MONICA CIRINNA' SU MANIF DEL 30 GENNAIO, PAPA E GALANTINO
Nel tardo pomeriggio di giovedì 21 gennaio la senatrice Monica Cirinnà è stata ospite della Stampa estera in via dell’Umiltà per illustrare il ‘suo’ disegno di legge sulle ‘unioni civili’ e l’odierna situazione parlamentare. Molto sicura di sé, ha affermato che “nessuna piazza potrà fermare il treno in corsa”. Ha lodato spontaneamente anche papa Francesco, che ha dato un impulso alla Cei e mons. Galantino, “che merita un plauso e tutto il mio rispetto per le sue posizioni di apertissimo dialogo”.
Monica Cirinnà, che è stata presentata come “pronta a diventare un’icona gay se la legge andasse in porto”, ha insistito molto sulla necessità di non modificare il testo che è già nell’aula del Senato, ‘traslocato’ con procedura di genuina democrazia dalla sede commissionale, dove c’erano “troppi emendamenti” (“Sapete quanto è facile intorbidare le acque nel Parlamento italiano”). Dunque in Aula si dovranno respingere tutti i tentativi intesi a “ridurre diritti e tutele” per gli interessati. Ce lo chiede l’Europa, ha ripetuto più volte la Cirinnà; ce lo chiedono Corti e tribunali, italiani ed europei; ce lo chiede la nostra dignità, ce lo chiede la civiltà, ce lo chiede l’ “Italia più giovane, più libera, più progressista, più colta”. Contro un’Italia “profonda, più provinciale, meno colta, ancora legata a don Camillo e Peppone”. Insomma, per la Cirinnà, essere pro o contro il ‘suo’ disegno di legge è una questione “di età e di cultura”. C’è qualcuno che dubito che il comizio della Cirinnà potesse essere diverso?
La senatrice, rispondendo a una domanda sull’effetto che le fa “l’incombere del Cupolone”, ha osservato che con il Vaticano “si convive, ma si deve fare in modo che dal Cupolone filtrino raggi di sole”. Spontaneamente, poi, ha parlato di papa Francesco: “Credo che questo Papa abbia dato una grande svolta alla Chiesa, anche in termini di approccio alla vita quotidiana. E’ uscito da quell’immaginario collettivo per cui il Papa era uno sopra tutti… è perfino andato a comprarsi gli occhiali! … e ha dato un’importante scossa alla Cei”. Qui la Cirinnà ha – sempre spontaneamente -lodato il segretario generale mons. Galantino, prendendo atto che “ci sono altri vescovi che la pensano diversamente”: “Galantino merita un plauso e tutto il mio rispetto per le sue posizioni di apertissimo dialogo”.
E la Manif del 30 gennaio non Le fa paura? “Non credo che nessuna piazza possa fermare la corsa di questo treno”. Peccato, poteva essere la festa di “ogni tipo di famiglia” (secondo l’accezione della ‘nota lobby’) e invece si restringe fino a proporre e difendere un solo modello (en passant quello costituzionale). Del resto il 23 gennaio, una settimana prima, si proverà che c’è anche un’altra Italia, che “si è svegliata” e che scenderà in piazza in 80 città, con presidi vari: qui ha aggiunto la Cirinnà che sarebbe sbagliato fare un confronto numerico tra il 23 e il 30 gennaio. E a noi pare evidente il perché la senatrice parli così, come del resto hanno fatto mercoledì 20 gennaio – sempre alla Stampa estera – diverse associazioni iniziatrici di tale ‘sveglia’.
La senatrice ha trovato ‘inopportuna’ la pubblicazione delle foto inizialmente di 34 senatori pd contrari all’adozione per l’altro ‘partner’ omosessuale, lista poi ridottasi di qualche unità (“Forse però – ha commentato ridacchiando la Cirinnà – è proprio tale pubblicazione ad aver provocato alcune smentite…”). In ogni caso la pubblicazione può essere preziosa per capire chi voterà contro questo o quell’articolo del disegno di legge. La senatrice più volte ha posto con chiarezza l’accento (vagamente inquisitorio) sulla necessità del voto palese nel maggior numero possibile di casi (“Così si sa il voto dell’uno o dell’altro”), evitando quando possibile il voto a scrutinio segreto (“In cui possono esserci degli agguati”). “La legge, in ogni caso, va portata avanti e approvata, anche nel caso in cui l’adozione non passasse (per noi sarebbe come morire in battaglia)”. Essenziale è che “si faccia almeno un primo passo avanti” in attesa di quelli futuri, per una legge che “equiparerà i diritti delle unioni omosessuali a quelli della famiglia eterosessuale”. Dunque, come evidenzia la Cirinnà, la ‘sua’ legge approverà sostanzialmente il “matrimonio omosessuale”. Si può poi sperare che “i tribunali dei minori concedano, sentenza dopo sentenza, anche l’adozione” laddove richiesta dai ‘partner’ delle coppie omosessuali. Fin qui la Cirinnà. Ora tutto, se possibile, è ancora più chiaro.
