I pescatori patrioti di Goro
Ferrara, barricate contro arrivo migranti a Gorino (foto LaPresse)
Il Po di Goro mormorò: “Non passa lo straniero!”. Non è maggio e non è il Piave ma anche questa è un’invasione, sebbene nessun esercito sia in marcia “per raggiunger la frontiera, / per far contro il nemico una barriera”. Le barricate di Goro un poco mi ricordano le barricate di Parma del 1922: riuscirono a fermare gli squadristi di Balbo ancorché erette alla bell’e meglio, nel quartiere più povero della città (il ceto medio in Italia ha difficoltà con l’onore e pensa che la tranquillità si possa sempre comprare).
ARTICOLI CORRELATI Gorino e le pacifiche barricate contro l’Europa Proteste nel ferrarese per l'arrivo di una ventina di migranti Roma sorpassa Atene nell'accoglienza ai migranti irregolariMi ricordano un poco anche Davide e Golia: l’Italia minima contro l’Africa immensa. Gli insulti scagliati dai vari prefetti e ministri contro i patrioti di Goro mi ricordano inoltre Francia 1940, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, e non aggiungo dettagli perché ho già tre querele (credo però mi sia consentito dire che l’idea di patria espressa a Goro è quella di Karl Jaspers: “La patria è là dove capisco e sono capito”). Ho letto che gli abitanti di Gorino, la frazione dove il Po sfocia in Adriatico, sono considerati vongolari senza nemmeno gli occhi per piangere. Poveri pescatori denigrati da tutti, eppure, l’altro giorno, “tra le schiere furon visti / risorgere Oberdan, Sauro e Battisti”.
di Camillo Langone | 26 Ottobre 2016
Ferrara dice NO all'invasione
Le foto che stiamo vedendo e le notizie sulle barricate a Gorino di Ferrara che ci giungono in queste ore, ci dicono che gli Italiani sono passati dalle proteste e lamentele verbali ai fatti. Non ne possiamo più di constatare che i soldi che non ci sono per noi, esistono eccome, per loro; che Renzi sta mettendo nella nuova manovra finanziaria il rialzo della paghetta agli immigrati e gli stanziamenti per loro. E tutto ciò, mentre ci torchiano a sangue di tasse che non vanno certamente a beneficio della cittadinanza, ma servono alla pesante emergenza del "salvare vite" (come urla demagogicamente Renzi). Che le case non esistono per gli Italiani, i quali in molti casi dormono nei garage o in auto, ma poi vengono assegnate a loro solo perché fanno figli e usano il ventre delle loro donne per occupare demograficamente il nostro paese. La devono finire di raccontare le panzane che trattasi di misure "straordinarie" destinate ad essere transitorie e una tantum. Non è vero! Dato che in questo Paese nulla è più definitivo del provvisorio.
La devono smettere di raccontare la fòla che le invasioni sono solo di transito e che gli immigrati (chiamati "profughi" e "rifugiati") devono andare nel resto dell'Europa. In quegli stati europei che giustamente non li vogliono. Perché a differenza dei nostri abusivi di Palazzo, i loro leader, per quanto screditati, hanno ancora un po' di fifa del consenso elettorale dei loro cittadini. Noi no, perché non abbiamo nemmeno più libere elezioni e la RAI è commissariata da un miserabile ciarlatano che sputazza ai microfoni a reti unificate, dalla mattina alla sera su ogni programma, senza un minimo di contraddittorio.
L'ultimo incontro sul referendum - pensate - lo farà con Ciriaco De Mita. Capito cosa fa la RAI detta "servizio pubblico"? Invece di mettere dei leader giovani come eventualmente la Meloni o anche un Salvini, invece di informare sulla prossima manifestazione per il NO a Firenze aperta a tutti, fa un bel match Renzi-De Mita. Ovvero una vecchia cariatide sulla quale è scontato l'esito del match. E' ora di dire NO a tutto ciò:
- NO all'invasione a tutte le ore del giorno e della notte (specie della notte dove a ore antelucane scaricano il sui generis bottino di guerra)
- NO alla riforma Renzi-Boschi-Verdini (già detta "schiforma")
- NO allo ius soli per gli immigrati che deve essere abrogato e non seguire più alcun iter parlamentare
- NO all'informazione blindata e commissariata della RenziRAI e del relativo canone inserito arrogantemente nella bolletta dell'elettricità
- NO alla nuova manovra finanziaria con le sue farlocche regalìe come la presunta fine di Equitalia che in realtà cambierà solo etichetta per confluire nel mare magnum dell'Agenzia delle Entrate.
