La
sinagoga dell’Anticristo
Il libro dell’Apocalisse, senza tante
cerimonie, la chiama sinagoga di Satana
(Ap 2, 9; 3, 9). È l’erede di quella frangia del giudaismo che attendeva un
Messia funzionale ai suoi interessi: qualcuno che le assicurasse il dominio
mondiale in senso puramente terreno. Ma il Messia frustrò radicalmente
quest’illegittima aspettativa che, in ultima analisi, poggiava sul rinnegamento
del Regno di Dio e si poneva così, inevitabilmente, al servizio del regno
abusivo del diavolo. Da allora quella piccola frangia (poco numerosa ma
economicamente molto potente) dichiarò una guerra spietata al nuovo Popolo che
era nato proprio dalla morte – da essa stessa voluta – del Messia rifiutato; in
pari tempo cominciava ad opprimere, con la sua cavillosa legislazione, quella
parte del popolo eletto che, non avendo accolto la Nuova Alleanza, non si era
trasformata in nuovo Israele ed era così decaduta dalle promesse divine.
Se però la dittatura del giudaismo
rabbinico poteva imporsi ad intra
senza problemi, ad extra occorrevano
altri espedienti: aizzare il potere politico contro la Chiesa con sanguinose
persecuzioni (che nel diritto romano non trovano giustificazione alcuna),
suscitare in seno ad essa divisioni ed eresie (una delle quali, in seguito al
soggiorno di un oscuro mercante arabo in seno alla comunità ebraica di Medina,
rinascerà come Islam), sostenere o scatenare feroci rivoluzioni antireligiose
(protestanti, francesi e bolsceviche…), deformare le menti dei cristiani con il
terrorismo ideologico (modernista e neo-modernista), infiltrarsi nei centri di
potere della Chiesa Cattolica (soprattutto nella Curia Romana e nei luoghi di
elaborazione del pensiero teologico). Nel minuscolo territorio della Città del
Vaticano, strategicamente diviso in otto quartieri, operano oggi ben quattro
logge massoniche, delle quali la più potente, la loggia “Ecclesia”, è alle
dirette dipendenze del Duca di Kent, capo della Loggia Madre d’Inghilterra; non
parliamo poi degli innumerevoli cardinali, vescovi, sacerdoti e religiosi
affiliati alla massoneria o conquistati alle sue idee e alla sua causa.
Essa è così riuscita a realizzare
l’ultima e più rovinosa delle rivoluzioni, quella che chiamano rivoluzione in tiara e cappa, cioè un
totale sovvertimento della Chiesa dall’interno, operato dai suoi stessi
rappresentanti. Oltre ai danni evidenti che sono sotto gli occhi di tutti,
provocati dalle cosiddette “riforme” conciliari (della liturgia, dei seminari,
del diritto, della vita consacrata…), ci sono insidie nascoste ma non meno
pericolose, di cui due sono origine diretta delle distruzioni visibili. Una ha
radici più profonde: lo snaturamento della teologia mediante l’assunzione di
quadri filosofici di riferimento contrari tanto alla ragione che alla fede rivelata
(razionalismo, idealismo, positivismo, marxismo, evoluzionismo, esistenzialismo…).
È così che i concetti fondamentali della teologia cattolica, pur venendo almeno
in parte conservati, sono stati svuotati del loro significato proprio e
riempiti di significati estranei di sapore gnostico: pur usando gli stessi
termini, gli pseudo-teologi moderni non intendono più le stesse realtà.
La seconda insidia è rappresentata dalla
capillare perversione dell’organo di governo con cui il Papa esercita il suo
ministero universale. Già alla fine del pontificato di Pio XII, a detta del
Santo del Gargano (che non aveva bisogno di spostarsi fisicamente né di essere
informato da uomini per rendersi conto delle situazioni), la Curia Romana
pullulava di massoni. La loro presenza inquinante ha trasformato il “Vaticano”
in uno squallido centro di potere, nel quale chi non si allinea rischia
seriamente la morte per cause “naturali” (ovviamente indotte), come accadde a
un monsignore di mia conoscenza che distribuiva la rivista di don Villa in
Segreteria di Stato e morì di tumore al pancreas a causa di una prescrizione
“errata”… Per quei signori, con gli scandali da loro stessi provocati, è stato
poi un gioco da ragazzi creare, agli occhi del popolino manipolato dai mass-media, un’immagine odiosa del cuore
istituzionale della Chiesa Cattolica e, di riflesso, della Chiesa stessa.
