vive di notte quanto di giorno condanna
La perversione della Chiesa ...
Non poche volte in questo blog ho ricordato quello che, per i cristiani, è un dato rivelato: l’origine e l’anima soprannaturale della Chiesa affermazione, questa, teoricamente sostenuta anche nel Cristianesimo occidentale sia riformato sia cattolico. I tempi attuali hanno conosciuto uno sdoppiamento sempre maggiore tra quanto si afferma teoricamente e quanto si vive.
Non sto a citare il caso di chi, per debolezza umana o malattia, vive di notte quanto di giorno condanna, situazioni patologiche emergenti con una certa frequenza pure nel clero, purtroppo.
Quanto mi interessa non è il caso personale di pochi o molti, la loro debolezza personale, poiché non c’è uomo che possa dirsi perfetto. Quanto mi interessa è la mentalità diffusa negli ambienti ecclesiali. Tale mentalità sta contraddicendo in modo sempre più palese la tradizione del Cristianesimo antico e tende ad opporsi radicalmente all’identità della Chiesa quale l’ha voluta Cristo creando, di fatto, un’antichiesa. Se in Europa occidentale questo cammino oramai è giunto ad un livello quasi allarmante, nel mondo ortodosso sta iniziando a manifestarsi recentemente dopo un certo periodo di incubazione.
Farò un esempio sia per il primo, sia per il secondo caso.
Nel mondo cattolico, dopo il recente faticoso e controverso sinodo sulla famiglia, si è deciso di emanare un documento post sinodale redatto da una persona di fiducia, tale mons. Victor Manuel Fernández.
C'è un particolare sul quale voglio polarizzare l’attenzione dei miei lettori: mons. Fernández alcuni anni fa fu autore di un libro che, per un chierico, è alquanto singolare: Saname con tu boca. El arte de besar (Risanami con la tua bocca. L'arte di baciare).
Traduco l’abstract di tale pubblicazione rinvenibile qui:
“Questo libro non è tratto dalla mia esperienza [excusatio non petita accusatio manifesta?] ma dalla vita di chi bacia. In queste pagine voglio sintetizzare il sentimento popolare, quello che prova la gente quando pensa ad un bacio, quello che esprimono i mortali quando baciano. Perciò ho interpellato molte persone con abbondante esperienza su tale tema e molti giovani che imparano a baciare alla loro maniera. Ho pure consultato molti libri nei quali emerge come i poeti parlano riguardo al bacio. Ho, così, cercato di sintetizzare l’immensa ricchezza della vita in queste pagine a proposito del bacio. Spero che ti aiutino a baciare meglio, motivandoti a liberare il meglio di te stesso nel bacio [sic!!!]”.
Un tal libro me lo sarei aspettato da uno psicologo specializzato nella vita affettiva, non da un prete la cui missione è tutt’altra e che, trattando questi argomenti, non può che improvvisarsi (a meno che non li conosca segretamente).
Mi chiedo: perché molti preti s’interessano sempre più a tematiche estranee alla loro missione? Posso dare qualche risposta in base alla mia esperienza e alle mie conoscenze.
1) Il clero ritiene sempre più noiosa la vita sacerdotale, priva di stimoli, troppo sacrificata, per nulla gratificante;
2) Non trova alcun piacere nel Cristianesimo, sia nella sua pratica sia nello studio della sua realtà dogmatico-spirituale-liturgica.
3) Molti sono divenuti preti per incapacità a fare qualsiasi altra cosa. Mantengono, così, un’apparenza sacerdotale ma la loro vita e il loro cuore sono altrove.
Ecco perché si sta diffondendo uno pseudo cristianesimo alternativo da un’ampia percentuale del clero, qualcosa che, in realtà, non è per nulla Cristianesimo anche se ne conserva qualche apparenza.
Se torniamo alle fonti, leggendo gli scritti dei Padri della Chiesa o gli scritti ascetici, noteremo, viceversa, una vera e propria passione, un “eros”, per Cristo, un’identificazione con Cristo tale da far superare qualsiasi tipo di difficoltà. Contrariamente a questo vescovo latino-americano, un asceta antico avrebbe scritto:
“Superati i piaceri del mondo e i legittimi piaceri matrimoniali, chi si unisce a Cristo pregusta per esperienza l’anticipo dei beni futuri per i quali è stata costituita la Chiesa. Nel suo Spirito io sento e vedo oltre ogni puro sentire e vedere umano, il Regno che mi attende, sento lo Sposo in me che mi conduce e m’ illumina nelle scelte che faccio, al punto che non esiste più alcun tormento od opposizione in grado d’impedirmi a raggiungerlo: è tanto il bene che mi sta dinnanzi che ogni ostacolo non ferma la mia corsa verso di Lui”.
Questo tipo di scritto sintentizza l’esperienza di san Paolo e l’esperienza di tutti gli autentici santi, di coloro, cioè, che hanno avuto esperienze spirituali, non illusioni psichiche, seppur religiose.
Lo scritto del latino americano mons. Fernández , invece, ci mostra un'esperienza psichica puramente umana che non condanno, in chi la vive con i corretti presupposti, ma che non è affatto l’esperienza che deve proporre la Chiesa, l’esperienza spirituale, appunto.
Il fatto è, e qui arriviamo al punto essenziale, che questi ambienti ecclesiali sono oramai completamente psichici. L’ho scritto e giova ripeterlo ancora. Si sostituisce, così, lo psicologo al padre spirituale e la Chiesa diviene un’agenzia per vivere umanamente meglio, non per vivere come Cristo ha indicato.
