Ticket a Lesbo "et et - non aut aut"
Lo sportello del ticket oggi è aperto nell'isola di Lesbo in Grecia.
In fila i soliti noti con un nuovo contribuente : l'Arcivescovo di Costantinopoli speranzoso di essere ripreso dalle tv al momento in cui paga il ticket.
Pronti i flaconi a soluzioni saline umidificanti per provocare le lacrimazioni "in diretta tv" quanto la telecamera inquadrerà gli obbedienti sudditi nell'atto di pagare il ticket.
Dalle prime luci dell'alba è pronto il reparto trucco con una novità : Il reparto stampa-internazionale.
I giornalisti tv e cartacei potranno richiedere gratuitamente qualificati e professionali ritocchi al viso: "le maschere di tristezza" (®) a base fondotinta biologica, senza componenti chimici, riequilibrante e resistente al sole, che già picchia forte, dell'isola ellenica.
Prima del fondotinta bio con un delicato massaggio sarà applicata una crema idratante e nutriente per la pelle che a fine trattamento apparirà uniformente "abbassata" in modo di far risaltare gli occhi commossi dei giornalisti.
Non sappiamo se dopo il ticket è previsto per i sudditi più importanti un festoso pranzo a base di ottimo pesce locale.
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Quando le telecamere saranno spente si spera che qualche suddito abbia il buon gusto cristiano di elevare una preghiera per i poveri migranti ( poveri Cristi ) vittime dei crudeli trafficanti di vite umane e delle vergognose speculazioni politiche e affaristiche.
Speriamo che almeno qualche contribuente del ticket faccia un "mea culpa" davanti al Crocifisso per aver direttamente o indirettamente contibuito ai disagi inumani, alle sofferenze e al crudele destino degli immigrati vittime dei poteri mondialisti e delle "illuminazioni" di alcuni potenti.
Non vorremmo stare nei panni di coloro che si sono resi,direttamente o indirettamente, complici della criminale migrazione voluta e gestita dai potenti della terra sulla pelle dei poveracci.
Le ricevute dei ticket pagate sulla terra ai Potenti non sono valide al Tribunale di Dio giusto Giudice.
Non vorremmo stare nei panni di coloro che si sono resi,direttamente o indirettamente, complici della criminale migrazione voluta e gestita dai potenti della terra sulla pelle dei poveracci.
Le ricevute dei ticket pagate sulla terra ai Potenti non sono valide al Tribunale di Dio giusto Giudice.
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Per quanto riguarda casa nostra, la Chiesa, che dal 13 marzo 2013 sta pagando il ticket più pesante, ricordiamo l'esortazione liturgica rivolta al Santo Padre quando per la prima volta siede sul Trono Petrino nella Sua Cattedrale in San Giovanni in Laterano.
Beatissimo Padre,
la Chiesa che è in Roma
gioisce mentre sali per la prima volta
alla tua Cattedra, che è la Cattedra romana di Pietro,
sul quale è fondata la Chiesa.
Come il vignaiolo che sorveglia dall’alto la vigna
sei posto in posizione elevata
per governare e custodire il popolo che ti è affidato.
Ricorda che occupi la Cattedra del pastore
per dedicarti al gregge di Cristo.
Il tuo onore è l’onore di tutta la Chiesa
ed è valido e sicuro sostegno per i tuoi fratelli nell’episcopato:
tu sarai veramente onorato
quando a ciascuno è riconosciuto l’onore che gli spetta.
Tu sei “Servo dei servi di Dio”.
( Primato petrino e collegialità: et et e non aut aut
dall’Ordo Rituum pro Ministerii Petrini initio Romae Episcopi (Riti per l’inizio del ministero Petrino del Vescovo di Roma)
per l' Insediamento sulla Cathedra Romana in San Giovanni in Laterano )
Preghiamo per la Chiesa e per il Papa
Pubblicato da Andrea Carradori
http://traditiocatholica.blogspot.it/2016/04/ticket-lesbo-et-et-non-aut-aut.html
I delinquenti stranieri vengono tutti qui da noi
Il nostro Paese sembra attirare il peggio dell'immigrazione: abbiamo la percentuale di detenuti "importati" più alta d'Europa
Il nostro Paese sembra attirare il peggio dell'immigrazione: abbiamo la percentuale di detenuti "importati" più alta d'Europa
Le carceri italiane scoppiano con 3950 detenuti privi di un posto letto degno di questo nome, su un totale di 53.495 reclusi.
