Quando vedo zucche vuote e cappelli a punta il sangue mi ribolle
Halloween al Blair Drummond Safari Park (foto LaPresse)
Vade retro dolcetto e scherzetto. Approssimandosi la vigilia di Ognissanti vedo avanzare fra i cattolici l’idea che Halloween sia una festa di origine cattolica, solo recentemente scippata da consumisti, satanisti e neopagani, e che i cattolici dovrebbero riprendersi. Dell’origine cattolica non dubito, basta studiarsi l’etimologia anglo-scozzese della parola. Eppure quando vedo zucche vuote e cappelli a punta il sangue mi ribolle. Come mai?
Un’amica sensibile al demoniaco (una persona maleficata, vessata, e nessuno azzardi un sorrisino perché chi non crede in Satana non crede in Dio) mi suggerisce il motivo. In questi giorni sta peggio del solito: “Ho sognato una messa nera in cui venivano sgozzati neonati. Il loro sangue veniva fatto scendere lungo una croce rovesciata. La bestia leccava il sangue e mi guardava”. Suggestione o possessione o cosa? Come il compianto Padre Amorth, la mia amica considera la festa di Halloween “un osanna al diavolo”. Ecco perché il sangue mi ribolle. Dunque prego tutti i Santi di tenermi lontano gli zombi del dolcetto e scherzetto: sono già abbastanza iroso, e per nulla scherzoso.
Un’amica sensibile al demoniaco (una persona maleficata, vessata, e nessuno azzardi un sorrisino perché chi non crede in Satana non crede in Dio) mi suggerisce il motivo. In questi giorni sta peggio del solito: “Ho sognato una messa nera in cui venivano sgozzati neonati. Il loro sangue veniva fatto scendere lungo una croce rovesciata. La bestia leccava il sangue e mi guardava”. Suggestione o possessione o cosa? Come il compianto Padre Amorth, la mia amica considera la festa di Halloween “un osanna al diavolo”. Ecco perché il sangue mi ribolle. Dunque prego tutti i Santi di tenermi lontano gli zombi del dolcetto e scherzetto: sono già abbastanza iroso, e per nulla scherzoso.
di Camillo Langone | 29 Ottobre 2016
http://www.ilfoglio.it/preghiera/2016/10/29/quando-vedo-zucche-vuote-e-cappelli-a-punta-il-sangue-mi-ribolle___1-vr-150153-rubriche_c297.htm
Il terremoto. Una lettrice ci ha scritto
31/10/2016
Caro Direttore,
mentre scrivo e mi balla continuamente la terra sotto i piedi, allo spavento e al tremore che ancora non mi abbandona e che anzi cresce di minuto in minuto man mano che cala la sera, si sovrappone il dolore per questa cecità che attanaglia i più, per questa impenitenza che non ci fa inginocchiare, come invece si sono inginocchiati oggi i benedettini di Norcia (quelli che dicono la Messa antica), in preghiera su quella piazza devastata, davanti a una chiesa che non esiste più, se non solo in apparenza nella facciata.
Non esistono più le chiese e sono impraticabili tante altre, praticamente tutte chiuse, tutte inagibili. Crollati campanili, torri, croci che svettavano a dire che questa era terra cristiana, questa Italia su cui svetta invece la bandiera dell’indifferenza e della dimenticanza, così distaccati come siamo dalle nostri radici, così lontani dal timor di Dio. Non è solo colpa della gente che non sa, non capisce, non ragiona e viaggia solo in superficie, senza mai provare un volo, non dico verso l’infinito, ma almeno verso i suoi confini. È colpa di chi non gli apre gli occhi, di chi oggi, invece di prepararsi allo sciagurato volo verso Lund, dovrebbe farci inginocchiare tutti per pregare Iddio, per invocare la Madonna che smetta questo castigo, questo terremoto mai ricordato prima, per chiedere perdono dei nostri peccati, per mostrarci insomma tutti pentiti per questa distanza da Lui che è l’unica Verità e l’unica nostra dignità.
Questa sì che sarebbe misericordia! Cadono tutte le chiese oggi, eppure attraverso i secoli sono passate indenni sotto i terremoti che le hanno duramente provate e ogni borgo ha le sue, cadute, ferite o sbarrate, insomma impraticabili. “Cadono sì” – oso pensare- “sono il riflesso di un’altra distruzione”: ché questa sensazione non posso più trattenerla e mi tracima, mi deborda, come un fiume in piena che straripa, tanto mi avvince l’angoscia per questa apostasia che proditoriamente ci ha coinvolti tutti e nuoce sui nostri corpi e sulle nostre anime, soprattutto su quelle, se, infine, ciò che conta è la salvezza eterna.
Dovremo fare preghiere di implorazione e di riparazione e che Dio abbia pietà di noi e dei Bergoglio e dei Galantino e giù a grappolo di tutti i loro sodali e a noi tutti conceda il ritorno e il trionfo della Vera Santa Religione.
Tonietta
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P.S. Contro il malefico inganno di Halloween, il 31 ceri benedetti accesi sui davanzali.
Halloween e lo sconfortante illuminismo delle zucche vuote
di Antonio Gurrado | 31 Ottobre 2016
(foto via Flickr)
All'ennesimo libro in cui leggo che “nelle religioni monoteiste il corpo è sempre il luogo del peccato” – lo ritrovo in una raccolta di saggi femministi di Luciana Percovich appena pubblicata da Castelvecchi, ma è un pregiudizio talmente radicato che avrebbe potuto annidarsi ovunque – mi assale definitivo lo sconforto.
ARTICOLI CORRELATI Quando vedo zucche vuote e cappelli a punta il sangue mi ribolleÈ inutile sforzarmi di argomentare che per il Cattolicesimo il peccato è sempre nella mente, nell'intenzione, nella piena avvertenza e deliberato consenso; è inutile sudare per controbattere che nel Cattolicesimo il corpo, caso mai, è il luogo dell'Incarnazione e della Risurrezione. È inutile far notare che, proprio per questa centralità del corpo come tempio della nostra salvezza, noi cattolici serbiamo memoria ed esempio dei santi e dei morti: non mi ascolterebbe nessuno, oggi che tutti si danno gran da fare a scavare cucurbitacee e a infilarci candele per rendersi testimoni dell'illuminismo delle zucche vuote.
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