I Miracoli che Gesù ha fatto per certificare la Sua origine divina hanno sbalordito i suoi contemporanei, ma molto più dovrebbero sbalordire gli uomini del Terzo Millennio che meglio conoscono ciò che è possibile in natura e ciò che non lo è...
E allora quanti si salveranno? «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono [...]. Senza la fede è impossibile essergli [a Dio] graditi; chi infatti s’accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano» (Eb 11,1-6).
Per di più sappiamo che la Fede è una condizione necessaria, ma da sola non è sufficiente per ottenere la Vita eterna: ci vuole la Vita di Grazia abituale. L’esempio fornito al mondo dalla laicissima Europa è lapalissiano. Un tempo si parlava della “cattolicissima” Spagna, ora che cosa ne è rimasto? Ben poco, diceva san Paolo: siamo partiti con lo Spirito e abbiamo finito con la carne. A partire dallo scisma luterano nel XVI secolo c’è stato tutto un susseguirsi di perdita, di smarrimento, di indebolimento progressivo della Fede. Lo sviluppo industriale, il benessere economico, una certa cultura scientista ma anche correnti filosofiche come l’Illuminismo che si è sviluppato intorno al XVIII secolo in Inghilterra ma che poi ha raggiunto il suo massimo sviluppo in Francia, hanno contribuito allo scemare delle convinzioni religiose. Nel XX secolo le ferite mortali (e non soltanto in termini di vite umane) inferte da ben due Conflitti mondiali e la funesta Rivoluzione etico-culturale del 1968 hanno lasciato un segno indelebile: attualmente il degrado morale, spirituale, anti-metafisico nel quale siamo precipitati è assolutamente spaventoso. Spaventoso al punto tale che l’Europa delle Nazioni e soprattutto i membri Costituenti di Bruxelles non riconoscono più neanche le radici cristiane del nostro Continente, dimenticando che l’Europa è stata la culla del Cristianesimo (in Italia), del Monachesimo di san Benedetto, della splendida povertà di san Francesco, dell’ascetica di santa Brigida di Svezia, di santa Teresa d’Avila e santa Teresina di Lisieux, di santa Elisabetta d’Ungheria e santa Cunegonda regina, dell’apostolato dei santi Cirillo e Metodio e santa Caterina da Siena, del sacrificio di mille Martiri a cominciare da santa Giovanna d’Arco, la Pulzella d’Orléans... e così via. Tutto dimenticato, tutto rinnegato, tutto disconosciuto, tutto sconfessato e gettato alle ortiche. Che tragedia e che tristezza! Com’era prevedibile di tale “temperie” spirituale ne ha approfittato il mai sopito spettro dell’islam aggressivo, conquistatore e subdolo al quale porgiamo il fianco scoperto, il ventre molle, di una società opulenta, materialista, decadente, atea e miscredente che non è più capace neanche di pregare.
Se ne conclude che il ritorno ad una Fede in Dio forte, soda e sicura è un passo indispensabile, ineludibile, inderogabile perfino, se vogliamo sfuggire ad un declino di conquista e di dominazione religiosa.
“Credete almeno alle opere”
La Scienza, il sapere scientifico di cui è ben nutrita l’Europa, ci può aiutare. Infatti, archiviata e messa da parte la vecchia vena scientista, neo-positivista, iconoclasta e anti-metafisica di una certa porzione di studiosi, possiamo riguardare le Opere del Signore ed i tanti Miracoli che si sono succeduti nel cammino millenario della Storia, con l’occhio acuto, scevro di pregiudizi, analitico e indagatore del vero scienziato. Nella sua vita pubblica lo stesso Gesù si trovò di fronte al problema spinoso e cruciale di dare testimonianza di se stesso, della sua Divinità, di accreditarsi come Figlio di Dio. Per agevolare l’atto di Fede nella sua Persona Egli non lesinò nel compiere segni, prodigi e miracoli che potessero smuovere il cuore indurito degli Israeliti, un popolo che – come è noto – è stato sempre un “popolo di dura cervice”. La sola parola non bastava: Nostro Signore si trovò accusato di blasfemia! «Voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”» (Gv 10,36).
Sforziamoci adesso di immedesimarci nell’ottica degli abitanti della Terra di duemila anni fa, in un’era chiaramente pre-scientifica e pre-tecnologica: non si sapeva niente del corpo umano, della fisiologia e della biologia. Non si sapeva niente né delle malattie, né della loro origine, né che cosa fosse la vita biologica. Non si sapeva niente dell’Universo, della cosmologia, della fisica, della chimica, dell’astronomia. Non si conosceva neppure che la Terra fosse un pianeta, che fosse sferica, inserita come un granello di sabbia in un Universo inimmaginabilmente grande. Pianeti, stelle, comete e galassie erano solo lucine indistinte nel firmamento guardato ad occhio nudo. È bene ricordare che non c’erano telescopi, microscopi e neanche gli strumenti più diffusi dei nostri giorni: niente occhiali, telefonini, computer, automobili, aerei, biciclette... insomma niente di niente. Allora trovarsi di fronte ad un cieco che riacquistava la vista era, sì, un fatto strano... ma in fin dei conti non sapevano neanche che cosa fosse la retina, il nervo ottico, la complessità di un occhio umano. Oppure uno storpio fin dalla nascita che balzava in piedi, prendeva il suo lettuccio e si metteva a correre: beh!, certo, membra anchilosate che tornavano a stare dritte ed efficienti era certamente un fatto inspiegabile, mai visto prima d’allora, ma non potevano apprezzare in pieno quanto fosse veramente eccezionale e prodigiosa una cosa del genere. Assistere alla moltiplicazione dei pani e dei pesci fu certamente un miracolo strepitoso, qualcosa di inusitato, le folle accorrevano numerose ed incontenibili ma, come osservò amaramente anche Nostro Signore, più perché qualcuno le aveva sfamate che per la eccezionalità del fenomeno in se stesso di cui avevano capito ben poco. Oggi sappiamo che si è verificato in quel luogo ameno (non certo un laboratorio scientifico) l’apparizione dal nulla di materia biologica (pani e pesci) che un attimo prima erano del tutto assenti! Sono stati quindi violati alcuni Principi fisici e chimici che sono unanimemente riconosciuti come assolutamente inviolabili a livello macroscopico!