- NO alla Ue che ci trattiene a forza in questa fogna dalla quale non riceviamo che guai quotidiani
Per il momento chiudo qui la mia lista dei NO che in realtà sarebbe assai più lunga. Ma ora è il momento di sperare che le barricate di Ferrara si moltiplichino in modo massiccio per tante altre città, paesi, villaggi, perché abbiamo il sacrosanto diritto di difenderci e di preservare la nostra civiltà. Non vogliamo che nascano in Italia fenomeni come la Giungla di Calais. O che diventi un arcipelago di hotspot (lo è già).
Il Bel Paese vuole vivere, non vuole morire. E vuole rimanere per l'appunto, bello, curato, pulito, sicuro, in grado di funzionare per noi. Come dovrebbe essere una nazione libera e sovrana.
Il Bel Paese vuole vivere, non vuole morire. E vuole rimanere per l'appunto, bello, curato, pulito, sicuro, in grado di funzionare per noi. Come dovrebbe essere una nazione libera e sovrana.
Pubblicato da Nessie
[REWIND] Intervista a don Mauro Tranquillo FSSPX sull’immigrazione (2014)
Sempre attuale questa intervista pubblicata da Quotidiano Qelsi nel 2014. [RS]
E’ possibile sfatare, Vangelo alla mano, il “dogma ecumenista” dell’accoglienza indiscriminata?
Partiamo col commentare questa presa di posizione delle gerarchie ecclesiastiche verso un fenomeno immigratorio che il Vaticano stesso disciplina piuttosto severamente all’interno dei propri confini; eppure, il cardinale Scola ha dichiarato che “gli stranieri sono il futuro di Milano ed hanno cambiato la fisionomia della città” (Ansa, 13 aprile 2014): questo continuo richiamo al concetto di “cambiamento”, soprattutto in chiave palesemente demografica, non ha un retrogusto inquietante, a vostro avviso?
Nell’attuale gerarchia ecclesiastica, né il “conservatore italiano” Scola né il “novatore dell’America Latina” Bergoglio hanno una visione cattolica di come la società debba essere ordinata. Lo dimostra come concordino nel giudizio positivo sulla società che pare debba essere necessariamente multiculturale e multireligiosa. Non sembrano preoccuparsi del fatto che se una popolazione non prende più forma dalla religione cattolica, se una società non si organizza intorno alla Chiesa, non corrisponde più a ciò che Dio le richiede e si allontana dal suo Creatore, oltre ad allontanare le singole anime dal loro Fine eterno. Da molti decenni al contrario le gerarchie si sono impegnate ad assecondare la società multireligiosa e a dare credito ad ogni genere di culto, sulla base del principio della libertà religiosa proclamato dal Concilio. Se Milano non è più la città di sant’Ambrogio, che faceva chiudere le chiese ariane, ma quella di Cardinali che sostengono la costruzione di moschee, non credo sia un segno di “continuità” di fede.
Secondo quale logica le gerarchie vaticane avallano il multiculturalismo ed il relativismo? Ammettendo (e non concedendo) ne ricorrano i presupposti evangelici, non si rendono conto che le diverse fedi e confessioni non sono mercanzie interscambiabili, e che se i cristiani diverranno demograficamente minoranza anche nei loro paesi, il Cristianesimo si estinguerà come l’intera civiltà occidentale?
