BERGOGLIO & Co. MERCANTI NEL TEMPIO
Che cosa meritano costoro che hanno eliminato il peccato mortale e contraffatto la Scrittura? Qualora fossero da considerarsi ordinati e consacrati, in quanto nessuno può scomunicarli benché, di fatto, siano apostati e propagandino eresie, se non si manifestano tangibili segni di rigetto nei loro confronti, lo scandalo appare inevitabile; è inevitabile il danno per gli ignari peccatori abbandonati all'inganno. Mi pare che S. Atanasio abbia agito recisamente contro la chiesa ariana allora imperante.
Gli infedeli maomettani invitati in chiesa, alla Messa, a parlare dal presbiterio, più che costituire un ennesimo scandalo sono stati un suggello ulteriore, una rifinitura della massima e inverosimile eresia che accomuna Dio con Allah, la Religione con le false religioni, i nemici del Signore con il Corpo Mistico, con la Comunione dei santi. Senza contare lo sfregio inferto ai sacri decreti della Chiesa.
Dunque c'è poco da aggiungere a ciò che è stato pubblicato. Ma un paio di note sintetiche non guasterà riguardo alla minaccia dell'Islam violento.
Sotto un certo aspetto, essa sarebbe trascurabile. Il male fatto alle anime è senz'altro incomparabile con sciagure d'altro genere. S. Agostino non ritenne disastrose le invasioni barbariche, ma quasi un salutare castigo del Cielo. Il dogma secondo il quale tutti i non cattolici portatori delle loro fedi costituiscono un attentato alle anime, perché promuovono le loro credenze venefiche o tendono ad imporle, basterebbe a tagliare la testa al toro.
Ma l'Islam amico e pacifico? Ecco la trappola tesa agli ignoranti e ai creduli, agli ignavi e agli insipienti, tesa anzitutto dal clero e dai politici venduti.
Il Corano dice che è lecito ingannare l'infedele col comportamento e con la menzogna. Perciò il musulmano non è credibile nei suoi atteggiamenti verso l'infedele. È vero che ci sono regimi di nazioni islamiche i quali stringono patti o alleanze con paesi occidentali e ne rispettano i cittadini. Anche individui seguaci di Maometto si comportano allo stesso modo. Ammesso e non concesso che approfittino un po' della riserva mentale che li giustificherebbe presso la loro dottrina, ogni religione ha pure i suoi eretici.
Il libro sacro dell'islamismo comanda la guerra santa di conquista, di fronte alla quale il fare proseliti passa in sottordine. Quindi il machiavellismo dell'espansione islamica può rinunciare alla propaganda, mentre occupa con un'emigrazione consistente le terre che potranno essere conquistate. Infatti le conversioni di maomettani sono una rarità, la loro integrazione è tutt'al più apparente e sempre pronta a rientrare nei ranghi, i loro costumi illegali nel paese ospitante sono mantenuti per quanto possibile, e grazie alla connivenza dei governanti. Tali popolazioni di immigrati assomigliano a quei settari costretti ad essere dormienti, in attesa di poter levare il capo.
La legge coranica prevede che, al di fuori dei guerrieri, i rispettivi civili possano limitarsi ad appoggiarli. Per la suddetta doppiezza loro concessa è sconsiderato fidarsi di quelli che mostrano di dissentire dalla guerra santa.
La questione dei terroristi. - In tale contesto di contrapposizione possibilmente armata verso gli infedeli, facilmente i terroristi suicidi o uccisi vengono considerati martiri ed eroi. Di nuovo, i correligionari che li condannano sono poco attendibili. E gli ortodossi convinti che il paradiso stia all'ombra delle spade, quale obiezione farebbero al Califfato deciso ad applicare con rigore la legge del Corano? Le crudeltà sono per loro una faccenda marginale. Ed è secondaria la condizionata benevolenza proposta ai suoi dal fondatore, negatore della divinità di Cristo, di Maria Santissima e infine di Dio. Intanto, contro il Califfato vari stati un tempo crociati hanno puntato, o sembrano aver puntato, armi micidiali.
In difesa dell'Islam, Bergoglio - in accordo con Obama, la Clinton, la Merkel e Bruxelles - ha risostenuto che sono violenti soltanto i fondamentalisti, ugualmente presenti in ogni appartenenza religiosa, fra i cristiani. In casa nostra - ha osservato - abbiamo i battezzati assassini (ma che paragone!). L'esercito tagliagola dello stato iracheno di Mosul e i combattenti dell'Isis in Libia non sono di certo una piccola minoranza estremista. Da essi emanano i terroristi.
Tutto questo è documentabile e pacifico. Ne consegue l'enorme e spudorata menzogna di Bergoglio che dichiara la religione musulmana non aver niente a che fare col volere la guerra e col terrorismo islamico.
