Quando
nel 2005 uscì nelle sale il thriller geopolitico Syriana ( che valse a
George Clooney un Academy Award ) , sul sito del film si poteva
leggere : "Syriana è un termine usato nei think tank di Washington per
descrivere un ipotetico rimodellamento del Medio Oriente...". Syriana,
inoltre, in vari dialetti arabi, indica una persona "sporca" o "turpe",
probabilmente in riferimento alla vastità del fenomeno della
corruzione . Ebbene, non c'è forse , una singola parola che possa
descrivere meglio quello che sta accadendo in Siria, Iraq, Turchia.
La
terza Guerra mondiale a pezzi ( definizione di papa Francesco) sembra
arrivata ad un punto di svolta, gli eserciti schierati si stanno
preparando alla madre di tutte le battaglie, quella di Aleppo. La città è
stremata oltre ogni limite umano, l'ONU ha chiesto una tregua
umanitaria. Molto più realisticamente padre Ibrahim, un parroco di
Aleppo, intervistato dalla Radio Vaticana ha dichiarato martedì 9
agosto: "Io un po’ dubito che ci saranno le condizioni per una tregua.
Abbiamo sentito, seguendo un po’ le notizie, ieri e anche questa
mattina, che è previsto l’arrivo di tanti militari da ogni parte verso
Aleppo e quindi l’aria non è un’aria che prepara una tregua: questa
volta potrebbe essere anche una guerra totale. L’esercito da parte sua
vuole riprendere le parti che ha perso negli ultimi giorni, mentre
questi gruppi militari si preparano ad avanzare ulteriormente, verso
Hamadaniya e verso tutta la parte ovest della città".
A
padre Ibrahim inoltre non piace la parola “ribelli” : non la vuole
usare, perché copre una ben diversa realtà. Dichiara, sempre a Radio
Vaticana : " Perché oggi, per come la vediamo e la sentiamo noi, dal di
dentro della città sono i jihadisti più che i ribelli quelli che
prendono il timone di tutti questi gruppi di militari".
Papa
Francesco , domenica 7 agosto , é tornato a richiamare l'attenzione del
mondo sulla Siria, sullo strazio della popolazione civile, sulla
sofferenza dei bambini, e, soprattutto, ha denunciato la "mancanza di
volontà di pace dei potenti". E giovedì 11 agosto ha inviato a pranzo
alla Casa Santa Marta 21 rifugiati siriani che lui stesso ha "salvato"
dal campo profughi di Lesbo, portandoli con sé in Italia.
«Purtroppo,
ha dichiarato il Nunzio in Siria , Mario Zenari, la Siria è divenuta
un campo di battaglia per interessi geopolitici regionali e
internazionali, vi si combatte una guerra per procura".
Contro
una guerra che in Siria, se non è di religione, è fatta dichiaratamente
“in nome di una religione”, in nome dell’Islam wahhabita, esportato in
tutto il mondo dall’Arabia Saudita, è risuonato l’atto d’accusa di
Ignazio Giuseppe III Younan Patriarca della Chiesa cattolica siriana di
Antiochia. Il Patriarca ha parlato nel corso dell’annuale conferenza
della potente organizzazione cattolica dei Cavalieri di Colombo che si è
svolta a Toronto, dal 2 al 4 agosto. “E’ tempo di parlare con una voce
chiara, dicendo la verità, senza linguaggio politicamente corretto”, ha
sostenuto. Il dito puntato contro la politica di appeasement dei paesi
occidentali che hanno abbandonato al loro destino i cristiani del
Medioriente, accecati dalla sete di petrolio e da un misto di
paternalismo e paura.
