IL PAPA, L’ANNO SANTO, IL FUTURO DELLA CHIESA. UNA
SENSAZIONE PERSONALE.
Non pigliatemi per matto; ma ho la sensazione che il Pontefice non lascerà passare questo momento così solenne, la chiusura dell’Anno Giubilare della Misericordia, senza annunciare qualche gesto, o iniziativa di notevole impatto. Siamo nel puro campo delle speculazioni, per cui prendetele per quello che sono e valgono. E soprattutto non siate così generosi da pensare che magari godo in questo momento di qualche “inside information”. Ma tant’è, quest’impressione esiste.
Sappiamo tutti della grande stima che Jorge Bergoglio nutriva e nutre per il cardinale Carlo Maria Martini, uno degli esponenti di spicco del gruppo di “San Gallo” che secondo il card. Danneels avrebbe posto le basi per l’elezione dell’arcivescovo argentino.
Nel 1999 l’arcivescovo di Milano aveva pronunciato una frase che era stata letta come un invito a organizzare un nuovo Concilio, il Vaticano III: “Siamo indotti a interrogarci se, quaranta anni dopo l’indizione del Vaticano II, non stia a poco a poco maturando, per il prossimo decennio, la coscienza dell’utilità e quasi della necessità di un confronto collegiale e autorevole tra tutti i vescovi su alcuni dei temi nodali emersi in questo quarantennio”.
Lo stesso porporato chiarì in seguito che non aveva voluto riferirsi a un nuovo Concilio. E non ci sembra probabile che papa Bergoglio voglia mettersi su una strada così impegnativa e onerosa da tutti i punti di vista.
Ma Martini avanzò anche altri spunti, che invece potrebbero essere molto più praticabili, e in linea con quella “sinodalità” proclamata dal vertice della Chiesa.
Ve ne offriamo alcuni, contenuti nell’intervista rilasciata alquotidiano romano Il Tempo, il 7 aprile 2004.
Sul Sinodo: “Questa intuizione si è sviluppata solo in parte. I Sinodi hanno avuto il grande merito di mettere insieme i vescovi, di farli conoscere, di permettere loro di scambiarsi pareri. Ma non sono diventati quel Consiglio permanente della Chiesa che si era proposto il Concilio, quindi c’è ancora della strada da fare”.
La proposta: “La mia proposta andava in una direzione diversa. Convocare, di tanto in tanto, delle assemblee sinodali veramente rappresentative di tutto l’episcopato e – perché no – universali (Sinodi e Concilio sono la stessa parola) per affrontare questioni in agenda nella vita della Chiesa. Un’esperienza che valga a sciogliere qualcuno di quei nodi disciplinari e dottrinali che riappaiono periodicamente come punti caldi sul cammino della Chiesa”.
Capacità decisionale: “Sì, i Sinodi, sin dall’inizio hanno mostrato difficoltà a fondere il rispetto delle opinioni di tutti i vescovi con una capacità decisionale reale. La dimensione decisionale, teorizzata, non è stata esercitata. Non vedo perché tale capacità decisionale non possa comprendere l’intero episcopato …”.
Partecipazione al Conclave. Alla domanda: – Lei vede solo cardinali in Conclave o il Conclave potrebbe essere arricchito da altre presenze? –, Martini rispondeva: “Le proposte sono state tante. Potrebbe essere ragionevole rappresentare meglio le Conferenze Episcopali con la presenza, in Conclave, dei Presidenti delle stesse Conferenze. Non nego che il Collegio dei Cardinali abbia già una sua rappresentatività, però un Conclave allargato terrebbe maggiormente conto della articolazione della Chiesa che guarda al Papa come momento fondante della propria unità”.
Dimissioni: “E’ bene mettere dei limiti di età anche nella Chiesa. Ci possono essere casi di persone estremamente vitali, ma è meglio seguire le prudenze umane biologiche e dare spazio ai giovani. Compiuto il proprio dovere ci si fa da parte. Nella Chiesa ci sono persone sagge che possono far sentire la loro opinione anche al di là di un semplice ballottaggio”.
E’ interessante notare come questa opinione sia stata messa in pratica, sia pure in maniera molto personale, proprio dal cardinale che per molto tempo è stato considerato un avversario dell’arcivescovo di Milano, e cioè da papa Ratzinger….
Marco Tosatti
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