Piero Nicola
Da una parte padre Hamel, dall’altra le chiese demolite: benvenuti in Francia
di Giorgio Enrico Cavallo
Una settimana dopo la terribile e gloriosa fine di padre Hamel, agnello sacrificato sull’altare mentre celebrava il sacrificio di Cristo, si ritorna alle solite. Nemmeno il sangue di un santo sacerdote ha potuto fermare la follia iconoclasta della Francia scristianizzata: a Parigi, nel XV arrondissement, le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione nella chiesa di Santa Rita, portando via di peso il sacerdote e i fedeli che si opponevano alla distruzione del luogo sacro.
Distruzione? Sì, avete capito bene. La chiesa di Santa Rita deve essere demolita per far posto ad un parcheggio. Tante automobili al posto di un luogo di culto. Va’ che bello. Va’ che progresso. Non che sia una novità, in una Francia abituata a demolire le chiese per i motivi più futili. Ma a guardare i video postati su internet c’è da rabbrividire: il parroco è stato portato via di peso dalle forze antisommossa; i fedeli si sono arroccati nell’abside e si sono messi a cantare: forma di protesta antica e sublime, con la quale i martiri cristiani andavano al martirio all’epoca dei Cesari.
Una vergogna del genere dovrebbe finire su tutti i giornali. Scommettiamo, invece, che non troverete nulla? Ci sarà appena qualche filmato su Youreporter, ma sarà per qualche “addetto ai lavori”; non che al popolo possano essere mostrate queste immagini: piuttosto, visto che siamo in estate, conviene fare il servizio su qualche bellona in costume da bagno.
Scandalizzati? E perché mai? Anche se queste immagini fossero lanciate nell’apertura di un tg, qualcuno si mobiliterebbe per salvare la chiesa di Santa Rita? Qualcuno lancerebbe una campagna sui social? Qualcuno avrebbe il coraggio di manifestare davanti all’ambasciata francese? Voi vivete nel mondo delle favole:nessuno muoverà un dito, semplicemente perché a nessuno può interessare tutto ciò. E d’altronde la demolizione o la riconversione delle chiese in altro – discobar, supermercati, palestre… – è già diventata routine in paesi come la Francia, l’Olanda, la Danimarca, la Germania.
Viene da domandarsi perché. E la risposta ce la fornisce quel mangiapreti di Voltaire, quando affermava che non c’è religione senza preghiera. Riconosciamoglielo: aveva ragione. Chi non prega ha interrotto il rapporto con il sacro: Dio chiama sempre, intendiamoci, ma chi non prega ha il telefono in modalità aereo, e non sente.
Joseph De Maistre, genio assoluto della filosofia cattolica e per questo derubricato con una nota a piè di pagina di quasi tutti i manuali scolastici, nelle sua Serate di San Pietroburgo affermava che coloro i quali hanno smesso di pregare «trovano nel loro abbruttimento morale non so bene quale orribile fascino». E continuava: «se il culto pubblico non si opponesse un poco al degrado universale, credo, sul mio onore, che diventeremmo dei veri bruti. Delle tristi confidenze mi hanno fatto sapere che ci sono persone per le quali l’aria di una chiesa è un’aria mefitica che letteralmente li opprime e li obbliga ad uscire; mentre le anime sane si sentono penetrate da un’indefinibile rugiada spirituale».
È evidente che se la gente pregasse almeno un poco, le anime si sentirebbero invase da quella “rugiada spirituale” della quale parla il buon De Maistre, e non sarebbero tentate dal fascino del loro abbruttimento spirituale. Un abbruttimento che si riversa su tutta la società: perché la demolizione o la trasformazione delle chiese in supermercati o in parcheggi non è un evento indolore, tutt’altro. La chiesa è da sempre un simbolo, e più ancora un baluardo: un simbolo dell’identità di un popolo o di una comunità, e un baluardo spirituale nel quale, come soldati in una fortezza, i cristiani possono trovare rifugio nei momenti di incertezza e di disperazione. Ma se al posto del Santissimo mi trovo una birreria, nella migliore delle ipotesi è già tanto che non affoghi la disperazione tra i boccali.
Il disfacimento della società passa anche dalla perdita di questi baluardi. Ma c’è da capirli, lor signori: abbiamo un bel da dire, ma la chiesa con le porte sprangate porta un degrado fisico, visibile da tutti; mentre il degrado morale è dentro l’animo di ognuno, e in fondo ai politici bastano i voti: risolvere il degrado di un quartiere porta voti, occuparsi delle anime no. E, in definitiva, viene da domandarsi: a che pro preservare le chiese, se sono vuote e la gente non prega?
Appunto. Lo scopo di noi cristiani è proprio quello di riportare la gente in chiesa, alla Chiesa. Fin che continueremo ad essere cristiani di parole e non di fatti, non avremo di che sorprenderci se raderanno al suolo la chiesa di quartiere per farci un parcheggio.
