I NOVISSIMI con Padre Stefano M. Manelli FI (1)
AVVISO: il presente scritto ha lo scopo di far conoscere ai nostri Lettori, e alle persone di buona volontà, l’ultimo grandioso libretto tascabile di Padre Stefano M. Manelli dedicato ai Novissimi, una meditazione al giorno per il mese di novembre, ma naturalmente valido in ogni mese dell’anno, anche in Quaresima…. A parte la Presentazione che pubblichiamo qui integralmente, il resto non verrà postato integralmente e questo perché possiate essere spinti a due atti di carità: il primo è verso la Casa Editrice Mariana (*) che vive di queste offerte, quindi entrate nel sito – vedi qui – e fate richiesta di questo tascabile; il secondo atto di carità, che si integra al primo, è un atto d’amore e di verità verso la vostra anima da salvare e santificare, insomma, sarebbe un vero regalo che fareste a voi stessi e al prossimo. Infatti è anche una idea per fare omaggio ai nostri Sacerdoti, parenti ed amici, questo donare la buona stampa, notizie e consigli utili per l’ingresso nell’eternità beata.
Presentazione
Tra i lamenti profetici di San Pio da Pietrelcina, ben conosciuto era, ed è, il lamento da lui stesso ripetuto più volte con voce addolorata, nell’ultimo anno della sua vita: “Chi parla più del peccato?… Chi parla più della grazia?… Chi parla più dei Novissimi?…”
E’ proprio così, purtroppo. Sembra che ormai queste parole e questi temi (peccato, grazia, Novissimi) siano diventati completamente dei pericolosi “tabù” da allontanare e dimenticare. E in tal modo, molti argomenti di vita spirituale e morale vengono cancellati dai discorsi e dagli insegnamenti della Chiesa, con la rovina delle anime abbandonate e ridotte a povere cenerentole governate solo dall’ignoranza e dagli errori, in questo mondo che sta tutto “sotto il potere di Satana” (1Gv.5,19).
Forse, la tematica più vasta e fondamentale che è stata messa da parte è soprattutto quella dei Novissimi, con il suo insegnamento di base espresso dalla frase sintetica molto significativa: “Ricordati dei tuoi Novissimi e non peccherai in eterno” (cf Sir.7,36).
Parrebbe incredibile, ma se c’è un argomento che dovrebbe interessarci più di tutti, e più concretamente di ogni altro, dovrebbe essere appunto quello dei Novissimi, che costituiscono la conclusione della nostra vita terrena (la Morte) e l’inizio della nostra eternità infelice o beata (l’Inferno o il Paradiso). Non riflettere e non meditare sui nostri Novissimi significa, per noi, una follia tale che al termine della nostra esistenza potremmo trovarci tutti precipitati nell’orrore terrificante dell’Inferno eterno e di satana e di tutti i suoi angeli ribelli a Dio.
E’ da veri stolti dimenticare le parole di San Paolo che ci dice di “attendere alla vostra salvezza con timore e tremore…” (Fil.2,12). Come possiamo disinteressarci della cosa più importante che è l’assicurazione della nostra eternità nel Paradiso di Dio? Col nostro disinteresse nei riguardi dei Novissimi noi rischiamo la nostra dannazione nell’Inferno: non è forse da idioti e pazzi un disinteresse del genere?…
Eppure siamo arrivati a tanto, ormai, per cui il povero predicatore che si azzarda a ricordare i nostri Novissimi, viene accusato di essere un… povero antiquato. arretrato, stupido, terrorista, eretico… perché crede ancora che i Novissimi siano “verità di Fede”, ossia:
– MORTE quale separazione dell’anima dal corpo;
– GIUDIZIO DI DIO all’anima, subito dopo la morte;
– PURGATORIO per la purificazione delle colpe non espiate;
– INFERNO con la dannazione eterna;
– PARADISO con la beatitudine eterna.
Il presente libretto vuole essere un piccolo aiuto, invece, a quella salutare meditazione delle nostre supreme verità di Fede che ci sostengono nel concludere santamente la nostra vita terrena, tenendo presente appunto la massima fondamentale più salutare che resta sempre questa: “Ricordati dei tuoi Novissimi e non peccherai in eterno” (cf Sir.7,36).
