ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 25 gennaio 2016

“Otri nuovi” e “teste vuote”

Il discorso
degli “otri nuovi” e delle “teste vuote”



La produzione parolaia di papa Bergoglio è davvero inesauribile e noi confessiamo che facciamo fatica a seguirla e ancor più a comprenderla. Non è tanto il senso delle sue parole che ci crea difficoltà, quanto la pletora di imprecisioni e di distorsioni in esse contenute. Le sue citazioni sono spesso inesatte e rivelano sia una conoscenza superficiale dei testi citati sia una chiara intenzione strumentale. È il vecchio metodo modernista di richiamare una cosa corretta per infarcirla con una serie di considerazioni scorrette.

È quello che è accaduto nella martana omelia mattutina del 18 gennaio 2016, ripresa sul sito del Vaticano col titolo “Otri nuovi”. Tale omelia è stata indicata come una sorta di reprimenda rivolta ai cattolici che si ostinano ad attenersi all’insegnamento tradizionale e alla Tradizione, e la cosa è vera, per le stesse parole di Bergoglio: “i cristiani ostinati nel ‘sempre è stato fatto così, questo è il cammino, questa è la strada’, peccano: peccano di divinazione” è “come se andassero dalla chiromante”.
Ora, a parte le deduzioni del tutto bergogliane circa la divinazione e la chiromante, che non hanno a che vedere col resto del ragionamento, Bergoglio arriva a tanta spiegazione partendo dalla lettura del giorno (Samuele 15, 16-23) che egli piega a pro del suo assunto. Così che l’omelia non è una spiegazione del passo biblico, ma è il passo biblico che diventa strumento delle sue aprioristiche intenzioni.

Partiamo dalla citazione del Vangelo di San Giovanni, che dovrebbe servire, secondo Bergoglio, a sostenere la sua spiegazione e ancor più la sua tesi.

Egli afferma che
il peccato del re Saul, per il quale è stato rigettato” è anche “il peccato di tanti cristiani che si aggrappano a quello che sempre è stato fatto e non lasciano cambiare gli otri”, così da vivere “una vita a metà, rattoppata, rammendata, senza senso”. E questo perché avrebbero “un cuore chiuso, un cuore che non ascolta la voce del Signore, che non è aperto alla novità del Signore, allo Spirito che sempre ci sorprende”.
Quindi, suggerisce Bergoglio, bisogna “aprire il cuore allo Spirito Santo, discernere qual è la volontà di Dio”, perché “c’è un’altra realtà: c’è lo Spirito Santo che ci conduce alla verità piena”. Concetto che Bergoglio avrebbe dedotto dalle stesse parole di Gesù: “Gesù ci ha detto: ‘Vi invierò lo Spirito Santo e lui vi condurrà fino alla piena verità’”.

Ora, si dovrebbe trattare qui della citazione del versetto 13 del capitolo 16 del Vangelo secondo San Giovanni, laddove Gesù dice: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”; versetto che sembrerebbe corrispondere alla citazione di Bergoglio, ma non corrisponde al suo ragionamento, anzi, se letto nel suo contesto, insieme alla spiegazione che ne dà San Giovanni, l’unica corrispondenza che si riscontra è una corrispondenza inversa, che smentisce il ragionamento di Bergoglio.
Secondo lui, lo Spirito Santo sarebbe Colui che “sempre ci sorprende” annunciando “le novità del Signore”, che solo un “cuore chiuso” impedirebbe di accogliere.

Vediamo allora quali sono le parole di Gesù riferite da San Giovanni:
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.” (Gv 16, 12-14)
Parole che vanno lette insieme a quanto detto da Gesù appena prima e riferite da San Giovanni al versetto 14, 26:
Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.”

Dal confronto di queste parole di Gesù con quanto sostenuto da Bergoglio scaturisce che questi o è in buona fede, ed allora non conosce il Vangelo, o è in male fede e si permette di far dire al Vangelo il contrario di quanto esso insegna.

Gesù dice che lo Spirito Santo, nel guidarci alla verità tutta intera, non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito, ricordando tutto ciò che Gesù ha detto. Così che non si tratterà affatto di novità, ma delle cose già dette una volta per tutte, che semmai lo Spirito di verità aiuterà a capire meglio.
La storiella tutta moderna, e oggi tutta bergogliana, dello Spirito che “sempre ci sorprende” è una distorsione del Vangelo, usata strumentalmente dai modernisti, e oggi dal vescovo di Roma, per diffondere un messaggio anticristico, una suggestione atta a stravolgere l’insegnamento di Dio.

