Svolta "misericordiosa" anche a Bologna; la priorità va a: dialogo con l'islam, lotta all'omofobia, celebrazione della CGIL e accoglienza a immigrati e carcerati.
Il plauso del "Manifesto - quotidiano comunista": dalla nuova pastorale sembrano scomparsi divorzio, aborto, droga e valori non negoziabili.
Il nuovo arcivescovo di Bologna, insediatosi nel dicembre 2015, procede con decisione a rendere la Chiesa felsinea più povera:
Il plauso del "Manifesto - quotidiano comunista": dalla nuova pastorale sembrano scomparsi divorzio, aborto, droga e valori non negoziabili.
Il nuovo arcivescovo di Bologna, insediatosi nel dicembre 2015, procede con decisione a rendere la Chiesa felsinea più povera:
- E' di pochi giorni fa il riconoscimento come difensore della "dignità dell'uomo, dei diritti della persona" rivolto alla più dura delle organizzazioni sindacali comuniste, la Fiom-CGIL.
- Nella stessa occasione, Mons. Zuppi schiera i cattolici nella "lotta contro l'omofobia"
- Prima storica visita di un Vescovo bolognese a una moschea: "costruiamo ponti" con chi fa guerra da 1.500 anni.
- A tal fine la Diocesi ha un grande bisogno di un "Sì alla moschea e feste musulmane nelle scuole".
- Misericordia e comprensione anche verso Marco Pannella, promotore dei maggiori attacchi verso la fede cattolica negli ultimi 40 anni.
- Nuova destinazione per le finanze diocesane: sostegno a chi occupa le case altrui e potenziamento dell'accoglienza di immigrati
- Misericordia senza condizioni anche per chi è colpevole di reati.
- E per il ballottaggio elettorale, nessun riferimento ai "valori non negoziabili".
E i fedeli? Plaudono all'arcivescovo emerito Card. Caffarra e al Card. Biffi:
Dibattito fra mons. Caffarra e l'ex prete di strada, Zuppi, sulla figura del cardinal Biffi
Bologna, duello fra arcivescovi
Bologna, duello fra arcivescovi
Una Chiesa più povera di cultura è solo più ignorante
di Alessandra Nucci
«Una chiesa più povera di dottrina non è più pastorale ma solo più ignorante». Sono parole scandite con sorridente vigore da Carlo Caffarra, cardinale emerito di Bologna, e scatenano uno scroscio di applausi spontanei molto significativi. Siamo nella sala dello Stabat Mater dell'Archiginnasio di Bologna, per la presentazione di Ubi Fides Ibi Libertas [Ed.Cantagalli 2106] libro commemorativo nel primo anniversario della scomparsa del cardinale Giacomo Biffi.
Sono presenti, assieme per la prima volta, l'attuale arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi e, appunto, l'arcivescovo emerito, Cardinal Caffarra, che ha potuto lasciare la guida della diocesi soltanto l'ottobre scorso, due anni dopo aver raggiunto l'età pensionabile.
Il moderatore, il giornalista Paolo Francia, aveva introdotto l'evento come una disfida fra il principe della Chiesa, qual è il cardinal Caffarra, e «il principe laico di Bologna», Fabio Roversi Monaco, rettore del nono centenario dell'Alma Mater e padre del museo della città, Genus Bononiae. Ma gli applausi all'etichetta di «ignorante» assestata da Caffarra alla «Chiesa più povera di dottrina» segnalano piuttosto l'inizio di un derby fra i due leader della diocesi, cordiali e distesi entrambi ma così diversi da rappresentare il carattere delle due diverse Bologne che convivono da settant'anni in un'unica città.
«Si assiste a una progressiva delegittimazione della cultura», sale sul ring l'emerito. «In nome di un impegno supposto più pastorale. Ma una Chiesa più povera di dottrina non è più pastorale, è solo più ignorante, e quindi più soggetta alle pressioni del potente di turno». È chiara a tutti, e sottolineata dal battimani, la sfida alla Chiesa di Bergoglio, di cui mons. Zuppi è chiaramente figlio.
Ma non basta. Nell'epoca degli altolà all'evangelizzazione, a rischio proselitismo, e regnante papa Francesco, che è arrivato di recente a paragonare la propagazione dell'islam con la spada, predicata da Maometto, con il comando missionario di Gesù, Caffarra ricorda anche che «l'impegno precipuo di Giacomo Biffi era di annunciare a tutti, compresi i musulmani, lo splendore della verità». Per concludere infine focalizza l'importanza della tradizione, come definita da T.S. Eliot: «È il momento presente del passato».
Dal suo angolo, anche il padrone di casa Zuppi scende in campo sul terreno della tradizione, invitando a guardarsi dalla tentazione alla «conservazione», sia individuale sia collettiva. Anche le sue sono accuse indirette: «La tradizione non è solo fissità», «La tradizione non deve pensare solo per stereotipi» dice, e soprattutto: «La tradizione non è paura delle differenze». In conclusione un'apertura: «Si eredita qualcosa che è stato seminato da altri, è questo il vero senso della tradizione».