Temo che la civiltà occidentale, nel senso della civiltà cattolica, sia già estinta da molto tempo, e che noi superstiti viviamo tra delle rovine e delle tombe. L’attuale civiltà occidentale è quanto di più anticattolico si possa immaginare. Certo è curioso che i Pastori della Chiesa siano diventati i sostenitori di questa nuova società multireligiosa, ma evidentemente sono servi dei poteri che l’hanno voluta come succedaneo alla Cristianità. La nuova società multireligiosa è fatta in modo da alimentare il relativismo delle fedi, in modo che diventi del tutto indifferente in cosa si crede. Credo si rendano benissimo conto di questo, se pensiamo che lo stesso Papa Francesco pochi mesi fa nella parrocchia del Sacro Cuore a Roma ha invitato i musulmani a leggere il Corano e i cristiani la Bibbia, come se fosse uguale. Quindi lavorano tutti a un medesimo progetto. Le gerarchie non sono indipendenti e libere ma asservite, è l’unica spiegazione a ciò che da decenni succede nella Chiesa.Il Papa può anche dire ai Vescovi di non cercare appoggio nei potenti, ma in realtà nemmeno nel secolo di ferro il Papato è stato così a rimorchio del potere secolare. Stanno presentando la Chiesa cattolica come una specie di ente di animazione spirituale ecumenica del nuovo ordine mondiale.
Il concetto evangelico di “prossimo da amare come noi stessi”, prevede anzitutto l’imperio ad amare se stessi e la propria comunità, appunto, considerando che “proximus” è colui che ci è più vicino, e quindi che ci è più simile, una proposizione che accosta Omero (“il simile attira il simile”) a san Benedetto (l’amare se stessi come primo passo per saper amare gli altri). Ebbene che senso ha questo “amore indiscriminato” così di moda oggi, tanto facile da strombazzare quanto incapace di farsi carico della naturalità che sempre dovrebbe governare ogni convivenza civile nel rispetto delle leggi territoriali (il “Redde Caesari” pronunziato da Cristo)?
L’invocare il Vangelo a sostegno dell’accoglienza indiscriminata è un sofisma fallace per vari motivi. Anzitutto è vero che c’è un ordine nella carità, cioè non ha senso aiutare gli uni danneggiando altri. Soprattutto chi governa una società non può ignorare il bene comune, che non si ottiene necessariamente immettendo masse di popolazioni in difficoltà all’interno di una società già in crisi. Inoltre la vera carità non può perdere di vista la salvezza eterna delle anime, che si deve ottenere tramite l’appartenenza alla Chiesa Romana. L’ingresso di persone di altre fedi in grandi numeri non facilita la conversione ma alimenta l’indifferentismo, quand’anche queste non prendano il controllo della società e non la improntino alla loro fede. C’è un chiaro piano alle spalle dell’ingresso dei musulmani in Europa, che è quello di dare il colpo di grazia a quel poco che resta dell’identità cristiana. Non credo che chi governa la Chiesa possa ignorare un dato così evidente, quindi ne concludo che siano complici.
Le immagini della chiesa di Palermo con le navate usate come dormitori e le acquesantiere usate come stenditoi, da cristiani, che sentimenti vi hanno suggerito?
Non è del tutto incongruo che in estrema necessità i poveri vengano ospitati nelle Chiese, ma qui è chiaro che siamo di fronte a un’operazione mediatica alquanto becera. Non mancano certo alla Chiesa italiana o al Vaticano strutture enormi e più pratiche, dotate di servizi migliori di quelli disponibili in una Chiesa. Il voler mettere i letti da campo in Chiesa mi pare solo una propaganda squisitamente politica; perché non ospitarli in qualche convento o seminario? In fondo negli ultimi decenni preti e Vescovi sono stati molto bravi a svuotare quel genere di edifici. Forse non ci si possono mettere gli immigrati perché servono meglio come alberghi di lusso o simili? Suggerisco a Papa Francesco, che fa alloggiare gli immigrati a Santa Maria Maggiore, di dare loro l’aula Paolo VI (tanto le udienze sono tutte in piazza ora), oppure i suoi appartamenti vuoti. Perché occupare e lordare la basilica?
