Che la Chiesa stia attraversando un momento di crisi gravissima, è sotto gli occhi di tutti. Che la crisi sia alimentata dall'alto, è cosa evidente e tristissima. Che la Gerarchia, salvo rare eccezioni, taccia e si mostri prona al gerarca, non ha bisogno di dimostrazione.
Ma quel che sconcerta è vedere che nel novero dei cosiddetti tradizionalisti vi sia chi, con sprezzo del ridicolo, si bei del settimo candeliere o dell'accidentale celebrazione versus Deum nella Cappella Sistina, in occasione della Messa celebrata da Bergoglio nella festa del Battesimo di Nostro Signore.
Poco importa ch'egli, durante l'omelia, abbia invitato le madri ad allattare i propri pargoletti sotto le volte affrescate da Michelangelo:
[...] voi mamme allattateli pure, senza paura, con tutta normalità.
Poco importa che la Messa fosse celebrata nel rito riformato, o che Bergoglio non genufletta all'Elevazione, o che il Pontificale - per il quale è prescritto il settimo candeliere - manchi di quasi tutto ciò che il nuovo Ceremoniale Episcoporum prescrive. Macché: battiamo le manine estasiati, rallegrandoci con Mons. Guido Marini per l'eroismo di esser riuscito a far celebrare il Papa sull'altare consacrato e non su un tavolo rivolto al popolo (cosa peraltro proibita dalNovus Ordo).
Se sono questi coloro su cui contare per la buona battaglia in favore della Tradizione, stiamo freschi.
Quando ero piccina cantavamo questa canzoncina: Battiam battiam le mani arriva ilnostro don, battiam battiam le mani al nostro caro don, gettiamo tulipani e mazzolin di fiori, cantiamo tutti in coro evviva evviva il nostro don. Potremo cantarla alla prossima udienza papale. Che ne dite?
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