ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 16 ottobre 2016

Piccoli massoncelli ululano

Quei cattolici contro Francesco che adorano Putin

A tenerla unita è l’avversione a Francesco. La galassia del dissenso a Bergoglio spazia dai lefebvriani che hanno deciso di «attendere un Pontefice tradizionale» per tornare in comunione con Roma, ai cattolici leghisti che contrappongono Francesco al suo predecessore Ratzinger e lanciano la campagna «Il mio papa è Benedetto».
Ci sono gli ultraconservatori d ella Fondazione Lepanto e i siti web vicini a posizioni sedevacantiste, convinti che abbia ragione lo scrittore cattolico Antonio Socci a sostenere l’invalidità dell’elezione di Bergoglio soltanto perché nel conclave del marzo 2013 una votazione era stata annullata senza essere scrutinata. Il motivo? Una scheda in più inserita per errore da un cardinale. La votazione era stata immediatamente ripetuta proprio per evitare qualsiasi dubbio e senza che nessuno dei porporati elettori sollevasse obiezioni. Ancora, prelati e intellettuali tradizionalisti firmano appelli o protestano contro le aperture pastorali del Pontefice argentino sulla comunione ai divorziati risposati e sul dialogo con il governo cinese.

Il dissenso verso il Papa unisce persone e gruppi tra loro molto diversi e non assimilabili: ci sono le prese di distanza soft del giornale online «La Bussola quotidiana» e del mensile «Il Timone», diretti da Riccardo Cascioli. C’è il quasi quotidiano rimprovero al Pontefice argentino messo in rete dal vaticanista emerito dell’«Espresso», Sandro Magister. Ci sono i toni apocalittici e irridenti di Maria Guarini, animatrice del blog «Chiesa e Postconcilio», fino ad arrivare alle critiche più dure dei gruppi ultratradizionalisti e sedevacantisti, quelli che ritengono non esserci stato più un Papa valido dopo Pio XII. Abbiamo visitato i luoghi e incontrato i protagonisti di questa opposizione a Francesco, numericamente contenuta ma molto presente sul web, per descrivere un arcipelago che attraverso Internet ma anche con incontri riservati tra ecclesiastici, mescola attacchi frontali e pubblici a più articolate strategie. In prima linea sul web contro il Papa, lo scrittore Alessandro Gnocchi, firma dei siti Riscossa cristiana e Unavox: «Bergoglio attua la programmatica resa al mondo, la mondanizzazione della Chiesa. Il suo pontificato è basato sulla gestione brutale del potere. Uno svilimento della fede così capillare non si è mai visto».
Cabina di regia
Tra le mura paleocristiane della basilica di Santa Balbina all’Aventino, accanto alle terme di Caracalla, la Fondazione Lepanto è uno dei motori culturali del dissenso a Francesco. Tra libri pubblicati, l’agenzia di informazione «Corrispondenza romana» e gli incontri tenuti nel salone del primo piano qui opera una delle cabine di regia del fronte anti-Bergoglio. «La Chiesa vive uno dei momenti di maggiore confusione della sua storia e il Papa è una delle cause - afferma lo storico Roberto De Mattei che della Fondazione Lepanto è il presidente -. Il caos riguarda soprattutto il magistero pontificio. Francesco non è la soluzione ma fa parte del problema». L’opposizione, aggiunge De Mattei, «non viene solo da quegli ambienti, definiti tradizionalisti, ma si è allargata a vescovi e teologi di formazione ratzingeriana e wojtyliana».
Più che di dissenso, De Mattei preferisce parlare di «resistenza», la stessa che si è recentemente espressa attraverso la critica all’esortazione apostolica «Amoris Laetitia» di 45 teologi e filosofi cattolici e la dichiarazione di «fedeltà al magistero immutabile della Chiesa» di 80 personalità, divenute poi alcune migliaia, tra cui cardinali, vescovi e teologi cattolici. Tra gli italiani c’è il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna. Uno dei principali centri di resistenza, sottolinea ancora lo storico, «è l’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia, i cui vertici sono stati recentemente decapitati dal Bergoglio». Nel mirino dei tradizionalisti c’è anche il «contributo che la politica migratoria di Francesco fornisce alla destabilizzazione dell’Europa e alla fine della civiltà occidentale».