Considerando che qualsiasi bene in natura è finito per definizione, e quindi, nell’ottica del buon cristiano, per volontà divina, come si può identificare il concetto etico di “bontà” con la discriminazione del “vicino” a favore del lontano? Insomma, a giudicare dal gran numero di suicidi per indigenza e di anziani che raspano nell’immondizia, alla caritatevolezza nostrana non manca certo in casa un gregge di cui occuparsi; come mai, allora, essa è solo protesa a cercare poveri in giro per il mondo? Dio, nella sua immensa logica e saggezza, non ha forse disciplinato in piena armonia con l’ambiente i propri pastori, dislocandoli all’interno dei rispettivi popoli secondo le esigenze d’ognuno di essi?
Se parliamo del soccorso a persone in estrema necessità, indubbiamente questo deve essere indiscriminato. Ma per estrema necessità si intende l’immediato pericolo di vita. Un altro conto è fare una politica a lungo termine che permetta di dare a ciascuno il dovuto, e ai cittadini di un paese ciò che spetta a loro. Facilmente si gioca sulla confusione tra l’aiuto all’individuo che rischia la vita (come i naufraghi del Mediterraneo) e la politica di un governo che deve assicurare il dovuto ai propri cittadini senza danneggiarli a favore di altri.
Come possiamo resistere a questo continuo tentativo di alterare l’ortodossia dei valori tradizionali? Come si può pensare che ciò che esiste da millenni possa essere raggirato quando non invertito? Sotto attacco della globalizzazione c’è la storia, la lingua, il sapere, la bellezza dell’Occidente: cosa possono fare i cristiani, oggi, per tutelare il proprio retaggio culturale?
Come possiamo resistere a questo continuo tentativo di alterare l’ortodossia dei valori tradizionali? Come si può pensare che ciò che esiste da millenni possa essere raggirato quando non invertito? Sotto attacco della globalizzazione c’è la storia, la lingua, il sapere, la bellezza dell’Occidente: cosa possono fare i cristiani, oggi, per tutelare il proprio retaggio culturale?
La nostra società è già lontana dal cristianesimo e anche dalla nostra cultura cattolica e romana, non dobbiamo farci illusioni. Tuttavia la fede e la presenza di Gesù Cristo restano realtà vive, vivificatrici, capaci di far rinascere ciò che la malvagità dei nostri nemici e dei loro complici hanno distrutto. Spetta ad ogni cattolico coltivare la propria unione con Dio, lottare sapendo di essere più che mai estraneo al mondo. Occorre ripartire dalla ricostruzione, anche nel piccolo, di realtà autenticamente e integralmente cattoliche, nella professione della vera fede, nel culto, nell’insegnamento, nella trasmissione della nostra cultura trimillenaria, nell’apostolato combattivo di diffusione del Vangelo, che è la vera carità che possiamo fare ad un mondo senza Verità. Dobbiamo ricostituire una rete sociale, un’unione di famiglie con sacerdoti di ortodossia provata, per ripartire dall’inizio, benché ricchi del bagaglio dei secoli. Non pensiamo di trovare appoggi chissà dove, anzi saranno proprio le nostre autorità a ostacolarci. Soprattutto, come i primi cristiani, dobbiamo essere pronti a restare fedeli anche davanti al sacrificio, senza l’illusione di vivere in un mondo cristiano, come era quello di qualche decennio (o secolo) fa. Vivere da cristiani, anche nelle cose più semplici, richiederà sempre maggiore sacrificio. Rallegriamoci, perché questo ci aveva promesso Nostro Signore, e combattiamo per restargli uniti e per rifondare ogni cosa in Lui.
Gorino e Goro primi segnali dell’implosione?
di Eugenio Orso
Sarebbe bello se il sistema collassasse sotto i colpi della “contro-accoglienza” di una popolazione vessata e abbandonata a se stessa, che scopre il gusto della ribellione nei gesti estremi, che si sveglia da un torpore malefico, democratico e liberale, politicamente corretto e idiota, nel quale è caduta da troppi anni.
Gli abitanti di Gorino e Goro, nel Ferrarese, hanno eretto barricate per evitare che dodici profughe entrassero a Gorino, sul Delta del Po.
Le profughe “fermate dalle barricate” erano soltanto dodici, di cui una incinta – se ce la raccontano giusta … – ma ormai la misura è sempre più colma e, forse, agli abitanti dei due comuni del ferrarese sono sembrate l’avanguardia di un esercito d’invasione che non ci lascerà scampo.