MONICA CIRINNA’ SU MANIF DEL 30 GENNAIO, PAPA E GALANTINO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 21 gennaio 2016
http://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/557-monica-cirinna-su-manif-del-30-gennaio-papa-e-galantino.html
I Focolarini sono perplessi sul Family day
“I Focolari in Italia non sono fra i promotori del prossimo Family Day: ritengono che su questo tema e in questo preciso momento storico, pur riaffermando il diritto di ogni persona e formazione sociale alla libera espressione delle proprie idee, sia più efficace e generatore di legame sociale testimoniare ovunque la famiglia come esperienza originaria di ogni uomo e ogni donna. Essa non può essere ‘contro’ qualcosa o qualcuno, ma è di per sé la condizione per cui tutte le persone e formazioni sociali possono avere la garanzia di trovare riconoscimento e rispetto. I singoli aderenti ai Focolari agiranno secondo le personali convinzioni e coinvolgendosi come meglio riterranno per promuovere i valori condivisi anche da tutti gli altri”. Lo afferma un comunicato del Movimento dei Focolari, presieduto da Maria Voce (nella foto).
“Il Movimento in Italia – assicura la nota – sta seguendo con grande attenzione il dibattito circa il ddl sulle unioni civili e l’imminente discussione in Senato, data l’estrema importanza delle questioni che pone. I grandi cambiamenti in atto pongono nuove domande al Paese e richiedono una legge che regolamenti le nuove forme di convivenza, anche tra persone dello stesso sesso. Tuttavia l’attuale proposta di legge così come viene formulata non è condivisibile e andrebbe senz’altro migliorata. In particolare la definizione di unione civile evoca, di fatto, l’equiparazione con il matrimonio e la conseguente discutibile ipotesi della stepchild adoption. Questa infatti, oltre a non proteggere i soggetti più deboli, i figli, apre la strada alla pratica dell’utero in affitto e alle adozioni da parte delle coppie omosessuali. In sintonia con il Forum delle Associazioni familiari, anche i Focolari colgono l’occasione per sottolineare che le vere priorità delle famiglie sono altre: sostegno alle famiglie per contrastare la povertà, lavoro per i giovani, sistema fiscale secondo il fattore-famiglia, scuola. Priorità queste ed altre troppo spesso ignorate seppure non siano mancate promesse, finora disattese, da ogni parte politica”.
“Molti membri dei Focolari, tramite i Forum regionali e provinciali e in accordo con quanto fa il Movimento politico per l’unità, stanno contattando – si legge ancora nel testo – parlamentari di schieramenti diversi e sollecitando che il loro voto sia dato secondo coscienza, affinché la legge sia il risultato di uno sforzo maggiore di ponderatezza e non prevalgano le motivazioni ideologiche o l’affermazione dei diritti individuali sul buon senso e sul bene comune. In questo impegno va l’auspicio al Parlamento di darsi il tempo e le modalità necessarie, con il doveroso ascolto delle istanze del Paese”. Il Movimento inoltre registra “un impegno capillare sul territorio di molti suoi membri in un lavoro di formazione attorno alle tematiche che riguardano la persona umana e la famiglia. Così come sono coinvolti in numerosi enti, associazioni e gruppi che hanno a che fare con l’istituzione familiare”.
Chi sono i vescovi pro Family Day
I fatti, le parole del Papa e gli approfondimenti in vista della manifestazione del 30 gennaio
“Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. A pochi giorni dal Family Day, in programma per il 30 gennaio, arriva la presa di posizione di Papa Francesco sulla famiglia nel corso della tradizionale udienza al Tribunale della Rota Romana, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario.
LE PAROLE DEL PAPA
«Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi – ha detto il Papa – abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.