La celebrazione cade in un momento particolarissimo per la città di Bologna, sia sul piano laico (che domenica vede un inedito ballottaggio per il sindaco) sia sul piano religioso, per l'ancor recente insediamento dell'«ex-prete di strada» assurto a guida di una Curia che per taluno è stata la più conservatrice d'Italia, in una città un tempo vetrina del più potente partito comunista d'occidente.
Così ognuno ha capito il duello di ingegni intorno alla figura oggi più nota fra i successori di San Petronio, Caffarra giocando in casa e Zuppi, che il cardinal Biffi non lo ha conosciuto, sulla base di letture e con frequenti riferimenti all'ex-segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, seduto in prima fila. Nel contributo al testo infatti Bersani si dichiara grato per la «sorridente brutalità» biffiana, la cui sferza influì sui suoi anni da presidente della Regione.
Così ognuno ha capito il duello di ingegni intorno alla figura oggi più nota fra i successori di San Petronio, Caffarra giocando in casa e Zuppi, che il cardinal Biffi non lo ha conosciuto, sulla base di letture e con frequenti riferimenti all'ex-segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, seduto in prima fila. Nel contributo al testo infatti Bersani si dichiara grato per la «sorridente brutalità» biffiana, la cui sferza influì sui suoi anni da presidente della Regione.
La leale contesa non si chiude qui, perché l'11 luglio, alla messa per l'anniversario della morte di Giacomo Biffi, l'arcivescovo in carica ha offerto all'emerito (cioè Caffarra) di tenere lui l'omelia, e l'emerito ha accettato.
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Data: Sabato, 18 giugno
TRENTO, UNA DIOCESI RICCA DI “COMPLESS”
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Il 15 maggio scorso vi raccontammo — con sgomento — cosa avviene ogni anno, a Trento,il giorno di Pentecoste. Le “sorprese” non finiscono qui, purtroppo. Oggi è arrivata alla nostra redazione un’email di un abitante di Trento, il quale ci racconta «un fatto davvero grave, blasfemo e pure volgare» avvenuto a gennaio presso la parrocchia di Ravina.
Trento, 6 giugno 2016
Spett.le Redazione,
grazie per aver avuto il coraggio di denunciare lo scempio che, dall’Anno Santo del 2000, noi fedeli trentini siamo costretti a subire durante la Solennità di Pentecoste.
Nella parrocchia di Ravina un cantante ha potuto girare il video promozionale del proprio album all’interno della chiesa, con Gesù Sacramentato (si vede la luce rossa accesa, se questa ha ancora un senso oggi), pronunciando parolacce blasfeme contro la Sacra Scrittura.
Inoltre, tale cantante si è “travestito” da prete, con tanto di stola, mettendosi a simulare, ai piedi dell’Altare, di bere al Sacro Calice. Il finale del video non è meno nauseabondo: il cantante, sempre nei panni di un prete, fa capire che dietro l’Altare, avrà “incontri sessuali” con due donne che, apparentemente, erano in chiesa per confessarsi.
Chi non mi crede, può vedere qui il video, a suo rischio e pericolo, perché è veramente scandaloso e vergognoso.
Perché il signor parroco di Ravina ha permesso che venisse profanata la Casa di Nostro Signore? Il vescovo, mons. Luigi Bressan (oggi emerito), ne era a conoscenza? E se la risposta è sì, perché non ha preso provvedimenti al riguardo, per impedire a questa ennesima blasfemia?
Che le intenzioni del cantante — e dei suoi compari — fossero blasfeme vengono confermate da lui stesso nel profilo Facebook ufficiale del suo gruppo: “In arrivo un nuovo video completamente fuori di testa! speriamo vada tutto bene, per un bigotto la blasfemia è sempre dietro l’angolo…”, nonché nella propria pagina ufficiale di Facebook:“Ciao ragazzi!! Vi auguro una buona serata e ci vediamo domani mattina a “messa”…. Un saluto, padre Compless”. “Vi siete spaccati ieri sera??? dai venite a messa che facciamo l after, le particole le porto io!”.
Ho provato a scrivere al nuovo vescovo, mons. Lauro Tisi, per chiedergli di intervenire pubblicamente, dato che lo scandalo è pubblico, e per supplicarlo di fare al più presto una Santa Messa di riparazione per l’offesa al Santissimo Sacramento e al sacerdozio.
Al momento non ho ancora avuto risposta. Ma non ho perso le speranze. Vi terrò informati.
Cordialmente in Cristo,
Domenico C.
Noi ci uniamo allo sgomento e all’indignazione del nostro lettore, implorando — ed esigendo — dall’arcivescovo di Trento, mons. Tisi, il suo intervento immediato. Con il Santissimo Sacramento non si scherza!
In nome della povertà misericordiosa, o della povera misericordia, facciamo una dedica a tutti i personaggi di cui sopra:
RispondiElimina"POVERI DISGRAZIATI!!"