Sebastiano Valfrè: un santo “ecumenico” ante-litteram? – di Marco Bongi
Mi sono imbattuto, durante un viaggio in auto, nella rubrica di agiografia di Radio Maria, curata dal giornalista Andrea Moriggi, e trasmessa sabato 9 gennaio a partire dalle ore 10,30. L’incontro è stato puramente casuale in quanto, come ho varie volte dichiarato, non intendo più né ascoltare, né tanto meno sostenere, quella emittente dopo le espulsioni dei suoi conduttori più valenti e, soprattutto, dopo le cattiverie gratuite riservate alla memoria del compianto prof. Mario Palmaro.
Ma… tant’è… Tutti sanno che Radio Maria la si può sentire ovunque, anche nelle zone dove non arrivano altri segnali. E così ho ascoltato la relazione del Moriggi anche perché, in quanto torinese, sono molto legato alla figura del Beato Sebastiano Valfrè (1629 – 1710) su cui era incentrata la puntata.
Si sa… la prima operazione da farsi, quando si presentano figure di santi dei secoli passati, è quella di sottolinearne l’anticipazione del Concilio Vaticano II. Il conduttore dunque, che non perde occasione per evidenziarsi politicamente e religiosamente corretto, mette subito le cose ben in chiaro. Il nostro beato, egli afferma, al di là dei condizionamenti del tempo, fu, in un certo senso, un anticipatore dell’ecumenismo!
Al sentire ciò, io che mi stavo già un po’ appisolando a causa del tono soporifero del relatore, mi scuoto improvvisamente: cosa troverà mai di “ecumenico” nella vita e nell’apostolato del Valfrè? In effetti le affermazioni successive rimangono assolutamente sul generico: si occupò di aiutare vedove ed orfani, visitava frequentemente i carcerati anche se non erano ferventi cattolici (sic!), confortò i soldati impegnati nella difesa di Torino del 1706, era buono e caritatevole con tutti. Un po’ pochino insomma se lo scopo era quello di eleggerlo ad anticipatore dell’ecumenismo…! Pochi minuti dopo tuttavia il Moriggi, forse dimentico della necessaria premessa politically-correct, scivola in un inescusabile capitombolo.
Leggendo infatti probabilmente un testo preconfezionato egli ricorda un episodio della vita di Valfrè: il beato si espresse decisamente contro la restituzione alle famiglie valdesi di tremila bambini che il Duca di Savoia aveva fatto educare in scuole cattoliche della capitale subalpina. La restituzione, secondo il Beato, avrebbe potuto avvenire solo a condizione che i genitori si fossero impegnati a garantire il proseguimento degli studi in scuole cattoliche.
Moriggi, di fronte a questa chiara attestazione di “ecumenismo”, inizia ovviamente a balbettare arrampicandosi sui vetri. Erano tempi diversi… il dialogo era concepito non con la sensibilità attuale…, il dialogo comunque non esime dall’annuncio…
Ma la perla finale doveva ancora arrivare. Finita la trattazione principale eccoci al momento delle domande telefoniche. Chiama una gentile ascoltatrice di Treviso, con accento vagamente anglosassone: La signora incentra il suo intervento proprio sulle contraddizioni esposte precedentemente. Rileva come l’ormai noto video “ecumenico” dell’Epifania di Papa Francesco appaia in netta contraddizione con il Magistero tradizionale dei Pontefici e rileva come gli anglicani non si siano mai sognati di chiedere perdono ai Cattolici per le stragi perpetrate in Inghilterra nel XVI e XVII secolo. Ovviamente il conduttore si affretta a tagliare la scomoda telefonata. Sulla questione del perdono bofonchia qualcosa di poco comprensibile tipo: la richiesta di perdono nel Giubileo del 2000 era stata molto bene chiarita e circostanziata… (boh!), ma poi, sul video dell’Epifania il Moriggi da il meglio di se stesso, si riscatta dalla mediocrità di tutta la rubrica e se ne esce con un’argomentazione che tutti non possiamo che condividere:
“Cara signora…, so che non mancano alcune voci che tentano costantemente di sottolineare, nel Magistero di Papa Francesco, esclusivamente gli elementi di discontinuità. Il video dell’Epifania è invece perfettamente in continuità con quanto espresso nella riunione ecumenica di Assisi, promossa da San Giovanni Paolo II nel 1986!”.
Bravo Moriggi! Siamo tutti con te! Capisco che forse il tuo bersaglio erano, nello specifico, alcune contraddizioni espresse negli scritti di Antonio Socci… Al di là di ciò tuttavia l’esempio fa davvero cadere le braccia. Come dire che gli scandali della vita privata di Leone X erano in perfetta continuità, e pertanto lodevoli, con quelli di Alessandro VI, Sisto IV e Callisto III… E se poi il Magistero inizia nel 1965… e ovvio che queste “continuità” sono assolutamente significative!
Mi perdoni il buon Dio ma certe cose non si possono sentire. Stento davvero ad immaginare che persone colte e preparate come Moriggi e molti altri con lui, possano davvero pensare in questo modo dentro il proprio cuore.
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