BERGOGLIO, BAGNASCO E LA CEI
Che sia vero o meno che il Papa avrebbe cancellato all’ultimo un’udienza con il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, per “zittirlo” dopo l’appoggio alla manifestazione pro-famiglia del 30 gennaio (circostanza rivelata dal Fatto Quotidiano), la cosa non pare aver tramortito gli altri vescovi italiani. Anzi, da quando il numero uno della conferenza episcopale ha parlato – seppur in un’occasione non ufficiale e con tutti i distingui del caso, soprattutto quando ha sottolineato che si tratta d’una iniziativa di laici – le adesioni di presuli all’evento arrivano a getto continuo.
I VESCOVI CHE HANNO DETTO SI’
Il primo è stato Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e creato cardinale da Francesco nel suo primo concistoro (2014). Bassetti ha addirittura letto l’appello del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’, organizzatore dell’evento, chiedendo ai fedeli di “farne tesoro perché il bene della famiglia ci sta tanto a cuore”. Il porporato ha invitato ad aderire, così come hanno fatto gli altri vescovi umbri. Da Trieste, il vescovo Giampaolo Crepaldi ha osservato che “c’è il momento della preghiera, del dialogo, del convegno di approfondimento e anche della presenza in piazza. Quando scende in piazza, il cristiano non lo fa in odio a qualcuno, ma per esercitare il proprio dovere di cittadino responsabile”.
“RACCOMANDIAMO CALOROSAMENTE UN’AMPIA PARTECIPAZIONE”
E sempre dal nord Italia arriva anche la “calorosa” adesione della conferenza episcopale piemontese, con l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia in prima fila: “Per salvaguardare e promuovere questi valori fondamentali anche dal punto di vista legislativo, raccomandiamo anche noi calorosamente un’ampia partecipazione al Family day”. A Ferrara, l’arcivescovo Luigi Negri si è accodato all’appello: “Invito pertanto le famiglie, le comunità parrocchiali, i gruppi, i movimenti, le associazioni e quanti hanno a cuore il bene comune della società, a considerare e ad assecondare questa iniziativa con il massimo dell’impegno e della generosità. I modi e i tempi della partecipazione vi saranno indicati dal nostro Ufficio per la pastorale familiare e dal neo costituito Comitato ferrarese ‘Difendiamo i nostri figli’”.
OK AL FAMILY DAY, MA NO AI “VESCOVI-PILOTA”
Un sostegno alle parole di Bagnasco è giunto anche dal neo arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi e dal pastore di Campobasso, Giancarlo Bregantini che su Repubblica ha detto che “ha fatto bene il cardinale Bagnasco a giudicare la manifestazione doverosa. Perché un conto sono le scelte personali, un altro è andare contro quel piano oggettivo naturale secondo cui la famiglia è fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”. Bregantini, però, rimarca che “non siamo noi vescovi che dobbiamo pilotare dall’alto queste iniziative”.
IL “CONFLITTO SORDO” TRA BAGNASCO E GALANTINO
Massimo Franco, sul Corriere della Sera, ha scritto ieri che “nelle ultime ore gli appelli dei vescovi a partecipare si sono moltiplicati. E di nuovo è affidato un conflitto sordo tra presidente e segretario della Cei, Angelo Bagnasco eNunzio Galantino”. A “colpire e spiazzare la stessa Cei – ha aggiunto Franco – incoraggiandola a prendere una posizione netta, sarebbero state tuttavia le chiamate arrivate giorno dopo giorno, sempre più fitte, dalle associazioni cattoliche. Prima incerte, poi determinate a esserci comunque”. E che ciò corrisponda al vero lo si può comprendere anche da quanto ha ribadito Bagnasco nelle scorse ore, e cioè che “tutti i vescovi sono uniti nel difendere la famiglia”.
IL PAPA “FUORI DALLA MISCHIA”
Chi rimane fuori dalla mischia, non facendosi strattonare, è Papa Francesco. Bergoglio, ha scritto Andrea Torniellisulla Stampa, “non desidera essere coinvolto nelle decisioni che spettano alle conferenze episcopali, o nelle manifestazioni di piazza contro un disegno di legge, che competono ai laici”. Fin dal suo primo incontro con la Cei, ricorda Tornielli, “Francesco aveva chiarito che spetta ai vescovi ‘il dialogo con le istituzioni culturali, sociali e politiche’. Dunque, la decisione su eventuali interventi e pubbliche prese di posizione va lasciato alla Conferenza episcopale.
http://formiche.net/2016/01/22/ecco-come-e-perche-crescono-le-adesioni-dei-vescovi-al-family-day/
La famiglia "fondata sul matrimonio indissolubile, uditivo e procreativo – ha aggiunto stamane il Pontefice – appartiene al sogno di Dio e della sua chiesa per la salvezza dell'umanità", ha aggiunto il Pontefice, sottolineando che quando essa, "si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, allo stesso tempo tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano a essere oggetto dell'amore misericordioso di Cristo e perciò della chiesa stessa".