Fronda politico-teologica
L’attacco a Bergoglio è globale. «Nella galassia del dissenso a Francesco c’è una forte componente geopolitica - osserva Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea all’Università Cattolica ed esperto di dialogo con la Cina -. Accusano Bergoglio di non annunciare con sufficiente forza le verità di fede, ma in realtà gli imputano di non difendere il primato dell’Occidente. È una opposizione che ha ragioni politiche mascherate da questioni teologiche ed ecclesiali». La Cina ne è l’esempio. «C’è un’alleanza fra ambienti Hong Kong, settori Usa e destra europea: rimproverano a Francesco di anteporre alla difesa della libertà religiosa l’obiettivo di unire la Chiesa in Cina - continua -. Sono posizioni che trovano spazio spesso nell’agenzia cattolica Asianews. Il Papa, secondo questi critici, dovrebbe affermare la libertà religiosa come argomento politico contro Pechino, invece di cercare il dialogo attraverso la diplomazia».
A dar voce al dissenso, che ha innegabili sponde interne alla Curia, sono anche ecclesiastici con entrature vaticane, come il liturgista e teologo don Nicola Bux, consultore delle Congregazioni per il Culto divino e per le Cause dei Santi. «Oggi, non pochi laici, sacerdoti e vescovi si chiedono: dove stiamo andando?- spiega alla Stampa -. Nella Chiesa c’è sempre stata la possibilità di esprimere la propria posizione dissenziente verso l’autorità ecclesiastica, anche se si trattasse del Papa. Il cardinale Carlo Maria Martini, notoriamente esprimeva spesso, anche per iscritto, il suo dissenso dal pontefice regnante, ma Giovanni Paolo II non l’ha destituito da arcivescovo di Milano o ritenuto un cospiratore».
Il compito del Papa, continua Bux, è «tutelare la comunione ecclesiale e non favorire la divisione e la contrapposizione, mettendosi a capo dei progressisti contro i conservatori». E «se un Pontefice sostenesse una dottrina eterodossa, potrebbe essere dichiarato, per esempio dai cardinali presenti a Roma, decaduto dal suo ufficio». In un crescendo di bordate, con un’intervista al Giornale nei giorni scorsi è sceso in campo anche il ricercatore Flavio Cuniberto, autore di un libro critico col magistero sociale del Papa, studioso di René Guenon e del tradizionalismo vicino alla destra esoterica. Ha dichiarato che «Bergoglio non ha aggiornato la dottrina, l’ha demolita, si comporta come se fosse cattolico ma non lo: l’idea stravolta di povertà eleva alla sfera dogmatica il vecchio pauperismo». Il Papa elogia la raccolta differenziata e così «le virtù del buon consumatore tardo-moderno diventano le nuove virtù evangeliche».
Teorie sui due Papi
Nella sua pagina ufficiale su Facebook, Antonio Socci sostiene che Benedetto XVI non si sia voluto davvero dimettere ma si consideri ancora Papa volendo in qualche modo condividere il «ministero petrino» con il successore. Interpretazione che lo stesso Ratzinger ha smentito seccamente a più riprese a partire dal febbraio 2014 fino al recente libro-intervista «Ultime conversazioni», dichiarando pienamente valida la sua rinuncia e manifestando pubblicamente la sua obbedienza a Francesco. La teoria ha tratto nuova linfa dall’interpretazione da alcune parole pronunciate nel maggio scorso dall’arcivescovo Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI. Don Georg, intervenendo alla presentazione di un libro, aveva affermato: «Non vi sono dunque due papi, ma di fatto un ministero allargato - con un membro attivo e un membro contemplativo». Socci pubblica a fine settembre, una accanto all’altra, le foto di Bergoglio e Ratzinger sotto la scritta «quale dei due?». E scrive: «C’è chi si oppone l’amore alla verità (Bergoglio) e chi le riconosce unite in Dio (Benedetto XVI)».
