Quando i cattolici tradiscono...
Cari amici,
l’enciclica Evangelium vitae (EV) di San Giovanni Paolo II è veramente illuminante. Una delle frasi più forti è contenuta al punto 3:
[…] ogni minaccia alla dignità e alla vita dell’uomo non può non ripercuotersi nel cuore stesso della Chiesa, non può non toccarla al centro della propria fede nell’incarnazione redentrice del Figlio di Dio.
Il Santo Padre collega direttamente l’attacco alla vita dell’uomo al centro della fede della Chiesa nel mistero dell’incarnazione redentrice. In questo mistero c’è tutta la storia della salvezza.
Studiando la genesi delle varie leggi favorevoli ad aborto, eutanasia, fecondazione assistita, ci si accorge facilmente come tali leggi siano state favorite da molti cattolici deviati.
Un chiaro esempio è stato il vergognoso attacco a Paolo VI dopo la promulgazione dell’enciclica Humanae vitae (1968). Vi cito alcune frasi di cattolici traditori, contenute nel libro “L’aborto nella discussione teologica cattolica” Queriniana 1977:
Clara Lejune, figlia del Servo di Dio Jerome, racconta che durante un incontro pubblico contro l’aborto a suo padre fu impedito di parlare con lancio di pomodori marci e pezzi di fegato di bue.
Jerome Lejeune, però, riuscì a urlare: “Chi è con me, esca da questa sala!”. Uscirono tutti tranne una quindicina di persone opportunamente sparpagliate nella sala per sembrare più numerose e guidate da uno scalmanatissimo padre domenicano (Che sia stato proprio Roqueplo?).
Per anni mi sono sempre chiesto come fosse stato possibile per dei cattolici attaccare così pesantemente la vita umana più innocente e debole, finalmente ho compreso che la frase di EV è proprio la spiegazione.
Tutti questi traditori cattolici appartengono e sono figli dell’eresia modernista che ha infettato parte della Chiesa. San Pio X definiva il modernismo il coacervo di tutte l’eresie. J. Maritain nel “Contadino della Garonna” (1966) scriveva che il modernismo di San Pio X in confronto a quello attuale è un “semplice raffreddore da fieno”. In particolare, questa nefasta eresia attacca, anzi oserei dire odia profondamente, il mistero dell’Incarnazione. Questa ferita al centro della fede della Chiesa provoca l’attacco alla vita umana.
Senza il modernismo mai si sarebbe propagato l’aborto nel mondo, senza la sconfitta del modernismo mai l’aborto sarà sconfitto, perché per eliminare l’effetto (aborto) bisogna eliminare la causa (modernismo). Allora sì che il n.100 di EV finalmente sarà pienamente applicato
e la cultura della morte sconfitta.
l’enciclica Evangelium vitae (EV) di San Giovanni Paolo II è veramente illuminante. Una delle frasi più forti è contenuta al punto 3:
[…] ogni minaccia alla dignità e alla vita dell’uomo non può non ripercuotersi nel cuore stesso della Chiesa, non può non toccarla al centro della propria fede nell’incarnazione redentrice del Figlio di Dio.
Il Santo Padre collega direttamente l’attacco alla vita dell’uomo al centro della fede della Chiesa nel mistero dell’incarnazione redentrice. In questo mistero c’è tutta la storia della salvezza.
Studiando la genesi delle varie leggi favorevoli ad aborto, eutanasia, fecondazione assistita, ci si accorge facilmente come tali leggi siano state favorite da molti cattolici deviati.
Un chiaro esempio è stato il vergognoso attacco a Paolo VI dopo la promulgazione dell’enciclica Humanae vitae (1968). Vi cito alcune frasi di cattolici traditori, contenute nel libro “L’aborto nella discussione teologica cattolica” Queriniana 1977:
«Per efficacemente opporsi all’atroce miseria degli aborti si dovrà affrontare anche la questione della sterilizzazione. Quale aiuto per i coniugi più anziani non dovrebbe essere totalmente indiscutibile». Alfons Auer: prete diocesano e ordinario di teologia morale alla facoltà di teologia cattolica all’Università di Tubinga.
«Contraccezione responsabile per evitare gravidanza indesiderata». Nel memorandum evangelico-cattolico, alla cui introduzione ha collaborato il card. Döpfner, si dichiara sostenibile la depenalizzazione dell’aborto su indicazione medica. «Ma si può a tutti i costi pretendere da un non ancora nato, o da sua madre, o dalla famiglia un’esistenza pesantemente gravosa? L’intangibilità della vita umana la si deve completare con la vita degna di un uomo». Stephan H. Pfurtner: domenicano, direttore dello studio domenicano di Walberberg e ordinario di teologia morale all’Università di Friburgo in Svizzera
«La sola giustificazione filosofica consisterà, mi sembra, nel dire che questo embrione non è autenticamente umano, perché nessuno ne ha voluto fare un uomo.