La Madonna voglia assisterci con le Sue materne grazie nel meditare con frutto i Novissimi in ogni giorno del mese di novembre. (Padre Stefano Maria Manelli, FI)
“In tutte le tue opere, ricordati dei Novissimi e non peccherai in eterno!” (cfSir.7,36). Questa massima del Siracide era molto cara a Sant’Agostino, e noi amiamo porla come pietra angolare (1Pt.2,7) per tutto il corso delle meditazioni e lo svolgimento delle riflessioni sui Novissimi durante l’intero mese di novembre, che è chiamato il Mese dei defunti e, più in particolare, il Mese delle Anime purganti, ossia delle anime defunte che si trovano in Purgatorio, in attesa di poter entrare nel Regno dei Cieli con l’aiuto dei nostri suffragi.
I quattro Novissimi sono questi: la Morte, il Giudizio, l’Inferno e il Paradiso. Si può senz’altro dire che essi sono le quattro colonne portanti del destino finale di ogni uomo. Nessun uomo, infatti, può evitare l’incontro con i quattro Novissimi al terminale della sua vita terrena.
… i Novissimi sono la verità più reale e la realtà più vera per ogni uomo…. e la Fede Cristiana, nostra maestra di vita, è la depositaria della verità dei quattro Novissimi che animano l’intero deposito della Rivelazione divina sia scritta (Sacra Scrittura), sia parlata e trasmessa (Tradizione, Magistero).
(…) A chi tocca la scelta dell’eternità nell’Inferno o nel Paradiso? Tocca soltanto all’uomo, ad ogni singolo uomo. Nessuno può essere sostituito in questa scelta finale, che è la più decisiva di ogni altra, una vera scelta eterna. La scelta, in effetti, si fa sulla terra, durante la vita. Alla fine ci sarà solo un rendiconto della vita di ciascuno per ottenere la sentenza inappellabile del Giudice Supremo, Dio. E’ con la scelta della mia vita svolta sulla terra… che preparo il Giudizio finale e inappellabile di Dio. Se, di fatto, scelgo di vivere in maniera meritevole dell’Inferno, meriterò l’Inferno…. Se invece scelgo di vivere in maniera degna del Paradiso, meriterò il Paradiso….
“Si muore come si vive”, dice una massima popolare. Ed è per questo che sant’Agostino può esortare, dicendo a tutti: “Vivi bene e muori bene!” (…) Si può capire già, a questo punto,che il destino eterno di ogni uomo è legato direttamente alla scelta dell’eternità che in concreto si vuole ottenere… (seguono le testimonianze di tre Santi che troverete nel tascabile che consigliamo tutti di richiedere qui)
La scelta di vivere santamente per andare in Paradiso – come hanno fatto tutti i Santi – è l’unica scelta che fa capire i Novissimi non con paura o terrore – come succede a noi che non siamo santi – ma con serenità, perché è proprio meditando sui Novissimi che si impara ad evitare ogni peccato, vivendo santamente per ottenere il Paradiso.
2° giorno
“Quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?”(Mt.16,26). Queste parole di Gesù scolpiscono luminosamente l’interesse supremo che deve avere ogni uomo sulla terra. Quel che realmente conto per l’uomo, infatti, è salvarsi per l’eternità…. (..) Possibile che sia difficile rendersi conto dell’importanza primaria di questa verità?
(..) Rovinata e perduta la propria anima, infatti: “cosa – ammonisce Gesù – un uomo potrà dare in cambio della propria vita?” (Mt.16,26). Eppure, non si è forse in tanti a vivere così, da veri insensati? (..) In effetti la salvezza dell’anima sta nelle mani di ogni uomo. Se voglio, mi salvo. Se non voglio, non mi salvo e nessuno mi potrà salvare.
Se voglio salvarmi debbo usare i mezzi necessari alla salvezza, ossia la preghiera, la penitenza, i Sacramenti, le buone opere… Se non voglio salvarmi, trascuro i mezzi della salvezza e cerco di vivere nella strada “larga e comoda” del mondo, che “conduce alla perdizione” (Mt.7,13) con tutti i suoi vizi e scandali.
Se poi ci sono coloro che presumono di potersi assicurarsi da se stessi la salvezza, sarebbe ricordare a questi tali il Catechismo della Chiesa Cattolica che afferma con grande chiarezza: “Coloro che presumono di non aver bisogno di salvezza, sono ciechi sul proprio conto…”(n.588).