Ecco confezionata, senza colpo ferire e illudendo drammaticamente i credenti, un’anti chiesa. Chi edifica, coscientemente o meno, quest’anti chiesa, finisce per divenire anticristico. Non potrei usare un linguaggio meno esplicito, poiché tutti i fatti lo dimostrano. E, d’altronde, chi è avezzo a leggere le omelie dei Padri della Chiesa, le loro Catechesi, alle quali rimando i miei lettori, non può non sentire un contrasto drammatico tra lo stile e il contenuto spirituale di questi santi autori e lo stile e il contenuto miserevolissimo di moltissimo clero (e alto clero!) odierno...
Nel mondo ortodosso, a volte fieramente anticattolico, a volte stranamente affascinato dal Cattolicesimo pure nei suoi aspetti più criticabili, lo spirito dei tempi attuali, dopo aver a lungo bussato, è penetrato in chi, soprattutto, ne è particolarmente predisposto.
Un amico greco mi ha segnalato il caso di un sacerdote greco che, nel suo facebook, confidava: “Προσπαθώ να βρω επιχειρήματα εναντίον της καύσης των νεκρών... [Sto cercando di trovare delle scusanti all’incenerimento dei morti]” (vedi qui). In altre parole, per questo prete non dovrebbe esserci alcun problema, per un cristiano, incenerire il corpo di un defunto o, quanto meno, si dovrebbe trovare una scusa a tale pratica.
Giustamente l’amico, che ha una buona formazione, mi chiedeva: “Se noi inceneriamo il corpo di un defunto, vissuto santamente, come potremo conservarne le reliquie?”. Il corpo, nella dottrina antica, è il “vaso” dello Spirito santo. È santificato come lo è l'intera persona al punto che il corpo dei santi può non subire il processo di decomposizione. In tal modo, s’inverte la legge naturale con la quale normalmente i corpi tornano alla terra sciogliendosi in essa. La reliquia è baciata dal fedele perché trasmette le energie santificanti con le quali il santo è stato elevato in Cielo; è un modo per entrare in contatto con lui e ricevere la benedizione di Chi lo ha santificato. Il corpo di un santo ha, dunque, un valore essenziale per il cristiano. Perciò, per estensione, ha valore il corpo di ogni cristiano defunto inserito, con il battesimo, nel mistero della morte e risurrezione corporale di Cristo. Questo dovrebbe essere chiaro nell’Ortodossia come una volta lo era nel Cattolicesimo.
Giustamente l’amico, che ha una buona formazione, mi chiedeva: “Se noi inceneriamo il corpo di un defunto, vissuto santamente, come potremo conservarne le reliquie?”. Il corpo, nella dottrina antica, è il “vaso” dello Spirito santo. È santificato come lo è l'intera persona al punto che il corpo dei santi può non subire il processo di decomposizione. In tal modo, s’inverte la legge naturale con la quale normalmente i corpi tornano alla terra sciogliendosi in essa. La reliquia è baciata dal fedele perché trasmette le energie santificanti con le quali il santo è stato elevato in Cielo; è un modo per entrare in contatto con lui e ricevere la benedizione di Chi lo ha santificato. Il corpo di un santo ha, dunque, un valore essenziale per il cristiano. Perciò, per estensione, ha valore il corpo di ogni cristiano defunto inserito, con il battesimo, nel mistero della morte e risurrezione corporale di Cristo. Questo dovrebbe essere chiaro nell’Ortodossia come una volta lo era nel Cattolicesimo.
La cosa più impressionante è che l’opinione del sacerdote è appoggiata da alcuni per i quali, incenerendo il corpo, si determina un ambiente igienicamente più sicuro, come se andando nei cimiteri attuali ci si esponesse a chissà quali contagi! Sono idee umanistiche, come altre ancora che, oramai, stanno soffocando il Cattolicesimo.
Tutto ciò mi dimostra che la chiarezza dottrinale antica si sta appannando pure in certi settori dell’Ortodossia, ossia che opinioni puramente umanistiche iniziano ad avere il sopravvento sullo stile tradizionale della Chiesa.
Vorrei far notare ai miei lettori che qui non trattiamo fatti marginali, concetti sui quali si può opinare liberamente senza intaccare la base sulla quale si appoggia la Chiesa. Trattiamo di elementi che si connettono in modo abbastanza essenziale con tale base al punto che rovinare quelli significa rovinare questa.
Nel primo esempio più eclatante, quello del cattolico latino-americano, c’è la creazione di un’atmosfera che di ecclesiale oramai non ha più nulla al punto che vedere un prete che consiglia come baciare meglio è almeno patetico, oltre che avere idee totalmente estranee (se non opposte) alla sua missione ... Ma oramai è questo lo stile totalmente mondano di troppi ambienti cristiani dai quali i cristiani stessi farebbero bene a fuggire.
Questo tipo di chierici non rappresentano che loro stessi anche se, ufficialmente, portano titoli altisonanti e, ai più, sembra rappresentino ufficialmente la Chiesa. Purtroppo il tipo di Chiesa che essi contribuiscono a diffondere, è una chiesa pervertita, ossia strappata dalle radici neotestamentarie volute da Cristo. Cristo insegna ai suoi discepoli a fissare gli occhi al Cielo, non a baciare meglio!!!!!
Mi duole usare queste espressioni così forti ma, se voglio dipingere veramente la realtà, non posso che definirla con il suo nome.
I miei lettori più attenti lo capiranno.
Pubblicato da don Luciano Micheli
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.