E la percentuale di ospiti stranieri dietro le sbarre, 33,4%, è ben più alta rispetto alla media europea del 21%. Battiamo Francia, Inghilterra e Germania nonostante il numero degli immigrati a casa loro sia nettamente superiore rispetto all'Italia. Come se non bastasse 200 detenuti islamici sono monitorati costantemente perché considerati ad alto rischio jihadista. I più pericolosi, in carcere per terrorismo, sono 32, compreso il nocciolo duro dei 19 rinchiusi a Rossano, che conta pure degli ex di Guantanamo.
L'Associazione Antigone ha presentato ieri i dati aggiornati del rapporto annuale sulle «Galere d'Italia», dove il problema maggiore è il sovraffollamento del 108%. Oltre ai circa 4mila senza letto ci sono 9mila reclusi che vivono in meno di 4 metri quadri pro-capite, standard minimo previsto dal Consiglio d'Europa.
Sugli oltre 53mila detenuti complessivi, 17.920 sono stranieri. In diminuzione rispetto ai quasi 25mila del 2010, ma rimane il fatto che un detenuto su tre non è italiano. Significa che nonostante i numeri minori di immigrati rispetto ad altri Paesi europei, a casa nostra arriva una bella fetta di delinquenza straniera. In termini percentuali registriamo 12 punti in più rispetto alle media europea. In Francia su oltre 66mila detenuti, gli stranieri sono 13.860, il 21,7%. Nel 2015 i reclusi stranieri nel Regno Unito erano circa 11mila, appena il 12,7% della popolazione carceraria. La Germania si avvicina a noi con 16.668 detenuti stranieri, ma la popolazione tedesca supera gli 80 milioni.
La maggioranza dei reclusi stranieri in Italia è composta da marocchini (16,9%) seguiti dai romeni (15,9%), albanesi (13,8%), tunisini (11%), nigeriani (3,9%) ed egiziani (3,4%). Undicimila sono i musulmani, ma i praticanti risultano, secondo il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, circa 7400. Agli stranieri sono stati contestati 8192 reati contro il patrimonio, dai furti alle rapine, 6.226 violazioni della legge sulle droghe, 6559 reati contro la persona, 95 casi di associazione di stampo mafioso e 1372 violazioni della legge sull'immigrazione.
Il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, a margine della presentazione del rapporto, getta acqua sul fuoco sul rischio di radicalizzazione jihadista. «Duecento sono gli islamici attenzionati, magari perché si tratta di ferventi religiosi, ma non è detto che siano radicalizzati» sostiene il rappresentante dell'Onlus. In realtà il numero totale fra monitorati con il controllo di telefonate e colloqui, attenzioni e segnalati arriva a 400 reclusi. Una cinquantina sarebbero i minori a rischio proselitismo dietro le sbarre. «Abbiamo denunciato per tempo la radicalizzazione di molti criminali comuni, specialmente di origine nordafricana. Pur non avendo manifestato nessuna particolare inclinazione religiosa al momento dell'entrata in carcere, si sono trasformati gradualmente in estremisti sotto l'influenza di altri detenuti già radicali», sostiene Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe).
Dopo gli attentati di Bruxelles una decina di reclusi hanno applaudito e urlato Allah o akbar (Dio è grande) alzando il volume della tv, che trasmetteva le immagini del terrore nella capitale belga. In occasione della carneficina di Parigi di novembre erano un'ottantina. Poi sono diminuiti per non farsi identificare. Secondo il Sappe i festeggiamenti per gli attentati di Bruxelles sono avvenuti in due momenti distinti soprattutto a Rossano. A Biella, in gennaio, un islamico che inneggiava alla guerra santa è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza. Lo scorso giugno a Padova altre scene da invasato jihadista per un recluso, che ha sfasciato la cella. In alcuni casi sono state trovate nelle celle foto della guerra santa e addirittura bandierine nere del Califfo.
«La polizia penitenziaria monitora costantemente la situazione - spiega Capece -. Ma servono fondi per la formazione, l'aggiornamento professionale e nuovi agenti. La legge di stabilità ha bocciato un emendamento, che avrebbe permesso l'assunzione di almeno 800 uomini».
Appresi
la devozione a San Giuseppe alla Querce, nei primi anni di sacerdozio. I
Padri erano molto devoti, soprattutto perché, durante la guerra, lo
Sposo della Vergine aveva protetto il Collegio dai bombardamenti. Le
Suore poi avevano con lui un rapporto di assoluta familiarità: dalla sua
statua miracolosa, che conservavano nei loro appartamenti, riuscivano a
ottenere ogni grazia; se poi la grazia tardava a venire, mettevano il
povero San Giuseppe fuori della finestra, al freddo, finché non le
avesse esaudite.