(..) Apriamo gli occhi e facciamoli aprire anche agli altri. “Il tempo è breve” (1Cor.7,29), ci ricorda San Paolo. Non possiamo sciuparlo…. nella vita non può esserci ammonimento più grande di questo: salvarsi l’anima! (seguono gli esempi di alcuni santi)
Se vogliamo far contenta la Madonna…. promettiamole di impegnarci a pensare alla salvezza della nostra anima, legandoci alla preghiera giornaliera del Santo Rosario così da meritare l’accoglienza di Lei nell’Aldilà, per vivere con Lei nel Paradiso dell’amore infinito di Dio.
3° giorno
“Fratelli, mentre abbiamo tempo, operiamo il bene” (Gal.6,10). Noi siamo chiamati ad operare la nostra salvezza nel tempo di vita che Dio ci dona. A ciascuno viene segnata da Dio la misura del tempo per salvarsi e per meritare il Paradiso. Non c’è nessuno che non possa salvarsi, se usa bene il tempo che gli viene dato. Ma se usa male il suo tempo gli toccherà la perdizione, perché non avrà nessun’altra possibilità di salvarsi fuori del tempo già stabilito da Dio proprio per lui.
L’uso del tempo è così importante, quindi, che da esso dipenderà l’eternità di gioia o di dolore, di amore o di odio che avremo voluto scegliere. Per questo sant’Alfonso Maria de Liguori arrivò a fare il “voto” di non perdere mai una briciola di tempo….
(..) Quanti di noi usano bene il tempo, pensando al dovere primario della salvezza eterna? E’ una domanda non oziosa, questa! (..) Si dice, molto spesso, di non avere un po’ di tempo per le preghiere al mattino e alla sera, per la recita di un Rosario, per partecipare a una Santa Messa o per la visita a qualche ammalato, a un bisognoso, a un povero… Si dice di non avere tempo e intanto si sciupano ogni giorno ore e ore di tempo per gli spettacoli televisivi o cinematografici, per leggere giornali e settimanali, per divorare fumetti e romanzi…. (seguono gli esempi e le testimonianze di alcuni santi).
(..) Chiediamo alla Madonna la grazia particolare di essere illuminati per saper comprendere ogni giorno il valore del tempo, sapendolo usare e far fruttare come hanno fatto tutti i santi….
4° giorno
Il “tempo” è la moneta che Dio ci dona per realizzare, sulla terra, il Suo disegno di amore, che è quello di averci tutti in Paradiso per una eternità beata! (..) Se è vero, infatti, che noi renderemo conto, al Giudizio di Dio, di “ogni parola oziosa detta” (Mt.12,36), è altrettanto vero che renderemo conto anche di ogni minuto di tempo sciupato, come San Giovanni Bosco non si stancava di dire e ripetere ai molti giovani da lui educati e formati alla vita cristiana. (seguono alcune testimonianze di santi)
(..) Come vorremmo anche noi, soprattutto sul letto di morte, aver utilizzato bene tutto il tempo che ci era stato concesso o, almeno, come vorremmo avere ancora altro tempo a disposizione per poterlo davvero adoperare bene… Ma, ormai quel che è fatto è fatto per sempre: “Tempus non erit amplius (Non ci sarà più tempo)” (Ap.10,6) e “nessuno può più operare…” (Gv.9,4) (seguono le testimonianze di altri Santi).
5° giorno “La mia morte”
“La morte è l’eredità di tutti gli uomini” (Rm.5,12), dice San Paolo… Nessuna cosa è così certa per l’uomo come la morte. La morte si presenta ad ogni uomo quale realtà visibile e terribile, “dalla quale nullo homo vivente può scampare”, come dice San Francesco nel Cantico delle creature.
“La morte è lo stipendio del peccato” (1Cor.15,21), afferma ancora San Paolo. E tutti noi, discendenza di Adamo ed Eva, figli del peccato originale, portiamo in noi questo “stipendio del peccato” che è la morte…. “Chi di voi – dice Gesù – per quanto si affanni può aggiungere un’ora sola alla sua vita?” (Lc.12,25)… (…) Infatti, per quanto ognuno di noi possa “scampare” a qualche terremoto, salvarsi da qualche malattia, dalla guerra… quando sarà giunta la “sua ora” secondo il piano di Dio: “ogni corpo qual veste si logora, ed è legge eterna: Bisogna morire” (Sir.14,17).