È questo che giustifica l’odio profondo che Bergoglio e i modernisti nutrono nei confronti dei cattolici che intendono attenersi a tutto ciò che Gesù ha insegnato, quelli che, come dice Bergoglio, si ostinano “nel ‘sempre è stato fatto così, questo è il cammino, questa è la strada’”.  Odio che scaturisce dal considerare che la cosa “più importante è quello che sento io, da me e dal mio cuore chiuso”, invece che la “parola del Signore” – tanto per usare le parole dello stesso Bergoglio; così che la realtà vera è che non sono i cattolici che si attengono a ciò che è stato detto, ma è Bergoglio che “pecca, pecca di idolatria”; egli infatti, insieme a tutti i modernisti, è idolatra di se stesso, è uno sviato nella mente e nel cuore, impedito a comprendere il senso del Vangelo e disponibile solo a stravolgerlo per seguire le suggestioni di suo padre il diavolo, esattamente come dice Gesù:
Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro.” (Gv 8, 43-44).
Come se non bastasse, Bergoglio pretende di sostenere queste sue distorsioni avanzandone delle altre, stravolgendo un altro passo del Vangelo: “questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa; quello che Gesù dice tanto forte: ‘Vino nuovo in otri nuovi!’” Perché, “alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio anche le abitudini devono rinnovarsi”.

Il passo in questione è quello del Vangelo secondo San Marco, 2, 18-22, che qui riportiamo per intero:
Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: ‘Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?’. Gesù disse loro: ‘Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”.

Non c’è bisogno di chissà quale preparazione esegetica per capire che Gesù sta parlando del rinnovamento della Legge che Lui stesso sta operando e che verrà portato a compimento con il Suo Santo Sacrificio. Egli non parla di novità successive alla Sua Morte in Croce, ma insegna che la Legge mosaica sarà rinnovata dalla Sua predicazione, così che l’unica novità è la novità di Dio manifestata tramite il Suo Figlio Unigenito e fissata una volta per tutte fino alla fine dei tempi, fino alla Parusia. Novità a cui dovranno attenersi da allora tutti i veri credenti in Dio, Farisei compresi, e che dovrà essere custodita inalterata dai seguaci di Cristo, preti, vescovi e papi in testa.
Ma Bergoglio ha ben altre intenzioni, egli vuole far credere, stoltamente, che sarebbe stato Gesù stesso a comandare che si segua ogni novità che differisca dai suoi insegnamenti.Manifestando in tal modo una chiara volontà blasfematoria.

Fino a quando ascolteremo stoltezze simili? Fino a quando Dio lo permetterà. Fino a quando Dio, nella sua onniscienza e onnipotenza, permetterà che gli stessi blasfemi in abito talare servano a tenere formalmente in piedi la Sua Chiesa, loro malgrado, perché vengano mantenuti vivi i veicoli della grazia che Lui stesso dispenserà per la salvezza dei fedeli rimasti ostinatamente fermi ai Suoi insegnamenti.

Bergoglio e compagni non si rendono conto di questa realtà e, accecati dal peccato di idolatria, si illudono, spesso incoscientemente, di poter distruggere la Chiesa di Cristo e sostituirla con quella dell’Anticristo. Ma il Signore vede e provvede e alimenta le fila di coloro che ostinatamente si rifiutano di seguire i deviati prelati moderni e si attengono a ciò che Lui ha insegnato una volta per tutte… nonostante tutto, nonostante i modernisti, nonostante i papi moderni, nonostante Bergoglio.

di Giovanni Servodio

1 commento:

  1. Io so che, dopo un triennio come quello che abbiamo vissuto sulla nostra schiena, è ormai inutile continuare a strologare sui motivi bergogliani del per cui e del per come.
    Qui siamo oltre la fantateologia, che pure dobbiamo ascoltare.
    Da Wikipedia: Logorrea (composto dei vocaboli derivanti dal greco logo-, λογο- «parola, discorso», e -rea, ροια da ῥέω, reo, «scorrere») in campo medico definisce "flusso eccessivo di parole", ritenuto un disturbo patologico presente negli stati di eccitamento maniacale.
    Che poi anche il sulfureo ci metta del suo, chi si sente di escluderlo?
    Letizia

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