Per moltissimi uomini, di conseguenza, è
entrata in crisi la fede nel suo insegnamento, nella sua origine divina, nella
sua autorità anche in campo politico e sociale… Pure noi – ed è questa la terza
insidia nascosta – corriamo il rischio, se non di finire in crisi, di
concentrare lo sguardo sul marcio che c’è nella Chiesa terrena, eccitandoci ad
andare a caccia di notizie negative per saziarci in modo malsano di sdegno ed
esecrazione. In questo modo i nemici di Dio possono toglierci a poco a poco la
gioia della fede, riducendoci ad esseri lamentosi e pessimisti la cui fedeltà è
causa di tormento e ribellione piuttosto che motivo di fierezza e di fiducia.
Vogliamo dare loro questa soddisfazione o non piuttosto andare a testa alta con
coraggio e determinazione, sapendo che – qualsiasi cosa dovesse succedere –
abbiamo già vinto nel nostro Salvatore?
Ma che c’entra la sinagoga con tutto questo? Sia ben chiaro, non siamo antisemiti: ci
limitiamo a denunciare quell’élite
settaria giudaica che, oltre a opprimere pesantemente i propri fratelli (fino a
servirsi del regime nazista allo scopo di creare un pretesto inattaccabile per
imporre la propria volontà a livello planetario), da due millenni fa di tutto
per distruggere la Chiesa. A questo preciso scopo, trecento anni fa, in
ambiente anglicano essa ha fatto sorgere la massoneria dalla fusione di antiche
corporazioni deviate ed epurate da qualsiasi carattere cristiano. Che i massoni
siano al suo servizio, lo affermano i Protocolli
dei Savi di Sion (che gli studiosi considerano autentici): «Noi creeremo e
metteremo in atto le leggi e i governi […]. A quale scopo abbiamo ideato e
imposto ai massoni tutta questa politica, senza dare loro la possibilità di
esaminarne il contenuto? Questo è servito di fondamento per la nostra
organizzazione massonica segreta […], la cui esistenza neppure sospettano
queste “bestie” da noi adescate nelle logge massoniche».
Padre Kolbe, riportando questo passo in
un articolo del 1923, così si appellava alla coscienza di quegli infelici: «Avete
sentito, signori massoni? Coloro che vi hanno organizzato e vi dirigono
segretamente, gli Ebrei, vi considerano delle bestie, attirate nelle logge
massoniche per scopi che voi neppure sospettate […]. Ma sapete, signori
massoni, che cosa vi attende il giorno in cui vi verrà in mente di cominciare a
pensare da soli? Ecco, ascoltate: il medesimo protocollo [l’XI] prosegue
affermando: “La morte è l’inevitabile conclusione di ogni vita. […]
Giustizieremo i massoni in modo tale che nessuno […] potrà avere dei sospetti,
neppure le vittime stesse: moriranno tutti nel momento in cui ce ne sarà
bisogno, apparentemente per effetto di malattie comuni” […]. Signori massoni, […]
riflettete e dite sinceramente: non è meglio servire il Creatore nella pace
interiore […], piuttosto che obbedire agli ordini di chi vi odia?»
Una perspicacia soprannaturale unita ad
una carità senza barriere: solo i Santi ne sono capaci. Questa è vera misericordia:
la misericordia nella verità. Non quella di chi ammette nel santuario membri
della setta giudaica più perfida e potente, coinvolta nel traffico di droga,
nella pornografia e nella prostituzione… in una parola, in tutto ciò che –
guarda caso – ha corrotto e asservito l’Occidente un tempo cristiano e,
attraverso di esso, il mondo intero. Ma perfino a loro san Massimiliano
rivolgerebbe parole accorate, miranti a strapparli al castigo eterno: «E a voi,
piccolo manipolo di Ebrei, “Savi di Sion”, che avete provocato coscientemente
già tante disgrazie e ancora di più ne state preparando, a voi mi rivolgo con
la domanda: quale vantaggio ne ricavate? […] Gran cumulo di oro, di piaceri, di
svaghi, di potere: tutto questo non rende ancora felice l’uomo. E se anche
questo desse la felicità, quanto potrà durare? Forse una decina di anni, forse
una ventina […]. E poi?… E voi, capi ebrei, che vi siete lasciati sedurre da
Satana, il nemico dell’umanità, non sarebbe meglio se anche voi vi rivolgeste
sinceramente a Dio?».
Di fronte all’avanzata, apparentemente inarrestabile, della marea modernista, di una cosa rimango fermamente convinto : che la galassia tradizionalista non debba abbandonarsi a lotte intestine, ma debba rimanere unita e lottare come un sol uomo, se vuole vincere la battaglia contro il modernismo; altrimenti rimarremo n branco di cani sciolti, di cui l’armata delle tenebre avrà facilmente ragione, a meno di un tempestivo intervento dall’Alto.
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