La nostra “città stabile”, di fatto, si trova nell’Aldilà e sarà la Città di Dio o la città di satana. A che pro’ dunque legarsi a questa terra, ai beni di questo mondo, di cui sappiamo che: “Passa la scena di questo mondo…” (1Cor.7,31) e: “Il mondo passa con la sua concupiscenza” (1Gv.2,17)? (..) Dio stesso non tardò a dire quale destino ormai toccava ad Adamo ed Eva: “Polvere sei tu e in polvere ritornerai…” (Gn.3,19) (seguono le testimonianze dei santi).
“In polvere ritornerai”. La morte e la polvere: voler dimenticare o fingere di ignorare questo nostro destino, perché – si dice – il solo ricordarlo rattrista la vita, significa nascondersi in un’illusione non solo puerile, ma anche tragica… la morte è la porta dell’eternità. (…) Chiediamo alla Madonna la grazia di saper valorizzare il pensiero della morte a richiamo di una vita sempre più libera dai peccati e ricca di meriti e… pensare…. chi mi assicura che entro oggi io non sarò uno fra quelli che muoiono all’improvviso?
“Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti” (Mt.22,14). La Parola di Dio è ben chiara: “Molti sono i chiamati…” a che cosa? La risposta è chiara: sono chiamati alla salvezza, alla santificazione, al Paradiso. La parola “molti” può certamente significare “tutti” e vuole affermare che Dio non lascia indietro nessuno; Dio non chiama nessuno alla perdizione e all’Inferno: Dio è soltanto per la vita: è “Dio dei vivi e non dei morti” (Mc.12,27). Ma allora, perché soltanto “pochi” meritano la salvezza, il Paradiso?… Perché gli uomini “chiamati” (e quindi molti, tutti) sono liberi di scegliere e purtroppo scelgono volontariamente per la propria rovina, anziché la loro salvezza: una vera follia! (seguono gli esempi di alcuni santi, per queste belle testimonianza vi suggeriamo di richiedere il libro tascabile qui).
(…) Avevano proprio ragione i primi cristiani che chiamavano il giorno della morte il “dies natalis”, ossia il giorno natalizio, perché proprio in quel giorno si nasce alla vita vera che non avrà più termine; ed era edificante e commovente San Francesco che cantava: “Laudato sì mì Signore, per sora nostra morte corporale!”. Noi cattolici abbiamo la grazia di vivere e morire con una speranza piena di immortalità (cfSap.3,4).
7° giorno
“Beati i morti che muoiono nel Signore” (Ap.14,13); “Per me il morire è un guadagno”(Fil.1,21) esclamava San Paolo…. Appartiene ad ognuno di noi credenti il mistero della morte e la Chiesa lo presenta nella sua realtà di Fese, secondo il disegno di Dio per noi. (..) Con poche e misurate parole, il Catechismo di San Pio X illumina ancora insegnando testualmente che, fino al Giudizio universale, con la morte, per l’anima separata dal corpo: “la vista di Dio sarà la vera vita e la felicità dell’anima, mentre la privazione di Lui sarà la massima infelicità e come una morte eterna…”
Nel più recente Catechismo della Chiesa, giustamente, si accenna anche alla morte quale “salario del peccato” e “per coloro che muoiono nella grazia di Cristo è una partecipazione alla morte del Signore, per poter partecipare anche alla sua Risurrezione” (n.1006) e per questo: “il cristiano che muore in Cristo Gesù va in esilio dal corpo per abitare presso il Signore…” (n.1005).
Gli elementi costitutivi della nostra morte, quindi, sono: il termine della vita terrena; la separazione dell’anima dal corpo; il Giudizio particolare di Dio; l’entrata dell’anima nella Vita eterna o all’Inferno o in Paradiso….
Una figlia spirituale di San Padre Pio, un giorno gli rivolse queste parole: “Padre, ho tanto paura della morte!”… Il santo confessore stigmatizzato le rispose: “Chiediamo al Signore che ci mandi la morte quando siamo in grazia di Dio, assistiti da Lui, da Sua Madre e da San Giuseppe, dopo aver fatto il Purgatorio qui…” Una risposta magistrale e paterna che ci vuole insegnare più cose:
– mandarci la morte quando siamo in grazia di Dio è fondamentale, perché morire in peccato mortale significa precipitare direttamente all’Inferno;
– farci assistere da Lui, da Sua Madre e da San Giuseppe, nessun’altra assistenza potrebbe essere più preziosa….;
– chiamarci dopo aver fatto il Purgatorio qui è importantissimo proprio per noi, paurosi della sofferenza, così attenti ad evitare ogni sacrificio senza renderci conto che le sofferenze su questa terra sono “carezze” rispetto alle sofferenze del Purgatorio… e se noi sappiamo soffrire e offrire le sofferenze su questa terra, il Signore le fa valere al posto di quelle del Purgatorio (che sono tutt’altro che carezze!). (seguono le testimonianze di altri santi)
8° giorno La mia morte
“Morte improvvisa; cremazione; eutanasia”: tre piaghe della morte che potrebbero condurci alla perdizione eterna dell’anima….
