#DEFINIAMOLOGENOCIDIO - LA SOLLECITUDINE DI «AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE» CONTRO LA CRISTIANOFOBIA
I tre mezzi supremi della dissoluzione in corso
«Mentire è un vizio che conduce al male, ma è davvero una gran virtù quando è rivolta al bene. Perciò sii più virtuoso che mai. Si deve mentire come il diavolo, non timidamente, non di tanto in tanto, ma audacemente e sempre».
Voltaire, lettera a Thiriot
Le ragioni per le quali il nostro mondo sta andando verso la dissoluzione e il nichilismo assoluto sono molteplici, ma ve ne sono tre fondamentali, su cui si basano tutte le altre.
- Perché i dissolutori sanno che possono dire qualsiasi folle o ridicola menzogna (che i bambini di un anno hanno bisogno di sesso e quindi la pedofilia pacifica va accettata, o che è giusto cantare a ballare “Gelato al cioccolato” durante la Messa, o che l’Islam è una religione di pace, o che l’Italia è un paese proiettato verso il futuro, o che gli insetti sono buoni, e così via), che prima o poi, a furia di essere detta e ridetta, sarà da alcuni accettata, da molti difesa, da quasi tutti infine inverata;
- perché i dissolutori sanno che qualsiasi cosa ci facciano (modificarci antropologicamente insegnando l’omosessualismo e il gender perfino nelle scuole ai nostri bambini, ridurci in miseria, toglierci il posto fisso e la pensione, mandare in galera gli innocenti che si difendono e liberare i violenti che assalgono gli innocenti, dare le case degli italiani agli immigrati, distruggere la nostra civiltà e dissolvere il nostro popolo mediante un’invasione generale delle nostre terre, profanare mostruosamente le cose più sacre della nostra religione, e così via)… noi non reagiamo. Basta una partita di calcio, un cellulare, un divertimento, e dimentichiamo tutto. Compresi migliaia di morti ammazzati nelle nostre strade senza difesa alcuna.
Loro sanno che noi non reagiamo. Ci hanno anche messo Facebook come sfogatoio generale… Tanto sanno che facciamo poco o nulla di concreto. Tutte cose per loro perfettamente gestibili.
- Poi c’è l’adesione – conscia o inconscia che sia – alle mode e al “mainstream”: meglio non apparire scomodi, diversi, ma apparire come ci vogliono. Meglio non pensare e pensare solo a noi stessi.
Ecco le tre armi invincibili della dissoluzione, perché annullano ogni possibile reazione: menzogna, abitudine, moda.
Ci hanno tolto le armi per difenderci, ogni genere di armi. E, ora, di conseguenza, siamo indifesi.
In più, coloro che dovrebbero essere le nostre guide e i nostri difensori, i nostri maestri e punti di riferimento, sono passati nella quasi totalità con i dissolutori e sostengono il loro gioco in ogni modo possibile, ma anzitutto, ancora una volta, con la menzogna eretta a sistema di indottrinamento psicologico “delle masse”. Perché ci hanno trasformato da persone in “massa”.
E chi non si adegua, è intollerante, esagerato, pericoloso, ridicolo, oppure razzista, omofobo, ecc. ecc. E deve essere isolato, licenziato, emarginato, perché non accetta la menzogna, l’abitudine, la moda.
Ecco spiegato in poche righe il meccanismo operativo della dissoluzione.
Poi c’è il meccanismo ideologico a monte. Ma quello è molto più complicato.
Volete sapere qual è la verità? La verità è che oggi mentono tutti, o quasi tutti. Come nessun altra società della storia passata, la nostra è la società della menzogna eretta a sistema di vita pubblica.
Non per niente, come loro stessi dicono, siamo tutti figli di Voltaire.
E i risultati sono dinanzi ai nostri occhi.
Forse, sarebbe giunto il momento non solo di dirci la verità tutta e fino in fondo, ma – cosa enormemente più difficile a farsi – accettarla come essa è. Ammettere di aver sbagliato, magari per anni, magari per una vita intera. Ammettere che i “nostri eroi” mentono, e che sono diventati “eroi”, ovvero hanno raggiunto quella posizione di potere, proprio perché mentono. Dovremmo ammettere a noi stessi che non è difficile capire quando un potente, chiunque sia, mente: è sufficiente utilizzare il proprio cervello ed essere onesti fino in fondo. Costi quello che costi.
