hanno venti o trent’anni un brivido ogni tanto ci vuole. E allora eccoli lì a raccogliere le firme, di mamma, papà, nonni, zii, parenti e amici e a fare la spunta per discernere tra buoni e cattivi. E per far cosa? Per far togliere dai cartelli d’ingresso del loro paese la scritta secondo cui quella è terra cristiana. Come dargli torto, visto che ci abitano loro?
Alessandro Gnocchi
Buon Natale e Sia lodato Gesù Cristo
“FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi
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FUORI MODA VA IN VACANZA PER LE FESTIVITA’ NATALIZIE. RINNOVIAMO AGLI AMICI LETTORI I NOSTRI AUGURI PER IL SANTO NATALE E DIAMO APPUNTAMENTO PER MARTEDI’ 12 GENNAIO 2016.
PD
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Martedì 22 dicembre 2015
http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-221215/
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