Tra i tanti commenti in bacheca, Paolo Soranno risponde: «Francesco I sembra che sia messo al servizio del Dio Arcobaleno (quello che non impone obblighi religiosi e morali) e non del Dio Cattolico». È nella Rete che il dissenso a Bergoglio assume i toni più accesi, con persone che dietro il paravento del computer si lasciano andare a furiose invettive, come si legge nei commenti sotto gli articoli postati sui social. Sul sito «messainlatino», che si dedica a promuovere la liturgia antica, ma ospita spesso anche commenti al vetriolo sul Papa, si parla di «noiosa monotonia ideologica dell’attuale pontificato». In rete si leggono commenti sulla Chiesa che «sarà spinta a sciogliersi in una sorta di Onu delle religioni con un tocco di Greenpeace e uno di Cgil», dato che «oggi i peccati morali sono derubricati e Bergoglio istituisce i peccati sociali (o socialisti)». Sul blog ipertradizionalista di Maria Guarini, «Chiesa e Postconcilio», si leggono titoli tipo questo: «Se il prossimo papa sarà bergogliano, il Vaticano diventerà una succursale cattomassonica». Il dissenso viene dall’area più conservatrice, ma trova sponde anche in qualche ultraprogressista deluso.
È il caso del prete ambrosiano don Giorgio De Capitani, che attacca senza tregua Francesco da sinistra, e dunque non è assimilabile ai gruppi finora descritti. Sul suo sito web non salva nulla del pontificato. «Quante parole inutili e scontate - inveisce -. Pace, giustizia e bontà. Il Papa ci sta rompendo le palle con parole e gesti strappalacrime. Francesco è vittima del proprio consenso e sta suscitando solo illusioni, butta tanto fumo negli occhi, stuzzica qualche applauso manda in visibilio i giornalisti ignorantotti sulla fede». Giuseppe Rusconi, il giornalista ticinese curatore del sito «Rossoporpora», si chiede: «il nostro Pastore è veramente in primo luogo “nostro” o non mostra di privilegiare l’indistinto gregge mondiale, essendo così percepito dall’opinione pubblica non cattolica come un leader gradito ai desideri espressi dalla società contemporanea? Lo farà per strategia gesuitica o per scelta personale? E quando il Pastore tornerà all’ovile, quante pecorelle smarrite porterà con sé? E quante ne ritroverà di quelle lasciate». Questa composita galassia del dissenso ha eletto come suoi punti di riferimento alcuni vescovi e cardinali. Magister sul suo blog ha lanciato la candidatura papale del cardinale guineano Robert Sarah, attuale ministro per la liturgia di Francesco, amato da conservatori e tradizionalisti e molto citato nei loro siti e nelle loro pubblicazioni.
Rischio scisma?
Tra coloro che vengono considerati stelle polari da parte di questo mondo ci sono soprattutto il porporato statunitense Raymond Leo Burke, patrono dei Cavalieri di Malta, e il vescovo ausiliare di Astana, Athanasius Schneider. Ma al di là dell’amplificazione mediatica offerta dalla rete, non sembra proprio che vi siano all’orizzonte nuovi scismi, dopo quello compiuto dal vescovo Marcel Lefebvre nel 1988. Ne è convinto il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Cesnur: «I vescovi cattolici nel mondo sono più di cinquemila, il dissenso riesce a mobilitarne una decina, molti dei quali in pensione, il che mostra appunto la sua scarsa consistenza».
Introvigne sostiene che questo dissenso «è presente più sul web che nella vita reale ed è sopravvalutato: ci sono infatti dissidenti che scrivono commenti sui social sotto quattro o cinque pseudonimi, per dare l’impressione di essere più numerosi». Per il sociologo è un movimento che «non ha successo perché non è unitario. Ci sono almeno tre dissensi diversi: quello politico delle fondazioni americane, di Marine Le Pen e di Matteo Salvini che non sono molto interessati ai temi liturgici o morali - spesso non vanno neppure in chiesa - ma solo all’immigrazione e alle critiche del Papa al turbo-capitalismo. Quello nostalgico di Benedetto XVI, che però non contesta il Vaticano II. E quello radicale della Fraternità San Pio X o di de Mattei e Gnocchi, che invece rifiuta il concilio e quanto è venuto dopo. Nonostante vi sia qualche ecclesiastico che fa da sponda, le contraddizioni fra le tre posizioni sono destinate a esplodere, e un fronte comune non ha possibilità di perdurare». Introvigne fa notare una sorprendente caratteristica comune a molti di questi ambienti: «È l’idealizzazione mitica del presidente russo Vladimir Putin, presentato come il leader “buono” da contrapporre al Papa leader “cattivo”, per le sue posizioni in materia di omosessuali, musulmani e immigrati. Con il dissenso anti-Francesco collaborano fondazioni russe legatissime a Putin».