“Sulla Siria – ha argomentato Ignazio Giuseppe III- è stata data una lettura sbagliata”. E ha citato l’editorialista del New York Times
Nicholas Kristof, che il mese scorso ha scritto:” Ogni volta che c’è un
attacco degli estremisti mussulmani noi guardiamo ai nostri nemici,
allo stato Islamico o ad Al Quaeda. Ma forse dovremmo guardare anche ai
nostri ‘amici’, come l’Arabia Saudita”. ”Per decenni, - ha aggiunto -
l’Arabia Saudita ha finanziato in modo spericolato e promosso una
versione wahhabita dura ed intollerante dell’Islam in tutto il mondo, in
un modo che era facile prevedere avrebbe prodotto terroristi”
.“Dobbiamo capire che il totalitarismo basato sul credo islamico è la
peggiore tra le forme di governo. Perché - si è domandato il Patriarca
di Antiochia - ci meravigliamo della crescita dello Stato Islamico e del
suo nuovo Califfato, quando questi ‘ricchi paesi alleati’ - con il più
retrogrado sistema di governo - continuano ad inviare denaro e armi ai
terroristi che spargono odio e commettono atrocità in nome di una
religione?”, riferendosi appunto all’Arabia Saudita.
Rivolto
all’auditorio, l’alto esponente della gerarchia cattolica ha aggiunto:
“Non potete rimanere alleati di un regime che discrimina e non accetta
la libertà religiosa dei non mussulmani…non è onesto”.Il Patriarca ha
poi attaccato i finanziamento da parte dei paesi occidentali delle
milizie dei ribelli siriani dicendo: “Noi, i Pastori della Chiesa,
abbiamo tenuto fermo l’allarme, abbiamo avvisato l’Occidente che hanno
preteso di avere il diritto di interferire in Siria nel nome della
democrazia, che fomentare la violenza avrebbe sicuramente portato a una
terribile guerra tra sette, a causa della complessa diversità religiosa
ed etnica della Siria”. Poi una stoccata che stride anche con quanto
detto, il 31 luglio , dal Papa sull’aereo di ritorno dalla GMG di
Cracovia. “ Spesso politici, accademici, e opinionisti , vogliono
trovare per i jihadisti, scuse socioeconomiche, culturali e teorizzano
ipotetiche doglianze ed ingiustizie”. Ma, per Ignazio Giuseppe III non è
così, la jihad è un obbligo per l’Islam che non vuole e non sa separare
la politica dalla religione.
August 11, 2016
|
di M.Antonietta Calabrò
http://www.justout.org/single-post/2016/08/11/Il-Patriarca-i-potenti-e-Syriana
http://www.justout.org/single-post/2016/08/11/Il-Patriarca-i-potenti-e-Syriana
Procede inesorabile la la riconquista di Aleppo. Gli USA cercano di salvare i loro mercenari
Procede
inesorabile la la riconquista di Aleppo mentre gli USA e i governi
occidentali “si preoccupano” per la sorte dei loro mercenari jihadisti
assediati e decimati dalle forze siriane.
Nonostante le ingenti forniture di armi, provenienti dalla Turchia, e consegnate ai miliziani jihadisti, tra cui missili anticarro, missili Stinger a spalla (armi sofisticate che implicano un addestramento professionale), tutte armi che sono arrivate nella sacca di Aleppo tenuta dai “ribelli’, è fallita la controffensiva ed il tentativo di riaprire la via principale di rifornimento tra Aleppo ed il confine turco (la via del Castello).
I gruppi jihadisti di Al Nusra e Ahrar Sham, appoggiati da USA, Arabia Saudita e Qatar, non sono riusciti a rompere l’assedio in cui si trovano da giorni ad opera delle forze dell’Esercito siriano e dei combattenti di Hezbollah. L’obiettivo dei terorristi era rompere l’assedio e riconquistare i quartieri occidentali della città che si trovano sotto il controllo delle forze dell’Esercito siriano e dove vivono circa un milione e duecentomila abitanti.