Ripensavo
in questi giorni al legame che unisce San Giuseppe alla Chiesa. Nel
1847 il Beato Pio IX estese a tutta la Chiesa la festa del suo
Patrocinio, che era già celebrata in alcune diocesi (a Roma dal 1478) e
presso alcuni ordini religiosi (fra i Barnabiti dal 1726) nella terza domenica dopo Pasqua
(fu successivamente trasferita al terzo mercoledí dopo Pasqua e infine
soppressa, nel 1955, da Papa Pio XII, che la sostituí con la festa di
San Giuseppe Artigiano, assegnata al 1º maggio). Lo stesso Pio IX, l’8
dicembre 1870, dichiarò San Giuseppe Patrono della Chiesa universale.
Ebbene,
stavo pensando che dovremmo forse “rammentare” a San Giuseppe, con la
stessa santa sfacciataggine delle Suore della Querce, i suoi “doveri”
verso la Chiesa. E pertanto vorrei proporre ai miei lettori una catena di preghiere a San Giuseppe
perché protegga la Chiesa, di cui è Patrono, in un momento per lei cosí
delicato. E propongo di farlo, aggiungendo al Rosario ogni giorno (o
almeno una volta alla settimana, il mercoledí) la preghiera composta da
Leone XIII e posta in calce all’enciclica Quamquam pluries del 15
agosto 1889, che mi sembra particolarmente indicata. Ne riporto il
testo originale latino, insieme con le traduzioni italiana e inglese.
Ad te beáte Jóseph,
in tribulatióne nostra confúgimus,
atque, imploráto Sponsæ tuæ sanctíssimæ auxílio,
patrocínium quoque tuum fidénter expóscimus.
Per eam, quǽsumus,
quæ te cum immaculáta Vírgine Dei Genetríce
conjúnxit, caritátem,
perque patérnum,
quo Púerum Jesum ampléxus es, amórem,
súpplices deprecámur,
ut ad hereditátem,
quam Jesus Christus acquisívit Sánguine suo,
benígnus respí́cias,
ac necessitátibus nostris tua virtúte et ope succúrras.
Tuére, o Custos providentíssime divínæ Famíliæ,
Jesu Christi súbolem eléctam;
próhibe a nobis, amantíssime Pater,
omnem errórum ac corruptelárum luem;
propítius nobis, sospitátor noster fortíssime,
in hoc cum potestáte tenebrárum certámine
e cælo adésto;
et sicut olim Púerum Jesum
e summo eripuísti vitæ discrímine,
ita nunc Ecclésiam sanctam Dei ab hostílibus insídiis
atque ab omni adversitáte defénde:
nosque síngulos perpétuo tege patrocínio,
ut ad tui exémplar et ope tua suffúlti,
sancte vívere, pie émori,
sempiternámque in cælis beatitúdinem
ássequi possímus. Amen.
A te, o beato Giuseppe,
stretti dalla tribolazione ricorriamo
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio,
insieme con quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità,
che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio,
e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesú,
riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno,
la cara eredità
che Gesú Cristo acquistò col suo sangue,
e col tuo potere e aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia,
l’eletta prole di Gesú Cristo;
allontana da noi, o Padre amantissimo,
la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo;
assistici propizio dal cielo
in questa lotta contro il potere delle tenebre,
o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte
la minacciata vita del bambino Gesú,
cosí ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso
possiamo virtuosamente vivere, piamente morire,
e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.
To you, O blessed Joseph,
do we come in our tribulation,
and having implored the help
of your most holy Spouse,
we confidently invoke your patronage also.
Through that charity,
which bound you
to the Immaculate Virgin Mother of God,
and through the paternal love,
with which you embraced the Child Jesus,
we humbly beg you graciously
to regard the inheritance
which Jesus Christ has purchased by his Blood,
and, with your power and strength,
to aid us in our necessities.
O most watchful Guardian of the Holy Family,
defend the chosen children of Jesus Christ;
O most loving father, ward off from us
every contagion of error and corrupting influence;
O our most mighty protector,
be propitious to us and from heaven assist us
in our struggle with the power of darkness;
and, as once you rescued the Child Jesus
from deadly peril,
so now protect God’s Holy Church
from the snares of the Enemy and from all adversity;
shield, too, each one of us
by your constant protection,
so that, supported by your example and your aid,
we may be able to live piously, to die holily,
and to obtain eternal happiness in heaven. Amen.
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