Giacomo Galeazzi Andrea Tornielli 16 ottobre 2016

ULTIMORA: MiL annoverato tra gli "adoratori" di Putin antibergogliani. (La Stampa 16.10.2016)

  • Su La Stampa di oggi, domenica 16.10.2016 (a firma congiunta Tornielli/Galeazzi) al pari di certi quotidiani anni '70, c'è un elenco di siti/blog/movimenti pericolossisimi per l'unità della Chiesa e la salute del Papa! Essi sono additati come cattolici anti-bergoglio, para-sedevantisti, che "adorano" Putin, pronti ad un golpe, e che si schierano con i leghisti, pensando a papa Ratzinger.
In questa lista di cattolici in sobbuglio (che indica anche la FSSPX - sbagliandone pure il nome, tanto è l'accuratezza dell'articolo)  è menzionato anche MiL, tra i pericolosissimi siti che attaccano il Papa. E pensare che ci eravamo persino astenuti dal commentare le ultime bizzarie del Sommo Pontefice, quale definire peccato il proselitismo e, da ultima, quella di rinunziare a Castel Gandolfo come residenza papale. (a proposito: se ne sentiva davvero il bisogno di una decisione come questa!). 
Ebbene sì: ci hanno scoperti! 
Anche noi, insieme a Fondazione Lepanto, libertà e persona, Corrispondenza Cristiana , Chiesa e post Concilio ed altri 5 siti, siamo rivoluziuonari "putiniani" sovvenzionati dai fondi del KGB. 
Già qualche giorno fa la nuova versione di CL 2.0 - ci indicava come nuovi fondamentalisti: ed eravamo in ottima compagnia:  anche al Timone è toccata la stessa sorte. 
Oggi si rincara la dose.
Mannaggia, dovremmo migliorare la nostra intelligence e le nostre coperture. 
Be' già che siamo stati smascherati, chiediamo sul serio al Presidente Putin se volesse mai inviarci davvero qualche "sostegno economico" per potenziare il blog di Messailatino e le nostre attività sovversive: si accettano euro, ma anche rubli, bien sûr. Seguirà fattura.
Roberto
ps.
E' gradita l'occasione per rinnovare il nostro sostegno ai card. Burke, Cafarra, a Mons. Negri, a don Nicola Bux, al prof. Introvigne, a Socci e al M. Andrea Carradori, e a quanti altri citati nell'artico che, per la loro adesione alla tradizione e alla dottrina della Chiesa Cattolica, sono additati come rivoluzionari, golpisti, putiniani, ecc. ecc.
ps2 
A mente del Codice di Diritto Canonico, ricordiamo il diritto di ogni cattolico di criticare l'autorità ecclesiastica, foss'anche il Papa, a fronte di evidenti errori o pericoli. S. Caterina docet.



3 commenti:

  1. Si vorrebbe far passare l'idea che chi rimane legato all'insegnamento cattolico di sempre sia fuori dal mondo e rifiuti di calarsi nelle nuove realtà che invece gli vengono proposte, non capendo che è proprio questo quello che cerca il cattolico: "essere nel mondo, ma non del mondo", che con i suoi padroni risucchia la maggior parte dei popoli. Come dunque dar credito a chi propone verità alternative che poco hanno a che fare con la fede cristiana. Mick

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  2. Dopo che il vescovo di Roma ha permesso che la statua di Lutero che purtroppo troneggia all'inferno fosse portata in vaticano non si può difendere l'indifendibile!Siete veramente vomitevoli....proni al mondo quanto Bergoglio che sta smantellando la chiesa costata il Sangue Preziosissimo di Nostro Signore a colpi di false dottrine che portano direttamente alla perdizione..... "Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!".....chi ha orecchi per intendere....

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  3. Egr. dott. Giacomo Galeazzi ed egr. dott. Andrea Tornielli,

    desumo che a vostro avviso, dall'inizio dell'era bergogliana, una miscellanea di cattolici e non, che più assortita non si può, è improvvisamente impazzita dopo anni di vita religiosa osservante e regolare.
    Ma al contrario della maionese che si scorpora, costoro si sarebbero di colpo accorpati, magicamente coalizzati dall'odio, dalla perfidia e dallo spirito di persecuzione contro papa Bergoglio.

    Tralascio riflessioni su eventuali 'Cui prodest?' che potrebbero scaturire dalla vostro articolo (anche se la domanda sarebbe d'obbligo, vista la totale revisione dei criteri di promozione in atto in Vaticano) e vi chiedo:

    Potete per cortesia mettere una mano sulla coscienza e l'altra sul Vangelo e rispondere unicamente a voi stessi, ciascuno ovviamente per sè, alla seguente domanda:

    "ALLA LUCE DI QUANTO STA ACCADENDO NELLA CHIESA CATTOLICA DA TRE ANNI A QUESTA PARTE, POSSO IN COSCIENZA AFFERMARE DAVANTI A NOSTRO SIGNORE CHE PAPA BERGOGLIO SIA VITTIMA - DEL TUTTO INNOCENTE - DI UNA MACCHINA DEL FANGO CHE IMPUTA ALLA SUA PERSONA:

    - OSCURAMENTO DEL DEPOSITO DELLA FEDE,
    - ERESIE,
    - VESSAZIONI E PERSECUZIONI VERSO RELIGIOSI OSSERVANTI E INNOCENTI,
    - ATTI DI AUTORITARISMO, TRASFERIMENTI E RIMOZIONI DI VESCOVI 'NON ALLINEATI',
    - DOPPIOGIOCHISMO,
    - MANIPOLAZIONI NEI SINODI,
    - .........................
    - ......................... ???

    Se la risposta è sì, temo per voi che la frequenza dei sacri palazzi vi tolga il tempo e la necessaria obiettività per poter continuare a leggere i dati di realtà.
    Cosa che, per un giornalista e segnatamente per un vaticanista, credo sia particolarmente grave.

    Cordialmente

    ****************

    Con l'occasione:

    http://www.fidesetforma.com/2016/10/16/vatikan-pravda/

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