ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 15 dicembre 2016

Un attivismo senza risultati?












A proposito dell'onda positiva (vedi qui).
Postato  da Cesare Baronio http://opportuneimportune.blogspot.it/2016/12/londa-positiva.html

Presepe vuoto, luoghi pubblici, Francia





Francia, aborto e presepe: per i cattolici due vittorie di Pirro

Sta facendo notizia in queste ore il pronunciamento del Consiglio di Stato francese che ammette l’allestimento del presepe nei luoghi pubblici. A determinate condizioni, almeno, come già anticipato alla fine dello scorso ottobre. Il presepe dovrà, infatti, essere temporaneo, sorgere solo nel quadro di più ampie manifestazioni culturali o di festa e non dovrà essere strumento di proselitismo. Presepi anche in pubblico, dunque. Tutto risolto? Non proprio.
A ben pensare, infatti, che il presepe – che laddove sia “vivente” prende, non a caso, il nome di “sacra rappresentazione” – venga sdoganato soltanto perché derubricato ad evento culturale o, tutt’al più, a tradizione buona solo per il periodo festivo, sembra unire danno e beffa. Il presepe è e rimane una ricostruzione, tradizionale ed artistica finché si vuole, ma rappresentativa di innegabili valori religiosi. Si abbia dunque il coraggio – oltre che il buonsenso – di approvarla o vietarla per motivazioni realistiche. Come a dire: meglio un presepe vietato perché simbolo religioso, che un presepe ammesso soltanto perché privo di significato. Suona massimalista? Forse, ma talvolta la verità lo esige.
Come nel caso della difesa – laicista, ma tutt’altro che sgradita – della libertà di parola sull’interruzione volontaria di gravidanza, che dopo mesi di sordina nelle ultime settimane sta agitando la vita politica e culturale francese. Ragione del contendere un disegno di legge sull’estensione del reato di ostruzione all’aborto che minaccia di colpire con una reprimenda i siti internet pro-life, accusati di disinformare le donne che vorrebbero abortire. L’idea è nata da Laurence Rossignol, ministro francese di famiglie, infanzia e diritti delle donne. Per la verità una legge contro gli attivisti anti-aborto, recante la firma di un’altra donna, Véronique Neiertz, e datata 1993, esiste già e punisce ogni «ostacolo all’aborto volontario» con la carcerazione e multe da 2.000 a 30.000 franchi (circa 4.500 euro).
Una legge che negli anni si è rivelata sostanzialmente inutile, tanto nei confronti degli attivisti “vecchia maniera” che ancora manifestano per le strade il loro dissenso, quanto soprattutto nei confronti dei molti che si sono spostati sulla piazza digitale. Da qui la volontà di colpire la Rete ed in particolare quei siti accusati di contenere «dichiarazioni per indurre intenzionalmente in errore» le donne che stanno pensando all’aborto. Una formulazione che non solo ha provocato la reazione negativa della Chiesa in Francia – nella persona del presidente dei vescovi francesi, mons. Georges Pontier, che nei giorni scorsi ha manifestato ad Hollande «grande preoccupazione» – ma che ha sollevato più di un laico dubbio costituzionale in merito al venir meno della libertà di espressione. Nel complesso, a 42 anni dall’approvazione della legge Veil sull’interruzione volontaria di gravidanza, polemiche che hanno il merito di riportare l’attenzione sull’aborto, almeno in parte rimettendone in discussione l’impianto legislativo a sostegno. La vittoria di una battaglia, quindi, se non della guerra?
Il modo in cui alcuni editorialisti hanno difeso la libertà di espressione lascia in verità perplessi. Si legge, ad esempio, su Le Monde del 3 dicembre scorso che «se si scegliesse questa strada, si potrebbero anche penalizzare i siti che ostacolano il diritto alla salute sostenendo di non vaccinare i bambini o consigliare ai pazienti malati di cancro di scambiare i loro trattamenti con terapie fantasiose. La condizione di “intenzionalmente fuorviante” sembra molto fragile. Se la causa è buona, lo strumento è discutibile o addirittura pericoloso. Nelle mani sbagliate, potrebbe essere estesa ad altri settori della libertà di espressione. Si pone anche la questione dell’urgenza di colpire così duramente. Ai francesi è massicciamente impedito di ricorrere all’aborto da questi siti? Il governo non lo ha dimostrato. Il numero di aborti in Francia è stabile (circa 200mila all’anno, NdR) e gli ostacoli individuati per l’esercizio di questo diritto fondamentale sono più legati all’organizzazione del sistema di assistenza sanitaria, nonostante le importanti misure adottate dal governo in materia».
Anche in questo caso, come più recentemente per il presepe, quindi, l’atteggiamento è di lasciar correre, almeno finché nulla rischia seriamente di cambiare. Un attivismo senza risultati, così come un presepe svuotato di significato: il rischio è che rimanga solo la paglia. Buona forse per le feste, ma non per cambiare le coscienze. Quindi legale.
http://www.caffestoria.it/francia-aborto-e-presepe-per-i-cattolici-due-vittorie-di-pirro/