Questo mi sembra che valga anche nel caso dell’embrione di una donna, che, non appena capisce di essere incinta, decide di abortire».
«L’embrione è destinato a diventare uomo soltanto qualora la madre, nel cui seno si trova, vi consenta. Ora il problema dell’aborto è tutto qui». («No, monsignore» in Politique Hebdo, n. 7). Philippe Roqueplo: domenicano, consigliere ecclesiastico alla Union catholique des Scientifiques français. Insegna filosofia e scienze nell’Institute catholique di Parigi.
«La mia posizione è che l’aborto sia da concedere legalmente dietro richiesta fino alla 12a settimana di gravidanza: questo aborto è giustificabile moralmente in certe circostanze»
«Quando la vita umana incomincia e quando la vita umana, una volta cominciata, merita o richiede pieno rispetto, sono due questioni diverse»
Daniel Callahan: laico cattolico USA. È suo il grosso volume Abortion: Law, Choise and Morality 1970
Clara Lejune, figlia del Servo di Dio Jerome, racconta che durante un incontro pubblico contro l’aborto a suo padre fu impedito di parlare con lancio di pomodori marci e pezzi di fegato di bue.
Jerome Lejeune, però, riuscì a urlare: “Chi è con me, esca da questa sala!”. Uscirono tutti tranne una quindicina di persone opportunamente sparpagliate nella sala per sembrare più numerose e guidate da uno scalmanatissimo padre domenicano (Che sia stato proprio Roqueplo?).
Per anni mi sono sempre chiesto come fosse stato possibile per dei cattolici attaccare così pesantemente la vita umana più innocente e debole, finalmente ho compreso che la frase di EV è proprio la spiegazione.
Tutti questi traditori cattolici appartengono e sono figli dell’eresia modernista che ha infettato parte della Chiesa. San Pio X definiva il modernismo il coacervo di tutte l’eresie. J. Maritain nel “Contadino della Garonna” (1966) scriveva che il modernismo di San Pio X in confronto a quello attuale è un “semplice raffreddore da fieno”. In particolare, questa nefasta eresia attacca, anzi oserei dire odia profondamente, il mistero dell’Incarnazione. Questa ferita al centro della fede della Chiesa provoca l’attacco alla vita umana.
Senza il modernismo mai si sarebbe propagato l’aborto nel mondo, senza la sconfitta del modernismo mai l’aborto sarà sconfitto, perché per eliminare l’effetto (aborto) bisogna eliminare la causa (modernismo). Allora sì che il n.100 di EV finalmente sarà pienamente applicato
100. In questo grande sforzo per una nuova cultura della vita siamo sostenuti e animati dalla fiducia di chi sa che il Vangelo della vita, come il Regno di Dio, cresce e dà i suoi frutti abbondanti (cf. Mc 4, 26-29). È certamente enorme la sproporzione che esiste tra i mezzi, numerosi e potenti, di cui sono dotate le forze operanti a sostegno della «cultura della morte» e quelli di cui dispongono i promotori di una «cultura della vita e dell’amore». Ma noi sappiamo di poter confidare sull’aiuto di Dio, al quale nulla è impossibile (cf. Mt 19, 26).
Con questa certezza nel cuore, e mosso da accorata sollecitudine per le sorti di ogni uomo e donna, ripeto oggi a tutti quanto ho detto alle famiglie impegnate nei loro difficili compiti fra le insidie che le minacciano: 135 è urgente una grande preghiera per la vita, che attraversi il mondo intero. Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale, da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione, da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente, si elevi una supplica appassionata a Dio, Creatore e amante della vita. Gesù stesso ci ha mostrato col suo esempio che preghiera e digiuno sono le armi principali e più efficaci contro le forze del male (cf. Mt 4, 1-11) e ha insegnato ai suoi discepoli che alcuni demoni non si scacciano se non in questo modo (cf. Mc 9, 29). Ritroviamo, dunque, l’umiltà e il coraggio di pregare e digiunare, per ottenere che la forza che viene dall’Alto faccia crollare i muri di inganni e di menzogne, che nascondono agli occhi di tanti nostri fratelli e sorelle la natura perversa di comportamenti e di leggi ostili alla vita, e apra i loro cuori a propositi e intenti ispirati alla civiltà della vita e dell’amore
e la cultura della morte sconfitta.
giovedì 11 agosto 2016
Fonte: CulturaCattolica.it
P.S. Per approfondimenti vi rimando all’intervista a mons. Bux
(http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=38961)
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