E' "bene ribadire con chiarezza", ha detto ancora Bergoglio, "che la qualità della fede non è condizione essenziale del consenso matrimoniale, che, secondo la dottrina di sempre, può essere minato solo a livello naturale". La chiesa, poi, "con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, beni dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità – non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull'effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. E perciò, a maggior ragione, l'urgenza pastorale, che coinvolge tutte le strutture della chiesa, spinge a convergere verso un comune intento ordinato alla preparazione adeguata al matrimonio, in una sorta di nuovo catecumenato, tanto auspicato da alcuni padri sinodali".
Ecco il Papa: "No alla confusione tra famiglia voluta da Dio e altri tipi di unione"
di Matteo Matzuzzi | 22 Gennaio 2016 ore 15:02
Papa Francesco (LaPresse)
Roma. "La chiesa ha indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione", ha detto il Papa nel discorso tenuto questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, in occasione della solenne inaugurazione dell'anno giudiziario della Rota Romana. Francesco ha insistito sulla prerogativa della Rota quale "tribunale della verità del vincolo sacro". A poco più di una settimana dal Family Day del 30 gennaio contro il disegno di legge Cirinnà che si propone di regolamentare le unioni civili, Francesco ribadisce che per la chiesa ogni equiparazione al matrimonio è inammissibile. Vengono quindi a cadere le ricostruzioni giornalistiche su presunte irritazioni papali verso il cardinale Bagnasco (arrivando a cancellare un'udienza prevista). Inoltre, sembrano non poco aderenti alla realtà le ipotesi sul fatto che il vescovo di Roma non avrebbe proferito parola in proposito.
ARTICOLI CORRELATI La Cei va alla battaglia sulla famiglia e offre una sponda ai cattolici Dem Unioni civili, “dopo il momento della preghiera, quello della piazza”, dice il vescovo di Trieste Venite, pastori, al family dayNei giorni scorsi, dopo le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, che aveva manifestato apprezzamento per il Family Day, numerosi vescovi erano intervenuti pubblicamente per sostenere la manifestazione del Circo Massimo, invitando i propri fedeli a partecipare. Prima il cardinale Gualtiero Bassetti, porporato di creazione bergogliana, che aveva letto l'appello del comitato "Difendiamo i nostri figli", quindi i presuli della Conferenza episcopale piemontese guidata dall'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, avevano "calorosamente" spinto associazioni e parrocchie a partire per Roma. Su questo giornale, era stato il vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, a osservare che il cattolico in piazza "esercita il suo dovere di cittadino responsabile". Anche il nuovo arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi, aveva detto di condividere l'intervento di Bagnasco.
La famiglia "fondata sul matrimonio indissolubile, uditivo e procreativo – ha aggiunto stamane il Pontefice – appartiene al sogno di Dio e della sua chiesa per la salvezza dell'umanità", ha aggiunto il Pontefice, sottolineando che quando essa, "si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, allo stesso tempo tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano a essere oggetto dell'amore misericordioso di Cristo e perciò della chiesa stessa".
Noto ultimamente che monsignor Ganswein non sorride più come faceva fino a tempo fa. Sarà per le sconclusionate omelie e per i proclami da Santa Martxista ? jane
RispondiEliminaSicuramente è così, visto che più che da ridere ci sarebbe da piangere a dirotto.
EliminaQuanto alla puntualizzazione di oggi del papa sull'unica famiglia voluta da Dio, dovremmo naturalmente gioire ma personalmente sto finendo le parole e comincio ad avere lo stomaco in rivolta come quando sono in nave. L'impressione è quello della dichiarazione 'cerotto' a tappare il buco del dissenso cattolico crescente. Ma non è più possibile questo beccheggio e rollìo continuo, dare mandato a mons. Nunzio di aderire alle unioni civili, affermare quanto ha detto oggi, disdire domani con altra delega a nonsochi per affermare il contrario, controdisdire dopodomani.
Che si tratti dell'ultimo frutto della modernità? (il M.I.C. Magistero Instabile Costante)?