Esagerazioni? Populismo? Xenofobia? Razzismo? Semplici paure irrazionali del popolo bue animato da movimenti di pancia? Secondo i benpensanti neocapitalisti – disposti all’accoglienza nelle periferie e nei paeselli, perché, tanto, loro vivono nell’Uptown e i profughi non li vedono – sicuramente gli abitanti di Gorino e Goro sono da condannare senza appello. Brutti burini incolti, non sono contenti di farsi sostituire da miriadi profughi o, almeno, di meticciarsi con loro?!?!
Pane per i denti dei sinistroidi radical chic senza problemi economici, come la Boldrini terza carica dello stato, anche se finora non mi sembra che Morticia, la bellona pallidina della famiglia Addams, abbia commentato l’episodio.
In compenso è intervenuto Angelino Alfano il quale, in qualità di ministro degli interni nell’esecutivo più “accogliente” d’Europa, dovrebbe occuparsi di garantire l’ordine pubblico … con occhio benevolo all’accoglienza e ai richiedenti asilo, naturalmente. Angelino non ha mancato di tirare palate di merda sul popolo di Gorino e Goro, dichiarando che “quella non è l’Italia”, la quale deve essere illimitatamente accogliente, deve mettersi a novanta gradi davanti alle élite finanziarie che anelano il “change” della popolazione, come testimoniano filantropici personaggi del calibro di George Soros, oppure grandi statisti nostri amici e benefattori quali la Merkel e l’uscente Obama, entusiasti se si accolgono i tutti i migranti.
Ciò che più stupisce e fa capire le difficoltà che incontra il sistema nel far digerire alla popolazione l’invasione, è che persino lo scagnozzo di Renzi, Dario Nardella, che gli tiene in caldo la poltrona di sindaco di Firenze (perché non si sa mai …), sollecita Angelino Alfano a non inviare altri richiedenti asilo sul territorio toscano.
Il disagio, quindi, non è solo dei “gretti” e “inospitali” abitanti di Gorino e Goro, in quel del ferrarese – che non sono neppure italiani e non ci rappresentano, secondo Alfano – ma si manifesta sempre più esplicitamente anche altrove nella penisola. Non si tratta della “bravata” di un branco di pescatori ignoranti che temono la “società aperta” e l’”altro”, il “diverso” (per usare espressioni care ai farabutti liberaloidi e libertaloidi), e perciò erigono le barricate che bloccano i pullman, ma di un generale malessere che attraversa tutto il paese e che dovrà trovare uno sfogo, alla fine.
Un malessere popolare sempre più diffuso dovuto alla crisi economica indotta, alla disoccupazione galoppante, alla distruzione sistematica dello stato sociale, che farà implodere il sistema, e l’”accoglienza” illimitata di profughi spinti verso di noi dalla guerra, dalla distruzione delle economie dei loro paesi, dalla lusinga di un futuro migliore, fungerà da vero e proprio innesco.
In coda, voglio precisare che i più deboli mi fanno sempre pena, in qualsiasi circostanza, e di certo tali sono le dodici profughe respinte dalla popolazione di Gorino e Goro, ma sono deboli anche le pensionate italiane che vivono sole, con la pensione minima, a fronte di tasse locali e utenze sempre più care e impeditive, oppure le miriadi di bambini italiani poveri, oltre un milione, a quanto sembra, ai quali manca anche l’indispensabile.
Ebbene, i pinocchietti come Alfano, collaboratore dei collaborazionisti della troika, ossia del piddì, se ne fregano delle pensionate italiane e dei bambini poveri italiani, proprio perché autoctoni, italiani, e badano a far entrare più immigrati possibile – oltre i limiti materiali delle possibilità di accoglierli – per assecondare il piano elitista di sostituire/meticciare la popolazione del paese. Se tutto ciò continuerà le Goro e Gorino si moltiplicheranno e dopo le barricate potrebbero comparire armi da fuoco ed esplosivi … Pensaci bene, Angelino!
Ad infima!
Fonte: Pauper Class
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