È l’unica via di salvezza che abbiamo. Altrimenti, il ghigno sulfureo di colui che è l’incarnazione stessa dell’illuminismo e della modernità ci sommergerà tutti per sempre.
Ricordiamoci di 500.000 cristiani che hanno dato la vita in Francia per non aver ceduto a quel ghigno tra il 1792 e il 1794.
Ecco uno spunto di meditazione per questa estate del 2016.
Loro sanno che noi non reagiamo. Ci hanno anche messo Facebook come sfogatoio generale… Tanto sanno che facciamo poco o nulla di concreto. Tutte cose per loro perfettamente gestibili.
PAKISTAN, UNA RAGAZZA MUSULMANA SI CONVERTE E I CRISTIANI TEMONO PER LE PROPRIE VITE
Le case vuote, gli infissi sbarrati, mentre le poche famiglie rimaste si preparano al peggio. È questo il clima che si respira nel quartiere West Colony di Jhelum, cittadina del Punjab in Pakistan, recentemente scossa dopo la conversione al Cristianesimo di una ragazza musulmana.
La giovane si è convertita domenica scorsa per poi sposare il pastore protestante Nadeem Joseph, del quartiere Father Colony del vicino centro di Sarae-e-Alamghir. Ma siccome a battezzarla è stato il pastore Qandeel di West Colony, anche qui da diversi giorni si temono attacchi.
«Oltre trecento famiglie hanno abbandonato il quartiere – racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre Hakeem Yousaf Feroze, 67 anni di West Colony – perché temevamo un attacco da parte dei musulmani. Ora la situazione è tesa perché è giunta voce che i musulmani potrebbero dar fuoco alle nostre case domani, dopo la preghiera del venerdì». Una delegazione di imam di Sarae-e-Alamghir si sarebbe infatti recata nei giorni scorsi alla locale stazione di polizia, dichiarando l’intento di esortare i propri fedeli ad incendiare le abitazioni cristiane e chiedendo agli agenti di non intervenire. Come dichiara ad ACS il figlio di Yousaf Feroze, Shahid Mobeen, docente alla Pontificia Università Lateranense: «Non sarebbe la prima volta che gli agenti si limitano a fare da spettatori a massacri anticristiani».
A West Colony, già da domenica scorsa sono giunti i ranger dell’esercito pachistano e gli agenti coordinati dal capo della polizia di Jhelum, Kamran Mumtaz. Seguono la situazione da vicino sia il ministro federale per i diritti umani, il cristiano Kamran Michael, che il ministro per i diritti umani e per gli affari delle minoranze del Punjab, il cattolico Tahir Khalil Sindhu.
«Domani mattina sarò a Jhelum – riferisce ad ACS Sindhu, che fa parte anche del collegio difensivo di Asia Bibi – e rimarrò fino a dopo la preghiera per assicurarmi che la situazione non degeneri. C’è la possibilità di un attacco, ma la polizia ha tutto sotto controllo».
A complicare la vicenda anche l’accusa di blasfemia ai danni del pastore Nadeem Joseph. Dopo che l’uomo ha sposato la ragazza musulmana convertita, un suo amico islamico, Yasir Bashir, lo ha accusato di avergli inviato tramite whatsapp una poesia dal contenuto blasfemo. In molti credono in realtà che le accuse siano una vendetta da parte della comunità islamica, a seguito del matrimonio del pastore con la giovane musulmana ora convertita. Nadeem era immediatamente fuggito domenica scorsa, ma ieri si è consegnato alla polizia: un fattore che potrebbe contribuire ad evitare eventuali attacchi anticristani. In merito alla veridicità del caso di blasfemia, il ministro Sindhu assicura: «verificheremo le accuse. Abbiamo molti casi purtroppo sia di blasfemia che di altro tipo. Proprio ieri ho parlato con un’adolescente cattolica di 13 anni, disabile, stuprata da musulmano».
Le famiglie cristiane rimaste a West Colony attendono la preghiera del venerdì, confortati dalla solidarietà di alcuni vicini musulmani che si sono messi a disposizione per difendere le abitazioni. «Abbiamo paura – dichiara Yousaf Feroze – nessuno esce di casa neanche per comprare il latte ed i nostri figli, che in questi giorni avevano gli esami, non possono nemmeno andare a scuola».
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