Un’opera capace di ridonare al pensiero cattolico la sua perfetta fisionomia storica Come Cristo ha celebrato la Prima Messa mostra come le tradizioni cattoliche — in particolare quelle liturgiche — risalgano fino ad Adamo. Si tratta di uno dei libri più informativi, ispirati e sorprendenti che il lettore potrà mai incontrare su tale argomento. L’autore dimostra come la Messa tradizionale riassuma l’intero culto del Vecchio Testamento iniziato da prima del diluvio, con Adamo ed Abele, e termini con l’Ultima Cena, e come anche i più minuti dettagli della nostra Messa cattolica tradizionale siano stati utilizzati da Cristo nella prima Messa celebrata nel Cenacolo, e come siano giunti ai nostri giorni con lo stesso significato simbolico che ebbero in origine. Padre Meagher approfondisce la storia e la tradizione di ogni aspetto del culto ebraico, mostrando chiaramente come il Signore abbia tutto ripreso, innalzato e completato nella bella liturgia che noi chiamiamo “Messa”. Il testo è ricolmo di aneddoti interessanti — in ogni paragrafo — che tutti i cattolici dovrebbero conoscere, specialmente sul significato che risiede dietro ogni aspetto del Santo Sacrificio. Tra i molti punti avvincenti, quest’opera spiega i seguenti: la vita di Adamo ed Eva e come popolarono la terra; come veniva preparato l’agnello pasquale dell’antica alleanza e in che modo simboleggiava la morte di Cristo e la Santa Eucaristia; perché tutti i fedeli del Tempio guardavano verso il Calvario; perché il Calvario è stato chiamato il “luogo del Cranio”; l’incredibile storia legata al Cenacolo; in qual modo Cristo disse la Prima Messa e quali vesti indossò; come Cristo incluse gli elementi principali del sacrificio del Tempio e del culto della sinagoga nella nostra Messa; come l’architettura delle chiese cattoliche sia basata sul Vecchio Testamento e sul Tempio; l’origine del Calice utilizzato da Cristo in occasione della Prima Messa e cosa ne è stato di esso, e tanto altro ancora. James L. MeagherPadre Meagher dimostra che fin dal principio la Messa si celebrò sulla base di una liturgia pressoché identica a quella del nostro tempo. Non vennero inserite aggiunte sostanziali rispetto all’età apostolica, revisioni o correzioni, ma solo piccoli ampliamenti a quell’Ordinario della Messa, che a partire da San Pietro ci è stato tramandato e che gli Apostoli ricevettero direttamente da Nostro Signore. Come Cristo ha celebrato la Prima Messa ha qualcosa per tutti, ad ogni livello — dal principiante fino allo studioso —, ed è un libro destinato a cambiare la prospettiva di molte persone.. 20,70 euro 23,00 euro prezzo speciale per i lettori EFFEDIEFFE fino al 10 febbraio (Come Cristo ha celebrato la prima Messa, 446 pp. con bandelle) Per contattarci visiti www.effedieffeshop/contatti |
|
Il Santo Sacrificio della Messa come mezzo di santificazione
Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).
I suoi effetti. a) Questo sacrifizio anzitutto glorifica Dio e lo glorifica in modo perfetto, perchè Gesù vi offre di nuovo al Padre, per mezzo del sacerdote, tutti gli atti di adorazione, di riconoscenza e d'amore che già offrì sul Calvario, atti di valore morale infinito. Offrendosi come vittima, afferma nel modo più espressivo il sovrano dominio di Dio su tutte le cose: è l'adorazione; dando se stesso a Dio in riconoscenza dei suoi benefici, gli rende una lode pari ai benefici: è il ringraziamento o culto eucaristico. Nulla quindi può impedire il conseguimento di quest'effetto, neppure l'indegnità del ministro; perchè il valore del sacrifizio non dipende essenzialmente da colui che l'offre come ministro secondario, ma dal pregio della vittima che viene offerta e dalla dignità del sacerdote principale che non è altri che Gesù Cristo stesso. Tal è l'insegnamento del Concilio di Trento quando dichiara che questa offerta purissima non può essere macchiata dall'indegnità o dalla malizia di coloro che l'offrono; che in questo divin sacrifizio è contenuto ed immolato, in modo incruento, quello stesso Cristo che sull'altare della Croce si è offerto in modo cruento. È quindi la stessa ostia e lo stesso sacrificatore quello che si offre ora pel ministero dei sacerdoti e quello che s'è offerto una volta sulla Croce: non c'è differenza che nel modo d'offrire la vittima. Perciò, quando assistiamo alla S. Messa e più ancora quando la celebriamo, rendiamo a Dio tutti gli omaggi che gli sono dovuti, nel modo più perfetto possibile, perchè facciamo nostri gli omaggi di Gesù vittima. -- Nè si dica che tutto questo non ha che far nulla con la nostra santificazione; quando noi glorifichiamo Dio, egli amorosamente si china verso di noi, e quanto più noi ci occupiamo della sua gloria, tanto più egli si occupa dei nostri spirituali interessi; molto dunque si fa per la nostra santificazione rendendogli i nostri ossequi in unione con la vittima divina che rinnova sull'altare la sua immolazione.