Morte improvvisa: dalle statistiche accreditate si sa che ogni giorno muoiono all’incirca 300.mila persone delle quali circa 90.mila muoiono all’improvviso (infarto, arresto cardiaco, ictus, cadute o incidenti mortali…). Da qui la necessità di non commettere mai peccati mortali, poichè si potrebbe morire anche durante mentre si sta compiendo un grave peccato, senza avere più il tempo di pentirsi e confessarsi. Nessuno ci assicura che non accadrà mai a “noi, a me”. Qui vale sempre quella grande invocazione della Chiesa: “A subitanea morte, libera nos Domine”, dalla morte improvvisa, liberaci Signore…. (seguono consigli e testimonianze dei Santi).
La cremazione: è vero che la Chiesa di recente ha permesso e permette la cremazione, ma non la raccomanda affatto! E la permette solo a condizioni chiarissime “se tale scelta non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi” (CCC n.2301).
L’eutanasia: è un grave attentato alla vita umana. (..) Se non si vuole capire il valore trascendete della vita umana e della sofferenza è chiaro che l’uomo, di fronte alle grandi sofferenze, ha soltanto la scelta del suicidio per se stesso e per gli altri. La legge grande della santità, invece, è accogliere la sofferenza, calice amaro, fino in fondo per conformarsi al Cristo sofferente, amando Lui e salvando le anime dei peccatori e infedeli, come chiedeva la Madonna a Fatima ai tre Pastorelli. (seguono i consigli dei santi)
9° giorno
Il “ladro notturno” (1Ts.5,2). Che cosa dire poi se si riflette che della morte noi non sappiamo “né il giorno né l’ora”(Mt.25,13)? San Paolo ci avverte che la morte “verrà come un ladro notturno”, e per questo Gesù ci ha raccomandato con parole energetiche: “Siate pronti! Perché nell’ora che non credete il Figlio dell’uomo verrà…”(Lc.12,40), e poco prima Gesù aveva raccontato una parabola concludendola con queste parole: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio” (Lc.12,16-21)
E subito dopo Gesù aggiunge con slancio ed enfasi: “Beati quei servi che il Padrone al suo arrivo troverà desti…” (Lc.12,37). Svegliamoci dalla nostra incoscienza e indolenza, dunque. Non è tempo di dormire, ma di stare desti e di operare il bene per essere trovati sempre pronti a meritare l’ingresso nel Regno dei Cieli “in qualsiasi momento”, al tempo stabilito per noi da Dio. (seguono gli esempi di alcuni santi)
“Essere sempre pronto” è la supplica dei Santi, è la morte cristiana di chi ama e fa amare Dio a costo anche di grandi sacrifici e sofferenze. Questa è la grazia preziosissima che dobbiamo chiedere alla nostra divina Madre e Mediatrice di tutte le grazie; è da questa grazia che dipenderà la nostra eternità beata nel Regno dei Cieli.
- continua
Cari Amici, proseguiremo con altre pagine meditate da Padre Stefano Maria Manelli, per il quale chiediamo ad ognuno di voi la carità della Preghiera, di un Rosario, di un pensiero benevolo per le sofferenze che al Signore, all’Immacolata stessa è piaciuto “provare al crogiuolo” (Sap.3,6-7) questo loro amato Figlio, e figlio spirituale di San Padre Pio, un’altro grande Sacerdote di cui conosciamo la persecuzione e le sofferenze, ma anche la canonizzazione. In un altro articolo simile ci occuperemo degli altri Novissimi, qui abbiamo accennato alla Morte, “sora nostra morte corporale”, al prossimo ci dedicheremo del Giudizio…. chi fosse interessato, e lo auspichiamo, vi ricordiamo che potrete richiedere il libro tascabile direttamente da qui.
Siano lodati i Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria
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(*) Casa Mariana Editrice – Via dell’Immacolata, 4 – 83040 Frigento (AV) – e-mail: cm.editrice@gmail.com – sito web: www.casamarianaeditrice.it
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