Cominciamo con il Principio di Conservazione dell’energia (e quindi della massa). Ci si chiede: come fa ad “apparire” una tonnellata di materia biologica in un cesto di vimini? Poi è venuto meno anche il Principio di Conservazione dell’Informazione: ovvero, da dove è spuntata fuori la “informazione” per “costruire” migliaia di pesci in un attimo? Se vedessimo apparire dal nulla oggetti meccanici, per esempio mille orologi, rimarremmo certamente esterrefatti, figuriamoci mille pesci! Miliardi di cellule, miliardi di DNA, miliardi e miliardi di batteri che si “assemblano” da soli? Dovremmo soltanto inchinarci con la faccia per terra e riconoscere che Gesù è il Figlio di Dio. Solo Dio ha il potere di fare una cosa simile! In Termodinamica esiste un Principio strettamente connesso a quanto sopra enunciato, il quale afferma che la natura tende spontaneamente al disordine (le cose cioè si rompono e non si riparano da sole, il fumo non torna da solo in una sigaretta ecc., ecc.), invece i pani e i pesci sono “cose” estremamente ordinate. Anche ammettendo che sia arrivata da qualche parte l’Informazione per “costruire” esseri viventi, chi ha materialmente uniti miliardi di miliardi di atomi in molecole e poi in amminoacidi, proteine, tessuti biologici fino ad ottenere dei pesci? Uno scienziato direbbe che l’Entropia è precipitata in una frazione di secondo quasi a zero. Impossibile!
Anche oggi... inescusabili
Concludiamo col miracolo della Risurrezione di Lazzaro: indubbiamente vedere un morto che torna in vita ha impressionato vivamente tutti i presenti cominciando da Marta e da Maria: «Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. E, detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”. Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui» (Gv 1,38).
Orbene, nessuno aveva mai visto un morto risuscitare ma la super-eccezionalità di questo evento non la si può comprendere appieno se non si conosce, anche per sommi capi, che cosa sia veramente la Vita. Con le conoscenze dei nostri giorni possiamo affermare che quel che accadde al corpo umano di Lazzaro in quattro giorni di morte è un processo altamente irreversibile. Le membrane cellulari si sciolgono, il contenuto nucleico si riversa all’esterno, gli acidi liberi corrodono le strutture nobili del DNA, dell’mRNA mitocondriale, ecc., tutte le cellule vanno incontro a morte biologica, il sangue gelifica, gli organi interni vanno in putrefazione, il cervello praticamente si trasforma in una “pappa” indistinta di cellule cadaveriche, i neuroni sono irrimediabilmente danneggiati e così via. Tutte queste cose erano completamente incognite al popolo giudeo di 2000 anni fa. Per loro si trattava semplicemente del “sonno della morte” e non faceva poi molta differenza se uno era morto da un’ora, da un giorno o da quattro giorni.
Anche grazie alla tecnica dei trapianti di organo, oggi sappiamo quanto sia ineluttabile, rapida e definitiva la “corruzione” di un organo vitale che sia lasciato, anche se per poche ore, senza l’apporto del sangue ossigenato. Più passa il tempo e più si genera una accozzaglia di policiclici aromatici, di solfuri, di gas nauseabondi, l’attacco di una poltiglia di batteri putrefattivi. Come fa a tornare in vita una cosa del genere? Risposta: nessuno né sulla Terra, né su Marte, né da nessuna altra parte dell’Universo è in grado di ridare vita biologica ad un morto di 4 giorni. Impossibile! Assurdo pensare il contrario. Ecco perché i motivi di credibilità in Gesù Cristo, oggi, sono molti di più di quanto lo fossero 2000 anni fa!
I Vangeli hanno una realtà storica accertata ed indubitabile, questi fatti sono veramente accaduti, ci sono migliaia di testimoni, anche di giudei non credenti che hanno attestato le Opere del Signore. La stessa Sindone, l’Immagine di Gesù Morto e Risorto poteva essere ritenuta (fino agli inizi del ’900) soltanto una straordinaria Reliquia, un reperto stupefacente appena decifrabile come dipinto sul Lino; oggi, dopo indagini multidisciplinari accuratissime, possiamo affermare che essa è molto più di una Reliquia, è un autentico Mistero scientifico. Non si tratta di un artefatto e l’immagine è stata impressa da una sorgente di energia sconosciuta che ha conservato una informazione tridimensionale! Gesù si vede in 3D. Nessun uomo può averla prodotta in nessuna epoca. I Miracoli di Gesù (o della Madonna a Fatima, a Lourdes, ecc.) non sono soltanto fatti che vanno contro la esperienza comune, oppure che violano il buon senso generale, sono diventati eventi scientificamente inspiegabili. Con tutta la nostra Scienza se non crediamo nella Potenza di Risurrezione di Nostro Signore siamo inescusabili. In qualche modo Dio stesso ci pone dinanzi a segni inconfutabili, incontrovertibili: nel nuovo millennio l’incredulità pesa molto di più di quanto pesasse duemila anni orsono.
dal Numero 15 del 17 aprile 2016
di Antonio Farina
http://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=21&id=1048
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.