Il gruppo dei miliziani, che era riuscito a riunificare le varie milizie di mercenari jihadisti sotto l’egida americana, nota come « Jaysh al Fateh » (una sigla di comodo per ottenere la qualifica di “ribelli moderati” dall’Occidente) s’è distinto in passato per la decapitazione dei soldati alawiti catturati, e recentemente per la decapitazione di un dodicenne ferito durante i combattimenti.
Non sono bastati i massicci rifornimenti ricevuti e l’addestramento militare fornito da istruttori USA: il contrattacco dei mercenari jihadisti si è infranto di fronte al muro oppposto dalle truppe d’elite siriane ( la “ForzaTigre”) e dagli implacabili bombardamenti effettuati dall’aviazione russa e siriana.
In queste ultime ore i terroristi sono stati indeboliti dagli incessanti bombardamenti aerei e dell’artiglieria sulle loro posizioni e sui canali logistici di rifornimento. I terroristi hanno iniziato ad arretrare lasciando sul campo i corpi dei morti e dei feriti (si parla di oltre 2.000 morti) e perdendo il controllo delle postazioni come la Fabbrica di Cemento, delle Officine del Gas e delle altre postazioni occupate nella zona Est di Aleppo e circostanti.
Gli americani avevano inviato John Kerry a negoziare con il ministro russo Lavrov per concordare “una tregua” che in realtà era un espediente per rifornire i gruppi terroristi da loro sostenuti e prepararli ad una controffensiva. I russi hanno ormai “mangiato la foglia” e non cadono nel tranello, continuando a spingere l’offensiva fino a alla riconquista totale della città, ormai definita “la Stalingrado” della Siria, dove si infrange il progetto USA-Saudita di smembramento ed occupazione del paese.
Naturalmente in concomitanza con gli avvenimenti è partita la grande campagna mediatica occidentale per accusare le forze siriane e russe di ogni nefandezza, con l’appello accorato per una “tregua umanitaria” in modo da consentire l’uscita a quella parte di popolazione (si parla di 200.000 persone circa) intrappolate dai terroristi ed utilizzate come ostaggi. Per la stampa occidentale sono le forze siriane di Assad che tengono in ostaggio i civili e sono loro che non consentono l’uscita, capovolgendo, come al solito, la realtà sul campo che invece è stata ben descritta anche dal Vescovo primate di Aleppo. Sono i terroristi che hanno brutalizzato ed assassinato la popolazione di Aleppo e nessuna tregua era stata mai chiesta dai media occidentali quando i gruppi mercenari, armati dagli USA dai sauditi e turchi, avevano conquistato la città scatenando le rappresaglie sulla popolazione.
La propaganda di guerra ha la sua importanza ma ormai gli statunitensi non nascondono più le loro vere intenzioni, tanto che si sono registrate le dichiarazioni di Dennis Ross, un deputato, ex consigliere dell’Amministrazione USA, il quale ha proposto pubblicamente: “la Casa Bianca deve cominciare a parlare una lingua che Assad e Putin possano comprendere”, ed ha precisato quale lingua: missili da crociera e droni contro gli uffici governativi e la residenza di Assad, onde assassinare lui e il suo entourage. “Bomb Assad regime, not Islamic State!”, ha esclamato.
Caduta la maschera del Potere USA non si parla neppure più di “portare la democrazia” ma si manifesta il vero volto del potere imperiale degli psicopatici di Washington.
http://www.controinformazione.info/procede-inesorabile-la-la-riconquista-di-aleppo-gli-usa-cercano-di-salvare-i-loro-mercenari/#Nonostante le ingenti forniture di armi, provenienti dalla Turchia, e consegnate ai miliziani jihadisti, tra cui missili anticarro, missili Stinger a spalla (armi sofisticate che implicano un addestramento professionale), tutte armi che sono arrivate nella sacca di Aleppo tenuta dai “ribelli’, è fallita la controffensiva ed il tentativo di riaprire la via principale di rifornimento tra Aleppo ed il confine turco (la via del Castello).