Papa Bergoglio chiede di ricevere “un’onda positiva” dal sindaco di Parigi

Il sindaco socialista di Parigi Anne Hildago ha avuto l’onore di ricevere dei singolari ringraziamenti personali da papa Francesco. In una lettera del “segretariato privato di Sua Santità” firmata dallo stesso papa Francesco, il Pontefice ha ringraziato il sindaco di Parigi per la sua partecipazione, insieme a circa 70 sindaci europei, ad un simposio sul tema Europa: i rifugiati sono nostri fratelli, che si è svolto il 9 e 10 dicembre in Vaticano, su iniziativa delle sindache di Madrid, Barcellona e Parigi.  L’incontro si è tenuto presso la Casina Pio IV, sede della Pontificia accademia delle Scienze e della Pontificia accademia delle Scienze sociali, il cui cancelliere è il monsignore argentino Marcelo Sanchez Sorondo, distintosi recentemente per le sue posizioni anticapitaliste e ultra-ecologiste.
«Grazie per la Sua partecipazione alla conferenza nel corso di questi due giorni – ha scritto il Papa alla Hidalgo -. Ho seguito da vicino i lavori. […] Conosco le Sue iniziative, le Sue battaglie personali e gli ostacoli che deve superare. Ecco perché desidero esprimere la mia ammirazione e la mia gratitudine per la Sua azione saggia e per la Sua perseveranza in favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati».
In conclusione della lettera, troviamo poi una stupefacente richiesta del Papa al sindaco di Parigi. Dopo le formule di rito che ci si aspetta da parte del capo della Chiesa cattolica («ho chiesto al Signore di non abbandonarla mai. […] L’accompagno con la mia gratitudine e il mio affetto»), scrive: «La prego di pregare per me o pensare a me benevolmente e di inviarmi un’onda positiva».
Già lo scorso anno, in occasione di Natale, papa Francesco aveva scritto allo scrittore agnostico spagnolo Juanma Velasco«In questo giorno tanto significativo per i cristiani le auguro il meglio e le chiedo per favore di pregare per me. E se per onestà e coerenza interiore non lo fa, mi mandi almeno un’«onda» positiva perché non tradisca i miei ideali. Un abbraccio. Francesco».
Il richiamo alle onde psichiche latenti nell’uomo è tipico della gnosi e della magia. L’uomo, secondo il pensiero esoterico, è un flusso di energia e il compito dell'”iniziato” è quello di accumulare su di sé le onde positive, eliminando quelle negative. Ma questo non ha nulla a che vedere con la religione cattolica, che invita a stare alla larga dai “maghi” e dagli stregoni. (Emmanuele Barbieri)
http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/papa-bergoglio-chiede-di-ricevere-unonda-positiva-dal-sindaco-di-parigi/

Il nome di Gesù bandito dalle canzoni di Natale

Questa volta è accaduto a Pontevico, piccolo comune in provincia di Brescia

Il nome di Gesù fa paura, tanto da essere bandito persino dalle canzoni di Natale.

Questa volta è accaduto a Pontevico, piccolo comune in provincia di Brescia, dove la dirigente scolastica Paola Bellini ha pensato bene di sostituire le parole della famosa canzone “Merry Christmas, Buon Natale”. Anziché “canta perché è nato Gesù”, nelle fotocopie distribuite ai bambini della scuola elementare, per le prove di canto, si legge: “canta perché è festa per te”. Subito è scattata la polemica. La città è in subbuglio. I genitori, indignati, non ci stanno e protestano. A difesa dell’identità cristiana, culturale e occidentale. Italiana, soprattutto! Ma la dirigente scolastica si giustifica. Contattata da noi al telefono dichiara: “Non è una festa di Natale, ma una festa per la pace.” Anche se nel repertorio sono previste canzoni natalizie e lo spettacolo viene messo in scena il 19 dicembre, nella settimana di Natale, la dirigente è categorica: “I bambini canteranno brani che richiamano temi universali come la pace e la solidarietà. Il 30% dei nostri alunni non è cattolico ed è un concerto aperto a tutti. Non è uno spettacolo fatto solo per i cristiani. E’ una questione di rispetto.” Ma quando le domandiamo: non crede di avere esagerato? Risponde con un secco no. “Nelle nostre classi abbiamo tanti Crocifissi e quadri che raffigurano la Madonna ma, accanto a questi simboli, devono coesistere pacificamente anche degli altri, o delle altre attenzioni nei confronti dei valori dell’Intercultura.” Poi, aggiunge, adirata: “Gli adulti stanno strumentalizzando uno spettacolo di bambini. Hanno sporcato il lavoro dei miei insegnanti. Stanno diffamando quello che doveva essere un canto di gioia.” Il nome di Gesù non dovrebbe portare divisione. Ma unione. Cristo predica l’amore, la fratellanza e la gioia. Dunque, questi valori, come potrebbero urtare la “sensibilità” dei musulmani? Se, effettivamente, l’Islam è una religione moderata e pacifica come molti affermano, non dovrebbe fare altro che rispettare l’identità e le tradizioni del Paese che li ospita. Sul piede di guerra anche il parroco di Pontevico. “Chiedere all'oratorio la concessione del teatro con questo spirito non va bene. Gli stranieri sono contenti di conoscere la nostra cultura, che noi non dobbiamo assolutamente rinnegare perché non offende nessuno.” Secondo Paola Bellini, l’istituzione scolastica nasce multiculturale. “Sono altre le istituzioni che devono propagandare i valori della religione cattolica. Papa Francesco predica l’apertura. Questi cattolici integralisti mi stupiscono. Se non ci daranno più l’oratorio per lo spettacolo lo faremo nella nostra scuola.” Conclude la dirigente. Ebbene si, Gesù Nazzareno, a ventuno secoli dalla nascita nella piccola e fredda grotta di Betlemme, fa ancora paura. Fortunatamente, non a tutti.http://www.ilgiornale.it/news/cronache/nome-ges-bandito-dalle-canzoni-natale-1343137.html

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