Una settimana dopo la terribile e gloriosa fine di padre Hamel, agnello sacrificato sull’altare mentre celebrava il sacrificio di Cristo, si ritorna alle solite. Nemmeno il sangue di un santo sacerdote ha potuto fermare la follia iconoclasta della Francia scristianizzata: a Parigi, nel XV arrondissement, le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione nella chiesa di Santa Rita, portando via di peso il sacerdote e i fedeli che si opponevano alla distruzione del luogo sacro.
Distruzione? Sì, avete capito bene. La chiesa di Santa Rita deve essere demolita per far posto ad un parcheggio. Tante automobili al posto di un luogo di culto. Va’ che bello. Va’ che progresso. Non che sia una novità, in una Francia abituata a demolire le chiese per i motivi più futili. Ma a guardare i video postati su internet c’è da rabbrividire: il parroco è stato portato via di peso dalle forze antisommossa; i fedeli si sono arroccati nell’abside e si sono messi a cantare: forma di protesta antica e sublime, con la quale i martiri cristiani andavano al martirio all’epoca dei Cesari.
Una vergogna del genere dovrebbe finire su tutti i giornali. Scommettiamo, invece, che non troverete nulla? Ci sarà appena qualche filmato su Youreporter, ma sarà per qualche “addetto ai lavori”; non che al popolo possano essere mostrate queste immagini: piuttosto, visto che siamo in estate, conviene fare il servizio su qualche bellona in costume da bagno.
Scandalizzati? E perché mai? Anche se queste immagini fossero lanciate nell’apertura di un tg, qualcuno si mobiliterebbe per salvare la chiesa di Santa Rita? Qualcuno lancerebbe una campagna sui social? Qualcuno avrebbe il coraggio di manifestare davanti all’ambasciata francese? Voi vivete nel mondo delle favole:nessuno muoverà un dito, semplicemente perché a nessuno può interessare tutto ciò. E d’altronde la demolizione o la riconversione delle chiese in altro – discobar, supermercati, palestre… – è già diventata routine in paesi come la Francia, l’Olanda, la Danimarca, la Germania.
Viene da domandarsi perché. E la risposta ce la fornisce quel mangiapreti di Voltaire, quando affermava che non c’è religione senza preghiera. Riconosciamoglielo: aveva ragione. Chi non prega ha interrotto il rapporto con il sacro: Dio chiama sempre, intendiamoci, ma chi non prega ha il telefono in modalità aereo, e non sente.
Joseph De Maistre, genio assoluto della filosofia cattolica e per questo derubricato con una nota a piè di pagina di quasi tutti i manuali scolastici, nelle sua Serate di San Pietroburgo affermava che coloro i quali hanno smesso di pregare «trovano nel loro abbruttimento morale non so bene quale orribile fascino». E continuava: «se il culto pubblico non si opponesse un poco al degrado universale, credo, sul mio onore, che diventeremmo dei veri bruti. Delle tristi confidenze mi hanno fatto sapere che ci sono persone per le quali l’aria di una chiesa è un’aria mefitica che letteralmente li opprime e li obbliga ad uscire; mentre le anime sane si sentono penetrate da un’indefinibile rugiada spirituale».
È evidente che se la gente pregasse almeno un poco, le anime si sentirebbero invase da quella “rugiada spirituale” della quale parla il buon De Maistre, e non sarebbero tentate dal fascino del loro abbruttimento spirituale. Un abbruttimento che si riversa su tutta la società: perché la demolizione o la trasformazione delle chiese in supermercati o in parcheggi non è un evento indolore, tutt’altro. La chiesa è da sempre un simbolo, e più ancora un baluardo: un simbolo dell’identità di un popolo o di una comunità, e un baluardo spirituale nel quale, come soldati in una fortezza, i cristiani possono trovare rifugio nei momenti di incertezza e di disperazione. Ma se al posto del Santissimo mi trovo una birreria, nella migliore delle ipotesi è già tanto che non affoghi la disperazione tra i boccali.
Il disfacimento della società passa anche dalla perdita di questi baluardi. Ma c’è da capirli, lor signori: abbiamo un bel da dire, ma la chiesa con le porte sprangate porta un degrado fisico, visibile da tutti; mentre il degrado morale è dentro l’animo di ognuno, e in fondo ai politici bastano i voti: risolvere il degrado di un quartiere porta voti, occuparsi delle anime no. E, in definitiva, viene da domandarsi: a che pro preservare le chiese, se sono vuote e la gente non prega?
Appunto. Lo scopo di noi cristiani è proprio quello di riportare la gente in chiesa, alla Chiesa. Fin che continueremo ad essere cristiani di parole e non di fatti, non avremo di che sorprenderci se raderanno al suolo la chiesa di quartiere per farci un parcheggio.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.