b) Il divin sacrifizio ha inoltre un effetto propiziatorio per la virtù stessa della sua celebrazione (ex opere operato, come dicono i teologi). Ed ecco in che senso: il sacrifizio, offrendo a Dio l'ossequio che gli è dovuto e un giusto compenso per il peccato, lo inclina a concederci, non direttamente la grazia santificante (il che è effetto proprio del sacramento), ma la grazia attuale e il dono della penitenza, e a rimetterci, quando siamo contriti e pentiti, i peccati anche più gravi. -- È nello stesso tempo sodisfattorio, nel senso che rimette infallibilmente ai peccatori pentiti una parte almeno della pena temporale dovuta al peccato, in proporzione delle disposizioni più o meno perfette con cui vi assistono. Ecco perchè, aggiunge il Concilio di Trento, può essere offerto non solo per i peccati, le sodisfazioni e i bisogni spirituali dei vivi, ma anche per quelli che son morti in Cristo senza avere sufficientemente espiato le loro colpe. È facile vedere quanto questo doppio effetto, propiziatorio e sodisfattorio, contribuisca al nostro progresso nella vita cristiana. Il grande ostacolo all'unione con Dio è il peccato; ottenere il perdono e farne sparire anche gli ultimi vestigi è quindi preparare un'unione sempre più intima con Dio: "Beati mundo corde quoniam ipsi Deum videbunt". Quale consolazione per i poveri peccatori di veder così cader il muro di separazione che li impediva di godere della vita divina!
c) La Messa è impetratoria nello stesso modo che è propiziatoria: ottiene quindi da Dio, per la virtù stessa del sacrifizio (ex opere operato), tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per santificarci. Il sacrifizio è una preghiera in azione, e Colui che al santo altare prega per noi con gemiti inenarrabili è Quegli stesso le cui preghiere sono sempre esaudite "exauditus est pro sua reverentia". Quindi la Chiesa, interprete autentica del pensiero divino, vi prega costantemente, in unione con Gesù sacrificatore e vittima (per Dominum nostrum Jesum Christum), per chiedere tutte le grazie di cui hanno bisogno i suoi membri alla salute dell'anima e alla salute del corpo, "pro spe salutis et incolumitatissuæ", per la salvezza e il progresso spirituale, sollecitando per i suoi fedeli, principalmente nella Colletta, la grazia speciale che corrisponde a ciascuna festa. E chiunque entra in questa corrente di preghiera liturgica, con le disposizioni volute, è sicuro d'ottenere per sè e per tutti quelli che gli premono le più copiose grazie.
È dunque chiaro che il santo sacrifizio della Messa contribuisce, con tutti i suoi effetti, alla nostra santificazione; e ciò tanto più efficacemente in quanto che noi non vi preghiamo da soli ma uniti a tutta la Chiesa e principalmente al Capo invisibile della Chiesa, a Gesù sacrificatore e vittima, che, rinnovando l'offerta del Calvario, chiede, per la virtù del suo sangue e per le sue suppliche, che le sue sodisfazioni e i suoi meriti ci vengano applicati.
[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]
|
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
▼
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.