I gruppi jihadisti di Al Nusra e Ahrar Sham, appoggiati da USA, Arabia Saudita e Qatar, non sono riusciti a rompere l’assedio in cui si trovano da giorni ad opera delle forze dell’Esercito siriano e dei combattenti di Hezbollah. L’obiettivo dei terorristi era rompere l’assedio e riconquistare i quartieri occidentali della città che si trovano sotto il controllo delle forze dell’Esercito siriano e dove vivono circa un milione e duecentomila abitanti.
Il gruppo dei miliziani, che era riuscito a riunificare le varie milizie di mercenari jihadisti sotto l’egida americana, nota come « Jaysh al Fateh » (una sigla di comodo per ottenere la qualifica di “ribelli moderati” dall’Occidente) s’è distinto in passato per la decapitazione dei soldati alawiti catturati, e recentemente per la decapitazione di un dodicenne ferito durante i combattimenti.
Non sono bastati i massicci rifornimenti ricevuti e l’addestramento militare fornito da istruttori USA: il contrattacco dei mercenari jihadisti si è infranto di fronte al muro oppposto dalle truppe d’elite siriane ( la “ForzaTigre”) e dagli implacabili bombardamenti effettuati dall’aviazione russa e siriana.
In queste ultime ore i terroristi sono stati indeboliti dagli incessanti bombardamenti aerei e dell’artiglieria sulle loro posizioni e sui canali logistici di rifornimento. I terroristi hanno iniziato ad arretrare lasciando sul campo i corpi dei morti e dei feriti (si parla di oltre 2.000 morti) e perdendo il controllo delle postazioni come la Fabbrica di Cemento, delle Officine del Gas e delle altre postazioni occupate nella zona Est di Aleppo e circostanti.
Gli americani avevano inviato John Kerry a negoziare con il ministro russo Lavrov per concordare “una tregua” che in realtà era un espediente per rifornire i gruppi terroristi da loro sostenuti e prepararli ad una controffensiva. I russi hanno ormai “mangiato la foglia” e non cadono nel tranello, continuando a spingere l’offensiva fino a alla riconquista totale della città, ormai definita “la Stalingrado” della Siria, dove si infrange il progetto USA-Saudita di smembramento ed occupazione del paese.
Naturalmente in concomitanza con gli avvenimenti è partita la grande campagna mediatica occidentale per accusare le forze siriane e russe di ogni nefandezza, con l’appello accorato per una “tregua umanitaria” in modo da consentire l’uscita a quella parte di popolazione (si parla di 200.000 persone circa) intrappolate dai terroristi ed utilizzate come ostaggi. Per la stampa occidentale sono le forze siriane di Assad che tengono in ostaggio i civili e sono loro che non consentono l’uscita, capovolgendo, come al solito, la realtà sul campo che invece è stata ben descritta anche dal Vescovo primate di Aleppo. Sono i terroristi che hanno brutalizzato ed assassinato la popolazione di Aleppo e nessuna tregua era stata mai chiesta dai media occidentali quando i gruppi mercenari, armati dagli USA dai sauditi e turchi, avevano conquistato la città scatenando le rappresaglie sulla popolazione.
La propaganda di guerra ha la sua importanza ma ormai gli statunitensi non nascondono più le loro vere intenzioni, tanto che si sono registrate le dichiarazioni di Dennis Ross, un deputato, ex consigliere dell’Amministrazione USA, il quale ha proposto pubblicamente: “la Casa Bianca deve cominciare a parlare una lingua che Assad e Putin possano comprendere”, ed ha precisato quale lingua: missili da crociera e droni contro gli uffici governativi e la residenza di Assad, onde assassinare lui e il suo entourage. “Bomb Assad regime, not Islamic State!”, ha esclamato.
Caduta la maschera del Potere USA non si parla neppure più di “portare la democrazia” ma si manifesta il vero volto del potere imperiale degli psicopatici di Washington.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.